Ma chi è questo Business Coach?

Quarta puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

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Il business coach solitamente è un manager con esperienze di linea, di gestione del personale, con esperienze in Italia e all’estero, per grandi gruppi, ma non solo, che ha ricoperto vari incarichi competenziali, che è stato almeno direttore di divisione e che conosce bene le dinamiche interne alle aziende.

Sa leggere gli organigrammi espliciti e impliciti, comprende i valori e i riti delle imprese, piccole o grandi. Unisce un’ampia e dimostrabile esperienza operativa sul campo e manageriale con un’approfondita conoscenza della psicologia applicata (di solito ha almeno un advanced master in PNL). A un certo punto della sua carriera ha deciso, in modo programmato, di cimentarsi con la libera professione, basandosi sulle sue competenze, sull’orientamento al risultato, reputazione, network, etica e rispetto della privacy.

Oggi i clienti iniziano a capire le differenze fra un business coach efficace e un millantatore. Il mercato sta agendo da selezionatore di molti improvvisati e incompetenti. Di quelli che sostengono come sia importante fare domande potenti e basta. Io affermo che oggi occorre anche dare risposte competenti e assicurare risultati duraturi, veloci e misurabili.

Non tutti possono fare i business coach. È di vitale importanza considerare anche l’aspetto personale del cliente che si ha di fronte e quindi una solida base di psicologia applicata, magari fatta di persona con un percorso di analisi, aiuta a rispettare il cliente, a coglierne le sfumature, le ritrosie, le paure, gli autoinganni e a elicitare in ogni caso quali sono le conseguenze e le responsabilità legate ai miglioramenti cui il cliente sta andando incontro.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Business coaching: scopriamo assieme le sue origini

Terza puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

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Il verbo “to coach” in inglese significa, addestrare, istruire, appare nel 1830-1 a Oxford ed entra poi nel mondo dello sport. Solo verso il 1950, grazie all’apporto di altre discipline (management, marketing, scienze sociali, etc.) assume una configurazione precisa con degli standard operativi.

I primi esempi di business coaching si hanno fra gli Anni ’30 e ’60, quando in grandi imprese americane si forma l’abitudine che i senior manager addestrino e seguano le giovani promesse e, in modo più allargato, quando impiegati con esperienza si dedicano al training dei neoassunti.

Difficile dire quando il business coaching sia arrivato in Italia. Sicuramente al seguito di qualche emerita multinazionale americana. Il primo problema che ha dovuto affrontare è stata l’ostilità verso il cambiamento di molte imprese italiane, che vedono come costo e non come investimento l’affiancamento di un business coach a un proprio manager per creare e sviluppare insieme un business model, per sviluppare nuove competenze atte a comprendere e sfruttare la complessità dei mercati, per accelerare quei processi di cambiamento necessari per restare sul mercato e competere senza inibizioni col resto del mondo.

Inoltre, le varie associazioni di coaching e, soprattutto, le scuole, oltre che contendersi il mercato dei corsi di coaching si sono poco impegnate a dare una definizione unica, precisa e condivisa del coaching.

Così, pur essendo in Italia una disciplina nuova, si è già segmentata in almeno 12 sottocategorie, mentre è riconosciuto in tutto il mondo che usa davvero il coaching che le aree d’interesse sono sostanzialmente 3: life coaching, motivational coaching e business coaching.

Il life coaching agisce col cliente privato affinchè raggiunga i propri personali obiettivi. Il life coach interviene sull’analisi dell’ambiente, delle risorse, delle convinzioni e sui comportamenti del cliente. Insieme tracciano un percorso di sviluppo atto ad arrivare in meta, non si occupa di psicopatologie.
Il motivational coaching in Italia è in mano ai magnifici 3, ovvero a tre grandi professionisti della motivazione di rottura, dell’exploit. Hanno modellato maestri e guru americani e svolgono un importante ruolo, oltre che di diffusione del coaching, di rottura di schemi cementati, sclerotizzati, infondendo fiducia in sé e autostima a professionisti, ma anche a un pubblico generico. Lavorano con gruppi anche numerosi.
Il business coaching, come già chiarito, agisce in ambito professionale, è orientato al raggiungimento di obiettivi misurabili e interviene, per sintesi, in situazioni che necessitano trasformazioni veloci e durature.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Business coach? Sì, mi serve

Seconda puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

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Il business coaching è usato da molti manager che intendono gestire la propria carriera, o da alte figure dirigenziali che si trovano ad affrontare e ad attuare cambiamenti nella propria posizione o nella gestione dell’azienda o istituzione. I professionisti si appoggiano al business coaching efficace nel momento in cui vogliono espandersi o quando desiderano diversificare la propria attività.

La profonda differenza col consulente classico è che il business coach lavora gomito a gomito col committente e insieme fanno emergere i veri “mal di pancia”. Il business coach è come un navigatore a fianco del pilota: gli indica le caratteristiche della strada da percorrere, evitando che vada fuori pista, e suggerisce la velocità in funzione delle abilità di chi guida e degli ostacoli della strada, facendo comunque il masssimo affinchè entrambi arrivino primi al traguardo

Un’altra caratteristica del business coach è che è legato ai risultati ottenuti dal suo intervento. Ecco perché nei primi incontri col proprio cliente (imprenditore, manager, professionista) è importante stabilire un preciso obiettivo da raggiungere, quando e come misurarlo con parametri quantitativi e non solo qualitativi. Per questo ho creato il R.O.I. del business coaching efficace, una novità per l’Italia che è oramai diventata prassi.

Il business coaching efficace non trascura mai l’aspetto personale del proprio cliente. Ne rispetta la privacy e agisce affinché siano ben chiare le conseguenze e le responsabilità che possono nascere dal cambiamento, anche a livello personale.

Un risultato professionale di eccellenza e duraturo nel tempo è ottenibile solo se l’imprenditore, il manager e il professionista vivono con soddisfazione non solo la loro vita professionale, ma anche quella personale.

Pragmatismo col cuore è il mio motto, proprio per sottolineare come un business coach, così orientato al raggiungimento degli obiettivi insieme al cliente, fra i propri obiettivi deve inserire la soddisfazione olistica del proprio committente.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Business coaching: allènati per il successo

Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, in collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani, ha provato a indagare e raccontare il fenomeno del Business Coaching, che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche nel nostro Paese.

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L’I.C.F., ovvero l’International Coaching Federation, la più vasta organizzazione mondiale che raccoglie chi pratica professionalmente il coaching, lo definisce così: il coaching è una forma di partnership con i clienti coinvolti in un processo maieutico e creativo che serve ai clienti per massimizzare il loro potenziale personale e professionale.

Trovo questa definizione così astratta e generica che se la proponessi ai miei clienti probabilmente non fatturerei un euro. Inoltre la si può riferire alla psicologia applicata, al counselling, alle tecniche (migliaia) di sviluppo personale e a qualsiasi “disciplina” collegata allo sviluppo di competenze, come la formazione e il training.

Il business coach professionista agisce in azienda come un enzima: è “un acceleratore di processi di trasformazione (e potrei fermarmi qui) veloci, duraturi, legati a obiettivi misurabili“.

Il business coach affianca imprenditori, manager e professionisti che vogliono raggiungere standard di eccellenza nella loro attività professionale, aggiornando le esperienze acquisite, mettendo in risalto le qualità e le risorse innate, costruendo insieme nuove competenze per comprendere e gestire la complessità del fare business oggi e apportare miglioramenti (cambiamenti) significativi nella propria sfera d’azione.

Il business coaching efficace è presente quando si tratta di cambiare o migliorare una situazione professionale presente per spingersi al raggiungimento di quella desiderata. Più semplicemente: sviluppa risorse personali per raggiungere obiettivi nella professione, con soddisfazione.

Il business coaching è una risposta concreta per chi vuole lanciare una start up evitando i soliti errori. Sappiamo quanto sia alto il tasso di mortalità delle start up dopo i primi 2-3 anni.

E’ utile all’azienda artigiana high tech che vuole diventare una PMI (piccola, media impresa), ma non desidera portarsi in casa a costo fisso tutte le competenze di marketing, commerciali, di organizzazione, di gestione. Per questo può adottare un business coach efficace che, affiancando la proprietà, svilupperà con essa la strada migliore per crescere, per introiettare e applicare specifiche e  nuove competenze e per affermare un principio sano quale: non esiste dinamismo commerciale senza un attento controllo dei costi. Il business coach può essere la leva utilizzata da un’imprenditrice per fare uno spin-off o per seguire la due diligence (analisi di dettaglio) di un’azienda da acquisire.

Il business coaching si rende utile alle aziende che devono affrontare la transizione generazionale. Il coach affianca il nuovo capo azienda, assicurando che eviti tranelli e che imposti un modello di business efficace, rapido, proficuo, che gestisca la propria reputazione e autorevolezza in linea con i principi dell’azienda., pur preparandola ad adeguarsi alle nuove esigenze dei mercati globalizzati. Oppure quando si decide di affrontare mercati nuovi. In alcuni casi è utile anche per gestire, insieme all’imprenditore, situazioni sociali difficili quali il ridimensionamento del perimetro operativo e della forza lavoro.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com