Bollo auto in leasing: chi lo paga?

È da poco entrata in vigore una novità relativa al bollo auto per i veicoli in leasing. In sostanza, secondo la nuova norma contenuta nel decreto enti locali prevede che il soggetto tenuto al pagamento della tassa automobilistica (o bollo auto) debba essere l’utilizzatore a titolo di leasing del veicolo.

La norma sul bollo auto è contenuta appunto nel decreto enti locali, che racchiude diverse realtà, dalla sanità al codice della strada. Questa norma, di fatto, è una proposta interpretativa inserita sotto forma di emendamento durante la discussione parlamentare sulla conversione del decreto, che spiega come la tassa sia dovuta principalmente dall’utilizzatore, con eccezione del pagamento cumulativo della società coinvolta nel leasing.

Assilea, l’associazione italiana leasing, ha detto la sua sul pagamento del bollo auto, sottolineando che, sull’argomento, ritiene vi siano due opzioni: o il bollo auto deve essere pagato direttamente dall’utilizzatore a titolo di leasing, oppure deve essere saldato dalla società di leasing stessa, in nome e per conto dell’utilizzatore finale.

Oltre alle novità di cui sopra, il decreto definisce anche la competenza e il gettito fiscale derivanti dal pagamento del bollo auto: essi rimangono in capo al domicilio e alla residenza fiscale dell’utilizzatore dell’auto.

Proposte per promuovere le auto green

Sono state proposte, dalla Commissione Finanze alla Camera, nuove proposte per incentivare le auto ecologiche, da una parte per promuovere e favorire l’espansione del settore, e dall’altra accelerare la ripresa economica.

Daniele Capezzone, presidente della Commissione, ha proposto:

deducibilità auto aziendali innalzato al 40% per le flotte green;
esenzione bollo auto per 3 anni sue vetture di nuova immatricolazione (indipendentemente dalla tipologia di veicolo) e bonus di altri 2 anni per le auto ecologiche (GPL, metano, ibride ed elettriche).

Quando l’esenzione dal bollo sarà esaurita, è previsto un meccanismo progressivo che permetta di legare la tassa al livello di emissioni, ovvero più si inquina più si paga.
Per la copertura finanziaria si attingerà alla maggiore IVA versata in relazione al crescente numero di immatricolazioni che si prevede di registrare.

Ha spiegato Capezzone: “Si tratta di un successo della Commissione Finanze a favore dei cittadini e di un nuovo rapporto tra Fisco e contribuenti, misure pro-consumatori, che possono dare ossigeno al settore auto“.

Le associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente le associazioni di categoria, come ad esempio Federauto, che è anche tra le promotrici dell’iniziativa.
Il presidente dell’associazione, Filippo Pavan Bernacchi, ha inoltre aggiunto: “Se il provvedimento passasse in Aula, finalmente lo Stato dimostrerebbe attenzione verso un settore che fattura il 12% del PIL e occupa 1.200.000 persone. Perché prima ancora di “incentivi”, il nostro settore ha bisogno di disinnescare i “disincentivi” varati dagli ultimi Governi. È proprio la diminuzione della pressione fiscale su chi acquista e utilizza un autoveicolo il primo e fondamentale passo per dare ossigeno a un comparto italiano stremato da anni di crisi“.

Vera MORETTI

Il 31 gennaio scade il superbollo

La scadenza per il pagamento del superbollo è alle porte: chi è chiamato a versare il pagamento?

I soggetti possessori, a vario titolo, di autovetture ed autoveicoli per trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185K, il cui bollo risulta scaduto a dicembre 2012, sono chiamati a mettersi in regola entro il 31 gennaio.

Ma cos’è, in pratica, il superbollo?
Si tratta di un’addizionale erariale alla tassa automobilistica, ovvero di un ulteriore importo da versare oltre all’ordinario bollo auto, con la differenza che, mentre quest’ultimo è una tassa regionale, il superbollo è destinato alle casse dello Stato.

L’addizionale erariale della tassa automobilistica era stata introdotta già dal 2011 ed era relativa ad autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore ai 225 kW e nella misura di € 10 per ogni kW di potenza superiore a tale soglia.
La Manovra Monti ha, però, inasprito dal 2012 il superbollo, portandolo a € 20 per ogni kW superiore alla soglia di 185 kW, coinvolgendo quindi una più ampia platea di contribuenti.

Il superbollo va versato da tutti i contribuenti possessori di veicoli con potenza superiore ai 185 kW.
Per possessori si intendono:

  • i proprietari;
  • gli usufruttuari;
  • gli acquirenti con patto di riservato dominio;
  • gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria, così come risultano essere iscritti al PRA (Pubblico registro automobilistico).

In particolare, il versamento del superbollo dovrà essere eseguito contestualmente al pagamento del bollo ordinario. Ciò significa che i soggetti possessori, a vario titolo, di autovetture ed autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185Kw e con bollo scaduto a dicembre 2012, devono versare entro il prossimo 31 gennaio, contestualmente al bollo, anche l’addizionale erariale alla tassa automobilistica.

Per pagarlo, dovrà essere utilizzato il modello F24 elementi identificativi, senza possibilità di compensazione.

Il modello F24 dovrà essere compilato indicando:

  • nella sezione “CONTRIBUENTE” i dati anagrafici e il codice fiscale del soggetto versante;
  • nella sezione “ERARIO ED ALTRO”:la lettera A, nel campo “TIPO”; la targa del veicolo nel campo “ELEMENTI IDENTIFICATIVI”; il codice tributo “3364” nel campo “CODICE”;
  • l’anno di decorrenza della tassa automobilistica nel campo “ANNO DI RIFERIMENTO” (per i soggetti con bollo scaduto a dicembre 2012, nel campo “anno di riferimento” andrà inserito l’anno 2013).

Una volta compilato, il modello va presentato, in modalità esclusivamente telematica, da parte dei titolari di partita IVA, e con modalità cartacea o telematica da parte dei NON titolari di partita Iva.

A seconda dell’anno di immatricolazione della vettura, sono previste alcune riduzioni:

  • dopo 5 anni: il superbollo si riduce a 12 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 10 anni: il superbollo si riduce a 6 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 15 anni: il superbollo si riduce a 3 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 20 anni: il superbollo non è più dovuto.

Vera MORETTI

Abbattere fino al 40% i prezzi delle polizze Rc auto

Un progetto di legge per abbattere fino al 40% i prezzi delle polizze Rc auto contribuendo allo stesso tempo alla sicurezza stradale. E’ la proposta dell’ACI (Automobile Club d’Italia) articolata in quattro articoli e quattro raccomandazioni per il Governo, con l’obbiettivo di inserirsi nel decreto sulle liberalizzazioni appena approvato. Lo schema di legge, che verrà presentato al Presidente del Consiglio, è stato presentato qualche giorno fa dal direttore generale di Sara Assicurazioni, Alessandro Santoliquido.

Una proposta che nasce dal libro inchiesta “Il libro nero dell’Rc Auto” di Vincenzo Borgomeo, che illustra quali sono i comportamenti non proprio corretti da parte degli automobilisti che finiscono per far lievitare i premi assicurativi: comportamenti che bisognerebbe combattere per il bene della sicurezza stradale e dei portafogli. Per ridurre l’Rc auto sarebbe infatti sufficiente intervenire sulle frodi e sul contenimento dei costi. Nel nostro Paese, ad esempio, circolano 3,5 milioni di auto non assicurate, e il 23% dei danni lamentati in caso di incidenti sono danni fisici – contro il 10% di Francia, Belgio e Germania, e l’11% del Regno Unito. In particolare, il danno fisico più deunciato dagli italiani è il “colpo di frusta”, che spesso è un semplice dolore al collo, ma che costa alle assicurazioni due miliardi di euro l’anno, il 15% dei risarcimenti totali. In più, stando all’inchiesta di Borgomeo, per chiedere un risarcimento alle assicurazioni gli italiani hanno a disposizione due anni, e non hanno nessun obbligo di sottoporre a perizia la propria vettura incidentata per accertare la reale entità dei danni.

Tra le proposte dello schema di legge dell’ACI è previsto un termine di decadenza del risarcimento di 90 giorni, la risarcibilità in natura del danno (quindi non in denaro ma in termini di riparazione dello stesso), la risarcibilità solo di danni oggettivi e dimostrati, con perizia obbligatoria sui danni materiali in cinque giorni e non più in due. Inoltre, si prevede l’ approvazione di una tabella nazionale risarcimenti dal 9% al 100% di invalidità, l’ introduzione di una tabella unica nazionale sul danno morale da morte, allineata a valori europei, il collegamento delle immatricolazioni e dei passaggi di proprietà alla presenza di un’ assicurazione e la revisione della tassazione sulle polizze Rc Auto.

Fonte: ansa.it

C’è tempo fino a fine mese per pagare il bollo auto

di Vera MORETTI

Tra le scadenze di fine mese, c’è anche quella per il bollo auto, per gli automobilisti con il bollo in scadenza a dicembre 2011 o che hanno immatricolato l’auto fra il 22 dicembre scorso e il 21 gennaio.

Gli automobilisti chiamati a versare il bollo sono quelli in possesso di auto con potenza superiore a 35kw e di motocicli e, mentre per tutta Italia la scadenza è a fine gennaio, per Piemonte e Lombardia c’è una proroga fino al 29 febbraio.

La novità di quest’anno è che i possessori di vetture che abbiano potenza superiore ai 185 kw dovranno pagare un’addizionale erariale di 20 euro per ogni chilowatt eccedente il limite indicato, come previsto dal decreto “salva-Italia“. Il “superbollo”, però, è modulato in funzione dell’anzianità del mezzo. È, dunque, ridotto al 60% dopo 5 anni, al 30% dopo 10 e al 15% dopo 15. Passati vent’anni dalla data di costruzione, nulla è dovuto.

La tassa può essere pagata presso gli uffici postali, i tabaccai, le banche, gli uffici dell’Aci, le agenzie di pratiche auto, oppure on line.

Per sapere correttamente quanto pagare, è possibile collegarsi al sito delle Entrate dove è disponibile un’applicazione che permette di calcolare la tassa dovuta utilizzando due modalità: o in base ai dati tecnici inseriti o attraverso la targa. In caso di ritardo nel pagamento, il sistema calcola già eventuali sanzioni e interessi.

La penale prevista per chi non salda il pagamento nei termini indicati va dal 3% al 30%, più gli interessi di mora.
Se il pagamento avviene entro 30 giorni dalla scadenza, deve essere versata la sanzione ridotta al 3%. Oltre il trentesimo giorno, ma entro un anno dal termine, si passa al 3,75%. Superato l’anno di ritardo, il ravvedimento non è più possibile e deve essere corrisposta la sanzione piena del 30%.

Per tutti i casi, la ricevuta va conservata per cinque anni.

Superbollo per le supercar: ecco come versarlo

Ora è finalmente pronto il codice tributo 3364 per il versamento dell’addizionale erariale alla tassa automobilistica che devono pagare i proprietari di autoveicoli di grossa cilindrata. Il codice, istituito con la risoluzione 101/E del 20 ottobre, va riportato nel modello “F24 Versamenti con elementi identificativi”. La risoluzione segnala altri due “numeri”, il 3365 e il 3366, da utilizzare rispettivamente per sanzioni e interessi, qualora il pagamento del superbollo avvenga in ritardo.
 
Il “superbollo”, introdotto dal decreto legge 98/2011 (articolo 23, comma 21), deve essere versato entro il 10 novembre. Interessati all’adempimento sono i possessori, alla data del 6 luglio 2011, di autovetture e autoveicoli “per il trasporto promiscuo di persone e cose”, che devono pagare un importo “pari a euro dieci per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a duecentoventicinque chilowatt…”. “In caso di omesso o insufficiente versamento dell’addizionale si applica la sanzione pari al 30 per cento dell’importo non versato”. A partire dal 2012 l’addizionale dovrà essere corrisposta alle stesse scadenze previste per il bollo auto.
 
Sul modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” è necessario indicare:

– nella sezione “Contribuente”, i dati anagrafici e il codice fiscale di chi versa;
– nella sezione “Erario ed altro”, la lettera “A” nel campo “tipo”, la targa del veicolo nel campo “elementi identificativi”, l’anno di decorrenza della tassa nel campo “anno di riferimento”.

Superbollo: da pagare entro il 10 novembre

E’ entrato in vigore pochi giorni fa il decreto ministeriale sull’addizionale erariale introdotta, per i veicoli di grossa cilindrata, dalla manovra finanziaria dello scorso luglio. Entro il 10 Novembre, a 30 giorni cioè dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, i possessori di un veicolo per il trasporto promiscuo di persone o cose con più di 225 chilowatt di potenza, dovranno pagare l’addizionale per un importo pari a 10 euro per ogni chilowatt eccedente i 225.

La tassa automobilistica dovrà essere corrisposta utilizzando il modello “F24 elementi identificati”, senza possibilità di compensazione con eventuali crediti vantati. Per gli anni successivi, successivi, l’addizionale verrà corrisposta alle stesse scadenze previste per il bollo auto.

L’addizionale alla tassa automobilistica ha destinazione diversa rispetto al bollo ordinario, che è assegnato alle Regioni. Per procedere, dal 2012, al pagamento contestuale del bollo e dell’addizionale, con riversamento diretto di quest’ultima al bilancio dello Stato, il ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con l‘Agenzia delle Entrate, emetterà un decreto per individuare le tempistiche e i criteri di adeguamento ai sistemi utilizzati dai singoli Enti per il pagamento della tassa automobilistica. In caso di ritardo nell’emanazione del provvedimento, il versamento avverrà come per l’anno in corso, con il modello “F24 elementi identificativi”.

Tenuti al pagamento dell’addizionale sono coloro che risultano “proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio, ovvero utilizzatori a titolo di locazione finanziaria” al pubblico registro automobilistico. Per il 2011, si fa riferimento al giorno in cui è entrata in vigore la norma, lo scorso 6 luglio; a partire dal 2012, l’obbligo ricade su chi è proprietario alla scadenza del termine utile per il pagamento della tassa automobilistica.

In caso di prima immatricolazione, differentemente da quanto previsto per il bollo l’addizionale va pagata in misura integrale.

A.C.

E’ il canone Rai la tassa più odiata dagli italiani

Gli italiani e le tasse. A poche ore dall’approvazione della manovra finanziaria da parte della Camera, incentrata su nuove entrate fiscali, prima fra tutte l’aumento dell’Iva al 21%, un sondaggio dell’Ifel, il centro studi dell’Anci, ha stilato la classifica delle tasse più odiate dagli italiani.

Al primo posto troviamo il canone Rai, tassa osteggiata dal 45,5% degli intervistati, seguita dal Bollo Auto che si aggiudicata il 14,2% di insofferenze da parte degli italiani. Al terzo posto si classifica la tanto discussa imposta sul valore aggiunto, l’Iva, con un 9,1%.

Le tasse non sono uguali per tutti, è il caso di dire. Un dato però accomuna tutti i contribuenti italiani: il 70% considera l’evasione fiscale un cancro che divora il nostro Paese, anche se l’80,3% lo ritiene frutto del nostro sistema fiscale squilibrato. Da Nord a Sud l’evasione fiscale è considerata la vera mela marcia del nostro sistema, anche se è nel nord est produttivo e insofferente alla burocrazia, si registrano le percentuali più elevate: il 68,8% contro il 29,3% di Siciliani e Sardi, che vedono le tasse come un’imposizione vessatoria.

Assolta invece l’Ici, l’imposta comunale sugli immobili. Nel 2006, alla vigilia delle elezioni politiche, fu proprio Berlusconi a lanciare la sfida a Prodi con la proposta di abolizione dell‘Ici sulla prima casa. Col senno di poi, i dati raccolti dall’Ifel evidenziano invece che l’insofferenza degli italiani verso l’imposta comunale sugli immobili è solo del 6,5%.

Un altro dato sorprendente riguarda la fiducia che il 26,8% degli intervistati ripone nel Comune, considerato l’ente con la miglior efficienza di spesa dei soldi pubblici, quasi il doppio rispetto alla Regione, che raccogli solo il 14,6% dell’approvazione da parte degli italiani, e al terzo posto l’ Unione Europea , con il 6,7%.

Largo al Federalismo Municipale quindi? I dati non lo confermano così nettamente: il federalismo fiscale si colloca infatti solo al quinto posto con il 14,5% nella classifica delle riforme strutturali necessarie secondo il cittadino italiano. Più urgenti appaiono infatti per gli intervistati la riforma del mercato del lavoro, con il 43,9%, quella del sistema fiscale, con il 42,7% e la ridistribuzione dei costi della politica 35,7%. Peccato però, che la finanziaria appena approvata dal parlamento non abbia nemmeno sfiorato le tre questioni.

A.C.

Automobilisti: oltre un miliardo di evasione

Con il federalismo fiscale i conti possono migliorare ma è certo che qualche riflesso negativo c’è. E’ per questo che il ministero dell’Economia ha ad esempio affidato all’Unrae, l’associazione che rappresenta le case automobilistiche estere operanti in Italia, l’approfondimento delle soluzioni che permettano la migliore applicazione possibile della norma in riferimento in particolare all’Ipt, l’Imposta provinciale di trascrizione delle auto nuove e usate, destinata ad aumentare anche sensibilmente per effetto del passaggio a un nuovo sistema di calcolo che al di sopra di una soglia minima (53 kW) proporziona l’importo alla potenza.

Sirio Tardella, direttore del Centro Studi Unrae, sottolinea il peso dell’evasione su bollo, contributo al Servizio sanitario nazionale compreso nelle polizze assicurative e altre forme di tassazione dell’auto: “Oltre 1,1 miliardi l’anno, più del gettito complessivo dell’Ipt. Stimiamo, per esempio, che su 72mila commercianti di vetture usate registrati in Italia, meno della metà esercitino effettivamente l’attività. E c’è da chiedersi quanti sfuggono alla fatturazione“. In sostanza cercando di limitare questa evasione le casse degli organismo locali e nazionali potrebbero essere più “gonfie”.

Unrae collaborando a stretto contatto con costruttori e operatori del settore si è impegnata a fornire un rapporto con cadenza trimestrale fornendo previsioni sull’andamento del mercato italiano dell’auto per i sei mesi successivi e proiezioni sull’anno seguente. Le prime stime di «Previsioni & Mercato» rivedono al ribasso, a 1,81 milioni di unità, con un calo del 7,7% rispetto al 2010, le immatricolazioni di auto nuove nel 2011. Secondo il rapporto, il secondo semestre dovrebbe chiudersi con 480mila immatricolazioni, in flessione del 3,6% sullo stesso periodo del 2010, e solo nel terzo si registrerà un primo arresto della caduta della domanda, con 386mila immatricolazioni che dovrebbero valere un recupero del 2,1%.

Il presidente  di Anfia (filiera automotive italia) Eugenio Razelli, auspica “che il governo possa convocare le associazioni di settore, in modo da individuare misure di correzione all’attuale decreto al fine di tutelare l’utente finale“.

M. Z.