Come si fa una strategia di comunicazione?

Per comunicare l’azienda o l’attività ha necessità di creare un piano di comunicazione che sia efficace e ben strutturato. La strategia comunicativa ha come finalità quella di realizzare una comunicazione che possa essere il più possibile efficacemente coordinata con il brand dell’azienda, coerente e, soprattutto, studiata in modo da raggiungere e coinvolgere i clienti acquisiti e quelli potenziali. In generale, la comunicazione deve essere in linea con il modo in cui l’azienda voglia essere percepita e quali valori voglia esprimere, verso chi e in quale modo. 

Strategia di comunicazione per conquistare il cliente

All’interno del contesto aziendale, piccolo o grande che sia, la strategia di comunicazione rappresenta il piano per avere un buon approccio verso i clienti e per portare all’esterno la percezione e la reputazione aziendale. In altre parole, la strategia comunicativa dell’azienda può essere pensata come il biglietto da visita che l’azienda fornisce ai clienti già acquisiti o da conquistare. Ciò implica che la strategia possa essere il più possibile meticolosa, precisa e vincente: il modo in cui l’azienda si presenta può fare la differenza. 

Che cos’è il piano di comunicazione?

Il piano di comunicazione rappresenta il documento strategico che chiarisce e pianifica gli obiettivi della comunicazione stessa, le attività, le azioni, le scadenze e perfino il contesto nel quale opera l’azienda. Definire un piano di comunicazione coordinato e coerente aiuta l’azienda anche a raggiungere gli obiettivi individuati, questi ultimi, in maniera precisa e chiara. Nello specifico, il piano di comunicazione individua: 

  • il contesto nel quale l’azienda opera e comunica e, dunque, il settore, il mercato e i competitori; 
  • il target di riferimento; 
  • gli obiettivi che l’azienda ha intenzione di raggiungere; 
  • la strategia creativa della comunicazione; 
  • i mezzi di comunicazione che l’azienda adopererà; 
  • il programma delle attività;
  • i tempi stabiliti per le singole azioni; 
  • il budget che l’azienda mette a disposizione e come verrà ripartito; 
  • il controllo delle attività. 

Come realizzare una strategia di comunicazione: primo step, il piano di marketing

L’elaborazione di una strategia di comunicazione inizia dal piano di marketing. È necessario elaborare un documento nel quale siano stabiliti quali sono gli obiettivi a breve, medio e lungo termine e le linee guida. In tal senso, la strategia di comunicazione è strettamente interconnessa agli altri strumenti di marketing dell’azienda, andando a individuare esattamente a chi si rivolge l’azienda stessa, qual è la concorrenza e in quale contesto si va a operare. Da questo punto è necessario selezionare tutto con attenzione elaborando le leve di marketing e sviluppando un’identità visiva e un piano editoriale. È possibile parlare, a questo punto, delle 4C – consumatore, costo, convenienza e comunicazione, con l’aggiunta dell’eCommerce – a partire dalle quali nasceranno altre fasi dell’azienda con l’esterno, quali la posizione del brand, le relazioni con i clienti, l’attuazione di un piano editoriali, la previsione del budget e il controllo sui risultati ottenuti. 

La posizione del brand nella strategia di comunicazione 

Il secondo passaggio nella strategia di comunicazione è quello di procedere con un’accurata analisi della situazione interna ed esterna dell’azienda. Il che corrisponde a conoscere in maniera approfondita il brand, il target di riferimento, il mercato dove è inserita l’azienda, i concorrenti e le loro azioni. Inoltre, è fondamentale conoscere la posizione del brand, ovvero la posizione occupata da un brand (e dai rispettivi prodotti) nella mente dei consumatori sulla base della differenziazione rispetto alla concorrenza. Il brand positioning può riguardare le caratteristiche uniche dei prodotti, la comunicazione pubblicitaria, l’esperienza del cliente o l’identità di brand e i valori ad essa collegati. 

Piano di comunicazione: a chi rivolgersi?

Prima di decidere cosa comunicare, è opportuno stabilire a chi l’azienda si rivolge con la sua strategia. In altre parole, è necessario individuare il target di riferimento. A supporto, si potrebbe prendere in considerazione il modello di Buyer Personas, ovvero lo strumento attraverso il quale si rappresenta fittiziamente il cliente ideale dell’azienda. In tal senso, il modello prevede di individuare l’età anagrafica del potenziale cliente, l’istruzione, il potere d’acquisto, gli interessi, i gusti, i bisogni, i comportamenti e gli atteggiamenti. Il cliente che verrà idealizzato sarà il principale interlocutore della strategia di comunicazione aziendale. 

Piano di comunicazione, definire obiettivi, risultati e strategia creativa

Una strategia ottimamente strutturata deve tener conto degli obiettivi della comunicazione, che devono essere precisi, realistici, concreti e misurabili. Il che significa che dalle azioni di comunicazione occorre avere risposte certe a due domande: 

  • quale azione si vuole che i potenziali clienti compiano dalla strategia comunicativa? 
  • in che modo si possono misurare i risultati ottenuti per intervenire, eventualmente, e migliorare la strategia di comunicazione?

Come comunicare il brand aziendale e strategia creativa

Stabiliti gli obiettivi, è indispensabile elaborare la strategia creativa dell’azienda, ovvero la maniera nella quale si vuole comunicare il brand aziendale. In particolare, è necessario rispondere a quattro domande: 

  • quale messaggio si vuole comunicare? 
  • in quale maniera?
  • con quale linguaggio?
  • con quali mezzi di comunicazione?

Piano di comunicazione: crisi, monitoraggio e misura dei risultati

L’elaborazione di una strategia di comunicazione necessita di pianificazione dei tempi e dei modi nei quali le azioni comunicative devono essere realizzate. Per questo motivo è necessario elaborare delle linee guida di comunicazione che dovranno essere impartite e fatte proprie da tutti i soggetti coinvolti. In questo modo, il brand aziendale verrà facilmente e immediatamente riconosciuto. È altresì auspicabile prevedere situazioni di crisi, che dovranno essere immediatamente affrontate. La strategia comunicativa dovrà essere costantemente monitorata per analizzare i risultati ottenuti con le azioni fatte. In questo ambito, sono essenziali le analisi del sentiment e delle reazioni dei soggetti verso i quali sono dirette le azioni comunicative. Dai risultati del monitoraggio è possibile procedere con cambiamenti della strategia comunicativa per la migliore gestione del brand. In tal senso, è utile chiedersi: 

  • cosa ha funzionato?
  • cosa non ha funzionato?
  • come si possono migliorare le azioni?

Filiera industriale, linfa vitale dell’Italia

 

Piccolo è bello. Almeno in Italia, terra di filiere industriali legate alla tradizione e alla creatività made in Italy. Parte da questo presupposto il nuovo rapporto “Industria e Filiere 2012“, stilato da Prometeia e UniCredit, che mette al centro la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, analizzata in una ottica di filiera globale.

Il rapporto passa in esame punti di forza e debolezza delle principali filiere produttive italiane per determinarne il grado di competitività, in Italia e all’estero. Oggi per essere competitivi sui mercati internazionali bisogna crescere e la filiera rappresenta un modello vincente di aggregazione tra imprese. Nel 2012 il differenziale nelle variazioni tra la domanda estera potenziale rivolta all’Italia e la domanda interna è salito a quota 5 punti, e per il prossimo biennio le previsioni per un’ impresa italiana che rivolga all’estero la propria offerta parlano di un premio in termini di domanda compreso tra 4-5 punti percentuali rispetto ad un’azienda del made in Italy concentrata solo sul mercato domestico.

Se cala la domanda interna, le esportazioni saranno nei prossimi l’unica componente del Pil in grado di recuperare i livelli di prima della crisi: è per questo che l’internazionalizzazione non rappresenta più un obiettivo a lungo termine per le imprese italiane, soprattutto quelle più piccole e meno strutturate, ma un diktat del presente. Ripensare la filiera in un’ottica di internazionalizzazione è un’esigenza quanto più necessarie e incombente.

Secondo il rapporto stilato da Prometeia e UniCredit l’approccio di filiera rappresenterebbe la chiave strategica per un modello come quello italiano, costituito storicamente da territori, collaborazione e imprenditoria diffusa, che oggi è chiamato a reinventarsi verso mercati e processi sempre più lunghi, competitivi e globali; l’aggregarsi di aziende in alleanze produttive dovrebbe diventare linfa vitale della nostra cultura.

Il rapporto prende in esame 13 filiere del made in Italy:

  • Alimentare e bevande;
  • Automotive;
  • Carta/stampa/editoria;
  • Chimica;
  • Prodotti per costruzioni;
  • Elettronica e strumenti di precisione;
  • Componentistica meccanica;
  • Elettrodomestici;
  • Elettrotecnica;
  • Macchine e impianti;
  • Legno-arredo;
  • Metalli;
  • Moda.

Suddivise in 5 fasi:

  • sourcing;
  • prime lavorazioni;
  • lavorazioni intermedie;
  • produzioni finali;
  • distribuzione.

Per macchine e impianti, elettrotecnica, componentistica meccanica l’indice di competitività raggiunge il punteggio massimo: oggi l’Italia è in queste filiere si colloca infatti ai vertici competitivi di tutte le fasi produttive con imprese che appaiono legate fra loro da collaborazioni virtuose, ma più in generale a spingere al miglioramento è il fil rouge della competitività.

Un punteggio inferiore, ma comunque soddisfacente, viene invece attribuito a quelle filiere che presentano un netto sbilanciamento tra fasi: un esempio è rappresentato dalla filiera della moda, dove il maggiore contributo al buon posizionamento dipende soprattutto dalle lavorazioni finali. E lo stesso si potrebbe dire di altre produzioni tipiche del made in Italy come quelle dell’alimentare, ma anche a chimica e metalli, oltre che alle lavorazioni intermedie degli elettrodomestici, che presentano in linea generale un’impoverimento a monte.

Forza del brand. Il Rapporto stilato da Unicredit e Prometeia mette in luce poi come la forza dei marchi nei prodotti finali di moda, alimentare, arredo garantisce esso stesso un potenziale di crescita su mercati promettenti come Cina, Turchia e altri Paesi emergenti

Nel complesso, la strada da percorrere per raggiungere un buon livello di competitività nelle filiere italiane restano diverse e articolate: bilanciamento dei tempi di pagamento da valle a monte, miglioramento della produttività e innovazione nelle fasi industriali, accrescimento della presenza estera nella distribuzione.

In primo luogo occorre però che si faccia strada l’idea del “fare sistema” tra piccole e medie imprese complementari, aggregandosi in alleanze secondo due possibili scenari: la classica fusione tra imprese, che rimane la via maestra per raggiungere livelli di produttività ed efficienza più elevati; l’alternativa sono invece le reti tra imprese, ovvero stringendo rapporti di partnership con i propri fornitori e clienti.

A Reggio Emilia vale il “Marchio d’Impresa”

Si intitola “La tutela dell’immagine aziendale: Marchio d’Impresa” il seminario organizzato dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia il prossimo 21 Novembre.

L’incontro è aperto e rivolto a tutte le imprese del territorio reggiano che vogliono aumentare le proprie conoscenze nel campo della tutela dei marchi di impresa. Quali gli argomenti? Si va dagli aspetti generali del marchio, ai metodi di utilizzo del brand, fino alla sua valorizzazione e alla difesa contro la contraffazione.

Spazio anche per un focus, dal titolo ” la parola alle imprese“, che ospiterà testimonianze dirette sull’importanza del marchio per una azienda, la sua tutela territoriale e la difficoltà nell’intraprendere un’azione di nullità in un territorio dove il marchio non è stato depositato.

Per chi volesse approfondire anche gli aspetti legati alla tutela del copywright del marchio da segnare in agenda il 15 dicembre 2011. Per quella data verrà infatti organizzata un’altra giornata formativa, dal titolo “La tutela delle forme esterne dei prodotti. Design, marchio di forma, copyright & C.”.

La partecipazione alle giornate di approfondimento è gratuita.

Per iscriversi e ricevere maggiori informazioni sul calendario degli incontri basta scrivere all’indirizzo brevetti@re.camcom.it, oppure telefonare allo 0522.796207-349.

A.C.