Pensione anticipata e flat tax: il no di Bonomi e Confindustria

La riforma delle pensioni è una delle più attese perché il 31 dicembre 2022 scade la Quota 102 e molti lavoratori, in procinto di andare in pensione, non avranno uno scivolo per uscire prima dal mondo del lavoro, tornerà infatti in pieno vigore la Legge Fornero. Mentre il prossimo esecutivo è già al lavoro per provare a disegnare la riforma delle pensioni che possa addirittura sostituire del tutto la legge Fornero, c’è una netta presa di posizione di Confindustria attraverso il presidente Bonomi che dice no alla pensione anticipata.

Bonomi: le risorse devono andare tutte alle imprese

La sede delle esternazioni di Bonomi è stata l’assemblea degli industriali di Varese. In questa sede ha esortato a una rapida formazione del governo in modo da non lasciare il Paese bloccato, ha inoltre sottolineato che in questo momento non possiamo permetterci la flat tax e la pensione anticipata. Bonomi ha sottolineato che non è possibile in questo momento fare previsioni di crescita sul futuro vista la situazione russa in costante mutamento. Proprio per questo è necessario far convergere tutte le forze del Paese verso un unico obiettivo e a questo deve collaborare anche l’opposizione.

Per conoscere la riforma delle pensioni allo studio, leggi l’articolo:  Riforma pensioni: assegni più alti, solidarietà intergenerazionale, flessibilità in uscita

A causa della crisi energetica molte aziende sono in difficoltà e potrebbero non farcela a restare sul mercato. Di conseguenza tutte le risorse, tranne quelle necessarie a supporto dei veri poveri, devono essere concentrate sugli aiuti alle aziende. In poche parole Bonomi ritiene che, a parte gli aiuti alle famiglie indigenti, tutte le risorse economiche del Paese devono essere convogliate sulle aziende. Di conseguenza non ci può essere un aumento della spesa pensionistica o una riduzione di tasse per i lavoratori, deve essere data priorità alle aziende.

Pensione anticipata? Sarebbe una follia che non possiamo permetterci

Bonomi sottolinea che non vuole cambiare i programmi elettorali dei partiti, ma in questo momento non sono ammesse follie perché sono in gioco migliaia di posti di lavoro e il futuro di imprese e famiglie.

Alla posizione espressa da Bonomi plaude il Pd, mentre per Fratelli d’Italia c’è un’ingerenza eccessiva, in primo luogo perché la flat tax nella legge di bilancio sarà inserita sui redditi incrementali e sarà estesa alle partite Iva fino a 100 mila euro e in secondo luogo perché ci sono già persone che ritengono di poter chiedere ai partiti di non eseguire il programma elettorale per il quale gli italiani hanno votato.

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Il Pd invece sottolinea che in campagna elettorale c’erano tre diverse ipotesi di flat tax: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia ed è del tutto evidente che si trattava solo di una bandierina, mentre le risorse per fare questa riforma non ci sono.

Appuntamento al 10 giugno per la protesta delle pentole vuote. Di cosa si tratta?

Ci sarà il 10 giugno 2022 la protesta delle pentole vuote, un’insieme di manifestazioni volte a sensibilizzare il Governo sui rincari e sulle conseguenze che questi portano nella quotidianità di milioni di famiglie.

Cos’è la protesta delle pentole vuote?

La protesta delle pentole vuote è organizzata dalle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative, tra cui: Adiconsum, Adoc, Adusbef, Asso-Consum, Assoutenti, Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Centro Tutela Consumatori e Utenti, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino. L’obiettivo è inteloquire con il Governo con proposte concrete per contrastare i rincari.

Le associazioni hanno stimato per le famiglie italiane, già in difficoltà a causa dell’emergenza pandemica, una perdita di circa 929 euro l’anno. Secondo i dati disponibili ad essere penalizzati saranno soprattutto i cittadini del Nord Italia, mentre l’inflazione avrà una portata limitata per le regioni del Sud caratterizzate generalmente da un costo della vita meno elevato. Ad esempio la perdita per una famiglia residente in Trentino Alto Adige è stimata in circa 1.685 euro, nella regione Lazio, invece 1.279 euro. Le associazioni dei consumatori affermano che a fronte di questa, che può essere considerata una vera emergenza, da parte del Governo c’è stato un comportamento eccessivamente timido.

Qual è l’obiettivo delle associazioni dei consumatori con la protesta delle pentole vuote?

L’obiettivo è presentare un’insieme di proposte volte a contenere i prezzi, in particolare quelli energetici e dei prodotti di prima necessità, tra cui gli alimentari. Le associazioni denunciano che l’aumento dei prezzi che ad oggi è superiore al 6% sta cambiando radicalmente le abitudini degli italiani che fanno fatica in molti casi anche a provvedere alla spesa alimentare. Proprio da questo dato prende il nome la protesta chiamata appunto la protesta delle pentole vuote. Emerge la necessità di attuare al più presto misure volte al contenimento dei prezzi e proprio per questo le associazioni chiedono di essere convocate tra le Parti sociali perché impegnate in prima linea al fianco delle famiglie.

Gli organizzatori della protesta delle pentole vuote sottolineano anche che devono essere fermate le speculazioni generate da questa anomala ondata inflazionistica, infatti molti prezzi crescono a dismisura senza una reale incidenza della crisi Ucraina su essi, questo perché c’è sempre chi tenta di aumentare i propri profitti. Lo stesso punto è stato avallato anche dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha sottolineato come l’inflazione crei dei trasferimenti di ricchezza, penalizzando i settori più bassi, più poveri.

Il Presidente del Consiglio rivendica i successi maturati a Bruxelles

Nel frattempo il presidente del Consiglio Mario Draghi afferma che al vertice di Bruxelles l’Italia è stata accontentata sia sulle richieste inerenti l’embargo del petrolio russo, sia sul tetto al prezzo del gas. Da quanto emerge, grazie alle pressioni dell’Italia la Commissione Europea ha ricevuto l’incarico di studiare la fattibilità del price cap ( tetto al prezzo) del gas. Questo vuol dire che in effetti questa ipotesi è allo studio, ma di fatto oggi ancora non ci sono certezze sul fatto che si vada in questa direzione.

Il presidente Draghi ha anche ottenuto lo spostamento dell’obbligo per l’Italia di non importare petrolio russo solo dall’anno nuovo. Questi piccoli successi porteranno comunque un risparmio nelle tasche degli italiani.

Il ministro Orlando a Confindustria: alzate i salari

Nel frattempo non è mancata la reazione del ministro del Lavoro Orlando alle critiche rivolte dal presidente di Confindustria Bonomi che ha richiesto riforme strutturali al sistema e il taglio del cuneo fiscale. Orlando ha sottolineato che per far fronte alla recessione è necessario l’aumento dei salari e quindi ha in un certo senso bacchettato il mondo delle imprese/industrie. Risponde alle critiche anche sul reddito cittadinanza sottolineando che la media degli assegni percepiti è di 580 euro, inoltre ricorda che dalla fine dell’emergenza pandemica il numero dei percettori è costantemente sceso, in media di 50.000 unità al mese. Il numero dei percettori è esiguo rispetto alle lamentele delle imprese che probabilmente non trovano manodopera a causa di offerte poco allettanti.

La protesta delle pentole vuote dà appuntamento ai consumatori il 10 giugno 2022 nelle principali piazze italiane. Si aspetta una partecipazione elevata.

Basta bonus: Confindustria lancia l’allarme, servono riforme per le imprese

Il Presidente di Confindustria Bonomi lancia l’allarme: ora basta bonus servono riforme strutturali. A margine dell’incontro Assolombarda il presisdente di Confindustra fa il sunto della situazione delle imprese e sollecita il Governo a fare riforme strutturali.

Confindustria: è arrivato il momento delle riforme strutturali in attesa da 30 anni

Confindustria è l’associazione rappresentativa delle aziende italiane e naturalmente segue gli interessi di questa particolare categoria produttiva, ma vista l’importanza del sistema impresa per l’economia del Paese, di certo non si possono ignorare le sue richieste e le analisi del mercato che Confindustria fa. Di conseguenza quando il presidente di questa importante confederazione suggerisce delle modifiche, la politica non può certo far finta di nulla.

Al centro dell’attenzione in questo periodo ci sono i tanti bonus che sono stati elargiti per i due anni che hanno caratterizzato la pandemia, ad esempio è ancora possibile richiedere il bonus per le discoteche e le sale da ballo, ma sono nunerosi gli incentivi e spesso le risorse sono anche incapienti lasciando una parte degli imprenditori in difficoltà. L’obiettivo dei bonus è aiutare le aziende a tamponare le perdite che si sono verificate copiose in questi due anni che hanno visto anche lunghi periodi di chiusura di numerose attività e di conseguenza anche dei fallimenti. Secondo il presidente Bonomi ora è arrivato il momento di dire basta, servono riforme strutturali.

Il presidente Bonomi sottolinea che in questo momento storico abbiamo un’occasione unica: grazie ai fondi del PNRR, è possibile fare le riforme che da 30 anni si stanno aspettando e che possono dare energia e vitalità al Paese.

Lo strano caso dei navigator

Bonomi va oltre, critica il reddito di cittadinanza e sottolinea che siamo arrivati al punto in cui il ministro del Lavoro deve impegnarsi a trovare un lavoro ai navigator che sono stati impegnati, con contratto a tempo determinato, a trovare lavoro ai percettori di reddito di cittadinanza. Le critiche a quel concorso erano giunte già anni fa al punto che i governatori di alcune regioni non vollero assumerli preferendo dei concorsi per il potenziamento dei centri per l’impiego con contratto a tempo indeterminato. Purtroppo il paradosso ipotizzato al momento del maxi concorsone si sta verificando, infatti i contratti sono in scadenza e i navigator potrebbero restare senza lavoro. Bonomi non perde tempo per farlo notare.

Riforme strutturali: Confindustria suggerisce il taglio del cuneo fiscale

Durante l’assemblea di Assolombarda Bonomi ha anche sottolineato che il caro energia sta creando difficoltà alle imprese e che la bolletta delle imprese attualmente è di circa 80 miliardi di euro, mentre solo pochi mesi fa era 60 miliardi.

Bonomi ha anche sottolineato di aver proposto il taglio del cuneo fiscale che in Italia è più elevato rispetto alla media OCSE facendo perdere alle imprese italiane competitività, ma di non aver ricevuto ancora adeguate risposte. Il realtà il taglio del costo del lavoro  ha il pieno sostegno anche dell’Unione Europea. In base ai calcoli stimati, afferma Bonomi, un taglio del cuneo fiscale di 16 miliardi di euro porterebbe nelle tasche degli italiani con un reddito medio di 35.000 euro l’anno, una somma di 1.223 euro ogni anno.

Bonomi lancia l’allarme anche sulla scarsità delle materie prime e sottolinea che un eventuale blocco delle importazioni del gas dalla Russia avrebbe un effetto shock sull’economia italiana e in particolare sulle imprese che già sono in difficoltà. Un recupero dovrebbe invece registrarsi per le imprese impegnate nel settore del turismo.