730 precompilato, i numeri per l’assistenza

Che il 730 precompilato stia risultando ostico a diversi contribuenti, è una cosa di cui abbiamo già scritto nei giorni scorsi. Ecco perché l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un servizio di assistenza dedicato a quanti hanno bisogno di aiuto e supporto per effettuare le modifiche e l’invio del 730 precompilato.

Si tratta di un servizio di supporto telefonico, attivo ai seguenti numeri:

– 848.800.444 da rete fissa
– 06.96.668.907 da cellulare
– 0039.06.966.689.33 dall’estero

E’ anche possibile richiedere e ricevere informazioni via mail attraverso il sito dell’Agenzia dell’Entrate, o via sms dal numero 320.43.08.444. I servizi telefonici sono attivi dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, e il sabato dalle 9 alle 13.

Il servizio si supporto alle problematiche del 730 precompilato è molto utile in questi giorni, dal momento che dal 2 maggio, i 20 milioni di contribuenti coinvolti possono accettare, integrare o modificare il 730 precompilato in tutto o in parte dal Fisco e trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate direttamente dal proprio pc.

Ricordiamo che il 730 precompilato può essere inviato, in autonomia o attraverso il proprio sostituto d’imposta, un Caf o un professionista abilitato, fino al 7 luglio. Consigliamo quindi di non farsi prendere dalla fretta né farsi confondere dalla novità dello strumento 730 precompilato, ma prendersi il tempo necessario per una corretta e completa compilazione dello stesso.

730 precompilato, modifiche dall’1 maggio

Ormai l’operazione 730 precompilato è entrata nel vivo, pur tra gli immancabili intoppi, le inevitabili polemiche, le necessarie rettifiche. Dopo che i contribuenti sono stati autorizzati a scaricare il file della propria dichiarazione, a breve sarà sbloccata anche la funzione di modifica e di invio del file.

A oggi, i contribuenti che hanno scaricato il file del 730 precompilato direttamente o attraverso intermediari autorizzati, non lo possono ancora modificare né, una volta completato, inviare all’Agenzia delle Entrate.

Sarà infatti possibile eseguire queste due operazioni sul 730 precompilato solo a partire dall’1 maggio. A questo proposito è bene ricordare che chi effettua in autonomia una variazione che incide sull’imposta, oppure un’integrazione importante delle voci del 730 precompilato, sarà oggetto dei controlli formali sugli oneri comunicati da parte delle Entrate e potrà ottenere i rimborsi oltre 4mila euro solo dopo il essere stato esaminato dagli ispettori dell’Agenzia.

Inoltre, se il 730 precompilato viene modificato da un Caf o da un professionista abilitato, è possibile che scattai la loro responsabilità; in questo caso, successivamente vi sarà l’obbligo di rispondere di maggiori imposte, sanzioni e interessi da parte di contribuente e professionista.

Modello 730 più caro che nel 2014

Non bastava l’incertezza intorno alle modalità di integrazione dei dati contenuti all’interno del modello 730 precompilato. Ora pare anche che in questo 2015 per la presentazione del modello 730 alle Entrate, buona parte dei contribuenti pagherà più di quanto sborsato nel 2014, nonostante le promesse fatte nei mesi scorsi dal Governo.

I calcoli, come spesso in questi casi, li ha fatti la Cgia, la quale, per bocca del segretario Giuseppe Bortolussi, ha stimato che si tratta di “un’operazione che, secondo l’Agenzia delle Entrate, interesserà oltre 14 milioni e 300mila modelli, pari al 71,5% su un totale nazionale di quasi 20 milioni di modelli precompilati. A nostro avviso, almeno i due terzi dei contribuenti, pari in termini assoluti a circa 10 milioni, saranno costretti a ricorrere ad un intermediario fiscale”.

I contribuenti che decideranno di affidarsi a un Caf o a un professionista per la regolazione del modello 730 (probabilmente la maggior parte, vista la complessità dell’operazione, a dispetto di quanto dichiarato dalle Entrate…) devono infatti sapere che, da quest’anno, l’intermediario per la compilazione del modello 730 affronta una responsabilità, in caso di errore, non solo relativa a sanzioni e interessi, ma anche relativa all’imposta, sia che elabori un modello 730 precompilato sia da compilare.

In sostanza, fino all’anno scorso in caso di errore il contribuente rispondeva della imposta e l’intermediario delle sanzioni, mentre da quest’anno l’intermediario risponde di entrambe, nonostante l’imposta sia una voce personale del contribuente. Ecco perché, per tutelarsi in caso di errore, ai Caf e ai professionisti è stato richiesto di adeguare il massimale della polizza assicurativa, operazione che ha fatto aumentare i costi per il contribuente, utente finale del servizio relativo al modello 730.

Amara la conclusione di Bortolussi: “Alla luce di ciò i Caf, a seconda della complessità, stanno facendo pagare l’elaborazione dei modelli cosiddetti precompilati che, fino all’anno scorso, erano gratuiti. Una vera beffa: nonostante le promesse fatte nei mesi scorsi, la stragrande maggioranza dei contribuenti che dovranno modificare il precompilato sarà chiamata a pagare di più”.

730 precompilato, mea culpa del governo

Il governo fa mea culpa sul 730 precompilato e i commercialisti esultano. No, purtroppo l’Esecutivo non ha riconosciuto globalmente le mancanze del 730 precompilato, ha solo definito “un errore” la scelta di addossare ai commercialisti e ai Caf la responsabilità delle maggiori imposte, interessi e sanzioni per il nuovo modello. Ma tanto è bastato.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha infatti espresso il proprio apprezzamento per le dichiarazioni sull’errore, venute dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti. “Finalmente dalla politica arrivano su questo tema parole ragionevoli – ha commentato il presidente nazionale della categoria, Gerardo Longobardi -. Ora il nostro auspicio è che queste dichiarazioni abbiano un seguito e che l’intera normativa sulla responsabilità dei commercialisti e dei Caf legate al 730 possa essere rivista quanto prima”.

Il nostro Consiglio nazionale – ha poi spiegato Longobardinon esitò a definire incostituzionali le norme sanzionatorie già nel corso di un’audizione parlamentare del luglio dello scorso anno, perché in palese contrasto con il principio di capacità contributiva. Un punto di vista a suo tempo fatto proprio dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato e poi, purtroppo, ignorato dall’esecutivo. Le dichiarazioni consapevoli e responsabili del sottosegretario Zanetti sembrano aprire uno spiraglio per la revisione di una norma che, a cascata, ha generato problemi anche in tema di assicurazioni, con potenziali conseguenze per i contribuenti, ai quali, paradossalmente, la precompilata potrebbe costare più del 730 degli scorsi anni”.

Lo stesso premier, Matteo Renzi – ha concluso Longobardiha affermato che per il 2015 il 730 precompilato ha finito per essere una sorta di ‘numero zero’. Bene, almeno al numero uno si arrivi più preparati, per fornire un servizio davvero utile ai contribuenti e per evitare che anche questa incombenza venga utilizzata per riversare sulle sole spalle degli intermediari, in primis i commercialisti, un notevole e neppure riconosciuto aggravio di lavoro”.

730 precompilato? No, grazie

Il 730 precompilato dovrebbe essere una grande rivoluzione mentre, invece, potrebbe essere un flop. Da tempo si sa che, a partire dal 15 aprile, sul sito dell’Agenzia delle entrate sarà disponibile per i lavoratori dipendenti e assimilati il modello di 730 precompilato, che i contribuenti potranno accettare o modificare direttamente online. In questo, le Entrate non si sono risparmiate in quanto a pubblicità, magnificando la rivoluzione fiscale portata dal 730 precompilato.

Più si avvicina la scadenza, però, più sembra che questa rivoluzione non convinca. Secondo un monitoraggio condotto da Confesercenti SWG sull’introduzione e l’utilizzo del 730 precompilato, solo il 25% dei contribuenti utilizzerà il nuovo strumento, il 47% farà riferimento al Caf, come sempre, e il 28% si appoggerà al commercialista.

Infatti, ben il 66% dei contribuenti ancora non ha richiesto le credenziali Fisconline o il Pin dispositivo dei servizi online dell’Inps che servono per poter accedere al servizio del 730 precompilato. Un servizio sul quale il 21% degli intervistati nel sondaggio è scettico, considerandolo poco efficace. Se non altro, il 34% lo ritiene utile mentre un 41% non si pronuncia.

Secondo Confesercenti il sondaggio testimonia che non basta “portare online le dichiarazioni per avere una vera semplificazione. Il fisco in Italia è molto complesso, e gli italiani ritengono di dover ricorrere all’assistenza dei professionisti. Senza l’apporto dei Caf, infatti, il 730 precompilato potrebbe rivelarsi un flop. Per questo riteniamo sia da rivedere la scelta di addossare a Caf e commercialisti la responsabilità non solo per le sanzioni, ma addirittura per l’imposta. Una scelta che costringe i centri di assistenza fiscale, anche nel caso di dichiarazioni sbagliate a causa di documentazione errata o manchevole presentata dal contribuente, a pagare in sua vece non solo la sanzione, ma anche l’imposta mancante ed i relativi interessi. E a doversi rivalere, successivamente, sul contribuente stesso, con tutte i prevedibili oneri del caso. Una semplificazione forse utile per l’amministrazione tributaria, ma che porta ad aggravi ed incertezze aggiuntive per i centri di assistenza fiscali”.

730 precompilato e polizze Rc per professionisti

Abbiamo scritto nei giorni scorsi dell’incertezza che ancora c’è intorno ad alcuni aspetti del 730 precompilato. Uno di questi punti interrogativi a meno di un mese da quando (il 15 aprile) sarà reso disponibile il 730 precompilato riguarda le coperture assicurative Rc per i professionisti e i Caf.

Un vertice tra il direttore dell’Agenzia delle Entrate, i rappresentanti dei professionisti, il Consiglio Nazionale del Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e i Caf con Ivass e Ania è servito a chiedere all’Istituto di Vigilanza delle compagnie assicurative di decidere se le polizze per i soggetti abilitati all’invio del 730 precompilato (professionisti e Caf, appunto) copriranno o meno anche le sanzioni previste per il visto di conformità infedele.

Sarà infatti l’Ivass a pronunciarsi su questo aspetto del 730 precompilato, dal momento che l’Agenzia delle entrate si è dichiarata non competente in materia. Dal canto suo, il delegato dei commercialisti presente al vertice ha auspicato che il maggior rischio sia assicurato senza aumenti selvaggi dei premi assicurativi.

Vademecum per il bonus mobili

A breve nei CAF sarà disponibile il Vademecum operativo sul bonus mobili e un’assistenza fiscale dedicata alla loro fruizione, in seguito ad un accordo siglato tra FederlegnoArredo ed i sindacati Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil nazionali.

L’obiettivo principale è quello di permettere ai cittadini di usufruire della detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici fino a 10mila euro, purché destinati ad immobili oggetto di ristrutturazione agevolata.
Entro l’estate 2014 FederlegnoArredo renderà noti i dati relativi all’effettivo utilizzo da parte dei contribuenti del bonus arredi, raccolti grazie alle segnalazioni che arriveranno dalle sedi CAF.

L’accordo è stato pensato per dare nuova linfa ad un settore, quello del legno-arredo, che si trova in grave difficoltà, poiché ha risentito in maniera particolare di questa crisi e ha visto 50mila posti di lavoro perdersi per strada e la chiusura di 12mila imprese.
Ad oggi, ci sono ancora 370mila lavoratori ed oltre 70mila aziende produttive a rischio, ma la cui sopravvivenza è fondamentale per il sistema del Paese.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha a questo proposito dichiarato: “I nostri sforzi devono essere indirizzati innanzitutto a garantire il rilancio dei consumi e la competitività delle imprese“.

Vera MORETTI

Imu, rischio collasso per i Caf

L’incertezza sulle modalità di pagamento della seconda rata dell’Imu è come una valanga che lungo la sua corsa trascina con sé tutto quello che trova e che si ingrandisce sempre di più, mano a mano che prosegue sul suo cammino. Un esempio? L’allarme arrivato da Unimpresa.

Secondo l’associazione che costituisce il sistema di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese così come individuate dalle norme dell’Unione Europea, è allarme nei Caf (i centri di assistenza fiscale) per il calcolo della seconda rata Imu. L’approvazione del decreto legge che cancella, solo parzialmente, il versamento di dicembre sulle abitazioni principali, è arrivata infatti troppo a ridosso delle scadenze.

Ma soprattutto la confusione generata dalla norma che consente ai comuni di far pagare la quota di imposta relativa all’eventuale aumento stabilito nel 2012 e nel 2013 rispetto all’aliquota ordinaria (4 per mille) rende molto probabili errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio. Con l’elevatissimo rischio di dare il via a un contenzioso di grandi proporzioni tra contribuenti e amministrazioni locali. Sono 900 Centri di assistenza fiscale, distribuiti in 60 province in tutta Italia, che aderiscono a Unimpresa.

Il decreto legge approvato mercoledì, ricorda Unimpresa, prevede il pagamento per la quota di Imu superiore alla aliquota base fissata al 4 per mille; i proprietari di abitazioni principali dovranno corrispondere ai comuni il 40% di questa eccedenza mentre il restante 60% è a carico dello Stato. Su 8.000 comuni complessivi, finora sono stati approvati circa 4.000 regolamenti Imu: c’è tempo fino al 5 dicembre ed è molto probabile che si assisterà ad aumenti selvaggi. I bilanci delle amministrazioni locali sono in rosso e l’opportunità offerta dal Governo col decreto approvato mercoledì consente di fare cassa rapidamente. Il decreto, infatti, fa scattare il prelievo extra sia per i comuni che hanno deliberato l’aumento dell’aliquota nel 2013 o devono ancora farlo, sia per i comuni che hanno confermato una aliquota superiore a quella base approvata lo scorso anno.

L’altro grave problema ricordato da Unimpresa, è la determinazione degli importi, considerato che il decreto Imu prevede che solo una parte (il 40%) dell’imposta si effettivamente pagata. “Il decreto – osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardiè una barzelletta. In un colpo solo sono stati spostati due termini, quello per le delibere comunali e quello per il versamento, ed è stata portata dal 16 dicembre al 16 gennaio la scadenza per i versamenti. E poi c’è l’aspetto politico. Il Governo di Enrico Letta si è rimangiato la promessa e alla fine, anche se per cifre non rilevanti, obbliga le famiglie a una ministangata”.

Prorogata la scadenza per la dichiarazione dei redditi 2012

E’ stata prorogata al 10 giugno la presentazione del modello 730/2013 per la dichiarazione dei redditi 2012 per coloro che si avvalgono di un Caf o di un professionista abilitato.

A loro volta, gli intermediari fiscali dovranno:

  • entro il 24 giugno 2013 consegnare al contribuente copia della dichiarazione elaborato e il relativo prospetto di liquidazione,
  • entro l’8 luglio comunicare il risultato finale delle dichiarazioni e trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni presentate ai sensi dell’art. 13 del regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 31 maggio 1999, n. 164.

Vera MORETTI

Imu: i Caf chiedono una proroga al 31 dicembre

Da quando è nata, questa tassa continua a far parlare di sé, e ancora adesso, nonostante le scadenze pare siano inderogabili, non c’è chiarezza né tra i contribuenti né nei Caf, dove mancano ancora i modelli per le dichiarazioni.
Si tratta dell’Imu, la cui seconda rata, quella del saldo, dopo l’acconto di giugno, scade il 17 dicembre e gli interessati sono tutt’altro che preparati.

Per questo, i Caf, Centri di assistenza fiscale, vorrebbero che tale data venisse spostata almeno fino alla fine del mese, ovvero al 31 dicembre.
Se ciò non avvenisse, si rischierebbe un ingorgo agli uffici che danno una mano ai contribuenti, costretti a pagare la tassa sull’orlo della scadenza.

La mancanza di tempo è uno dei problemi che preoccupano maggiormente, tanto che i Caf hanno inviato agli 8.000 Comuni una richiesta che possa permettere loro di ottenere le delibere e i regolamenti approvati nonché eventuali altre informazioni che consentano di anticipare ed agevolare l’inserimento delle aliquote per il calcolo del saldo, la stampa dei modelli di versamento e la consegna al cittadino.

Ma all’appello, almeno ad oggi, hanno risposto solo 1.500 Comuni, che rappresentano il 18% del totale, perciò in un mese dovranno essere raccolte tutte le altre delibere mancanti e, da lì, procedere al calcolo, certo non semplice.

E’ stato Valeriano Canepari, presidente della Consulta dei Caf, a sollevare la questione e a chiedere che il termine di presentazione della dichiarazione Imu venga fissato entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del modello e delle relative istruzioni; che venga fissato un termine unico per la presentazione della dichiarazione Imu allineandolo a quello previsto per la dichiarazione dei redditi (30 settembre), e che sia previsto uno slittamento al 31 dicembre 2012 per il saldo senza applicazione di sanzioni.

Vera MORETTI