I prezzi dei carburanti si presentano oggi in diminuzione, poiché sono validi i ritocchi al ribasso praticati venerdì scorso. Questo nonostante gli aumenti che sono stati effettuati sui mercati internazionali sia su benzina sia su diesel.
Per ora, a tale incremento hanno risposto solo le pompe no-logo, che quindi inaugurano la settimana con prezzi più alti rispetto a quella passata.
Conseguenza di questa situazione sono le “punte”, ancora in discesa, con la benzina a 1,967 euro/litro, il diesel a 1,828 e il gpl a 0,858.
Le medie, invece, indicano la benzina a 1,900, il diesel a 1,796 e il gpl a 0,826 euro al litro.
La situazione, a livello Paese, ci presenta, in modalità servito, il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,885 euro/litro di Eni all’1,900 di IP (no-logo su a 1,760).
Per il diesel si passa dall’1,788 euro/litro di Shell all’1,796 di IP (no-logo fino a 1,673).
Il gpl infine e’ tra 0,813 euro/litro di Esso e 0,826 di IP, Q8 e TotalErg (no-logo stabili a 0,798)
Ribassi timidi dei prezzi della benzina, che erano cominciati ieri con Eni a fare, ancora una volta, da traino.
La compagnia del cane a sei zampe aveva infatti proposto la benzina a un centesimo in meno e oggi vediamo Esso, Shell, Tamoil e TotalErg fare lo stesso, oltre a proporre il diesel a -0,5 centesimi al litro. Q8, invece, ribassa la sola benzina di 0,8 centesimi.
Se si pensava a ribassi più consistenti, conviene non illudersi, anche a causa dell’aumento di benzina (+41,5 dollari) e diesel (+19,7) sui mercati internazionali, che ha frenato i ribassi anche nelle pompe no-logo.
I prezzi più alti vedono la benzina a 1,970 euro/litro, il diesel a 1,830 ed il gpl che prosegue nella salita a 0,860. Le medie nazionali si posizionano a 1,901 euro/litro per la verde, 1,797 per il diesel e 0,826 per gpl.
A livello Paese, invece, il prezzo medio per la benzina va dall’1,886 euro/litro di Eni all’1,901 di IP e Tamoil (no-logo giù a 1,743).
Per il diesel si passa da 1,789 euro/litro di Shell a 1,797 di IP (no-logo a 1,664).
Il gpl infine è tra 0,812 euro/litro di Esso e 0,826 di IP (no-logo a 0,797).
Le previsioni sui prezzi dei carburanti sono state rispettate e dopo la chiusura dei mercati internazionali di venerdì, niente è cambiato.
Il week-end è stato dunque caratterizzato da una quasi totale stabilità, se si esclude la Toscana, dove la cancellazione dell’addizionale regionale ha portato ad un calo di 5 centesimi sulla benzina.
Ciò però non ha contribuito a far scendere i prezzi nell’area del centro Italia, dove tuttora la benzina verde rimane la più cara.
A questo proposito, i picchi sono a 1,976 euro/litro per la benzina e a 1,835 per il diesel. In salita il gpl, oggi a 0,854.
Per quanto riguarda le medie nazionali si posizionano a 1,905 euro/litro per la verde, 1,797 per il diesel e 0,818 per il gpl.
A livello Paese, invece, i prezzi in modalità servito vanno dall’1,892 euro/litro di Eni all’1,905 di Tamoil (no-logo giu’ 1,753) per la benzina.
Per il diesel si passa dall’1,792 euro/litro ancora di Eni all’1,797 di IP (no-logo in flessione a 1,668). Il gpl infine e’ tra 0,801 euro/litro di Esso e 0,818 di TotalErg (no-logo a 0,796).
Dopo che Eni aveva dato il “la” ad una nuova manche di ribassi sui prezzi dei carburanti, molte compagnie hanno deciso di fare altrettanto.
Il fine settimana, dunque, sarà caratterizzato da prezzi ritoccati per difetto da Esso, IP e Q8 che tagliano benzina e diesel di 2 cent euro/litro mentre TotalErg interviene con 2,5 sulla verde e 2 cent sul diesel e Tamoil e Shell con 1 cent sempre su entrambi i prodotti.
La conseguenza più lampante è il prezzo più alto della benzina, che dal 22 agosto per la prima volta scende sotto i 2 euro e si assesta su 1,996 euro al litro, mentre il diesel e’ a 1,844 euro/litro e il gpl a 0,850.
Le medie nazionali invece sono a 1,918 per la verde, 1,805 per il diesel e 0,817 per il gpl.
A livello Paese, il prezzo medio praticato della benzina, in modalità servito, va oggi dall’1,900 euro/litro di Eni all’1,918 di Tamoil (no-logo in forte discesa fino a 1,778).
Per il diesel si passa dall’1,799 euro/litro ancora di Eni all’1,805 di Tamoil (no-logo in calo a 1,683).
Il gpl infine e’ tra 0,803 euro/litro di Esso e IP e 0,817 di Eni (no-logo a quota 0,794).
Sostanzialmente non cambia nulla e, anche in vista del fine settimana, i prezzi dei carburanti rimarranno i medesimi, ovvero altissimi.
Chi sperava, dunque, in un calo dovuto al ribasso di oltre 50 dollari a tonnellata della benzina in Mediterraneo e il conseguente ritocco al ribasso del diesel, rimarrà deluso.
Anzi, benzina e diesel si presentano con prezzi che, rispetto ai tre anni precedenti, sono di almeno 2 centesimi sopra la media.
A questo punto, si guarda al Governo con molta attenzione, e in particolare si attende un intervento sull’imposizione fiscale, atteso dalle associazioni dei consumatori e da quelle dei gestori.
E sembra che il Ministero dello Sviluppo Economico stia preparando un decreto che fa ricorso al meccanismo dell’accisa mobile per compensare l’extragettito Iva, con un impatto per i consumatori finali compreso tra 1 e 2 centesimi.
Per ora, però, i prezzi medi nazionali sul servito indicano la benzina a 1,935 euro/litro, diesel a 1,823 sul diesel e gpl a 0,818, con punte massime a 2,019, 1,858 e 0,842 euro/litro.
Scendendo nel dettaglio, ecco che a livello Paese il prezzo medio praticato della benzina va oggi dall’1,927 euro/litro di Esso all’1,935 di Q8, Shell e TotalErg (no-logo in lieve discesa a 1,840).
Per il gasolio si passa dall’1,811 euro/litro ancora di Esso all’1,823 di Shell (no-logo a 1,718).
Il gpl e’ tra 0,797 euro/litro di Esso e 0,818 di TotalErg (no-logo a quota 0,792).
C’era da aspettarselo: dopo il super sconto sui carburanti di Eni con la campagna Riparti con l’Eni, è cominciata una vera e propria “guerra” al ribasso.
I primi a fare la loro contro mossa sono stati Q8, che ha proposto, fin dal primo mattino del sabato, prezzi perfino inferiori a quelli di Eni, i cui sconti cominciavano alle 13, e Esso, con prezzi minimi benzina a 1,595 euro/litro e 1,495 per il diesel.
Concorrenziali anche i prezzi dei no-logo e dei centri commerciali come Auchan, Carrefour e Conad.
Per questo motivo, i prezzi dei carburanti anche stamattina si presentavano stabili, con un minimo di dall’1,812 euro/litro di Eni all’1,821 di Tamoil per la benzina, mentre il diesel si presenta con prezzi che vanno da 1,702 euro/litro di Eni e Q8 a 1,708 di Tamoil (no-logo giù a 1,563). Il Gpl infine e’ tra 0,781 euro/litro di Eni e 0,811 di Tamoil (no-logo a 0,770).
Ma chi ci crede più alla favola dell’inflazione che sta intorno al 2%? Sorpresa sorpresa… la Bce. Si vede che i signori di Francoforte non vanno molto spesso a fare la spesa o che, in Germania, i panieri sono calcolati in modo differente. Fatto sta, che secondo un articolo pubblicato sul bollettino mensile della Banca centrale Europea, i beni energetici, soprattutto i carburanti, e gli alimentari hanno subito la maggiore impennata dei prezzi dal 2002, anno dell’introduzione dell’euro.
La scoperta dell’acqua calda. Sì, come sa bene ogni persona che fa la coda in cassa al supermercato o al distributore. Ma la sorpresa viene dalle percentuali. Se l’inflazione tendenziale nell’area è stata in media del 2,1% (ma dove???), il rincaro medio annuo dei prezzi dei prodotti energetici è stato invece del 5,4%: +9,6% per i carburanti liquidi. I prezzi degli alimentari trasformati, invece, sono aumentati in media annua del 2,8%.
I prezzi degli alimentari freschi hanno registrato un incremento medio dell’1,9%: 2,4% per il pesce, 2,2% per la frutta, 1,8% per la carne e 1,4% per la verdura. Per quanto riguarda i prezzi dei servizi, rileva la Bce, il tasso annuo di crescita dall’introduzione del contante in euro si è collocato al 2,2%, sostanzialmente in linea con l’inflazione media.
Nei dieci anni dell’euro, nella voce ‘saloni di parrucchiere e istituti di bellezza’ i prezzi sono aumentati del 2,2% all’anno, mentre nella categoria ‘ristoranti, bar e simili’ sono aumentati del 2,8%. Ditelo ai poveri cristi che 10 anni fa per pizza e birra spendevano 10mila lire e oggi se se la cavano con 30 euro possono accendere un cero di ringraziamento…
Complessivamente, dall’introduzione del contante in euro, i prezzi dei singoli prodotti e servizi nell’area, sottolinea la Bce, “hanno seguito andamenti fortemente divergenti. A fronte dell’impatto al rialzo dei prezzi dei beni energetici e alimentari dovuto agli shock sulle quotazioni mondiali delle materie prime, c’è stato l’effetto frenante dei prezzi dei beni Tlc, determinato dai progressi tecnologici in questo settore. Nel contempo, la dinamica dei prezzi dei servizi è rimasta sostanzialmente in linea con il tasso di inflazione armonizzata“. Signori della Bce: che film avete visto in questi 10 anni?
Inflazione in caduta nel mese di gennaio. A confermarlo le stime preliminari dell’Istat: l’inflazione è passata al 3,2% dal 3,3% di dicembre. Anche se il carrello della spesa continua a correre, segnando un +4,2%. A segnare i rialzi più forti sono infatti, benzina, caffè e zucchero.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivita’ (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,2% nei confronti di gennaio 2011 (era +3,3% a dicembre 2011), mentre l’inflazione acquisita per il 2012 e’ pari all’1,6%.
Al netto dei soli beni energetici infatti, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo scende al 2,2% dal 2,3%, di dicembre. Il rallentamento della corsa dell’inflazione è dovuto infatti al lieve aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+3,9% rispetto al +3,8% di dicembre 2011), compensato però dal calo di quello dei servizi (+2,3% rispetto al +2,5% del mese precedente).
I rincari colpiscono soprattutto le spese quotidiane: a segnare picchi di aumento record sono la benzina (+4,9%) e il gasolio (+4,7%) – gennaio il mese più salato per i carburanti – ma anche il caffè (+16,5%) e lo zucchero (+15,9%). Le bollette a fine mese si fanno poi sentire, con un’impennata per il gas pari al +15,4% e per la luce del +11,3%.
Segnali positivi, grazie all’eliminazione dell’imposta di bollo sui conti corrente inferiori ai 5 000 euro (-6,5% ) le spese finanziarie e bancarie hanno registrato un calo sostanziale.
Federconsumatori però avverte: “le famiglie dovranno far fronte a una stangata di 928 euro all’anno”. Le famiglie infatti guardano più alla crescita dei prezzi per i prodotti acquistati nella quotidianità che al, seppur lieve, rallentamento del tasso d’inflazione registrato nel mese di gennaio 2012. A spaventare senza dubbio maggiormente i consumatori i rincari dei prezzi dei carburanti, destinati a una corsa impazzita difficile da arrestare.
I carburanti e i lubrificanti utilizzati dalle navi da pesca sono deducibili o no?
Il chiarimento è nella risoluzione n. 10/E dell’1 febbraio, che affronta la questione della portata applicativa dell’articolo 8.
La precedente versione dell’articolo 8-bis, assimilava alle cessioni all’esportazione “le cessioni di apparati motori e loro componenti e di parti di ricambio degli stessi e delle navi e degli aeromobili di cui alle lettere precedenti, le cessioni di beni destinati a loro dotazione di bordo e le forniture destinate al loro rifornimento e vettovagliamento, comprese le somministrazioni di alimenti e di bevande a bordo ed escluso, per le navi adibite alla pesca costiera locale, il vettovagliamento“.
La norma comunitaria ha sostituito il termine “vettovagliamento” con “provviste di bordo” alla voce riguardante le forniture che, per le navi adibite alla pesca costiera, non possono godere della non imponibilità.
Questo ha provocato una serie di incertezze interpretative riguardanti le forniture di carburante previste per questo tipo di imbarcazioni perché, nel novero delle provviste di bordo fanno parte “i generi di consumo di ogni specie occorrenti a bordo per assicurare l’alimentazione degli organi di propulsione della nave e il funzionamento degli altri macchinari e apparati di bordo“. Di conseguenza, nella definizione di provviste di bordo, ricadrebbero anche il carburante e il lubrificante utilizzato per l’alimentazione degli organi di propulsione della nave.
La soluzione presa dall’Amministrazione finanziaria si basa sulla versione in italiano, secondo la quale sono esentate “le cessioni di beni destinati al rifornimento e al vettovagliamento delle navi adibite alla navigazione in alto mare e al trasporto a pagamento di passeggeri o utilizzate nell’esercizio di attività commerciali, industriali e della pesca, nonché delle navi adibite ad operazioni di salvataggio ed assistenza in mare e delle navi adibite alla pesca costiera, salvo, per queste ultime, le provviste di bordo“.
Il cavillo riguarda il termine “provviste di bordo” perché, se si trattasse sia dei beni destinati al rifornimento sia al vettovagliamento, le navi adibite alla pesca costiera non godrebbero in nessun caso dell’applicazione del regime di non imponibilità previsto dall’articolo 148 della direttiva.
Confrontando, poi, la versione inglese con quella italiana, pare che non ci siano dubbi sul fatto che il termine “provviste di bordo” è stato usato come sinonimo di “vettovagliamento”, pertanto l’Agenzia delle Entrate conclude che alla modifica normativa possa attribuirsi una finalità esclusivamente redazionale che non incide sulla portata del regime di non imponibilità applicabile al rifornimento di carburante delle navi adibite alla pesca costiera.
Sulla base di queste argomentazioni, ai soli fini dell’interpretazione dell’articolo 8-bis del Dpr 633/1972, al termine “provviste di bordo” va quindi attribuito un significato più ristretto, limitato al solo vettovagliamento, rispetto a quello utilizzato ai fini doganali dall’articolo 252 del Tud.
La crisi ha portato all’esasperazione alcuni settori dell’economia della Sicilia. Il Movimento dei Forconi raggruppa sotto le sue insegne, pescatori, contadini, autotrasportatori, edili e disoccupati che stanno bloccando i punti nevralgici dell’isola. Il movimento chiede le dimissioni del presidente regionale Raffaele Lombardo e la riforma delle classe politica. I trasporti sono bloccati, centinaia di persone sulle barricate chiedono la defiscalizzazione dei carburanti e dell’energia elettrica.