Picchiato a sangue per una macchia sul vestito

 

Non è Scampia, Forcella o Sanità, ma il salotto buono di Napoli, quello di Chiaia, a essersi trasformato in teatro di un’assurda lite e un’assurda violenza nella notte di San Silvestro. Una violenza degna di Arancia Meccanica ha colpito infatti un 39enne di Mugnano che si trovava in un locale a festeggiare Capodanno in compagnia di una 29enne di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta.

L’uomo stappa una lattina ma qualche goccia della bevanda finsce per macchiare l’abito di un ragazzo. Un banale incidente che si trasforma in violenza allo stato puro: il giovane dall’abito macchiato prima si allontana poi torna insieme ad altri sconosciuti e insegue l’uomo, che viene picchiato selvaggiamente dal gruppo. L’aggressione avviene in vico Belledonne di Chiaia: sul posto giungono i carabinieri della stazione di Chiaia che riescono a identificare il gruppo di violenti mentre un’ambulanza trasporta il 39enne all‘ospedale Pellegrini. Se la caverà con una prognosi di 40 giorni.

A Treviso tentato stupro in discoteca

 

La notte di San Silvestro ha rischiato di trasformarsi nel peggiore degli incubi per una ragazza della provincia di Treviso. Un gruppo di amiche decide di trascorrere la notte di Capodanno nella discoteca Baita al Lago di Castelfranco Veneto: si brinda al 2013, l’alcool scorre a fiumi e la musica è alta, quando la ragazza decide di andare in bagno.

Qui viene raggiunta da un ventenne di origini marocchine che strattona con forza la ragazza e la conduce all’interno del bagno degli uomini, dove tenta di violentarla. La giovane, anche se immobilizzata e sotto choc, trova la forza di urlare richiamando l’attenzione di alcuni ospiti del locale che chiamano immediatamente la vigilanza interna alla discoteca e sventano lo stupro.

Il marocchino viene poi stato arrestato dai carabinieri di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, per violenza sessuale e trasportato nel carcere di Santa Bona di Treviso.

A Napoli il ‘botto’ di Capodanno è dedicato ai Maya

 

La fantasia partenopea di fine anno non conosce rivali: dopo “’O pallone ‘e Maradona”, ma erano ancora gli anni ’90, “La bomba Bin Laden” e quella “Mario Monti” per dare il benvenuto al 2013 arrivano il petardo “Insigne” e quello dedicato al “Terremoto Maya”.

Attenzione però: a dispetto di nomi e nomignoli accattivanti e ironici i petardi rappresentano veri e propri ordigni che mettono a rischio l’incolumità di feste e festeggiati. E i bilanci di ogni inizio d’anno delle Forze dell’Ordine ne è una triste testimonianza.

Solo nel mese di dicembre 2012 i carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno sequestrato ad Afragola quasi una tonnellata di fuochi artificiali; a Castellammare oltre 50 chili di fuochi non autorizzati; a Gragnano 140 bombe del peso oscillante fra 150 e 400 grammi (in tutto circa 150 chili di materiale); a Mugnano di Napoli gli artificeri del corpo hanno sequestrato infine un chilo di polvere e a Torre del Greco sono stati rinvenuti 350 ordigni esplosivi privi di classificazione.

Molto spesso i costi accessibili di queste vere e proprie ‘bombe a mano‘ ne determinano una diffusione su larga scala, fra chi, ignaro dei pericoli, decide di festeggiare così l’arrivo dell’anno nuovo: per questo i carabinieri hanno avviato una campagna di sensibilizzazione dei rischi da petardi e fuochi d’artificio nelle scuole della regione. A prendere parte all’iniziativa sono stati 3 000 studenti di scuole elementari, medie e superiori del Casertano e 300 tra docenti e familiari degli alunni.