Pensione, semplificata la ricongiunzione dei contributi

Per accedere alla pensione più facilmente e con un assegno che sia congruo rispetto ai contributi effettivamente versati, chi nel corso della sua carriera ha cambiato posizioni e anche cassa previdenziale, può chiedere la ricongiunzione dei contributi, ma ora con un’importante novità, infatti grazie a una convenzione tra Inps e altre casse previdenziali, la procedura è semplificata.

Ricongiunzione dei contributi, semplificata la procedura

Con il Messaggio 1739 del 12 maggio 2023 l’Inps ha reso note le nuove modalità semplificate che i cittadini possono utilizzare per richiedere la ricongiunzione dei contributi. La nuova disciplina è frutto di una convenzione quadro tra l’INPS e le Casse/Enti previdenziali per lo scambio telematico di comunicazioni conseguenti all’esercizio della facoltà di ricongiunzione di cui alla legge 5 marzo 1990, n. 45.

Nel tempo le scelte di lavoro sono diventate sempre più frammentate, questo vuol dire che nel tempo si cumulano contributi come lavoratori autonomi o professionisti, come dipendenti del settore pubblico o privato e ci si iscrive di conseguenza a diverse casse previdenziali. A fini pensionistici si possono scegliere due strade, cioè mantenere separati tali contributi e quindi accedere in un secondo momento a più assegni pensionistici, oppure chiedere la ricongiunzione o totalizzazione. La seconda scelta è consigliata soprattutto nel caso in cui con un ente non si maturano i requisiti per accedere alla pensione o quando si perde il lavoro e si vuole uscire dal mercato.

Abbreviati i tempi per la ricongiunzione dei contributi

La legge 45 del 1990 riconosce al lavoratore dipendente, del settore privato o pubblico, e al lavoratore autonomo iscritto a forme obbligatorie di previdenza la facoltà di richiedere la ricongiunzione dei contributi versati alle varie casse e di ricevere quindi un’unica pensione. Prima della introduzione delle nuove norme, il lavoratore per ottenere tale effetto doveva iniziare uno scambio di comunicazioni tra l’Istituto e le Casse professionali, mediante raccomandata A/R o Posta
Elettronica Certificata (PEC).

Con il cambio del quadro normativo la procedura è stata notevolmente semplificata e grazie a questa convenzione, quando il lavoratore chiede la ricongiunzione dei contributi a fini pensionistici, vi è uno scambio telematico tra Inps e le casse previdenziali coinvolte che consente in breve tempo di semplificare e velocizzare le comunicazioni.

Sottolinea la convenzione che lo scambio dei dati avviene comunque nel rispetto delle normative sulla privacy.

In ogni caso l’eventuale assegno pensionistico sarà comunque pagato pro-quota dai vari enti coinvolti.

Altre informazioni

Deve essere sottolineato che la ricongiunzione può essere chiesta anche per ottenere la pensione di reversibilità e quella di inabilità.

La brutta notizia è che la ricongiunzione dei contributi prevede un costo da sostenere sebbene lo stesso sia deducibile.

Leggi anche: Pensioni, conviene di più la ricongiunzione o il cumulo dei contributi?

 

Bonus 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti: il decreto attuativo

Dopo una lunga attesa sembrano essere definite anche le modalità per la richiesta del bonus di 200 euro da parte dei lavoratori autonomi, professionisti, titolari di partita Iva. Ecco il contenuto del decreto attuativo firmato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando.

Requisiti per ottenere il bonus di 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti

Il bonus di 200 euro spetta ai lavoratori che non abbiano un reddito superiore a 35.000 euro. Ai lavoratori dipendenti del settore privato è stato erogato dal datore di lavoro. Mentre per i lavoratori del settore pubblico e i pensionati l’erogazione è avvenuta direttamente dall’INPS. Tocca ora definire le modalità operative per i lavoratori autonomi, come previsto dall’articolo 33 del decreto Aiuti. Anche per lavoratori autonomi e professionisti vi è il limite del reddito annuo di 35.000 euro.

Per poter accedere al beneficio, il lavoratore deve essere iscritto a una delle gestioni previdenziali dell’INPS. In alternativa agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al D.Lgs. 30 giugno 1994, n. 509 e al D.Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103. L’iscrizione deve essere avvenuta prima dell’entrata in vigore del decreto Aiuti (18 maggio 2022). Inoltre deve essere stato effettuato almeno un versamento per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione.

Come richiedere il bonus di 200 euro per partita Iva e professionisti?

Nel comunicato è specificato che i lavoratori autonomi per poter richiedere il bonus di 200 euro devono seguire le istruzioni che saranno rese disponibili dagli enti di gestione previdenziale. Ad esempio chi è iscritto alla Gestione Separata INPS deve attendere le istruzioni dell’INPS, chi è iscritto a un’altra cassa previdenziale deve attendere le istruzioni operative fornite da queste. Questo vuol dire che attualmemnte non è ancora possibile effettuare la richiesta. Ogni lavoratore autonomo dovrà prestare attenzione ai siti e alle informazioni che arrivano direttamente dagli enti gestori della previdenza e assistenza obbligatoria per il proprio settore.

Per l’erogazione del bonus di 200 euro previsto nel decreto Aiuti al fine di aiutare le famiglie e i professionisti a fronteggiare gli effetti della crisi energetica e del caro prezzi è stato istituito un fondo presso il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali. Lo stesso vanta un finanziamento per il 2022 di 600 milioni di euro. Questo vuol dire che in caso di eccesso di domande, sarà ridotto proporzionalemnte il contributo erogato a professionisti, lavoratori autonomi e titolari di partita Iva.