Case vacanza sì, ma di lusso

Altro che low cost. In Italia non manca mai chi preferisce vacanze esclusive al posto di vacanze a basso prezzo, magari in case vacanza. Sì, perché la soluzione delle case vacanze non è certo meno costosa di altre più chic, basta solo sapere dove andare e avere un portafogli piuttosto gonfio.

Nello specifico, le località più costose ad agosto dove trascorrere le ferie in case vacanza sono Positano, Portofino e Taormina, almeno stando a un’analisi del portale Casevacanza.it, specializzato in affitti turistici e partner di Immobiliare.it. chi vorrà trascorrere giorni di relax in questi tre borghi, per le proprie case vacanza dovrà essere disposto a scucire fino a 200 euro a notte.

Lo studio del portale ha preso in considerazione il costo giornaliero di un alloggio-tipo – un appartamento con quattro posti letto – affittato nelle settimane centrali del mese di agosto: si sono classificate prime, con una spesa media richiesta identica, Positano e Portofino, dove si spendono 200 euro a notte per le case vacanza.

È sempre al mare la terza sul podio, Taormina, in cui vengono chiesti mediamente 190 euro per un affitto turistico. Si tratta di cifre importanti e che, in queste località, non hanno subito variazioni annuali, pur consentendo a chi non è disposto a rinunciare alle loro bellezze e al loro fascino di risparmiare circa il 30% rispetto alle tariffe medie degli hotel nelle stesse località.

Per l’estate 2016 è invece la Campania la regione più popolata di mete high cost per le case vacanza. Rientrano nella top 20 di Casevacanza.it, oltre a Positano, anche Amalfi (media di 155 euro al giorno), Capri (160 euro) e Ischia (140).

Oltre a Taormina, della Sicilia si trovano in classifica anche Lipari e Favignana, dove le case vacanze costano mediamente 160 euro a notte. In Sardegna, invece, le località con i prezzi più elevati sono Porto Cervo (Arzachena), con una media di 180 euro a notte, La Maddalena (170) e Alghero (165).

Unica località di montagna nella top 20 delle case vacanza è Cortina d’Ampezzo, che non perde il suo fascino nemmeno nella bella stagione e registra un costo medio di 175 euro, piazzandosi quinta.

In Toscana, Porto Santo Stefano è la località più cara con una media di 170 euro a notte, seguita da Forte dei Marmi (140) e Castiglione della Pescaia (130). Il Lazio piazza in classifica Ponza (170 euro a notte) e Sperlonga (150 euro).

Non male anche i prezzi delle case vacanza in Salento, che piazza in classifica 3 località, Otranto, Gallipoli e Porto Cesareo, con prezzi che vanno dai 150 ai 125 euro.

Casa in montagna? Sì, grazie

Nonostante l’assenza di neve sulle Alpi che ci potrebbe accompagnare fin dopo Natale, per la stagione invernale 2015/2016 arrivano segnali positivi sull’afflusso di turisti, italiani e non, nelle località di montagna del nostro Paese.

Una ventata di positività pare aver interessato anche il mercato immobiliare e quello della casa vacanza in montagna, che ha visto una ripresa della domanda testimoniata anche dalle cifre e dalle dinamiche riscontrate dal Gruppo Tecnocasa.

La stagione invernale è infatti ormai iniziata in molte località e dopo che, negli anni scorsi, la crisi economica si era fatta sentire su questo settore, ora iniziano ad arrivare segnali positivi. Già la scorsa estate si è registrato un aumento del 20% di presenze lungo tutto l’arco alpino, che ha spinto verso l’alto il mercato immobiliare nelle località di montagna.

Nei primi sei mesi del 2015 le quotazioni delle abitazioni di montagna sono diminuite del 3,1%, con buone performance del Trentino Alto Adige (-1,9%), seguito da Piemonte (-2,7%) e Valle d’Aosta (-2,9%). In Abruzzo il calo più forte dei valori, con -8,5%, seguito dal Veneto (-4,4%).

Piacciono soprattutto le località di montagna più dinamiche e vivaci, che offrono al turista più esperienze e servizi: dallo shopping alle terme, passando per la gastronomia. E sono spesso i turisti che, una volta presa confidenza con il luogo, si informano poi per acquistare la casa.

Questa ventata di positività sembra aver interessato anche il mercato della casa vacanza di montagna che, nel primo semestre del 2015, ha visto una contrazione dei prezzi ma anche una ripresa della domanda grazie a valori più bassi e a mutui più convenienti.

Natale 2015? In montagna e in case vacanza

Abbiamo visto che il recentissimo Ponte dell’Immacolata, da sempre prova generale per le vacanze di Natale, ha fatto ben sperare gli operatori del turismo. Ora, aspettando la neve sulle località montane del Nord, fioccano le ricerche e le indagini sui consumi e sul turismo per il Natale 2015 e riservano sorprese interessanti.

Una di queste è l’affermazione delle case vacanza come formula per trascorrere le vacanze di Natale 2015. Dalle analisi effettuate dal portale Casevacanza.it monitorando le ricerche e le prenotazioni effettuate per il periodo tra il 21 dicembre e il 10 gennaio, emerge che la domanda di queste strutture ricettive è cresciuta di circa il 20% per il Natale 2015 rispetto al Natale 2014. Parallelamente è aumentata l’offerta, in media del 25% nelle località montane.

La motivazione principale che spinge gli italiani alla scelta delle case vacanza per trascorrere le festività del Natale 2015 è legata al risparmio, che è in media del 35% rispetto a un hotel di pari livello nelle principali località montane italiane.

E, a proposito di destinazioni, sempre secondo le rilevazioni di Casevacanza.it, le mete predilette per il Natale 2015 in montagna sono Livigno (Sondrio), Cortina d’Ampezzo (Belluno) e Ponte di Legno (Brescia), seguite da Andalo, Folgaria e Pinzolo (Trento).

Passare le vacanze nelle case delle tre località ha costi diversi: si va dai 190 euro a notte per una casa vacanza con quattro posti letto a Cortina (cifra che sale a 300 euro a Capodanno) ai 70 euro di Ponte di Legno.

Come era immaginabile, le località delle Alpi distribuite tra Trentino Alto Adige, Lombardia e Valle d’Aosta mettono insieme oltre la metà delle prenotazioni di case vacanza per il Natale 2015: 55%. Gli utenti delle case vacanza montane non mancano però nemmeno al Centro, grazie soprattutto alle località abruzzesi di Ovindoli e Roccaraso.

Il commento di Francesco Lorenzani, amministratore delegato di Feries srl, società proprietaria del portale Casevacanza.it: “Il comparto turistico montano è uno dei più significativi del nostro Paese. Gli ultimi dati dell’Osservatorio turistico della montagna hanno rivelato un fatturato complessivo pari all’11,5% del sistema turistico nazionale. In questa ampia fetta, il settore degli alloggi extra alberghieri ha ormai assunto una rilevanza notevole: le case vacanza sono sempre più amate e non a caso registriamo una leggera crescita dei prezzi, pari al 5-7%“.

Quest’anno la settimana bianca è low cost

Una volta la settimana bianca era uno status symbol, una parentesi bianca per pochi e fortunati ricchi che per sette giorni staccavano e si rilassavano nella loro casa di montagna, alla faccia dei comuni mortali. Poi lo sci è diventato un fenomeno di massa, il livello medio degli stipendi si è alzato e la settimana bianca si è resa disponibile a molti, più in albergo che in una casa di proprietà.

Poi è arrivata la crisi, i ricchi sono diventati sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, il cento medio si sta polverizzando ma la settimana bianca trova un’alternativa per sopravvivere grazie all’affitto delle case vacanza e alle locazioni turistiche. Di fatto, quindi, la settimana bianca diventa low cost, come i tempi impongono.

Lo ha rilevato il sito rentitalia.com, sito partner di idealista.it, che ha fatto un po’ di conti sulla disponibilità di case private in affitto in alcune delle maggiori località sciistiche italiane per la settimana bianca. Ebbene, intanto c’è da registrare un incremento del 55% di case private in affitto rispetto allo scorso anno, anche a causa, sostiene rentitalia.com, dell’aumento del carico fiscale sugli immobili. 

Nell’85% dei casi rilevati, le abitazioni disponibili per la settimana bianca sono appartamenti, mentre il rimanente 15% se lo spartiscono chalet, baite e ville. La media delle stanze da cui sono composte le abitazioni disponibili è 3, mentre il 20% delle case disponibile ha un deposito per gli sci e un camino, che fanno tanto settimana bianca. 

Venendo alle cifre e ai prezzi, rentitalia.com stima che il risparmio medio che si ha affittando una casa per la settimana bianca anziché soggiornando in hotel oscilla tra il 40% e il 50%. Un appartamento con 6 posti letto in affitto in una località dell’Alto Adige costa mediamente 1.300 euro a settimana, 600 dall’altra parte delle Alpi, in Valle d’Aosta, per un bilocale con 4 posti letto.

Sempre parlando di bilocali con 4 posti letto, ci sono località da settimana bianca che non conoscono crisi, o quasi, come Cortina, dove il costo medio di quella tipologia di casa è di 163 euro a notte, o Livigno (146 euro a notte) e Courmayeur (128 euro a notte). Chi vuole spendere qualcosa meno deve scegliere Sestriere, dove si soggiorna mediamente con 120 euro a notte, Madonna di Campiglio, Ortisei e Canazei (100 euro a notte).

Un Natale in casa… vacanza

C’è la crisi? Viaggiare costa troppo? Gli hotel sono un salasso? Meglio la casa vacanza. Questa, almeno, sembra essere stata la tendenza delle recenti vacanze natalizie per gli italiani. Non un semplice “Natale con i tuoi”, ma un vero boom del business del turismo in casa vacanza.

Il portale Casevacanza.it ha monitorato i trend della domanda e dell’offerta da un lato, e il volume delle prenotazioni dall’altro, e ha rilevato che le case delle località turistiche hanno, in buona parte, registrato il tutto esaurito.

Secondo Francesco Lorenzani, responsabile di Casevacanza.it, “il 2013 è stato l’anno di vera esplosione del fenomeno delle case vacanza in Italia e non è un caso che il picco di richieste si sia registrato proprio alla fine di dicembre e all’inizio di gennaio. Il settore degli alloggi extra alberghieri ha registrato, rispetto al 2012, un incremento delle prenotazioni che sfiora il 30%. Le case vacanze sono viste come strutture più economiche rispetto agli hotel, ma anche più flessibili e pratiche per chi si muove con bambini, anziani o in grandi gruppi”.

Se si scelgono sempre più voli low-cost, si torna a viaggiare in bus e i tour operator parlano di cali superiori al 30% per le prenotazioni in hotel durante le vacanze di Natale, chi non rinuncia alla vacanza vuole risparmiare: la casa vacanza, pare essere l’ideale in questo senso, perché unisce il risparmio alla libertà di gestione.

A crescere, tuttavia, non è solo la domanda ma anche l’offerta di affitti turistici. L’esigenza di “fare cassa” e di mettere a reddito un immobile poco usato, la volontà di diventare piccoli imprenditori nel settore turistico e la semplicità di gestione delle case vacanza sono tutti fattori che hanno fatto aumentare il numero di immobili dati in affitto: la crescita, in media, rispetto allo scorso anno è stata pari al 20%, con picchi del 50% e oltre in alcune zone del Paese.

Il fenomeno, tuttavia, non si sta sviluppando uniformemente in tutto il Paese, limite tipico dell’Italia. Sul fronte della domanda, le regioni da cui arriva il maggior interesse per le prenotazioni sono Lombardia e Lazio, mentre le regioni nelle quali la domanda è cresciuta maggiormente sono Campania e Piemonte; sul fronte dell’offerta, invece, la concentrazione maggiore di case vacanza si ha in Puglia, Sicilia e Toscana: Puglia e Sicilia sono le regioni che nel corso dell’anno hanno visto la crescita maggiore rispetto al 2012.

Iva detraibile per principio per le case vacanza

di Giulia DONDONI

Nella risoluzione n.18/E del 22 febbraio viene fatta chiarezza sul fatto che gli immobili abitativi destinati a un’attività di tipo ricettivo, che si tratti della gestione di case vacanza o il semplice affitto di camere, devono essere trattati come fabbricati strumentali per natura, a prescindere dalla classificazione catastale. Va da sé che l’Iva assolta per il loro acquisto e la loro manutenzione è detraibile.

L’art. 19-bis1, lettera i), del Dpr 633/1972 preclude la detrazione dell’Iva assolta correlata all’acquisto e alla manutenzione di immobili abitativi che risultino tali dalle risultanze catastali, a prescindere dal loro utilizzo effettivo (circolare n. 12/E del 2007). Nella sua “deroga” vi è la coerenza di sistema con i principi generali dell’Iva: imponibilità delle prestazioni di alloggio = detraibilità dell’acquisto di beni o servizi a esso collegati.

L’imponibilità delle prestazioni di alloggio era già stata affermata dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione 117/E del 2004 e nella circolare n. 12/E del 2007: “gli immobili abitativi, quando sono destinabili, secondo la normativa regionale di settore, ad attività turistico-alberghiera, danno luogo a prestazioni di alloggio imponibili ad Iva con l’aliquota del 10 per cento, ai sensi del n. 120) della Tabella A, Parte III, allegata al decreto Iva”.

Case vacanza: uscire dagli schemi per attirare turisti

Gruppo Immobiliare.it ha evidenziato, analizzando i dati ricavati dal sito CaseVacanza.it, che sempre più italiani scelgono di fare le loro ferie in una casa presa in affitto. Ciò che più colpisce è che se l’aumento degli italiani che affittano case vacanze è del 15%, considerando chi cerca offerte fuori dagli schemi sale addirittura al 44%.

Si tratta di un elevato spirito imprenditoriale quello che muove migliaia di proprietari di casa vacanze che hanno intuito l’importanza della differenziazione per raggiungere nuovi target e attirare gente anche in zone a limitata vocazione turistica.

A Lazise, in provincia di Verona, si può scegliere di soggiornare in un appartamento ricavato in una corte settecentesca appena ristrutturata. In provincia di Arezzo si può andare a fare le vacanze in una suite totalmente indipendente in un mulino del 1600 o, se suite e mulini non fanno per voi, in una splendida villa costruita sulle rovine di un antico convento.

Ma c’è posto anche per un appartamento in affitto all’interno di un parco botanico, la casa colonica del 1800 restaurata da un gruppo di giovani artisti che hanno realizzato alcuni appartamenti a tema, le fattorie biologiche che offrono anche corsi di mungitura.

Cedolare secca, estensione a studenti fuori sede e case vacanza

Alle viste una estensione del provvedimento sulla cedolare secca. Dopo essere stata applicata ai canoni di locazione residenziali di tipo standard, sarà allargata anche agli affitti di breve durata (anche inferiori al mese) e a quelli relativi a una sola stanza dell’immobile. In pratica un tentativo di stanare il nero sulle case vacanza e sugli affitti destinati agli studenti fuori sede.

La specifica dell’allargamento è contenuta nella circolare che l’Agenzia delle Entrate ha diffuso per chiarire i dubbi sorti attorno all’argomento. Nel documento si legge anche che se la cedolare secca viene applicata a una porzione dell’immobile, anche le altre, se date in locazione, dovranno essere assoggettate allo stesso regime; diverso il caso di un unico immobile cointestato a diversi proprietari. Se sarà dato in affitto, ciascuno dei proprietari potrà scegliere di servirsi del regime di cedolare secca o meno, senza che questo obblighi gli altri titolari a scegliere lo stesso regime di tassazione.

Se invece l’immobile è di proprietà di una società (di persone o di capitali), di un ente (commerciale o meno), se si trova all’estero o viene subaffittato, non può sottostare al regime della cedolare secca.