Bollette salate? Ecco una soluzione per risparmiare con un semplice apparecchio

Ormai è diventato argomento da bar, da talk show e di dominio pubblico quasi come le pensioni o la pandemia. Parliamo del caro bollette, una cosa che da inizio anno tutti hanno notato, famiglie, imprese, commercianti e aziende. Un rincaro enorme mai visto prima che mette in difficoltà le famiglie già colpite da una grave crisi economica susseguente alla pandemia e che sta producendo non poche difficoltà alle aziende, anche loro vittime in primo luogo di crisi economica, emergenza sanitaria e provvedimenti limitativi del governo.

Ma su La7, durante la trasmissione “L’aria che tira”, condotta da Myrta Merlino, si parla di una soluzione o trucco che permette di ridurre l’impatto di questo aumento esponenziale delle bollette dell’energia elettrica. Un trucco svelato da un fisico, uno cioè che capisce l’argomento, cioè Valerio Rossi Albertini.

Prezzo di energia elettrica e gas sempre più su, e le bollette diventano un salasso

Prima c’era stato l’allarme rincaro delle bollette ,perché di questo si sapeva da tempo. Giustificato dall’aumento della materia prima, il rincaro delle bollette è stato anticipato da tempo agli italiani. Ma una cosa è l’allerta, un’altra la dura realtà. E di realtà che parliamo, perché gli italiani lo hanno scoperto sulla loro pelle, cioè sulle bollette dell’energia elettrica che in questi primi mesi dell’anno sono arrivate agli utenti.

Per esempio, l’energia elettrica rispetto all’anno 2021 è praticamente raddoppiata come costo. Anzi, il suo costo è incrementato del 55%, più del doppio quindi. Non che sul gas sia andata tanto meglio, perché si parla di un incremento di poco inferiore al 42%. Questi incrementi come già detto non hanno fatto sconti a nessuno, non hanno risparmiato nessuno. Le famiglie, con una voce di spesa che evidentemente è salita notevolmente. Ma anche le imprese, qualcuna che ha deciso di chiudere considerando questi aumenti come il colpo di grazia finale ad un periodo storico di grave crisi senza precedenti (forse bisogna risalire al dopoguerra per trovare un periodo tanto buio come questo dal punto di vista economico).

E perfino gli enti pubblici hanno trovato questi rincari, che finiscono con il minare la stabilità dei conti di questi organismi.

Come risparmiare su luce e gas? Ecco una soluzione che pochi conoscono ma che è fattibile

Come dicevamo, ospite di Myrta Merlino su La7, durante il programma “L’aria che tira”, un fisico di professione, tale Valerio Rossi Albertini. Si tratta di un fisico, accademico e divulgatore scientifico italiano che ha dato alcuni suggerimenti per risparmiare sulle bollette.

In primo luogo il fisico ha detto di utilizzare un termo scanner per rendersi conto di una cosa che dovrebbe spronare tutti a fare una semplice cosa, cambiare le lampadine. Come riporta anche il “Fatto Quotidiano”, l’accademico ha detto che con il termo scanner, se lo si avvicina ad una lampadina classica si nota che essa è perfettamente visibile dall’apparecchiatura, perché emana calore. Diverso invece se il termo scanner viene avvicinato ad una lampadina a led. In questo caso, pur se la sua luminosità è la stessa o addirittura superiore alla lampadina canonica, questa non viene rilevata. Significa che consuma meno e pur se consta di più, la sua durata e il risparmio energetico la rendono più economica.

Altri suggerimenti utili

Sempre rimanendo in materia di corrente elettrica, anche le tante apparecchiature presenti in casa o nelle attività, come possono essere Televisori, PC, lavatrici, lavastoviglie, decoder e così via, pur se in stand by, consumano. Il suggerimento di Valerio Rossi Albertini è quello di dotarsi di ciabatte con interruttore. In pratica, meglio spegnere la ciabatta dove sono inserite le prese di questi apparecchi mentre non vengono utilizzate.

Per il gas invece, occorre trasformare la casa o l’immobile in genere, in una classe energetica più bassa. La soluzione dell’esperto è quella della coibentazione. Perché una casa coibentata disperde meno energia e meno calore e quindi porta ad un risparmio termico non indifferente. E con benefici ingenti sia sul consumo di gas che di energia elettrica. Sarebbe forse il momento, come suggerisce l’accademico, di pensare a sfruttare i tanti incentivi che lo Stato mette a disposizione per raggiungere questo obbiettivo per la propria casa o la propria struttura.

Aumenti bollette: partono i ricorsi, su cosa si basano

La stangata sulle bollette dell’energia elettrica e del gas non ha fatto sconti colpendo tutti, famiglie e imprese. Il malcontento è generalizzato quindi, e si passa al contrattacco. Alcune associazioni a tutela dei consumatori ha così messo in piedi una piattaforma di ricorsi.

L’azione promossa da Codacons e altre associazioni

Un autentico maxi ricorso quello che stanno avviando alcune associazioni no profit a tutela dei consumatori capeggiate dal Codacons. Oggetto manco a dirlo, le bollette ed i rincari che sono arrivati in questi mesi a famiglie e imprese.

Aumenti esponenziali, che hanno portato la spesa per le famiglie e le imprese quasi a raddoppiare. Secondo i conti che le stesse associazioni hanno effettuato, ammonterebbe a circa 70 miliardi il totale del surplus di spesa che subiranno gli italiani nel corso del 2022 se si continua con queste nuove bollette.

Il ricorso che stanno avviando le associazioni, come riportato dal quotidiano il Giornale, mira a spronare il governo ad intervenire per detonare questi aumenti. Le associazioni hanno presentato un ricorso al Tar della Lombardia per contestare ciò che dal primo gennaio è accaduto, cioè l’aumento delle bollette di luce e gas.

In altri termini, ciò che contestano le associazioni sono le delibere di Arera, cioè dell’Autorità di regolazione energia reti e ambiente. Sono state proprio queste delibere ad avallare gli aumenti delle bollette per il primo trimestre del nuovo anno.

Criteri illegittimi per il rincaro delle bollette

La lesione dei diritti dei consumatori è evidente leggendo le motivazioni che il Codacons ha presentato a giustifica del ricorso collettivo che ha avviato con le altre associazioni dei consumatori. Infatti i criteri con cui sono stati avviati gli aumenti, basati su stime relative a piccole parti di anno (un trimestre), sono profondamente illegittimi. Al Tar della Lombardia  è stata sollevata anche una contestazione costituzionale, oltre a violazioni di trasparenza.

Sono le motivazioni che hanno spinto ai rincari ad essere sotto osservazione. Carenze sulle giustificazioni quindi, anche perché non vengono spiegate le cause che hanno portato all’aumento del costo di approvvigionamento.

Le bollette riguardano un bene essenziale. Secondo le associazioni non si considera il fatto che parliamo di un bene essenziale quando parliamo di energia elettrica o di gas. Ed è una cosa che non è stata considerata quando sono stati introdotti gli aumenti.

Bollette: due case unico contatore? ecco quando si può

Mai come adesso, il risparmiare sulle bollette delle utenze domestiche è diventata una priorità per migliaia di migliaia di famiglie. Colpa degli esponenziali aumenti del costo dell’energia elettrica e del gas. Spese che le famiglie sostengono mensilmente in base ai loro consumi.

La corsa alle soluzioni di risparmio, senza considerare naturalmente il tenere spenta la luce o il tenere spenti i riscaldamenti in questo inverno, interessano tutti. Soprattutto chi i rincari li subisce su più utenze, come magari capita a chi ha due contatori intestati, magari uno in casa ed uno nel box auto o in garage.

Va detto che i benefici dell’uso residenziale sono evidenti per chi come dicevamo ha due contatori. Le tariffe sono più alte per il secondo contatore e sulle bollette si sente la differenza. Ma in alcuni casi avere il secondo contatore può essere superfluo. Si può pagare di meno e risparmiare, tutto senza particolari trucchi, stratagemmi e sotterfugi.

Anche la pertinenza della prima casa con lo stesso contatore e stessa bolletta

Avere due case piccole, confinanti e con due utenze di energia elettrica porta ad un esborso maggiore come bollette. A prescindere dai consumi o dai metodi di risparmio che ogni singolo utente può adottare, la tariffa per il contatore sito nella casa che non è quella di residenza, sono più alte. E poi ci sono gli oneri fissi, le tasse e le spese accessorie che si pagano per ogni contatore.

Ma due unità immobiliari non devono avere per forza di cose due contatori. L’attacco della luce  può essere tutto in un contatore. Ove possibile naturalmente. Magari per la propria casa e il proprio sottotetto. Oppure per la propria casa ed il box auto o garage.

In altri termini, tutti gli immobili che possono essere catalogati come pertinenza della prima casa, possono godere di un unico contatore. Purché fisicamente vicini tra loro, dal momento che se trattasi di immobili separati, è praticamente impossibile avere un unico contatore. Questo sia per questioni fisiche dell’immobile che per legge. Non esistono allacci unici per immobili indipendenti.

Cosa fare per avere un contatore unico ed eliminare le due bollette tra casa e pertinenza

Il contatore unico è una soluzione di risparmio evidente. Lo è a tal punto che non mancano casi in cui una famiglia unifica due immobili facendoli diventare uno unico. Senza dover cimentarsi in particolari, complesse e pure costose operazioni catastali e di muratura, per far diventare una unità immobiliare unica  ciò che oggi è divisa in due, come abbiamo detto prima, per le pertinenze tutto può essere fatto in maniera automatica. Infatti il contatore unico è ammesso per:

  • Immobili collegati tra loro da vincolo di pertinenza;
  • Garage, autorimesse, tavernette, box auto e cantine.

Nel dettaglio, pure se le unità immobiliari prima citate sono di due o più persone. Il fattore determinante è che essi siano parte di un medesimo condominio.

Bollette energia elettrica, come incidono smartphone, PC, decoder e altri dispositivi

Cose che prima passavano inosservate sulle bollette, adesso si sentono eccome. Parliamo dei consumi di energia elettrica alla luce degli aumenti delle bollette dell’energia elettrica.
L’esponenziale incremento delle bollette costringe le famiglie come le imprese, ad andare a verificare da dive partono maggiormente i consumi.
E come detto inizialmente, anche il decoder con il led acceso nonostante non si guarda la TV, piuttosto che lo smartphone in ricarica, il PC collegato o il tablet, finiscono con il provocare dubbi sui consumi che provocano.

Bollette della luce, aumenti ingenti

Caro energia contributi e aiuti per imprese, quando arrivano
In 12 mesi, dal primo trimestre 2021 al primo trimestre 2022, il prezzo dell’energia elettrica sale del 200%. Questo dato emerge dai numeri che Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha pubblicato stabilendo i nuovi prezzi della materia energia.
Sale il prezzo dell’energia elettrica e salgono quindi le spese per chi la utilizza. Ma quale è l’impatto dei tanti dispositivi elettronici che ormai sono largamente diffuso in ogni casa?
Ornai il rincaro dei prezzi dell’energia elettrica è in atto da diversi mesi. Ma quelli di gennaio saranno i più pesanti a cui gli italiani dovranno sopportare. E nelle prossime bollette tutti se ne accorgeranno.

La differenza tra mercato tutelato e mercato libero

Aumenti per tutti e salasso in arrivo. Soprattutto per chi è ancora cliente di Enel servizio elettrico nazionale. E sono oltre il 40% dei clienti come proprio Arera ha confermato nei dati 2020.
Questo perché sul mercato libero stime generalizzate sui rincari non possono essere fatte visto che parliamo di contratti assoggettati a variabili contrattuali pressoché infinite.

Cosa accade sulle bollette a gennaio

Quindi, l’unico spaccato di cui si può ragionare è quello del mercato tutelato.
Aumenti esponenziali superiori di molto anche rispetto ai sostenuti aumenti di fine anno 2021. Che pure erano già abbastanza pesanti.
Va ricordato che il costo dell’energia per così dire, all’ingrosso, è aumentato per tutti i mesi del 2021 e l’autorità per l’energia elettrica non può che ragionare nella stessa direzione. A discapito dei clienti finali.
In pratica la materia prima è salita del 450%. E il blocco degli oneri di sistema voluto in via straordinaria dal governo in questa fase di grave crisi, non basterà a sedare l’effetto dei rincari.
Calcoli alla mano sarà del 200% l’aumento delle bollette che di abbatterà sui consumatori. Senza lo stop agli oneri di sistema il rincaro sarebbe stato di oltre il 350%.

Le apparecchiature elettroniche e come incidono sulle bollette

Si salvano dai rincari solo i clienti passati al mercato libero ma non tutti. Infatti salvaguardati solo quelli che hanno firmato contratti a prezzo bloccato per 12 o 24 mesi. Per gli altri aumenti inevitabili.
Per questo anche ciò che nessuno considerava o che considerava marginale in termini di consumo d’energia elettrica, oggi può essere un dato da sottolineare.
Parliamo di quei dispositivi sempre collegati alle prese della corrente, ma in stand-by.
Il costo del kWh di corrente è passato da 1,05 euro a 3,15 euro. Parliamo di costo annuo. Un semplice decoder anche in stand-by arriva a costare 18 euro all’anno rispetto ai 6 euro dello scorso anno. Un classico modem invece, consuma 30 euro annui. E poi ci sarebbero le PlayStation, i televisori, le lavatrici, le lavastoviglie e tutti gli altri dispositivi di larga diffusione.

Carta acquisti 2022 dell’INPS: i nuovi limiti di reddito e gli importi erogati

La carta acquisti nasce per aiutare le famiglie più bisognose a far fronte a bisogno impellenti, è stata introdotta per la prima volta nel 2008 (con il decreto legge 112 del 2008) e prorogata nel tempo. Vedremo ora le caratteristiche della carta acquisti 2022.

Limiti di reddito per la Carta Acquisti 2022

Come tutti sappiamo, l’inflazione nel corso del 2021 è aumentata e ci sono previsioni al rialzo per il 2022 e di conseguenza è stato necessario adeguare i limiti reddituali e di ISEE previsti per l’accesso alla carta acquisti. Purtroppo non sono stati aggiornati gli importi che si ricevono. Con la carta acquisti 2022 ci sono piccole modifiche alla platea dei soggetti che possono ottenerla, in primo luogo cambiano i limiti reddituali e ISEE di coloro che vi possono accedere.

Il Ministero dell’Economia dal 3 gennaio ha messo a disposizione i moduli per proporre la nuova domanda per accedere alla Carta Acquisti 2022 .

Come in passato, il bonus è erogato in favore di nuclei familiari in situazione di disagio economico con bambini di età inferiore a 3 anni e anziani di età superiore a 65 anni di età.

Per poter ottenere la carta acquisti 2022 è necessario avere un reddito ISEE pari o inferiore a 7.120,39 euro, nel 2021 il requisito economico era 7.001,37 euro. Questo requisito vale per i nuclei con almeno un minore di anni 3 e per gli anziani over 65 che però non abbiano compiuto 70 anni di età, per chi ha superato tale limite, il reddito per poter accedere alla carta acquisti aumenta a 9.493,86 euro.

Come funziona la Carta Acquisti 2022

La Carta Acquisti funziona come una qualunque carta di debito e può essere utilizzata negli esercizi convenzionati e aderenti al circuito Mastercard. I negozi convenzionati sono contraddistinti dal simbolo CA. L’importo mensile della carta acquisti 2022 resta di 40 euro e solitamente vengono accreditati bimestralmente, cioè ogni due mesi. La carta acquisti può essere utilizzata per generi alimentari, in farmacia e parafarmacia, per il pagamento delle bollette di luce e gas. Inoltre i negozi convenzionati in molti casi prevedono sconti per i titolari. Ricorda che per controllare il saldo della carta acquisti è possibile chiamare il numero verde 800 666 888 da telefono fisso e 199 100 888 da telefono mobile.

Il nuovo modulo per inoltrate la domanda per la carta acquisti può essere trovato presso gli uffici postali, sul sito dell’INPS, Ministero del Lavoro, Poste Italiane e MEF. La domanda può essere presentata avvalendosi della consulenza di CAF, patronati o direttamente sul sito INPS, ed è proprio l’INPS a erogare gli importi.

Ulteriori requisiti

Per poter richiedere la Carta Acquisti sono inoltre necessari ulteriori requisiti. In particolare:

  • essere cittadini italiani;
  • essere cittadini comunitari;
  •  extracomunitari, in questo terzo caso per poter accedere occorre avere familiari che siano cittadini italiani o comunitari, oppure un permesso di soggiorno, il riconoscimento di rifugiati politici o posizione sussidiaria;
  • essere regolarmente iscritti all’anagrafe della popolazione residente.

Inoltre non :

  • non si deve essere intestatari di più di un’utenza elettrica o di gas oppure di un’utenza “non domestica”;
  • non si deve essere proprietari di più di due veicoli ( da soli o insieme al coniuge);
  • proprietari di una quota superiore al 25% di un immobile ad uso abitativo;
  • intestatari di una quota maggiore del 10% di un immobile ad uso non abitativo;
  • proprietari di un immobile in categoria C7 (tettoie chiuse o aperte);
  • per poter accedere al beneficio, inoltre è necessario non essere titolari di un patrimonio mobiliare di valore superiore a 15.000 euro, risultante dalla dichiarazione ISEE.

 

Mutui: con la super inflazione, meglio il tasso fisso o variabile nel 2022?

Con la super inflazione, quali saranno gli effetti sui mutui, sui tassi di interesse e sulle rate? Scoprirlo, significa scegliere se convenga stipulare un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile. Ma gli effetti si fanno sentire anche per coloro che hanno già stipulato un mutuo, sia a tasso fisso che variabile. Anche se non sempre si tratta di effetti negativi.

Mutui: l’inflazione nel 2022 farà sentire i suoi effetti come per il caro bollette?

L’analisi della situazione dei mutui parte dall’impennata dell’inflazione degli ultimi mesi del 2021. E la platea di chi sceglie un mutuo ogni anno è ampia: circa 200 mila tra quelli di nuova sottoscrizione e le surroghe. A ciò si aggiunge che le bollette energetiche in effetti stanno risentendo dell’impennata dei prezzi. E dunque le famiglie, oltre al caro consumi, si potrebbero trovare nel nuovo anno a dover fare i conti con rate dei mutui più salate. Diventa essenziale, allora, verificare cosa succede a chi sta già pagando un mutuo e a chi ha intenzione di stipularne uno nuovo nei prossimi mesi.

Cosa avviene a chi sta già pagando un mutuo a tasso fisso nel 2022?

A risentirne direttamente dell’aumento dell’inflazione è chi ha già stipulato e sta pagando un mutuo a tasso fisso. Ma, in questo caso, la notizia potrebbe risultare positiva. In primo luogo perché la rata non cambia importo a causa dell’inflazione. Ma soprattutto, in termini reali, il tasso di interesse che viene pagato risulta più basso. Il confronto lo si può fare mediante la sottrazione del tasso nominale debitore e il tasso di inflazione. Per le famiglie che abbiano stipulato un mutuo a tasso fisso in passato dunque vale la regola secondo la quale, con l’aumentare dell’inflazione, si riduce la quota del capitale da restituire in termini reali.

Mutui a tasso fisso già stipulati: con l’inflazione è più difficile la surroga

L’unico effetto negativo per chi ha già un mutuo in corso a tasso fisso è quello delle poche possibilità di cambiare il finanziamento con uno più vantaggioso. Infatti, i tassi di interesse sulla surroga attualmente si attestano a non meno dell’1,5% a fronte di un tasso fisso medio dell’1,1-1,2%. Dunque, se si cerca di cambiare il proprio mutuo, difficilmente si riuscirebbe a ottenere un tasso di interesse più basso.

Mutui, cosa avviene per chi ne sta già pagando uno a tasso variabile?

Come per quelli a tasso fisso, anche i mutui a tasso variabile risentono dell’aumento dell’inflazione. Ma la correlazione avviene in maniera indiretta attraverso gli indici Euribor. Questi ultimi sono i parametri che vengono utilizzati dalle banche per stabilire i tassi di interessi variabili sui mutui e le rispettive rate. Ad oggi gli indici Euribor, nonostante l’impennata dell’inflazione, sono rimasti stabili intono al valore di -0,5%. Circostanza confermata dal fatto che, nel corso del 2021, chi aveva già stipulato un mutuo a tasso variabile, non ha subito incrementi dei tassi di interesse e, di conseguenza, delle rate. Ma è molto probabile che ciò avverrà nel corso dei prossimi anni, dal momento che gli indici Euribor sono dati in risalita dall’attuale -0,5% a +0,4% entro il 2027.

Quanto si pagherà in più di mutuo nei prossimi anni con il tasso variabile?

Gli aumenti degli indici Euribor dovrebbero determinare, di conseguenza, incrementi dei tassi di interessi dei mutui variabili e delle rispettive rate. Si calcola che, nei prossimi cinque anni, l’aumento potrebbe essere di 35-40 euro mensili per chi ha un mutuo residuo da pagare di 100 mila euro. I calcoli sono stati stimati con un aumento di 90 punti base degli indici Eurobor.

Mutui, cosa cambia nel 2022 per chi voglia stipularne uno?

La situazione di partenza dei mutui nel 2027 per chi abbia intenzione di sottoscriverne uno, vede quelli a tasso fisso che provengono da un 2021 all’insegna della risalita. Infatti, a inizio anno si potevano trovare mutui con un tasso fisso anche dello 0,5%. A fine anno, la media del tasso fisso è dell’1,2%. I mutui a tasso variabile hanno invece un indice Euribor del -0,5%.

Mutui, nel 2022 è meglio sceglierne uno a tasso fisso o a tasso variabile?

Per il 2022 sarà molto difficile trovare un mutuo a tasso fisso al di sotto dell’1%. Mediamente, le offerte delle banche si attestano attorno all’1,1%. Si tratta, in ogni modo, di tassi di interesse che possono considerarsi ancora bassi, anche se di gran lunga superiori a quelli di appena un anno fa. Sul fronte dei tassi variabili, la constatazione di aver scelto bene rispetto a un tasso fisso la si potrà avere solo tra cinque anni. Infatti, solo a partire dal 2027 si potrà verificare di quanto siano cresciuti effettivamente gli indici Euribor e dunque calcolare la convenienza rispetto a un tasso fisso. Ma, anche in questo caso, gli effetti dell’inflazione non dovrebbero farsi sentire eccessivamente.

Pagare bollette e versamenti con Cbill del circuito PagoPa: che cos’è e come si fa

Cbill è un sistema bancario innovativo che permette di pagare bollette e di effettuare versamenti alla Pubblica amministrazione utilizzando il servizio PagoPa. Si tratta pertanto di un canale di pagamento che mette d’accordo banche, imprese e Amministrazioni pubbliche. Il canale Cbill consente di semplificare i pagamenti perché si può utilizzare il servizio direttamente dall’area personale dell’Internet Banking.

Cosa si può pagare con Cbill?

Utilizzando il servizio innovativo Cbill si possono pagare le fatture, le bollette e le tasse. Il sistema consente i pagamenti in modo sicuro, semplice e veloce. Dall’area personale del proprio Internet Banking si possono pagare i bollettini di numerose Pubbliche amministrazioni, ma anche quelli delle imprese private. Il servizio consente inoltre di tenere tutto sotto mano, con la possibilità di poter avere in pochi istanti la ricevuta dell’avvenuto pagamento.

Il servizio di pagamento Cbill si trova nella propria area personale dell’Internet Banking?

Per poter verificare di avere accesso al servizio di pagamento Cbill è necessario scoprirlo nella propria area personale dell’Internet Banking. Per scoprire se la propria banca è attiva riguardo al servizio Cbill si può fare una ricerca nella Rete per nome della banca e codice Abi. In alternativa, sulla Rete si può scaricare l’elenco completo di tutte le banche che offrono il servizio Cbill e che aderiscono al servizio PagoPa. Con la ricerca della propria banca, è possibile verificare attraverso quali canali l’istituto offre questo servizio. Ad esempio, tramite Internet Banking, sportello o Atm.

Chi si può pagare con il servizio Cbill?

Per poter verificare che una Pubblica amministrazione o una impresa privata sia abilitata al pagamento attraverso il servizio Cbill, si può fare una ricerca in Rete. In questo caso è necessario inserire:

  • il nome;
  • oppure il codice Sia. Si tratta dei cinque caratteri alfanumerici (ad eccezione della lettera O di Otranto), che viene richiesto da una banca per conto di una società interessata. Una volta assegnato, il codice rimane associato alla società che può utilizzarlo a livello interbancario per propri flussi finanziari;
  • o, in alternativa, il codice fiscale del fatturatore.

Per semplificare la ricerca si può selezionare “PagoPa” o “Privati” a seconda che si tratti, rispettivamente, di una Pubblica amministrazione o una società privata.

Come utilizzare il servizio Cbill on line?

Per effettuare dei pagamenti on line è necessario verificare l’esistenza del logo Cbill oppure di quello del PagoPa sul bollettino. Con questi loghi si possono pagare gli avvisi emessi da molte Pubbliche amministrazioni che aderiscono al sistema PagoPa e di migliaia di imprese private aderenti a Cbill. Per utilizzare il servizio, è necessario accedere alla propria banca on line o all’app mobile. Se sul bollettino c’è il logo del servizio è dunque possibile procedere con il pagamento. Per molte applicazioni bancarie si può utilizzare il servizio selezionando “Pagamenti” o “Ricariche F24”. Una volta selezionato il pagamento, è necessario inserire il codice univoco e l’importo da pagare per poi confermare.

Servizio di pagamento Cbill, si paga?

Varie banche applicano delle commissioni sui pagamenti effettuati con il sistema Cbill. Per farsi un’idea, ecco quali sono le tipologie di costi che possono presentarsi e quali potrebbero essere gli importi approssimativi:

  • utilizzare Cbill via internet o attraverso l’applicazione mobile Internet Banking può costare interno ai 2,5 euro;
  • se ci si rivolge alla filiale si può procedere con l’addebito in conto corrente. In questo caso si pagano in media 3 euro;
  • il pagamento in cassa presso le filiali costa circa 5 euro;
  • il pagamento presso gli sportelli Atm abilitati al servizio costano in media 2 euro.

Come si possono fare i pagamenti alla Pubblica amministrazione con PagoPa?

Il servizio consente ai soggetti che accedano al servizio di pagamento Cbill di pagare direttamente dalla propria banca gli avvisi di pagamento emessi delle Pubbliche amministrazione con il sistema PagoPa. Cbill rappresenta proprio uno dei canali abilitati sul circuito PagoPa. In caso di avviso di pagamento da una Pubblica amministrazione, è necessario verificare che sull’avviso stesso sia presente il logo PagoPa. In questo caso, e se la propria banca è già attiva sul circuito, si può proseguire con il pagamento on line. Con Cbill si può pagare anche il bollo auto, entrando nella sezione apposita della propria area personale dell’Internet Banking e inserendo la propria targa.

Cbill, come possono utilizzare il servizio le aziende private?

Il servizio di pagamento Cbill può essere utilizzato anche dalle aziende private. Si possono far pagare i bollettini on line ai propri clienti attraverso il canale Cbill che permette di semplificare i versamenti e abbreviare i passaggi per l’operazione. Infatti, anche nel business privato, Cbill permette di utilizzare un’infrastruttura on line condivisa dalle banche. In questo modo, i clienti possono pagare le bollette attraverso le modalità a disposizione di Cbill, qualunque sia la banca di appartenenza.

Stop alle bollette da 28 giorni per telefonia e abbonamenti Tv

Era già arrivata l’approvazione da parte della commissione Bilancio, ed ora è arrivato anche nel testo del decreto fiscale l’emendamento che vieta le bollette ogni 28 giorni anziché di un mese intero, spesso applicate da operatori telefonici e abbonamenti alle Pay Tv.
Ciò faceva in modo che gli utenti si trovassero a pagare 13 bollette all’anno e non 12.
Le bollette, dunque, dovranno avere cadenza mensile, o multipla mensile, mentre non potranno mai scendere sotto il mese.
Le uniche eccezioni riguardano le promozioni di durata inferiore al mese ma non rinnovabili.

Importante è capire che si tratta di una misura relativa alla telefonia e agli abbonamenti tv, mentre restano al di fuori di questo provvedimento le utenze dell’energia semplicemente perché sono già regolamentati da apposita delibera dell’Authority.

Ora, gli operatori avranno 120 giorni di tempo per adeguarsi, e la data parte dall’entrata in vigore della legge di conversione. In caso di non rispetto dei termini, i clienti dovranno essere indennizzati di 50 euro, più un euro per ogni giorno di fatturazione in più.
Le sanzioni sono state fissate da un minimo di 240 mila a un massimo di 5 milioni di euro.

Vera MORETTI

Spese della casa sempre più pesanti

Da un’analisi condotta da Confcommercio sui consumi degli italiani negli ultimi vent’anni, è emerso che, in Italia, il 42% delle spese che pesano sulle famiglie riguardano la casa e tutto ciò che la riguarda, a cominciare da bollette e utenze, fino alle tanto criticate tasse sugli immobili.

L’aumento è sostanziale, se si considera che nel 1995 si trattava di una spesa pro capite di 1.900 euro, aumentata fino a 4.012 euro del 2015. Tradotto in percentuale, si parla di un aumento del 110%.

Considerando, inoltre, la crisi, che è da otto anni che incide sulla quotidianità degli italiani, la situazione non è proprio ottimale, con una pressione fiscale in continuo aumento e i redditi familiari ahimè sempre più bassi.

A questo proposito, lo studio conferma un calo del reddito del 10,6% negli anni della crisi, quindi 2007-20014, e di un -14,1% per il reddito pro capite.
Tra le conseguenze più evidenti, un taglio netto sulle altre spese, alimentazione in testa, settore che infatti ha registrato una flessione del 3%.

I responsabili di questa crescita esponenziale dei consumi legati all’abitazione sono essenzialmente due: lo smaltimento dei rifiuti e l’acqua, aumentati entrambi almeno del 130%.

Vera MORETTI

Bollette in aumento anche nel quarto trimestre

Le bollette continuano ad aumentare.
L’ha confermato l’Indice Costo Elettricità Terziario (ICET) di Confcommercio, a seguito dell’ultimo aggiornamento delle condizioni economiche di maggior tutela deliberato dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico (AEEGSI), che rileva per il quarto trimestre 2014 un aumento del 3,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% su base annuale.

Ciò significa che l’Indice, che misura l’andamento della spesa per la fornitura di energia elettrica sostenuta in regime di maggior tutela dai profili tipo di imprese del settore dei servizi, se

Tra le cause di questo aumento, c’è anche il rialzo del 6,7% registrato nel terzo trimestre 2014 rispetto al precedente, dei prezzi all’ingrosso della materia prima energia misurati dall’Indice Prezzo Unico Nazionale del Terziario (PUN Terziario).

Ma non è tutto, poiché la crisi russa sta avendo un forte impatto sulle centrali termoelettriche alimentate a gas e ciò potrebbe portare ad ulteriori rincari in vista dell’inverno.

Ad impensierire maggiormente, però, è il continuo rialzo degli oneri di sistema, che sono saliti del 2,7% rispetto al trimestre precedente, portando così un aumento su base annuale dell’11,9%.

Tale ulteriore aumento porta l’incidenza del peso della fiscalità sul costo complessivo sostenuto al 53,6% di cui il 30,6% da imputare agli oneri di sistema.

Vera MORETTI