I provvedimenti del Destinazione Italia

Con l’approvazione in Senato, il decreto Destinazione Italia è diventato ormai legge. Pertanto, i provvedimenti riportati al suo interno, diventeranno effettivi.
Tante le novità, sia sul fronte fiscale, sia su quello imprenditoriale.

Vediamo nel dettaglio le modifiche più salienti:

  • Cartelle Equitalia: Per il 2014 è prevista la sospensione delle cartelle esattoriali in favore delle imprese ”titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, per somministrazione, forniture, appalti e servizi anche professionali maturati nei confronti della P.A. e certificati, qualora la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato”.
  • Incentivi alle imprese: E’ stato introdotto un credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo. Le aziende che fatturano annualmente meno di 500 milioni di euro possono beneficiarne fino a 2.5 milioni. Sono inoltre stati introdotti voucher da 10mila euro per la digitalizzazione; le imprese, infine, potranno emettere delle mini-obbligazioni per finanziarsi direttamente sul mercato aggirando, così, la stretta creditizia.
  • Taglio bollette: E’ previsto un taglio pari a 850 milioni di euro a beneficio, soprattutto, delle imprese. L’Authority dell’energia dovrà provvedere alla revisione dei criteri per la definizione delle tariffe. La norma intende prolungare di sette anni il periodo di godimento degli incentivi da parte dei produttori di energia rinnovabile.
  • Porto di Trieste: Sarà compito di un commissario straordinario, individuato nella figura del presidente del Friuli Venezia Giulia, attuare misure straordinarie per l’area di crisi industriale del porto di Trieste.
  • Fondo libri: Sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro per il periodo 2014-2016 per acquistare libri: le scuole superiori potranno distribuire agli studenti dei voucher per l’acquisto di libri di lettura, e quindi non scolastici, che implicheranno uno sconto del 19% da parte delle librerie che aderiscono alla proposta; queste, a loro volta, potranno recuperare lo sconto all’atto della dichiarazione d’imposta.

Vera MORETTI

Le bollette? Gli italiani non le capiscono

Quando si ritira la posta dalla propria casella, raramente lo si fa con piacere: le notizie che il postino ci recapita quotidianamente, infatti, sono causa di continui grattacapi.
Tra il conto in banca sempre più smilzo, i volantini pubblicitari che ingombrano i sacchi della spazzatura e le bollette di casa, infatti, c’è poco da sorridere.

Facile.it, a proposito di bollette, ha voluto compiere un’indagine, per capire se e quanto gli italiani si soffermano, oltre che sul corrispettivo da pagare, anche sulle singole voci che portano, poi, alla spesa totale.

Ciò che è emerso è che non è la buona volontà, a mancare negli italiani, quanto, piuttosto, la pazienza nel riuscire a tradurre ciò che le bollette riportano.
Il 53,1% degli intervistati ha dichiarato di leggere con attenzione ogni bolletta che arriva a casa e solo il 7,8% la paga e basta ma, nonostante gli sforzi, capire cosa ha portato a spendere la cifra indicata, è sempre più difficile.

Paolo Rohr, Responsabile Business Unit Energia di Facile.it, ha dichiarato: “Gli italiani, sempre più attenti al risparmio, guardano con attenzione le bollette di luce e gas ma il problema è che non tutte le voci di costo che vanno a comporre la cifra da pagare sono chiare. Quindi si arrabbiano, soprattutto perché non riescono a trovare una spiegazione alle loro domande e devono subire rincari senza capirne il perché“.

Non tutto quello che si legge sulla bolletta è infatti chiaro: è questo il problema di cui gli italiani si lamentano. Gran parte del campione si rammarica di non capire quanto viene effettivamente pagato per l’energia consumata (39,4%), mentre il 23,5% dichiara di non sapere cosa sono i servizi di rete e i servizi di vendita.

Ve lo diciamo noi di Infoiva: i primi sono i costi per il trasporto dell’elettricità dalle centrali nelle nostre case e la gestione del contatore, mentre i secondi sono dati dalla somma del prezzo dell’energia, della sua commercializzazione e del dispacciamento (vale a dire il mantenimento in equilibrio costante del sistema elettrico).

Terza cosa non chiara è il peso delle imposte e delle tasse sul totale da pagare, che lascia nel dubbio il 20,4% del campione. È tutto comprensibile solo per l’1,8% degli intervistati.

Nonostante, però, le voci astruse e la difficoltà di interpretazione, non sono le bollette di casa quelle che si pagano con meno voglia. Ai primi posti delle spese più indigeste ci sono ancora le tasse, come Iva, imposte ed accise, segnalate dal 69,4% degli intervistati.

Rohr commenta così questo risultato: “Il dibattito sull’Iva e le tassazioni legate alla fornitura dei servizi di luce e gas è aperto da tempo, perché non solo vi è un gran numero di accise da pagare insieme all’erogazione del servizio, ma sono soggetti ad iva anche imposte ed oneri generali di sistema, con il risultato di una “tassa sulle tasse” davvero difficile da digerire. L’unica soluzione resta confrontare le tariffe degli operatori, per scoprire se esiste il modo di risparmiare cambiando“.

Vera MORETTI

Gas e luce, aumenti record

Su Infoiva parliamo, per vocazione, di imprese e professionisti. Ma quando si tratta di mettere il dito nella piaga dello Stato ladro o degli aumenti del carovita, non ci dimentichiamo certo delle famiglie. Così come non si dimentica di loro la benemerita Ggia di Mestre, la quale, questa volta, ha puntato il dito contro la crescita spropositata della bolletta energetica.

Secondo l’associazione mestrina, infatti, tra il 2001 e il 2011 le bollette energetiche delle famiglie italiane sono aumentate del +48,3%. In termini assoluti, la maggiore spesa sostenuta è stata pari a 455 euro, spacchettati tra: 141 euro per l’energia elettrica, 314 euro per il gas. La variazione percentuale, invece, ha visto aumentare l’elettricità del +34,5% e il gas del +58,8%. Dati folli, se comparati all’aumento dell’inflazione nello stesso arco temporale: 15,7%. Complessivamente, il costo della bolletta energetica di una famiglia media italiana è stato, nel 2011, di 1.397 euro: quasi, dicono dalla Cgia di Mestre, lo stipendio mensile medio di un impiegato.

Con buona pace delle liberalizzazioni. Il settore del gas è stato infatti liberalizzato nel 2003 e da allora al 2011 le tariffe sono cresciute del 33,5%, contro un aumento medio dell’inflazione pari al 17,5%. Più calmo il settore dell’energia elettrica, liberalizzato dal 1° luglio 2007: da questa data alla fine del 2011, a fronte di un aumento del prezzo medio della luce dell’1,8%, l’inflazione è aumenta del +8,4% .

Commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre: “Per fortuna grazie alla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica, gli aumenti sono stati in parte contenuti, anche se non dobbiamo dimenticare che i prezzi dei prodotti energetici sono fortemente condizionati dall’andamento dei costi delle materie prime e dal cambio euro/dollaro”.

Cala l’inflazione a gennaio, ma il carrello della spesa corre

Inflazione in caduta nel mese di gennaio. A confermarlo le stime preliminari dell’Istat: l’inflazione è passata al 3,2% dal 3,3% di dicembre. Anche se il carrello della spesa continua a correre, segnando un +4,2%. A segnare i rialzi più forti sono infatti, benzina, caffè e zucchero.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita’ (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,2% nei confronti di gennaio 2011 (era +3,3% a dicembre 2011), mentre l’inflazione acquisita per il 2012 e’ pari all’1,6%.

Al netto dei soli beni energetici infatti, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo scende al 2,2% dal 2,3%, di dicembre. Il rallentamento della corsa dell’inflazione è dovuto infatti al lieve aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+3,9% rispetto al +3,8% di dicembre 2011), compensato però dal calo di quello dei servizi (+2,3% rispetto al +2,5% del mese precedente).

I rincari colpiscono soprattutto le spese quotidiane: a segnare picchi di aumento record sono la benzina (+4,9%) e il gasolio (+4,7%) – gennaio il mese più salato per i carburanti – ma anche il caffè (+16,5%) e lo zucchero (+15,9%). Le bollette a fine mese si fanno poi sentire, con un’impennata per il gas pari al +15,4% e per la luce del +11,3%.

Segnali positivi, grazie all’eliminazione dell’imposta di bollo sui conti corrente inferiori ai 5 000 euro (-6,5% ) le spese finanziarie e bancarie hanno registrato un calo sostanziale.

Federconsumatori però avverte:  “le famiglie dovranno far fronte a una stangata di 928 euro all’anno”. Le famiglie infatti guardano più alla crescita dei prezzi per i prodotti acquistati nella quotidianità che al, seppur lieve, rallentamento del tasso d’inflazione registrato nel mese di gennaio 2012. A spaventare senza dubbio maggiormente i consumatori i rincari dei prezzi dei carburanti, destinati a una corsa impazzita difficile da arrestare.