Stipendi, taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro in arrivo

È in via di approvazione il decreto “Aiuti bis” che contiene alcune misure a sostegno dei redditi dei lavoratori e delle famiglie italiane. Primo tra tutti, il taglio del cuneo fiscale per i redditi entro i 35 mila euro. Il testo è atteso nella giornata di oggi, 4 agosto, in Consiglio dei ministri. Oltre al taglio contributivo, è atteso il contributo per tagliare le bollette contro il caro energia, il bonus 200 euro e gli sconti sui fringe benefit.

Stipendi dei lavoratori in aumento con il taglio del cuneo fiscale: quanto si risparmia?

Il meccanismo di taglio del cuneo fiscale per far salire il reddito netto nella busta paga dei lavoratori si basa su una misura già in vigore con la legge di Bilancio 2022. I lavoratori, infatti, per tutto il 2022 sono agevolati dallo sconto contributivo in busta paga dello 0,8%. Il limite di applicazione è corrispondente a una busta paga lorda di 2.692 euro, pari a circa 35 mila euro per le tredici mensilità annuali. Lo stesso meccanismo è in via di approvazione nel decreto “Aiuti bis” che aggiungerebbe l’1% in più (per un totale di 1,8%) di sconto dei contributi nelle buste paga. L’effetto è quello di aumentare il reddito netto dei lavoratori del settore pubblico e privato.

Bonus 200 euro allargato a categorie finora escluse, per partite Iva e professionisti più soldi

Il provvedimento in arrivo dovrebbe, peraltro, prevedere l’estensione del bonus 200 euro contro l’aumento dei prezzi anche a categorie che sono rimaste escluse dal decreto istitutivo della misura. Si tratta, in particolare, dei lavoratori stagionali, dei cassintegrati a zero ore e dei collaboratori sportivi. Inoltre, sul fronte dei lavoratori autonomi (partite Iva e liberi professionisti), il governo dovrebbe aumentare la dote finanziaria del bonus 200 euro prevedendo l’incremento da 500 a 600 milioni di euro. Le risorse andranno a favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti iscritti alle Casse previdenziali private. Solo per queste ultime si prevede una spesa pari a 80 milioni di euro. Tutti i lavoratori autonomi, in ogni modo, dovranno attendere l’emanazione del decreto attuativo che fisserà le procedure e le richieste per fruire del bonus.

Aiuti bis, atteso anche il taglio dei costi delle bollette di luce e gas e la riduzione dell’Iva

Tra le misure attese nel decreto “Aiuti bis” rientra anche il taglio dei costi delle bollette di luce e gas e la riduzione dell’Iva applicata al gas anche nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2022. Sul fronte imprese, il governo stanzierà risorse anche per far ritornare il credito di imposta sulle maggiori spese sostenute per l’approvvigionamento di gas e di energia elettrica. In tutto, le misure a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese costeranno allo Stato 7,7 miliardi di euro.

Governo, raddoppia la quota di esenzione dei fringe benefit

Atteso nel provvedimento anche il raddoppio delle esenzioni sui fringe benefit. La quota, infatti, dovrebbe passare dagli attuali 258 euro a 516 euro. Tra le voci di spesa esenti dalla tassazione (e dunque esclusi dall’imponibile) rientreranno anche i contributi da parte delle imprese per pagare le utenze domestiche.

Credito di imposta sui costi di energia elettrica e gas: ecco tutti gli incentivi per le imprese

Arrivano crediti di imposta per tutte le impresse per i consumi di energia elettrica e di gas. Gli aiuti, infatti, andranno sia a favore delle imprese energivore e gasivore che per tutte le altre imprese, anche per quelle che ne fanno un uso moderato. Sul credito di imposta è ammissibile la cessione del bonus ottenuto che va dal 12% al 25% per ridurre le spese per l’energia e il gas. Ma per la cessione dei crediti è necessario il visto di conformità. Le ultime novità arrivano dal decreto legge “Energia” che ha alzato le percentuali di credito di imposta dei precedenti provvedimenti.

Credito di imposta dal 12% al 25% sulle spese per l’energia elettrica o per il gas

Il credito di imposta andrà dal 12% al 25% sui costi dell’energia o del gas da calcolare a seconda delle imprese beneficiarie. L’ultimo provvedimento, in ordine di tempo, il decreto legge numero 21 cosiddetto “decreto Energia” del 21 marzo 2022, contiene infatti disposizioni urgenti per contrastare gli effetti derivanti dalla crisi in Ucraina. Aiuti sono previsti per le imprese che utilizzino in larga scala energia elettrica e gas naturale, ma anche alle altre imprese che ne facciano un uso più moderato.

Credito di imposta del 12% per le imprese non energivore

Tra queste ultime, le imprese non energivore potranno beneficiare del credito di imposta del 12% sulle spese per l’energia elettrica. Si tratta di imprese che abbiano dei contatori di energia di potenza almeno pari a 16,5 kilowatt. In altre parole non devono essere le imprese individuate dal decreto ministeriale del 21 dicembre 2017. Per beneficiare del credito di imposta è necessario predisporre le fatture di acquisto che testimonino il sostenimento dei relativi costi. Per ottenere il bonus, consistente nel credito di imposta, le imprese nel primo trimestre del 2022 devono aver subito un aumento dei costi per kilowatt/ora eccedente il 30% rispetto al prezzo medio sostenuto nei primi tre mesi del 2019.

Bonus per le imprese non gasivore, come determinare il credito di imposta?

Per le imprese che non abbiano forti consumi di gas naturale il credito di imposta è nella misura del 20% sul costo di acquisto del gas impiegato come fonte energetica, purché non si tratti di usi termoelettrici. Le imprese beneficiarie sono quelle individuate dall’articolo 5 del decreto legge numero 17 del 1° marzo 2022. Anche in questo caso, l’incremento di costo per il gas naturale deve essere eccedente il 30% nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019. La media dei prezzi è calcolata sulle informazioni fornite dal Mercato infragiornaliero (MiGas). I prezzi vengono pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (Gme).

Come utilizzare il credito di imposta sui costi del gas naturale?

Il credito di imposta riconosciuto alle imprese per l’aumento dei costi del gas naturale può essere utilizzato solo in compensazione. Lo stesso bonus può essere anche cumulato con altre agevolazione applicate i medesimi costi. Tuttavia, l’ammontare delle agevolazioni non deve eccedere l’ammontare totale del costo. Inoltre, il credito di imposta sul gas non concorre a formare il reddito dell’impresa e nemmeno alla base imponibile dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive).

Credito di imposta per le imprese energivore e gasivore: quale bonus viene applicato per il risparmio sulla fattura?

Per le imprese energivore e gasivore il decreto legge “Energia” ha provveduto ad aumentare la percentuale del credito di imposta da riconoscere. Infatti, sia per l’energia elettrica che per il gas, il bonus era già previsto dal decreto legge numero 17 del 2022 che stabiliva, rispettivamente, percentuali di credito di imposta pari al 20% e al 15%. Con il nuovo decreto numero 21 del 2022, le percentuali di credito di imposta sui costi dell’energia elettrica e del gas, per le imprese che ne facciano largo uso, sono aumentate di cinque punti percentuali. Pertanto, i nuovi crediti di imposta sono pari al 25% per l’energia elettrica e al 20% per i costi del gas.

Imprese che fanno largo utilizzo di energia elettrica e di gas, come verificare che spetti il credito di imposta?

Per la richiesta del credito di imposta è necessario che le imprese che fanno largo uso di energia elettrica abbiano subito incrementi di costi superiori al 30%. La percentuale deve essere confermata dal raffronto tra la media dei consumi del primo trimestre di quest’anno con quella del 2019. Le imprese del gas dovranno procedere con il confronto dei prezzi medi del gas tra il primo trimestre di quest’anno e quello del 2019.

Come utilizzare il credito di imposta delle spese di gas ed energia elettrica per le imprese che ne fanno largo uso?

Il credito di imposta derivante dall’aumento del costo dell’energia elettrica e del gas naturale, per le imprese che ne facciano largo utilizzo, è cumulabile con altre agevolazioni inerenti gli stessi costi. L’utilizzo può essere fatto a decorrere dal secondo trimestre del 2022 e fino al 31 dicembre prossimo e può avvenire in compensazione. Il bonus non concorre alla formazione del reddito di impresa e alla base imponibile ai fini dell’Irap.

Come cedere il credito di imposta accumulato grazie al bonus sui costi dell’energia elettrica e del gas?

Le imprese energivore e gasivore possono anche cedere il credito di imposta accumulato sugli aumentati costi dell’energia elettrica e del gas. La cessione può avvenire per l’intero importo del bonus ad altri soggetti quali banche e intermediari finanziari. Lo prevede l’articolo 9 del decreto legge “Energia” che allarga la possibilità di cessione del credito di imposta anche alle imprese agevolate richiamate dall’articolo 15 del decreto legge numero 4 del 27 gennaio 2022.

Cessione del credito di imposta, dopo la prima solo a banche e intermediari finanziari abilitati

Dopo la prima cessione, vi è la facoltà di ulteriori due cessioni, purché effettuate nei confronti di istituti bancari e di intermediari finanziati abilitati secondo quanto prevede l’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.

Bonus energia elettrica e gas delle imprese, per la cessione del credito di imposta è necessario il visto di conformità

Per la cessione dei crediti di imposta relativi al bonus per l’energia elettrica e il gas, le imprese dovranno adempiere al visto di conformità. In particolare, l’adempimento riguarda i dati inerenti la documentazione che attesti la presenza dei requisiti che danno diritto al credito di imposta. Tale documentazione deve essere rilasciata dai responsabili dell’assistenza fiscale. In ogni caso, maggiori specifiche della cessione del credito di imposta e dei visti di conformità sono attesi da un nuovo provvedimento dell’Agenzia delle entrate. Il provvedimento arriverà entro i 30 giorni susseguenti all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso.

Bollette, in arrivo nuovo decreto: sconti e bonus per imprese e famiglie

Potrebbe arrivare la prossima settimana il nuovo decreto del governo per il caro bollette energetiche. Si tratterebbe di un nuovo pacchetto di misure che andrebbe a favore delle famiglie e delle imprese. Il Consiglio dei ministri si riunirà la prossima settimana per valutare le varie ipotesi di aiuti concreti a chi ha un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) entro un certo limite. E alle imprese, molte delle quali stanno pagando a caro prezzo il rincaro dell’energia elettrica.

Mario Draghi sul nuovo decreto in arrivo per contenere i costi delle bollette di energia elettrica

Ad annunciare la possibilità di un nuovo provvedimento del governo per il caro bollette è stato lo stesso Mario Draghi, in occasione della visita ai cantieri di Genova per il Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova del 9 febbraio. Il presidente del Consiglio si è detto ottimista per un nuovo intervento atto a ridurre i costi delle bollette dell’energia elettrica. L’intervento annunciato da Draghi sarebbe di “ampia portata” e andrebbe a favore delle imprese e delle famiglie, anche se ad oggi si fanno solo delle ipotesi su chi potrà beneficiare degli aiuti.

Bonus bollette energia elettrica, a chi potrebbe andare?

Qualche certezza in più si ha sulle risorse che il governo metterà in campo per gli aiuti alle imprese e alle famiglie sul caro bollette. Si tratterebbe di una cifra tra i 5 e i 7 miliardi di euro che andrebbero a raddoppiare le risorse, pari a 5,5 miliardi di euro, già stanziate per il 2022. Il provvedimento dovrebbe intervenire “su più fronti”, perché il caro bollette dell’energia elettrica riguarda vari soggetti. “Sia le famiglie, soprattutto le più deboli, che le imprese e gli enti territoriali”, ha affermato Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze ed esponente di Leu.

Bonus bollette, l’attuale misura a favore delle famiglie con basso Isee e percettori di reddito e pensione di cittadinanza

Il decreto che verrà emanato dal governo, dunque, rafforzerà le misure in essere sui bonus sociali. Si tratta di misure già adottate con precedenti provvedimenti che assicurano uno sconto nella bolletta per famiglie per lo più disagiate dal punto di vista fisico ed economico. Gli sconti sono applicabili sia alla bolletta dell’energia elettrica che a quella del gas. Il beneficio attuale va a vantaggio delle famiglie che abbiano un Isee non superiore a 8.265 euro; l’Isee ammesso si innalza fino a 20 mila euro per le famiglie che abbiano almeno quattro figli a carico. A beneficiare dello sconto anche i percettori del reddito di cittadinanza o delle pensioni di cittadinanza. La misura attualmente assicura lo sconto a 3 milioni di famiglie per le bollette di energia elettrica. Sono 2,5 milioni le famiglie che beneficiano degli sconti sulle bollette del gas.

Bonus bollette energia elettrica per le imprese, sconti in cambio di energia sostenibile

Più complesso è il discorso sui bonus sul caro bollette dell’energia elettrica a favore delle imprese. Queste ultime vorrebbero un segnale forte dal governo che, tuttavia, starebbe valutando l’ipotesi di una sorta di scambio di energia elettrica “tradizionale” verso una più sostenibile. Si tratterebbe, secondo le ipotesi fatte negli ultimi giorni, di barattare il trasferimento di energia elettrica rinnovabile per 25 terawattora ai settori industriali che si trovano in difficoltà a costi calmierati. I settori industriali, tuttavia, dovrebbero impegnarsi a investire in energie fotovoltaiche (per 12 gigawatt) ed eoliche (per 5 gigawatt).

Caro bollette del gas, ecco quali sono gli obiettivi per il risparmio energetico delle imprese

Il bonus sul caro bollette di energia elettrica, dunque, sarebbe un discorso più a lungo termine, con investimenti massicci nelle energie alternative e condivisione, partendo dai settori industriali, degli obiettivi del Green Deal europeo e della decarbonizzazione. L’investimento del governo per il biennio 2022-2023 in questa direzione sarebbe di 3 miliardi di euro. Diverso è il discorso per il settore del gas. Infatti, a fronte di investimenti governativi di 1,5 miliardi di euro per il 2022, si cercherebbe di incrementare la produzione nazionale di gas. L’obiettivo è quello di produrre 3 miliardi di metri cubi all’anno.

 

 

Bollette troppo care per le pmi italiane

Tra le difficoltà che devono affrontare le imprese, c’è anche quella che riguarda l’energia elettrica, che costa parecchio ad artigiani e pmi, tanto da costringerli a pagare bollette rincarate del 29% rispetto ai loro colleghi appartenenti all’Unione Europea.

Il problema, più volte denunciato, rischia di diventare ancora più serio e fastidioso, perché nel terzo trimestre 2017 la bolletta è prevista in aumento di ben 383 euro rispetto al trimestre precedente e porta a 11.478 euro il costo medio annuo dell’energia per una piccola impresa.

Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, considera questa situazione “un pesante fardello che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa”.

A rendere le bollette così pesanti sono gli oneri fiscali e parafiscali, che gonfiano l’importo finale addirittura del 39,7%.
Nei settori delle piccole imprese il prelievo fiscale sull’energia ammonta a 7.679 euro per azienda ed è pari a 1.125 euro per addetto. Anche in questo caso, si supera di gran lunga la media europea di 422 euro per addetto di Francia, Germania e Spagna.

Ma in Italia ci sono le bollette più alte rispetto all’Eurozona anche per le famiglie, tanto che, nella totalità, si pagano 15 miliardi in più rispetto agli altri cittadini europei.
Le tasse, oltre che essere maggiori, sono anche mal distribuite tra i diversi consumatori: sulle piccole imprese in bassa tensione che determinano il 27% dei consumi energetici pesa il 45% degli oneri generali di sistema, mentre per le grandi aziende energivore con il 14% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende all’8%.

Ha commentato Merletti: “In pratica ai piccoli imprenditori si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Per alleggerire le bollette elettriche dei piccoli imprenditori bisogna mettere mano a queste assurde disparità di trattamento. Non possiamo più tollerare un sistema tanto iniquo. Il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato e deve essere ripartito in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda”.

Vera MORETTI