Cattivo pagatore: ecco come si finisce nelle liste nere

La crisi economica di oggi non potrà non influire sull’aumento delle problematiche economiche delle famiglie. Le spese che aumentano, le tasse da pagare, l’aumento del costo di beni di prima necessità ma non solo. E aumenteranno le richieste di aiuto di queste famiglie. Tradotto in termini pratici, chiedere un prestito, un finanziamento per l’acquisto di un bene necessario, saranno pratiche sempre più diffuse e adottate. Essere in una lista nera come cattivo pagatore potrebbe essere un gravissimo problema per molti.

Esistono infatti delle liste dove finiscono persone che nel passato, anche lontano, hanno avuto problemi con il pagamento di prestiti e finanziamenti. E finire in questi elenchi porta inevitabilmente a essere bloccati quando si va a richiedere nuovi finanziamenti, prestiti o fidi. Sono le regole del sistema finanziario, con i soggetti che prestano i soldi che vogliono essere sicuri di prestarli ad altri soggetti che onorano l’impegno della restituzione.

Cattivo pagatore e lista nera, come si finisce nell’elenco

Finire in una lista nera come cattivo pagatore è una spiacevole situazione. Nemmeno un telefonino può essere comperato a rate se l’acquirente che chiede la rateizzazione, è in una lista nera. Spiacevole trovarsi spalle al muro con una richiesta di rateizzazione fermata da un problema precedente con una finanziaria piuttosto che con una banca. Può sembrare un pericolo raro, ma a dire il vero interessa una moltitudine di persone, famiglie e imprese.

Non sono pochi gli interessati che in tempi più o meno recenti hanno avuto a che fare con periodi di crisi di liquidità tali da non aver potuto far fronte a rateizzazioni precedentemente spillate. E non è raro che questi stessi soggetti oggi si ritrovano a dover riaprire una linea di credito senza la possibilità di ottenerla.

Le liste del sistema bancario e finanziario

Ogni qual volta si chiede una linea di credito, un prestito, un finanziamento e così via, si finisce in una banca dati. Una lista costantemente aggiornata dalla Banca d’Italia e da altre società private.

Ad ogni apertura di credito, o meglio, a periodi prefissati, una banca o una finanziaria, trasmettono i dati all’archivio gestito come dicevamo, anche da Banca d’Italia.

Una lista che contiene tutte le informazioni sullo stato delle varie linee di credito dei clienti delle banche o delle società finanziarie. In pratica, finiscono in elenco tutti i soggetti che aprono finanziamenti. Privati, famiglie o imprese, sono tutti segnalati alla Banca d’Italia da parte della loro banca cliente. È il nome dell’archivio a dirla lunga sul perché viene aggiornato. Infatti si chiama “Centrale Rischi”.

Come detto, ci sono anche archivi gestiti da società private che hanno la medesima funzione. Parliamo del CRIF o del Cerved, che sono a tutti gli effetti Società di Informazioni Creditizie.

Elenchi, liste e archivi che servono per differenziare la potenziale clientela delle aziende che concedono fidi e prestiti, in base al rischio. Un rischio derivante dal loro trascorso, ovvero, da come si sono comportanti con i precedenti prestiti ottenuti.

Liste cattivi pagatori non esistono nel vero senso della parola

Si chiamano liste dei cattivi pagatori ma a dire il vero sono elenchi generali dove confluiscono pure quelli che non hanno mai avuto problemi con il rimborso delle rate. Scopo definitivo di questi archivi è il mettere a disposizione di chi svolge l’attività creditizia, le informazioni sulla virtuosità dei potenziali richiedenti linee di prestito.

Lo scopo è quello di rendere disponibili agli intermediari del credito, informazioni sulla vostra capacità di rimborso vale a dire sul vostro merito creditizio. E’ facile comprendere che non è l’iscrizione in sé il problema, quanto invece cosa quelle segnalazioni dicono di voi.

Problemi con precedenti rate, prestiti o sconfinamenti in conto, sono informazioni che l’Istituto di Credito a cui ci si rivolge per ottenerne uno nuovo, ha a disposizione proprio grazie alla banca dati. Oltre che per capire a chi concedere un nuovo finanziamento e a chi non concederlo perché ha mancato precedenti piani, questi archivi servono per altro.

Scovare situazioni vicine al sovraindebitamento. Questo l’altro obbiettivo degli archivi. Infatti non è raro vedere una richiesta di credito respinta, nonostante la virtuosità nei precedenti piani dilazionatori. Una persona che in base al suo reddito e ai piani di credito avviati, ne chiede un altro, può vedere la sua nuova richiesta respinta perché è già troppo esposto.

Come ripulire la propria posizione con CRIF e liste SIC

Per ottenere un prestito senza troppi problemi, la soluzione principale è quella di saldare i precedenti e naturalmente, non avere arretrati e pendenze con i vecchi piani. Una volta finiti negli archivi SIC, uscirne fuori è abbastanza semplice anche se non immediato. La cancellazione avviene automaticamente decorsi 180 giorni se si tratta di semplice finanziamento. Lo stesso accade decorsi 90 giorni dalla data del rifiuto da parte della banca a concedere il finanziamento. Sempre 90 giorni si resta nell’archivio, anche solo richiedendo un prestito, ma non accettandolo nonostante venga concesso.

Si resta negli archivi fino a 5 anni a partire dalla data di estinzione del finanziamento, cioè dall’ultima rata pagata.

Molto varia in base al numero di rate di cui si è debitori non adempienti. Per coloro i quali hanno saltato massimo 2 rate di un finanziamento, si viene cancellati dagli archivi decorsi 12 mesi dalla comunicazione di avvenuta regolarizzazione che la banca creditrice invia a Banca d’Italia o società private. Se le rate pendenti sono state più di due, la stessa operazione prima descritta dura 24 mesi.

Devono passare tra i 3 ed i 5 anni per la cancellazione in caso di finanziamenti non rimborsati del tutto.

Centrale Rischi, come si cancella il cattivo pagatore

Quanto detto prima riguarda il CRIF o simili, ma per la Centrale Rischi della Banca d’Italia il sistema è differente. SI viene cancellati dal novero dei cattivi pagatori, quando l’interessato non è più insolvente o rimborsa interamente il debito precedente. Lo stesso accade nel momento in cui una banca da per terminata la procedura pur non avendo incassato il dovuto. È il caso questo di un debito che è impossibile da riscuotere da parte dell’Istituto.

Infine, dalla Centrale Rischi si esce fuori per prescrizione dei termini, ovvero 10 anni dall’ultima rata di finanziamento dovuta.

In ogni caso, i periodi di tempo prima citati devono essere prolungati di 3 anni. Questo infatti è il tempo messo a disposizione di banche ed istituti di credito, per poter visionare ancora le informazioni a partire dalla data di cancellazione dalla Centrale Rischi.

Segnalazione al CRIF senza preavviso del cattivo pagatore: si può fare?

Se ti sei accorto di essere stato segnalato al CRIF come cattivo pagatore anche senza aver ricevuto alcun preavviso, devi sapere che ci sono dei casi in cui questo è possibile. Ecco quando per la Corte di Cassazione è lecita la segnalazione al CRIF senza preavviso.

Cos’è il CRIF e quali segnalazioni raccoglie

Il CRIF è una società creditizia, la sigla è acronimo di Centrale Rischi Finanziari. Nel CRIF non sono iscritti esclusivamente coloro che risultano essere cattivi pagatori, ma anche i soggetti che hanno in corso dei pagamenti rateali, coloro che chiedono un prestito e un mutuo. In questa centrale sono inoltre registrati i pagamenti effettuati, gli eventuali ritardi e i mancati pagamenti e vuole essere un punto di riferimento per le banche e gli istituti di credito che prima di erogare prestiti, mutui, finanziamenti, possono valutare la solvibilità del richiedente.

Nel caso in cui si verifichi una situazione di effettiva crisi, questa non vi è nel caso di ritardo nel pagamento di una rata, si viene segnalati come cattivi pagatori sia al CRIF e sia alla Centrale Rischi della Banca d’Italia.

Per conoscere i dettagli sul funzionamento della segnalazione al CRIF quindi quando può essere eseguita e i limiti segnalati dalla Corte di cassazione, ti consiglio di leggere gli articoli:

Segnalazione CRIF e alla Centrale Rischi della Banca d’Italia: differenze

e l’articolo Segnalazione Centrale Rischi: cos’è e come funziona

Segnalazione al CRIF senza preavviso del cattivo pagatore

Per capire quando è possibile che non vi sia preavviso della segnalazione è necessario avere in considerazione diverse norme. La prima è generale, si tratta dell’articolo 4 delibera del Garante della privacy n. 8 del 2004 , il quale prevede che in caso di ritardi nei pagamenti, la banca unitamente ai solleciti di pagamenti, può inviare un avviso inerente l’imminente registrazione dei dati sui sistemi di informazione creditizia. I dati possono essere resi noti agli altri partecipanti a tali sistemi (cioè le altre banche che possono accedere a questo grande database) non prima che siano trascorsi 15 giorni dall’invio del preavviso.

Questa norma può però essere considerata di rango inferiore rispetto all’art. 125, comma terzo, del Testo Unico Bancario (TUB), come modificato dall’art. 1 D.Lgs. n. 141 del 2010. Questo infatti prevede che il preavviso di segnalazione come cattivo pagatore al CRIF debba essere fornita dal finanziatore al consumatore. Tale norma è inserita nel TUB, all’interno del capo II del titolo VI, “Credito ai consumatori” , quindi non vi sono dubbi sul fatto che si tratti di una norma specifica per questo particolare segmento di credito e non una norma generale. Infatti dall’ambito di applicazione del capo sono esclusi in modo specifico dall’articolo 122 i finanziamenti destinati all’acquisto e alla conservazione di diritti di proprietà su beni immobili esistenti i progettati e acquisto di terreni.

Ordinanza 39769/2021 sulla segnalazione al CRIF senza preavviso

Dall’applicazione letterale di questa norma fatta da alcuni giudici è emerso che in realtà il preavviso risulta obbligatorio solo nel caso in cui il ritardo nel pagamento o il mancato pagamento sia inerente un rapporto tra la banca e il debitore avente a oggetto un prestito che rientra nelle operazioni di credito al consumo e non negli altri rapporti. Ad esempio, secondo questa interpretazione restritttiva e letterale della norma, nel caso in cui il mancato pagamento sia inerente la rata di un mutuo per l’acquisto di casa, non trattandosi di credito al consumo è legittima la segnalazione al CRIF senza preavviso. Questa interpretazione ha trovato l’appoggio anche dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza, la 39769/2021.

Tale legittimità, in limitati casi, della segnalazione al CRIF senza preavviso non fa però venire meno l’eventuale risarcimento del danno legato a una segnalazione illeggittima che cioè non doveva avvenire. Il risarcimento può essere richiesto anche per il danno all’immagine, ma deve essere provato. Naturalmente la banca che nota mancati pagamenti può inviare in ogni caso il preavviso anche quando non è obbligata limitando così il rischio di richieste di risarcimenti.