Rimborso credito Irpef, fino a quando si può avere?

Quando si presenta la dichiarazione dei redditi senza avere un sostituto di imposta, è direttamente l’Agenzia delle Entrate a rimborsare il credito Irpef con accredito in conto corrente o bonifico domiciliato. Cosa succede però se il rimborso non viene erogato? Fino a quando è possibile richiedere il rimborso credito Irpef?

Rimborso credito Irpef, chi deve chiederlo?

Chi ha il sostituto di imposta, ad esempio il datore di lavoro oppure l’ente che eroga la pensione, riceve automaticamente con lo stipendio o con la pensione l’eventuale rimborso Irpef generato da detrazioni, deduzioni o semplicemente in seguito al versamento di maggiori imposte rispetto a quanto dovuto.

Chi invece non ha il sostituto di imposta, generalmente presenta il modello redditi Persone Fisiche, riceve il conguaglio dall’Agenzia delle entrate. Per chi ha inserito il proprio codice Iban nel cassetto fiscale, a cui si accede con le proprie credenziali ( codice Spid, Cie o Cns) generalmente non vi sono problemi e si riceve il pagamento con accredito. Problemi possono invece sorgere per chi non ha indicato il codice Iban. Ciò che molti non sanno è che il rimborso Irpef va in prescrizione, cioè a un certo punto non è più possibile richiedere il rimborso delle somme, quando capita ciò?

Entro quanto tempo è possibile richiedere il rimborso credito Iperf?

Generalmente chi presenta la dichiarazione senza sostituto di imposta ( disoccupati, partite Iva, lavoratori autonomi) riceve il rimborso entro sei mesi dal termine per la trasmissione della dichiarazione (quindi entro il marzo successivo). In particolare per somme fino a 1.000 euro l’erogazione avviene tra il 15 dicembre ed entro il 22 dicembre, mentre per somme superiori il rimborso avviene successivamente ed entro il mese di marzo.

Il rimborso dei crediti Irpef, in seguito a presentazione della dichiarazione dei redditi, deve essere richiesto entro 48 mesi. Una volta richiesto il rimborso, la prescrizione di tale richiesta si ha entro 10 anni. Nel caso in cui effettuata la richiesta di rimborso dei crediti Irpef e lo stesso non sia erogato dall’Agenzia delle Entrate, è possibile presentare ricorso per ottenere le somme.

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Delega alla consultazione del cassetto fiscale, come fare?

Non tutti sono in grado, in totale autonomia, di consultare il cassetto fiscale del contribuente. Si tratta però di uno strumento importante per i contribuenti perché consente di avere informazioni in tempo reale sulla propria posizione fiscale. Proprio per questo motivo sono in molti ad effettuare la delega per la consultazione della propria cassetta fiscale, ma come funziona?

Come fare la delega alla consultazione del cassetto fiscale?

Cosa si può fare accedendo al proprio cassetto fiscale? Questa è la prima domanda alla quale trovare un risposta. Le operazioni da compiere sono molteplici, ad esempio accedere alla dichiarazione pre-compilata, modificarla, accedere ai modelli F23 ed F24 con i quali si è provveduto ad eseguire pagamenti, accedere a comunicazioni di irregolarità e consultare numerose altre informazioni.

Un contribuente ha chiesto all’Agenzia delle Entrate: Per delegare il commercialista a consultare il mio cassetto fiscale è vero che non è obbligatorio presentare la richiesta in ufficio ma direttamente a lui?

Ecco cosa rispondo i funzionari dell’AdE.

Nella sua risposta l’Agenzia delle Entrate rende noto che ci sono 3 modalità per rilasciare la delega alla consultazione del cassetto fiscale:

  • direttamente on line, mediante l’apposito servizio presente nell’ area riservata. Ricordiamo che per accedere all’area riservata è necessario autenticarsi con Spid, Cie o CNS.
  • presentando il modello di conferimento della delega a un qualunque ufficio dell’Agenzia
  • consegnando lo stesso modello all’intermediario (insieme alla copia di un documento di identità), che trasmetterà i dati all’Agenzia delle entrate.

Nel terzo caso, cioè consegnando il modulo all’intermediario, il contribuente riceverà a casa un codice per l’attivazione della delega alla consultazione. Questo codice deve essere consegnato al proprio intermediario ( commercialista o altro soggetto) che dovrà poi completare le operazioni attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Nel caso in cui il contribuente entro 15 giorni dal momento in cui il professionista ha inviato i dati, non riceve il codice di attivazione, si può chiedere l’attivazione della delega presso un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate dichiarando di non aver ricevuto il codice.

La delega può essere revocata con le stesse modalità.

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Superbonus 110%: 5 miliardi di crediti bloccati nel cassetto fiscale

La sottosegretaria al MEF, Ministero dell’economia e delle finanze, Maria Cecilia Guerra, nel corso delle interrogazioni alle Commissioni Finanze del Senato ha reso noto che nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate sono presenti 5 miliardi di crediti. Ecco perché.

Come funziona il cassetto fiscale

I bonus edilizi, tra cui il Superbonus 110%, consentono ora di ottenere i benefici fiscali anche attraverso la cessione del credito. In passato le agevolazioni avevano una ripartizione in diverse quote annuali di cui poteva avvalersi solo il beneficiario. Ad esempio il proprietario dell’immobile ristrutturato poteva portare in detrazione il 50% delle spese e gli importi avevano la forma di detrazione Irpef in 10 rate.

Oggi tutto è cambiato, infatti è possibile avvalersi dello sconto in fattura oppure cedere il credito a intermediari come le banche. Sono però state limitate fortemente le cessioni multiple. Una volta ceduto il credito all’impresa o alla banca, questi soggetti possono usarlo in compensazione con il loro debito fiscale. I crediti in attesa di accettazione da parte del cessionario, quindi nella fase di analisi delle richieste di cessione del credito restano nel cassetto fiscale.

Perché sono aumentati gli importi presenti nel cassetto fiscale dell’AdE?

Con il passare dei mesi emerge un abuso di questi strumenti e in particolare per quanto riguarda il Superbonus 110% definito dagli stessi esponenti di Governo come una delle truffe più eclatanti della storia d’Italia. Di conseguenza in corso il governo ha provveduto a modificare le norme attraverso misure anti-frode e si è provveduto ad aumentare i controlli. Tutto ciò ha generato confusione e blocchi anche da parte degli intermediari che, raggiunto l’ammontare del loro debito fiscale, non accettano più crediti e comunque prestano particolare attenzione nell’accettazione delle richieste di cessione del credito.

Da questo è derivato che nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate è cresciuto l’ammontare dei fondi disponibili.

In base ai dati dichiarati in audizione da Maria Cecilia Guerra al 19 maggio 2022 risultano in accettazione più di 5 miliardi di euro. Di questi 4 miliardi di crediti sono riferibili ad opzioni di prima cessione e sconto in fattura, 1,1 miliardi sono riferibili a cessioni successive. Inoltre 3,6 miliardi corrispondono a crediti per il Superbonus, mentre 1,5 miliardi si riferiscono a bonus edilizi ordinari.

Secondo il senatore Fenu, firmatario dell’interrogazione parlamentare, il numero elevato di opzioni riguarderebbe soprattutto gli sconti in fattura. Di conseguenza sono crediti maturati dalle imprese che si fa fatica a monetizzare attraverso le banche. Ricordiamo ad esempio che Cassa Depositi e Prestiti ha chiuso da mesi la sua piattaforma di cessione del credito, le banche di piccole dimensioni sono in difficoltà e non accettano tali crediti e le altre sono molto caute per non ritrovarsi crediti che potrebbero diventare carta straccia in seguito ai controlli. Le banche stanno comunque dando la priorità alle cessioni più vecchie.

Partite IVA e lettera di compliance dell’Agenzia delle Entrate

In questi giorni molti titolari di Partita Iva stanno ricevendo una lettera di compliance dall’Agenzia delle Entrate, ma di cosa si tratta e cosa è necessario fare?

Cos’è la lettera di compliance che sta inviando l’Agenzia delle Entrate?

Le lettere di compliance che in questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando ai titolari di partita Iva sono semplici inviti a regolarizzare la posizione con il fisco e questo perché confrontando le dichiarazioni presentate dal contribuente con i dati che l’Agenzia ha ricavato dalla banca dati, emergono delle dissonanze e di conseguenza è necessario regolarizzare la posizione. Dal punto di vista tecnico la lettera di compliance non è un accertamento fiscale, ma una comunicazione che in un certo senso suggerisce di procedere al ravvedimento operoso. Naturalmente nel caso in cui il contribuente non dovesse far fronte a questo onere si procederà ad un vero e proprio accertamento fiscale.

La lettera di compliance non essendo un avviso di accertamento non può essere impugnata, ma si possono fornire chiarimenti al fisco, ad esempio fornendo documenti che possano suffragare le proprie dichiarazioni o comunque la propria posizione. Può essere considerata una sorta di colloquio amichevole con il fisco.

Cosa indica la lettera di compliance dell’Agenzia delle Entrate?

In primo luogo nella lettera di compliance sono indicate le generalità del contribuente con numero di codice fiscale, numero della comunicazione e anno di imposta oggetto della lettera, codice dell’atto.

Molto importante al fine di individuare le discrepanze tra quanto dichiarato e quanto rilevato dall’Agenzia delle Entrate è la differenza tra il totale delle operazioni imponibili dichiarate e quelle che invece risultano tenendo anche in considerazione le fatture elettroniche inviate.

Infine sono indicate al contribuente le modalità attraverso cui può accedere ai dati.

L’accesso ai dati relativi alla propria posizione verso il fisco sono contenuti nel cassetto fiscale, si tratta di un servizio messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate al fine di controllare le proprie fatture e ricevute. Contiene gli atti registrati a partire dal 1986, i rimborsi richiesti dalla dichiarazione dei redditi a partire dal 1994 e le dichiarazioni di imposta dal 1998. Si può accedere all’area privata attraverso i siti fisconline o entratel e con il proprio SPID. In questo caso è possibile inviare comunicazioni solo in formato PDF oppure TIF/TIFF , ogni documento non può avere una dimensione maggiore di 5mb, in caso di documenti di maggiore “peso” è bene suddividerli in più file.

La lettera di compliance è particolarmente dettagliata, infatti sono indicate le operazioni inerenti la dichiarazione oggetto di attenzione con il metodo analitico, in questo modo diventa più facile per il contribuente fornire dichiarazioni e documenti.

Lettera di compliance e ravvedimento operoso

Naturalmente nel momento in cui ci si rende conto che effettivamente l’Agenzia delle Entrate ha “ragione”, il consiglio è quello di operare attraverso il ravvedimento operoso. Questo consente di pagare le maggiori somme accertate con una riduzione delle sanzioni applicate. I nuovi importi saranno così calcolati:

  • maggiore imposta dovuta;
  • interessi legali maturati dal momento in cui si doveva effettuare il pagamento al momento in cui effettivamente lo stesso si esegue;
  • applicazione della sanzione in misura ridotta.

Per compiere le operazioni è necessario utilizzare il modello F24.

Nel caso in cui ci siano dubbi sulla lettera di compliance è possibile chiedere delucidazioni chiamando al numero verde 800.909.696 da telefono fisso oppure allo 06.96668907 da cellulare dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 17:00. Oppure recandosi alla direzione provinciale di appartenenza o all’ufficio territoriale di competenza. Naturalmente è possibile comunicare con l’Agenzia delle Entrate anche tramite il proprio commercialista di fiducia.

Come trasmettere delega cassetto fiscale

Oggi andremo nel cassetto fiscale, alla ricerca del sapere come effettuare una delega cassetto fiscale ed ulteriormente a capire cosa in esso si comporta. Scopriamo queste ed altre curiosità nella guida di seguito.

Cassetto fiscale, di cosa si tratta

Innanzitutto, partiamo col precisare cosa si intende, quando si parla di cassetto fiscale.

Il cassetto fiscale non è altro che quel servizio che consente la consultazione delle proprie informazioni fiscali, come i dati anagrafici, i dati delle dichiarazioni fiscali, i dati dei rimborsi.

Tale cassetto fiscale può essere ottenuto da chiunque abbia la residenza fiscale in Italia, compresi quei soggetti residenti all’estero che abbiano un codice fiscale italiano.

Per richiedere l’accesso al cassetto fiscale, bisogna rivolgersi all’Agenzia delle Entrate e iscriversi a Fisconline o Entratel (se si è un contribuente o un intermediario). Si può fare tramite il call center dell’Agenzia delle Entrate o a uno sportello territoriale dell’ente.

Andiamo, successivamente a vedere come trasmettere delega per il cassetto fiscale.

Delega cassetto fiscale: come trasmetterla

Stando alle direttive del sito dell’ Agenzia delle Entrate, per poter accedere al Cassetto fiscale è necessario essere in possesso di una identità definita nell’ambito del Sistema pubblico di Identità Digitale (SPID, CIE o CNS) oppure delle credenziali rilasciate dall’Agenzia.

Sempre stando a quanto riportato dal sito apposito, il contribuente può delegare la consultazione del proprio cassetto fiscale agli intermediari di cui all’art. 3, comma 3, del D.P.R. 322/1998, fino a un massimo di due, con le seguenti modalità:

  • online, utilizzando l’apposita funzionalità, disponibile per gli utenti registrati ai servizi telematici nell’area riservata Fisconline/Entratel
  • in ufficio, presentando la delega – pdf sottoscritta a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate
  • consegnando la delega – pdf sottoscritta, insieme alla copia di un documento di identità, all’intermediario, che trasmetterà i dati all’Agenzia delle Entrate. Il contribuente riceverà presso il proprio domicilio fiscale un codice di attivazione da consegnare all’intermediario. In caso di mancato recapito del codice di attivazione, trascorsi 15 giorni dall’invio dei dati da parte del professionista, il delegante potrà richiedere l’attivazione della delega presso un ufficio territoriale dell’Agenzia, dichiarando la mancata ricezione del codice di attivazione.

Chi può avere la delega?

Una domanda non certo di poco conto in merito alla questione è chi può essere delegato a tale operazione.

Anche a questa domanda vi è una risposta, che andiamo a vedere di seguito.

Il Cassetto fiscale può infatti essere richiesto dalla persona fisica/società ma anche dall’intermediario, che in questo modo può consultare i dati relativi ai propri clienti, previa presentazione di apposita delega conferita dai clienti all’intermediario presso l’Agenzia delle Entrate.

Concludendo il discorso, dunque, andiamo a sottolineare che per poter attivare il cassetto fiscale l’intermediario deve presentare tale delega sottoscritta ed il documento d’identità in corso di validità della persona fisica, o del legale rappresentante della società; tale delega In caso di persona fisica deve essere compilata con tutti i dati personali richieste in caso di società.

Questo è quanto, dunque, vi fosse di più utile e necessario da sapere ed evidenziare, in merito alla questione inerente alla possibilità e alla modalità di effettuare delega per consultare il cassetto fiscale.

Cos’è e come accedere al Cassetto Fiscale dell’Agenzia delle Entrate

Per conoscere la propria posizione fiscale, molti contribuenti si affidano al proprio commercialista che deve essere da essi delegato. Tuttavia, esiste la possibilità, per chi se la sente di cimentarsi seguendo le istruzioni, di accedere al proprio cassetto fiscale in autonomia.

Il Cassetto fiscale: cos’è

Per prima cosa, chiariamo cos’è il Cassetto fiscale. Ogni contribuente possiede una serie di documenti fiscali e tramite l’accesso al proprio cassetto fiscale, ha la possibilità di consultarli. L’importante opzione di conoscere la propria posizione fiscale è offerta dall’Agenzia delle Entrate, tramite un servizio online messo a disposizione a cui si può avere accesso attraverso, come vedremo in seguito, all’utilizzo delle proprie credenziali.

I contribuenti che accedono al proprio cassetto fiscale, possono consultare le dichiarazioni dei redditi inviate, ma anche i pagamenti effettuati tramite i moduli F23 e F24. Eventualmente, potrà trovare delle comunicazioni di irregolarità e le certificazioni uniche ricevute.

Il contribuente avrà accesso a tante informazioni fiscali che lo riguardano. Prima di tutto, i dati anagrafici, i dati relativi alle dichiarazioni fiscali, ai rimborsi, ai versamenti effettuati mediante i modelli F23 e F24, i dati patrimoniali, dati e informazioni relativi agli studi di settore e agli indicatori sintetici di affidabilità, le informazioni sul proprio stato di Vies.

Il cassetto fiscale, è dunque un vero e proprio archivio che raccoglie tutte le informazioni fiscali di chi lo consulta.

Accesso al cassetto fiscale

Come già anticipato, per accedere al proprio cassetto fiscale si deve essere in possesso dello SPID, o essere registrato ai servizi telematici Fisconline/Entratel dell’Agenzia delle Entrate. Fatto ciò, andare sul menù Consultazioni dell’area riservata del portale dell’ADE. Gli utenti di Entratel dovranno inserire il proprio codice personale, gli utenti Fisconline dovranno inserire il proprio codice PIN.

Qualsiasi contribuente che abbia la residenza fiscale in Italia o comunque chi è in possesso di un codice fiscale italiano può accedere al proprio cassetto fiscale. Questo importante servizio online gratuito offerto dall’Agenzia delle Entrate è disponibile 23 ore al giorno, solitamente, dalle 5:00 alle 6:00 è in manutenzione.

Cosa si può fare con il cassetto fiscale

Tramite il cassetto fiscale si può accedere alla propria dichiarazione precompilata o consultare le dichiarazioni passate, inviare la dichiarazione dei redditi, registrare o consultare gli atti di registro, conoscere i dati catastali dei propri immobili, procedere al pagamento delle tasse, imposte e contributi.

Le sezioni del cassetto fiscale

La consultazione del cassetto fiscale passa attraverso l’utilizzo di varie sezioni. La prima riguarda l’anagrafica del contribuente, quindi: nome e cognome, data di nascita, codice fiscale, indirizzo di residenza. Nel caso il contribuente sia titolare di partita IVA, ovviamente, sarà indicato anche il relativo numero.

I possessori di partita IVA potranno verificare i dati della propria attività economica, il codice attività e la data di apertura della partita IVA. Esiste anche una sezione denominata “precedenti domicili fiscali” per verificare i vari indirizzi per i quali sei stato reperibile per l’Agenzia delle Entrate (in ordine cronologico). L’utlizzo di questa sezione può rivelarsi utile per trovare eventualmente un atto di accertamento inviato dall’Agenzia delle Entrate a un precedente indirizzo.

Sempre per i titolari di partita IVA, nelle relativa sezione potranno trovare, oltre al numero, il tipo di attività svolta, il luogo dell’esercizio e la residenza, l’autorizzazione per compiere operazioni intracomunitarie. Inoltre, sono reperibili date di avvio e cessazione dell’attività.

Un’altra sezione è dedicata alle dichiarazioni fiscali del contribuente, con tutte le sottosezioni relative consultabili a seconda dei modelli utilizzati.

E’ possibile anche trovare il sostituto d’imposta in caso di lavoro dipendente scegliendo l’anno di interesse, o i clienti in caso di lavoro autonomo.

Una delle parti più interessanti tra le sezioni del cassetto fiscale è la dichiarazione precompilata a cui potrai accedere anche per apportare eventuali modifiche per poi accettarla.

Nel cassetto fiscale è reperibile anche le certificazioni uniche rilasciate dai committenti e datori di lavoro. La relativa consultazione è importante per verificare che siano tutte presenti contenenti redditi e ritenute d’acconto, questo ti permetterà di evitare eventuali problematiche con i suddetti soggetti.

Laddove ci fossero state delle irregolarità nelle dichiarazioni dei redditi, la sezione comunicazioni relativa darà modo di accertarsi di una loro presenza emessa dall’Agenzia delle Entrate. In tal caso, meglio rivolgersi al proprio commercialista.

Nella sezione crediti fiscali si possono trovare le informazioni relative per effettuarli in compensazione.

Nella sezione denominata “comunicazioni” si possono trovare eventuali dichiarazioni di condono, Comunicazioni di Concordato, Concordato Preventivo Biennale, Comunicazione Modello Iva, Opzione Irap, Dichiarazioni di Intento, Modelli 730-4.

Come ampiamente già detto, si possono reperire i modelli F23 e F24 con cui sono stati effettuati dei versamenti, nella sezione omonima del cassetto fiscale. E’ possibile anche trovare i tributi F24, effettuando la ricerca per data e anno di riferimento.

Può risultare molto utile consultare la sezione dei dati catastali, ai fini del pagamento delle imposte IMU e TASI verificando la rendita catastale dei vari fabbricati o immobili detenuti.

L’ennesima sezione è dedicata all’Agenzia delle Entrate scrive. In essa, è possibile sanare eventuali dichiarazioni integrative e ravvedimento operoso.

Il cassetto fiscale viene aggiornato ogni dieci giorni circa dall’Agenzia delle Entrate, cosa che non può fare il contribuente, il quale, però, in caso di ravvisate anomalie, può recarsi agli Uffici dell’ADE per chiedere la modifica dei dati presenti.

L’importanza della delega

Molti contribuenti non sono commercialisti o comunque non hanno le competenze necessarie per leggere e interpretare al meglio tutte le informazioni contenute nel cassetto fiscale. Per questo motivo, spesso si ricorre a delegare l’esperto di fiducia.

La delega deve essere redatta in forma scritta per autorizzare il proprio commercialista ad accedere al cassetto fiscale del contribuente. Essa può essere presentata all’intermediario insieme al documento d’identità (copia) che trasmetterà i dati all’Agenzia delle Entrate. Dopo una quindicina di giorni, il contribuente riceverà al proprio domicilio fiscale un codice di attivazione da consegnare all’intermediario.

In alternativa, si può utilizzare l’apposita funzionalità online per chi è registrato ai servizi telematici Entratel/Fisconline. Oppure, recandosi agli uffici dell’Agenzia delle Entrate presentando la delega sottoscritta.

Attualmente la durata della delega per l’accesso al cassetto fiscale è di quattro anni. Alla scadenza vi è la possibilità di fare un rinnovo per ulteriori quattro anni. Non preoccuparti, in questo periodo hai comunque la facoltà di revocare la delega in qualsiasi momento. Per farlo dovrai comunicare all’intermediario, con lo stesso modulo adottato per la sottoscrizione, la tua volontà.

La revoca del mandato deve essere presentata esclusivamente dal contribuente.