Zainetto fiscale: cos’è e quali vantaggi porta a chi fa investimenti finanziari

Gli investimenti finanziari sono sempre dei rischi e possono generare delle perdite, minusvalenze, e dei guadagni o plusvalenze. I guadagni sono tassati con un’aliquota al 26%, a parte alcune tipologie, ad esempio i Titoli di Stato (ed equiparati) che sono tassati al 12,5%, le perdite invece restano a carico dell’investitore. Lo zainetto fiscale mira ad alleggerire il carico delle perdite. Ecco come funziona.

Cos’è lo zainetto fiscale

Lo zainetto fiscale è un meccanismo di compensazione tra perdite generate dagli investimenti finanziari e guadagni e consente di ridurre l’imponibile o capital gain. Gli investimenti in strumenti finanziari comportano sempre dei rischi di perdite, grazie allo zainetto fiscale è possibile, in sede di dichiarazione dei redditi, indicare le perdite generate dai propri investimenti e i guadagni e compensare le perdite andando quindi a ridurre la base imponibile della tassazione delle rendite finanziarie. Ad esempio, se una persona in un anno ha registrato minusvalenze pari a 2 e plusvalenze pari a 10, non dovrà pagare l’aliquota del 26% su 10, ma potrà compensare le perdite e pagare l’imposta solo su 8.

Nel caso in cui in un anno le perdite, o minusvalenze, siano superiori rispetto alle plusvalenze è possibile utilizzare il meccanismo di compensazione anche per gli anni successivi, questo per un massimo di 4 anni. In questo caso il concetto di zainetto riesce a chiarire bene il meccanismo perché è come se si mettessero in uno zaino le perdite che non sono state compensate con le plusvalenze generate nello stesso anno e le si portassero dietro fino alla totale compensazione.

Su quali minusvalenze e plusvalenze si usa lo zainetto fiscale

Lo zainetto fiscale può essere utilizzato solo per la compensazione di minusvalenze e plusvalenze che abbiano la stessa natura e in particolare che siano classificati come “redditi diversi”. Il Tuir ( Testo Unico Imposte sul Reddito) non ci fornisce una definizione di redditi da capitale e redditi diversi, ma semplicemente fa un elenco dei redditi da capitale all’articolo 44. Sono redditi da capitale:

  • gli interessi e i proventi derivanti da mutui, depositi e conti corrente;
  • gli interessi e i proventi delle obbligazioni e titoli similari;
  • le rendite perpetue;
  • i compensi per prestazioni di fideiussioni e garanzie;
  • i proventi derivanti dalla divisione di utili di società, ad esempio in caso di dividendi derivanti dal possesso di un pacchetto azionario, partecipazioni in società e comunque partecipazione al capitale.

I redditi non catalogabili in quelli visti sono, invece, redditi diversi e tra questi rientrano la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita delle azioni.

Una particolare attenzione deve essere posta anche agli ETF, si tratta di fondi comprendenti diversi prodotti finanziari. In questo caso se trattasi di ETF non armonizzati e quindi che si pongono al di fuori delle norme dell’Unione Europea, la tassazione applicata è quella ordinaria: i ricavi sono tassati con le aliquote ordinarie, come se fossero reddito da lavoro.

Per gli ETF armonizzati, che di conseguenza rispettano la normativa dell’Unione Europea, devono invece essere fatte delle differenze. Questi infatti se generano plusvalenze sono qualificate come redditi da capitale, mentre se generano minusvalenze sono classificate come redditi diversi e di conseguenza non è mai possibile avvalersi dello zainetto fiscale. Le minusvalenze generate dagli ETF possono però essere compensate da altre plusvalenze classificabili come redditi diversi, ad esempio con le plusvalenze derivanti dalla vendita di azioni, ETC, certificati, strumenti derivati come opzioni e futures.

Come si usa lo zainetto fiscale

Ricordiamo che per dichiarare i rendimenti e le perdite derivanti da investimenti finanziari è necessario utilizzare il modello redditi persone fisiche. Deve essere compilato il riquadro che consente di indicare sia le minusvalenze che si portano in compensazione nell’anno, sia quelle che si intende portare in compensazione negli anni successivi.

Esiste inoltre un’altra modalità per utilizzare lo zainetto fiscale. Nella maggior parte dei casi quando ci si affida intermediari finanziari per i propri investimenti, gli stessi fungono anche da sostituti di imposta e aprono un dossier titoli in regime fiscale amministrato. In questo caso sarà la società di intermediazione ad occuparsi degli oneri fiscali e quindi a far valere le minusvalenze, riportarle agli anni successivi se necessario e pagare le imposte dovute. Se l’investitore sceglie il regime fiscale amministrato non ha obblighi dichiarativi.

Investimenti finanziari e tassa sul capital gain: aliquote e curiosità

Sono sempre più numerose le persone che fanno degli investimenti finanziari e questo perché gli italiani sono un popolo di risparmiatori e perché nel tempo il trading online ha dato la possibilità a persone che prima avevano difficoltà ad accedere ai mercati finanziari di investire in azioni, obbligazioni e materie prime e ottenere anche dei buoni guadagni. Chi investe nei mercati finanziari deve però sapere che sui guadagni è necessario pagare delle tasse, si parla in questo caso di tassa sul capital gain, ecco come funziona e quanto si paga.

La tassa sul capital gain

La tassa sul capital gain è anche conosciuta come tassa sulle plusvalenze finanziarie, a esse si applica un’aliquota al 26% come stabilito dal Decreto Legge n. 66 del 24/04/2014 che ha portato l’aliquota dal 20% al 26%.

Come si paga la tassa sul capital gain? Abbiamo visto in precedenza che la maggior parte delle entrate sono tassate, ad esempio in caso di vincite alle lotterie nazionali, viene effettuata la ritenuta alla fonte e di conseguenza non sarà necessario dichiarare ulteriormente tali somme. Non è invece così per la tassa sulle plusvalenze finanziarie, infatti, sebbene spesso si associno tali guadagni a una vincita, non è questo il trattamento fiscale che viene riservato. Per pagare la tassa sul capital gain al momento della dichiarazione dei redditi, qualunque sia il modello adottato, è necessario compilare il quadro RT dedicato alle plusvalenze di natura finanziaria. Il quadro RT contiene diverse voci:

  • RT21: somme ricevute come corrispettivo degli investimenti (quindi la somma tra quanto investito e i guadagni)
  • RT22: somme investite
  • RT23: guadagni generati (differenza RT21 ed RT22)
  • RT24, 25 e 26: minusvalenze anche degli anni precedenti
  • RT27: imposta dovuta

Le minusvalenze degli anni precedenti, naturalmente non generano imposte, ma possono essere utilizzate come credito d’imposta e di conseguenza possono portare a una diminuzione delle imposte da pagare. Le minusvalenze non si possono recuperare nel caso in cui siano state generate da ETF o da fondi comuni di investimento.

Per indicare la compensazione deve essere utilizzato il riquadro RT28

Il riquadro RT29 contiene invece la differenza tra il riquadro RT27e RT28.

Naturalmente per un corretto calcolo dell’imposta sul capital gain è bene avvalersi della consulenza di un esperto, solo in questo modo si può evitare di pagare più del dovuto o meno del dovuto.

Ulteriori informazioni sulla tassa sul capital gain

Il capital gain sui Titoli di Stato si calcola in modo diverso, o meglio si applica un’aliquota molto più bassa, al 12,50% questa si applica a BOT, BTP, CCT e CTZ. La tassazione agevolata si applica anche a titoli emessi da enti pubblici, ad esempio regioni, province e comuni e alle obbligazioni emesse da organismi internazionali di Paesi rientranti nella white list, cioè nell’elenco dei Paesi con i quali c’è lo scambio di informazioni.

Se vuoi conoscere quali sono i Paesi appartenenti alla white list e quelli della black list, leggi l’articolo: Fiscalità privilegiata: i Paesi della Black list e White list

Nel caso in cui gli investimenti che hanno generato guadagni sono in fondi che contengono anche Titoli di Stato, la tassazione si applica al 26%, ma con riduzione dell’importo al 48,8%.

Naturalmente una volta calcolati gli importi dovuti, sommati quelli per i reddito ordinari, se dovuti, sarà necessario effettuare il versamento.