Expo2015, contributi alle imprese ferraresi

Oltre che una vetrina per l’Italia nel mondo Expo2015 è anche l’occasione per diverse imprese di casa nostra di avere spazio e finanziamenti per partecipare all’evento milanese. Sono molte, infatti, le camere di commercio che mettono a disposizione dei propri associati fondi e finanziamenti finalizzati a Expo2015.

Per esempio, la camera di commercio di Ferrara attiverà dal 3 marzo prossimo un “Bando a sostegno delle Reti e delle aggregazioni tra imprese”, per erogare finanziamenti alle aziende che proporranno al mercato idee originali, nuovi prodotti e servizi competitivi da presentare durante Expo2015.

Il contributo concesso dalla camera di commercio di Ferrara alle imprese associate in vista di Expo2015 sarà a fondo perduto e coprirà il 50% delle spese sostenute dalle imprese del raggruppamento per realizzare il proprio progetto, fino a un massimo di 15mila euro. Il costo totale del progetto non potrà comunque essere inferiore a 10mila euro.

Saranno finanziate in prospettiva Expo2015 le spese per la realizzazione di progetti di comunicazione e di marketing digitale, per l’acquisizione di brevetti, per le ricerche di mercato, per l’ideazione e la promozione del marchio aziendale, per l’implementazione delle strategie commerciali, per l’affitto di spazi espositivi e per l’identificazione di partnership commerciali e strategiche.

Info: ufficio Marketing del territorio Camera di Commercio (0532/783820; promozione@fe.camcom.it).

Milàn l’è un gran… coworking

di Davide PASSONI

Insieme alla Camera di Commercio di Ferrara, anche il comune di Milano si è distinto per la grande attenzione dedicata al tema del coworking. L’assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del comune di Milano, Cristina Tajani, spiega a Infoiva il perché. 

Come comune siete tra i primi in Italia a intuire le potenzialità del coworking: perché?
Il coworking è un ottimo strumento non solo per abbassare i costi del lavoro autonomo ma soprattutto per fare networking tra professionisti, cosa che permette, soprattutto ai giovani, di rafforzare competenze e spazi sul mercato. Milano è la città italiana con maggiore presenza di lavoratori autonomi e del terziario avanzato in cui si registra anche un numero significativo di imprese promosse da under 35. Sono soprattutto queste tipologie di professionisti ad avanzare la richiesta di spazi di lavoro condivisi. Abbiamo quindi avviato un monitoraggio delle realtà milanesi dove si pratica il coworking: realtà che, sulla base di una prima ricognizione abbiamo modo di ritenere siano già molte, almeno una trentina. Si tratta di luoghi creati proprio con lo scopo del coworking oppure di studi professionali medio-piccoli che vengono condivisi per abbassare le spese di affitto e i costi fissi. Anche sollecitati da questi operatori abbiamo quindi deciso di promuovere, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, un intervento che stimoli i giovani a sperimentare il lavoro condiviso. Il bando partirà entro la primavera 2013 e prevede uno stanziamento di 200 mila euro da parte del Comune, che saranno assegnati tramite voucher da 1.500 euro destinati a giovani che intendono lavorare negli spazi della rete di coworking accreditati con il Comune.

Spesso questa formula di lavoro è associata a un’imprenditoria giovane: qual è, sul vostro territorio, la situazione dell’ occupazione giovanile? E dell’imprenditoria giovanile?
Il dato sulla disoccupazione giovanile a Milano al 20%: un dato preoccupante se confrontato con quello degli anni precedenti la crisi economica (nel 2007 era 18,6% e nel 2008 15,6%), ma è migliore rispetto al dato nazionale che si assesta oltre il 30%. Pur nelle difficoltà generali del momento Milano offre maggiori occasioni per i giovani e stiamo lavorando ad ampliarle con progetti come quelli degli incubatori di impresa destinati specificatamente ai giovani. È positivo, inoltre, constatare che il tasso di occupazione dei giovani uomini e delle giovani donne non è significativamente differente. Nelle nuove generazioni milanesi le opportunità di accesso al lavoro sono simili i tassi si divaricano intorno all’età della maternità quando molte giovani donne abbandonano il posto di lavoro e fanno fatica a ritrovarlo. Come già detto, la situazione dell’imprenditoria giovane a Milano è piuttosto dinamica anche se, per via della crisi, ha subito un certo rallentamento.

Non pensate che restringere i destinatari di questo tipo di finanziamenti, come tanti fanno, agli under 35 sia limitante? La crisi ha espulso dal mercato del lavoro molti over 40 che con il coworking potrebbero rimettersi in pista più facilmente…
Siamo impegnati ad aiutare le fasce più fragili dei lavoratori, di cui i giovani fanno parte, ma sicuramente dopo questo primo “esperimento” intendiamo allargare le possibilità di accesso al coworking anche ad altre categorie di lavoratori.

Pensa che in una tessuto produttivo come quello di Milano, dove già il coworking è una realtà da tempo, questo si possa sviluppare ed espandere in maniera convincente nei prossimi anni?
Sicuramente il coworking è destinato ad espandersi nella nostra città, perché tutti quelli che già lo stanno sperimentando ne sono entusiasti, non solo, ovviamente, per l’abbassamento di costi fissi delle loro attività ma perché grazie alla condivisione degli spazi si creano anche nuove sinergie e quindi nuovi progetti di lavoro. L’assessorato alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico e Università e ricerca ha tra i suoi primi obiettivi proprio quello di sostenere le giovani imprese attraverso molti progetti, ne possiamo citare alcuni. Ne abbiamo appena avviato uno in via del tutto sperimentale, volto al recupero di spazi inutilizzati nelle periferie.

Il coworking diminuisce i costi e aumenta le idee: come comune, quali altri strumenti mettere a disposizione di imprese e professionisti per ottimizzare tempo, risorse e creatività?
Finanziando la nascita di nuove imprese e mettendo a disposizione gli spazi, lo scopo è duplice, da una parte creare lavoro e dall’altra provare a innescare positivi processi di integrazione sociale: ne sono nate, ad esempio, imprese di ristorazione artigianale prodotta da persone con disabilità, servizi di animazione per bambini, realtà di telemarketing svolto da donne sole con percorsi di disagio alle spalle. Sempre per sostenere i giovani attraverso il bando ‘Welcome Talent Business’ si sono premiati otto talenti rientrati dall’estero per aprire a Milano una nuova impresa: tra questi si sono distinti progetti legati alla sostenibilità e alle energie rinnovabili e alla valorizzazione e commercializzazione di prodotti enogastronomici di qualità del nostro territorio. Inoltre, proprio in questi giorni, è partito un altro bando dedicato al rientro di ricercatori e imprenditori nel settore agroalimentare, strategico per Milano anche in vista di Expo.

“Sostenere il coworking per sostenere le idee”

di Davide PASSONI

Lo abbiamo scritto lunedì: la Camera di commercio di Ferrara si è dimostrata subito molto ricettiva nei confronti del fenomeno coworking, tanto da prevedere delle sovvenzioni ad hoc. Siccome a noi di Infoiva non piace limitarci a leggere e riferire ma vogliamo capire dalle persone il perché delle loro scelte e delle loro decisioni, abbiamo intervistato il Segretario Generale della Camera di commercio estense, Mauro Giannattasio, per entrare più nel dettaglio della questione.

Come Camera di commercio siete stati tra i primi in Italia a intuire le potenzialità del coworking: perché?
Quello riguardante il coworking non è un progetto a sé stante, ma si inserisce nel piano generale a sostegno dell’occupazione giovanile, avviato tre anni fa dalla Camera di commercio di Ferrara, e che segue tre direttrici fondamentali. La prima è il sostegno alle imprese che assumono o stabilizzano a tempo indeterminato giovani under 35: con questo strumento, in tre anni abbiamo avuto 206 tra stabilizzazioni e nuove assunzioni. Si tratta di 5mila euro a fondo perduto, che corrispondono grosso modo a un anno di contributi previdenziali che, di fatto, paghiamo noi al posto delle imprese; imprese che hanno risposto positivamente all’iniziativa.

Poi?
La seconda è la creazione di nuove imprese da parte di giovani under 35: sono 46 le start up nate in due anni con il nostro sostegno. Infine, la terza, è il consolidamento attraverso i Confidi delle imprese giovani già esistenti che, più delle altre, soffrono per la pesante contingenza economica. All’interno del primo e secondo punto abbiamo inserito il sostegno al coworking perché, verificando “sul campo” abbiamo constatato che sia tra gli imprenditori sia tra i giovani c’era molta attesa nei confronti di questa nuova tipologia di lavoro.

Di che cifre parliamo per il sostegno alle iniziative di coworking?
Si tratta di un contributo di circa 2mila euro a fondo perduto per ogni persona che abbia i requisiti per richiederlo: più o meno il costo annuo di una postazione. In questo modo il giovane si copre per il primo anno almeno i costi per “l’ufficio”.

Spesso questa formula di lavoro è associata a un’imprenditoria giovane: qual è, sul vostro territorio, la situazione dell’occupazione giovanile? E dell’imprenditoria giovanile?
Tra terremoto e crisi, nel nostro territorio ce n’è per tutti… Al 30 giugno 2012 la disoccupazione generale era cresciuta del 14,5% rispetto al 30 giugno 2011; del totale dei disoccupati il 48% era under 40 e il 57% donne. Al 30 settembre 2012, erano 3380 le imprese condotte da giovani, la maggior parte nel settore del turismo.

Non pensate che restringere i destinatari dei finanziamenti agli under 35 sia limitante? La crisi ha espulso dal mercato del lavoro molti over 40 che con il coworking potrebbero rimettersi in pista più facilmente…
Sì, ma era necessario che ci dessimo delle priorità. Con le risorse a disposizione, la giunta ha dovuto scegliere e ha scelto i giovani. Però, come ha sottolineato anche il presidente Roncarati, la giunta si è riservata di aprire i finanziamenti alle attività di coworking anche ai meno giovani, a seconda della risposta che avremo a questa prima iniziativa.

Pensa che in una realtà produttiva come quella del Ferrarese, fatta di artigianato e manifattura, il coworking possa attecchire in modo efficace?
Il coworking, soprattutto per come lo vorremmo intendere noi, non è solo aiutare un giovane ad aprire una postazione di lavoro e a condividerla: in tutte queste esperienze quello che conta è lo sviluppo naturale dello scambio di idee. A noi interessa che circolino le idee, perché il fatto che non circolino capitali non deve essere un alibi per le persone e le aziende per smettere di pensare, innovare, creare e svilupparsi.

Il coworking diminuisce i costi e aumenta le idee: come Camera di commercio, quali altri strumenti mettere a disposizione dei vostri associati per ottimizzare tempo, risorse e creatività?
Abbiamo un’ampia offerta di servizi per le imprese, a seconda del loro ambito di attività: per accesso credito, innovazione, internazionalizzazione, startup, reti aziendali… Aggiungiamo poi la possibilità di informare aziende e professionisti su tutti i finanziamenti erogati dai sistemi camerali e delle associazioni e si renderà conto che gli strumenti per fare impresa non mancano.

Terremoto in Emilia: nuove scosse nella notte, si contano i danni

 

A due giorni dal tragico terremoto in Emilia la terra non smette di tremare: sono state 29 le scosse che solo questa notte non hanno fatto riposare gli sfollati del modenese ed un’altra, meno forte ma ugualmente preoccupante, è stata avvertita alle 5:16 di questa mattina al largo delle coste campane e lucane, nel golfo di Policastro. Secondo i sismologi si tratta di un movimento situato a 8,7 km di profondità, il cui epicentro si trova in prossimità dei comuni salernitani di Ispani, San Giovanni a Piro e Sapri, e di quello potentino di Maratea.

Ma torniamo all’Emilia, perché è nei the days after che si comincia a fare la conta dei danni.

Grave il conto delle vittime, arrivate a 17 dopo il ritrovamento dell’ultimo disperso nella giornata di ieri con un debito da parte della classe operaia assolutamente ingente: delle persone che non ce l’hanno fatta, 14 sono operai e imprenditori.

Gravi i danni anche nel settore economico, soprattutto per quanto riguarda i comparti agricolo e biomedico.

E’ in Emilia, infatti, che si addensa la più alta concentrazione di fabbriche biomediche d’Italia, per giunta specializzate nel fornire supporto e farmaci ai malati in dialisi.

Ingenti sono anche i danni registrati nelle cantine emiliane: dati ufficiali dell’Enoteca Regionale Emilia Romagna parlano di 15 milioni di euro persi dopo il terremoto del 20 maggio e del 29 maggio. Le zone maggiormente colpite sono state le province di Modena, Ferrara e più marginalmente Bologna e Reggio Emilia.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di varare una serie di misure d’emergenza, queste:

  • il rinvio a settembre dei versamenti fiscali ed il differimento fino al 31 dicembre dei termini processuali e delle rate dei mutui bancari. Lo ha annunciato il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del  question time, ricordando che non si tratta di materia su cui sia possibile intervenire con decreto del Mef. I versamenti sospesi fino al 30 settembre, ha proseguito Grilli, riguardano “sostanzialmente tutti i contributi: Irpef, Ires, Iva, Irap, Addizionali Irpef regionali e comunali e Imu”;
  • l’aumento di 2 centesimi dell’accisa su tutti i carburanti, benzina e gasolio, così da far fronte all’emergenza terremoto che dovrebbe scattare immediatamente, dalla mezzanotte di oggi, raggiungendo un indotto stimato per circa 500 milioni. Serviranno alla ricostruzione post-sisma.
  • Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, poi, ha chiesto all’Unione Petrolifera di valutare l’opportunità di ridurre il prezzo industriale dei carburanti (al netto delle imposte) per contribuire a farsi carico dell’aumento dell’accisa deciso dal Governo per finanziare l’emergenza terremoto in Emilia-Romagna. L’aumento durerà “fino al 31 dicembre 2012”, secondo quanto ha annunciato il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del question time;
  • la deroga al patto di stabilità per i Comuni;
  • uno stanziamento di 2 milioni di euro ”a favore delle Camere di commercio di Modena, Bologna, Ferrara e Mantova da destinare a iniziative di supporto alle imprese locali”. Lo si legge in una nota di Unioncamere in cui si spiega che l’intervento ”si articola in tre linee d’azione”.

Inoltre, al presidente Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, è stato dato ”il compito di approfondire con il ministero dello Sviluppo economico la possibilità di istituire una sezione speciale del sistema camerale all’interno del Fondo centrale di garanzia per le Pmi, dedicata alle calamità naturali”. Le risorse saranno destinate ”ad interventi di cogaranzia e di controgaranzia del Fondo, in collaborazione con il sistema dei Confidi, per facilitare l’accesso al credito delle Pmi colpite da calamità naturali”.

Speriamo che i provvedimenti e le riforme non siano un altro strattone ad un’Italia già sufficientemente scossa. In tutto questo, la parata del 2 Giugno si farà.

 

Paola PERFETTI

Ferrara: 30 imprese crescono in rete

Sono 7 i contratti di rete iscritti, ad oggi, nel Registro delle imprese di Ferrara, che coinvolgono oltre 30 imprese della provincia. L’ultimo, in ordine di tempo, quello sottoscritto stamattina (27 aprile) in Camera di Commercio fra le società “Tubi Costruzioni Srl”, “Echosid Ingegneria e Impianti Srl” e “Delta Engineering Services Srl”.

L’accordo, che si pone l’obiettivo di trasferire ricerca ed innovazione nei settori, in particolare, delle energie rinnovabili e degli scarichi industriali, è stato raggiunto grazie all’impegno e ad uno strutturato percorso di accompagnamento messo a punto da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con Universitas Mercatorum, che ha visto la forte e convinta adesione delle imprese e delle associazioni territoriali di categoria. “Abbiamo creduto fortemente e sostenuto fin dal principio il contratto di rete per le reali potenzialità dello strumento – ha dichiarato Carlo Alberto Roncarati, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Ferrara – e il raggiungimento del settimo contratto di rete è il segnale che le imprese vogliono reagire e che davvero è possibile restituire vitalità al nostro sistema economico. E’ necessario – ha concluso Roncarati – non fermarsi adesso ma considerare questo importante traguardo come un nuovo punto di partenza, affinché si possa continuare a lavorare insieme per rendere sempre più il contratto di rete strumento a misura di impresa, intervenendo nella semplificazione delle procedure e degli aspetti tributari, facilitando l’inclusione di imprese estere nelle reti e agevolando la partecipazione alle gare pubbliche come previsto dallo Statuto delle imprese”.

Il contratto di rete in pillole introdotto dalla legge n. 33/2009, ha subito, nei mesi, numerose modifiche. Con il contratto di rete due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato. Il contratto è redatto per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, e deve indicare:

– l’indicazione degli obiettivi strategici e delle attività comuni poste a base della rete che dimostrino il miglioramento della capacità innovativa e della competitività sul mercato;
–  la durata del contratto le modalità di adesione di altre imprese e le relative ipotesi di recesso;
– l’individuazione di un programma di rete, che contenga l’enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascuna impresa partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune.

La legge prevede, infine, a favore delle reti di impresa vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari, nonché la possibilità di stipulare convenzioni con l’A.B.I. (Associazione Bancaria italiana) per un miglior accesso al credito. 

Fonte: camcom.gov.it

Pioggia di milioni per le imprese ferraresi

Nel 2012 la Camera di Commercio di Ferrara metterà in campo un milione di euro, equivalente ad oltre 76 milioni di euro di finanziamenti per le imprese. Obiettivo: sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese ferraresi in particolare in questo momento di recessione economica, che sta investendo il sistema imprenditoriale provinciale.

Secondo una indagine di Unioncamere Emilia-Romagna, la maggioranza delle imprese ferraresi registra aumenti del tasso di interesse (54,4%) e delle commissioni (54,4%) applicati dal sistema bancario. Stabile invece, per il 78,6% degli imprenditori, il livello di garanzie necessarie all’ottenimento di finanziamenti. Dal punto di vista settoriale, l’industria alimentare (68,2%) ed il comparto metalmeccanico (57,1%) hanno sofferto particolarmente l’aumento dei tassi di interesse, mentre l’incremento delle commissioni applicate è stato avvertito in particolare dalle imprese del commercio.

Il bando tocca tutti i settori economici (agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, industria e turismo) e, proprio alla luce del difficile momento congiunturale, propone straordinarie opportunità per le imprese, che potranno presentare la domanda di contributo per operazioni di finanziamento scaricando bandi e moduli dal sito della Camera di Commercio o rivolgendosi alle associazioni territoriali di categoria.

Il Gruppo Montepaschi firma un accordo per aiutare l’internazionalizzazione delle imprese

Lo scorso 29 novembre 2010, nella sede della Camera di Commercio di Firenze, è stato firmato un accordo quadro tra alcune strutture del sistema camerale italiano con il Gruppo Montepaschi. Obiettivo dell’intesa è agevolare e supportare con i migliori strumenti finanziari e le professionalità adeguate i percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane.

Tra i firmatari dell’accordo: Unioncamere Emilia-Romagna e PromoFirenze, Padova Promex, Promos Milano, Aries Trieste, Vicenza Qualità, Camera di Commercio di Latina, Aspin Frosinone, Concentro Pordenone, Cesp Matera, Intertrade Salerno. L’ accordo quadro di collaborazione tra il Gruppo Montepaschi e le strutture camerali, che sarà concretizzato nelle prossime settimane nei diversi contesti territoriali, prevede un programma di prima consulenza personalizzata per le imprese e servizi di supporto finanziario e commerciale per l’estero su attività di prima assistenza (scouting, partecipazione missioni, fiere) e di consolidamento commerciale (studi di mercato e di fattibilità).

Secondo Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha siglato per tutte le nove Camere di Commercio della regione, l’accordo “consente al sistema camerale e alle banche, integrando le rispettive competenze, di accompagnare ancora più efficacemente le imprese sui mercati esteri soprattutto nei Paesi emergenti, fornendo adeguato supporto anche sul versante finanziario”. Per effetto della convenzione, saranno garantite consulenze e servizi specifici agli operatori che parteciperanno alle iniziative promozionali del sistema camerale, con attenzione alle varie fasi di sviluppo delle imprese, rafforzando la loro capacità di competere sui mercati esteri. A questo riguardo, giovedì 2 dicembre, è in programma un unico grande evento “Porte Aperte all’Internazionalizzazione” organizzato dalla Camera di commercio di Ferrara nei locali della fiera. Sono previsti incontri con i referenti dei Desk estero, ma anche di Sace, Simest, Ice, oltre a rappresentanti consolari e diplomatici, esperti e consulenti.

Il grande appuntamento annuale organizzato dalla Camera di Commercio di Ferrara, prevede conferenze su Paesi e mercati strategici e l’opportunità di incontrare singolarmente e gratuitamente i vari esperti e consulenti.

La Camera di Commercio di Ferrara stanzia un fondo per creare nuovi posti di lavoro e far crescere la competitività

La Giunta della Camera di Commercio di Ferrara ha predisposto un piano di azione per fronteggiare la crisi economica e soprattutto per favorire l’occupazione giovanile. Il piano prevede lo stanziamento di 450 mila euro che serviranno da una parte come incentivi diretti alle assunzioni a tempo indeterminato, dall’altra per strumenti di natura indiretta che mirano a far crescere le imprese ferraresi e ad attrarne di nuove sul territorio provinciale (in collaborazione con SIPRO, Agenzia per lo sviluppo), oltre a forme di semplificazione che hanno l’obiettivo di facilitare, per il tramite dei Consorzi fidi, l’accesso al credito e la patrimonializzazione aziendale. E al fine di consentire alle imprese una maggiore possibilità di utilizzo delle misure adottate, verrà realizzata, in collaborazione con le associazioni territoriali di categoria, una speciale Task force di comunicazione, con l’obiettivo di agevolare il più possibile le aziende nell’ottenimento dei finanziamenti necessari. “Abbiamo voluto compiere una precisa scelta di valori e di priorità – ha dichiarato Carlo Alberto Roncarati, Presidente della Camera di Commercio di Ferrara – e tra i primi posti di queste priorità c’è il lavoro giovanile. Il Piano – ha proseguito Roncarati – che intende premiare, tra l’altro, la stabilità favorendo l’incremento dei contratti a tempo indeterminato, si caratterizza per due elementi principali: la rapidità di attuazione e la capacità di produrre effetti già nel breve periodo. Va, peraltro, sottolineato come tale disegno debba essere inserito in un più ampio quadro generale definito, da un lato, dalla continuità di alcune importanti politiche camerali per la competitività, quali l’innovazione, l’internazionalizzazione e il marketing turistico, che continueranno a svolgere una imprescindibile funzione di rafforzamento delle “capacità” delle imprese della provincia, dall’altro, dall’avvio delle nuove misure di intervento contenute nel programma di promozione economica della Camera di Commercio per il 2011, che prevede risorse per oltre 3 milioni di euro”. Tra le azioni previste dalla Camera di Commercio, anche misure finalizzate a contrastare la delocalizzazione: in ogni bando che attiverà contributi alle imprese, infatti, sarà inserito un vincolo al mantenimento in provincia di Ferrara dell’unità produttiva. Il vincolo avrà una durata minima di 5 anni e la sua violazione comporterà la revoca totale dell’agevolazione con l’obbligo di restituzione delle risorse ricevute dalla Camera di Commercio.

fonte: AgenParl | Agenzia Parlamentare