Le tasse per i ricchi hanno fatto flop

Sembrava un’idea geniale, e invece si è rivelata un flop.

Se l’erario pensava di rimpinguare le sue casse con le tasse “per i ricchi”, ha fatto male i suoi conti.
La cedolare secca sugli affitti e la tassa sul lusso, che andava a colpire aerei, barche e auto, non hanno portato a nessun cambiamento, e l’evasione fiscale rimane uno dei problemi più annoso del nostro Paese.

Per quanto riguarda l’incasso stimato dall’introduzione della cedolare al 20%, dovuta dai proprietari di immobili in affitto, che avrebbe dovuto essere di 2,7 miliardi, euro più, euro meno, in realtà ha portato ad incassare solo 675 milioni.
Se consideriamo che, in concomitanza con questa nuova tassa, è stato tolto l’Irpef che i proprietari di immobili in affitto erano tenuti a pagare, per una cifra di 2,2 miliardi, ora all’erario mancano all’appello ben 1,6 miliardi.

E il prossimo futuro non ci riserva nulla di buono, perché, invece dei 3,8 miliardi di euro previsti, le proiezioni fatte a luglio stimano a 714 milioni le entrate totali.
Pensando che, con la vecchia Irpef, le entrate per lo Stato sarebbero ammontate a 3 miliardi di euro, ci si rende conto che la nuova tassa si è rivelata un totale fallimento.

Ma, se la cedolare era stata un’idea del governo Berlusconi, anche il governo Monti ha commesso alcuni pesanti errori.
Primo fra tutti, la tassa del lusso, per mesi al entro delle polemiche e, col senno di poi, forse a ragione. Se, infatti, l’incasso per quest’anno avrebbe dovuto aggirarsi sui 387 milioni di euro, di cui 147 provenienti dal superbollo auto, 155 dal tributo di stazionamento delle imbarcazioni e 85 di imposta sugli aerei, in realtà arriverà a stento a 92 milioni.

L’Agenzia delle Entrate ha reso noto che dal tributo sulle auto sono stati incassati 66 milioni, anche se c’è margine di recupero, essendo il bollo distribuito su tutto l’anno.
I dati che riguardano, invece, barche ed aerei, sono ormai certi, e si tratta rispettivamente di 24 e di 2 milioni.

Resta da vedere quale sarà la prossima mossa, per cercare di recuperare ciò che manca.

Vera MORETTI

Imu e cedolare secca nel 730 del 2012

Le nuove dichiarazioni dei redditi comprendono la cedolare secca e l’Imu.
Per questo “debutto”, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di fissare la consegna dei 730 a Caf e professionisti abilitati al 20 giugno.

Novità del 2012 è l’obbligo per tutti i datori di lavoro pubblici e privati di segnalare, all’Agenzia delle Entrate, l’indirizzo telematico presso cui intendono ricevere i risultati contabili dei 730 dei propri dipendenti per effettuare le relative operazioni di conguaglio e trattenere o rimborsare gli importi direttamente nelle buste paga.
I sostituti d’imposta dovranno dunque ricevere i dati dei 730-4, tutti ad esclusione di Inps e ministero dell’Economia e delle Finanze e coloro che hanno già comunicato nel 2011 i dati, se non devono essere modificati nell‘anno corrente.
I risultati contabili del 730 saranno poi inviati all’Agenzia delle Entrate, da Caf e professionisti abilitati, entro il 12 luglio 2012.

Da quest’anno, inoltre, la trasmissione dei dati del 730-4 all’Inps comprende anche gli esiti di liquidazione dei contribuenti che avevano come sostituti d’imposta l’Inpdap e l’Enpals (enti soppressi dal 1° gennaio 2012). In tal caso, va indicato l’apposito “codice sede”, riferito ai diversi enti, indicato nel modello 730/2012.
I termini per la consegna della copia del 730 elaborato e del prospetto di liquidazione da parte del soggetto che ha prestato l’assistenza fiscale sono: il 15 giugno se il modello è stato presentato al sostituto d’imposta, il 2 luglio se il modello è stato presentato a un Caf o a un professionista abilitato.

Per quanto riguarda i conguagli per i lavoratori dipendenti, i sostituti d‘imposta dovranno partire dal mese di luglio, che sarebbe poi il primo mese utile, tenendo conto dei risultati contabili elaborati da Caf e professionisti abilitati.
L’operazione, per i titolari di redditi di pensione, avverrà a partire dal mese di agosto o di settembre.

Da quest’anno, i sostituti d’imposta sono chiamati a effettuare i conguagli anche in relazione alla cedolare secca, il regime di tassazione alternativo per le locazioni di immobili a uso abitativo. I contribuenti che nel 2011 hanno versato l’acconto dell’imposta sostituiva, possono segnalare la scelta in dichiarazione.
A tal proposito, la circolare indica come rimediare in caso di omesso versamento dell’acconto alle date previste o quando si è tenuto conto del reddito derivante dalla locazione ai fini del versamento dell’acconto Irpef. Nella prima ipotesi basta avvalersi del ravvedimento operoso, nella seconda si può presentare istanza per correggere il codice tributo oppure indicare nel 730 il maggior acconto Irpef come acconto della cedolare secca.

Per quanto riguarda invece l’Imu, i contribuenti che presentano il modello 730 possono scegliere di utilizzare (interamente o in parte) l’eventuale credito risultante dalla dichiarazione per versare l’imposta municipale dovuta per il 2012. In questo caso, il sostituto accrediterà sullo stipendio (o pensione) la differenza fra il credito risultante dalla liquidazione della dichiarazione e l’importo che il contribuente ha scelto di utilizzare per eseguire il versamento della nuova imposta

Vera MORETTI

Casa, gallina dalle uova d’oro. Per il Fisco

La casa diventa sempre più la croce degli italiani e la delizia del Fisco. Prima è toccato agli incrementi dell’Imu, adesso arrivano le maggiorazioni previste nel ddl sul lavoro per i proprietari di immobili che non applicano la cedolare secca.

Il risultato? Una doppia mazzata sulla rendita, che rischia però di riversarsi sugli inquilini in affitto, con un aumento dei cani stimato intorno al 20%. I conti li hanno fatti la Cgil e il Sunia, che hanno passato in rassegna gli effetti delle recenti misure di tassazione sulla casa, soprattutto per quanto riguarda famiglie in affitto con bassi redditi.

Secondo il sindacato, l’Imu per le seconde case, in assenza di una differenziazione per quelle date in affitto, vede aumenti che superano il 100% rispetto alla veccia Ici, “con il rischio serio che questi si riflettano sugli inquilini“. Calcola la Cgil che – secondo una parametro di riferimento medio dato da un’abitazione di circa 80 mq e ubicata in zona semicentrale – a Roma, per esempio, nel canale libero l’incremento è del 142%: da una vecchia Ici pari a 892 euro alla nuova Imu di 2.161, a fronte di un affitto mensile medio di 1.250 euro.

Per quanto riguarda Milano, invece, l’aumento dell’Imu è del 207%, per un totale di 1.958 euro e con un affitto medio mensile di 1.100 euro. A Bologna siamo al 198%, con un Imu pari a 1.915 euro a fronte di un affitto medio di 950 euro, mentre a Palermo si registra un +119% per un Imu pari a 834 euro rispetto a un affitto medio di 550 euro.

Laura LESEVRE

Fisconline: le tasse 2.0

Le tasse si pagano con un click. Registrare un contratto di affitto, visualizzare versamenti e atti, pagare le imposte, inviare la dichiarazione dei redditi, da oggi è più semplice e a portata di mouse. Grazie ai nuovi servizi offerti dal sito www.agenziaentrate.gov.it, il fisco diventa 2.0.

Ma come si usufruisce dei servizi messi a disposizione da Fisconline?
Destinatari dell’iniziativa sono tutti i cittadini italiani, anche residenti all’estero. Per accedere alle funzione del sito occorre essere muniti di un Pincode, che è possibile richiedere:

  • online, collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.gov.it, e seguendo il percorso “Servizi online > Servizi con registrazione”, che consente di scaricare la domanda di abilitazione.
  • per telefono, al numero 848.800.444, selezionando il servizio di assistenza automatico. Le ultime 6 cifre del Pin e la password per il primo accesso saranno recapitate per posta entro 15 giorni dalla richiesta.
  • presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è a disposizione inoltre una brochure che spiega le principali funzionalità del servizio. Grazie a Fisconline da oggi pagare online imposte, tasse e contributi con il modello F24, inviare la dichiarazione dei redditi,  registrare un contratto d’affitto, scegliere la cedolare secca, comunicare le proprie coordinate bancarie per l’accredito dei rimborsi,- ottenere le ricevute telematiche della documentazione inviata, trasmettere istanze, inviare la domanda di definizione delle liti fiscali pendenti di importo fino a 20.000 euro.

Se invece vi occorre raccogliere informazioni, Fisconline vi aiuta consentendovi di consultare ogni volta vogliate la dichiarazione fiscale, i dati catastali degli immobili, i versamenti eseguiti e gli atti registrati.

Per chi ancora non possiede un Pincode, sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono a dispozione alcuni servizi free come il calcolo dell’importo del bollo dell’auto inserendo la targa, o della potenza del veicolo, o ancora verificare la regolarità dei contrassegni telematici, controllare gli importi per la tassazione degli atti giudiziari, verificare la validità di codici fiscali e partite Iva comunitarie. Da oggi il Fisco diventa più leggero, ma solo per le code!

Entrate tributarie erariali: + 4 miliardi

Un incremento di oltre 4 miliardi di euro rispetto al 2010 per un totale di 258 miliardi e 241 milioni raccolti da gennaio ad agosto 2011. Le entrate tributarie erariali crescono nel 2011, secondo quanto emerso dal Bollettino del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Uno sprint arriva dal gettito Ire, l’imposta sui redditi, che cresce del 2,3% con un incremento che sfiora i 2,5 miliardi, anche grazie al buon andamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente pubblico e privato e di quelle sui redditi di lavoro autonomo. Positivo il fronte delle imposte indirette, che registrano un più 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Nonostante l’aumento introdotto dall’ultima finanziaria, cresce anche il gettito Iva, con un +1,9%, arrotondato grazie al prelievo sulle importazioni.

Crescono le entrate legate ai giochi, con un + 16,9%, e al consumo di tabacchi, con un + 3%, nonostante il recente rincaro dell’imposta nazionale sulla vendita di tabacchi, mentre le attività di accertamento e controllo hanno fatto registrare un incremento del 36,8%. La “cedolare secca” invece, l’imposta sostitutiva dell’Irpef, ha generato entrate per 138 milioni di euro.

Un bilancio positivo, ma quali sono invece i settori in calo? Il gettito Ires perde il 5% rispetto allo stesso periodo del 2010, flessione imputabile all’assenza delle imposte sostitutive introdotte con la Finanziaria del 2008. Un calo più lieve registra invece l’imposta sulle successioni e donazioni, che si arresta al -1,3%. Ad aumentare infine le entrate legate ai canoni di abbonamento radio e Tv, che guadagnano 31 milioni di euro in più rispetto al periodo gennaio-agosto 2010 (+1,9%), le concessioni governative con 23 milioni (+2%) e le tasse auto con 18 milioni di euro(+4,3%).

A.C.

Prezzi degli affitti alle stelle nelle grandi città

Nonostante il periodo di crisi, la crescita dei canoni di locazione nelle grandi città sembra non conoscere sosta. Secondo una ricerca condotta da Idealista.it, il maggiore marketplace immobiliare italiano, gli effetti positivi della cedolare secca non si sarebbero ancora fatti sentire per quanto riguarda i prezzi di affitto.

Sarebbe Roma la città più cara che ha visto negli ultimi sei mesi incrementi dei prezzi dell’1,7%, seguita da Milano e Torino. La zona più cara della capitale si conferma il centro storico, con affitti in aumento del 7,2% a 22,6 euro/m². Crescono anche le locazioni dei quartieri a sud di Roma: Appia antica (+4,6% a 13,7 euro/m²) e Eur (+3,3% a 13,6 euro/m²). Aurelia rimane invariato mentre contro tendenza è il quartieri Parioli; gli affitti sono infatti scesi dell’1,5% a 17,8 euro al metro quadro, ancora meglio Monte Mario con un  ribasso del -5,1% a 13,8 euro. Più costoso rispetto a gennaio anche vivere in affitto a Milano, dove il prezzo medio al metro quadro si aggira ora sui 15 euro, spinto dall’aumento di circa il 15% della zona Garibaldi-Porta Venezia, del 5,4% di Chiesa Rossa-Gratosoglio e del 4,4% dell’area Navigli-Bocconi.

Calano gli affitti nel entro storico, mantendendo comunque un costo molto elevato: 20 euro al metro quadro, mentre il ribasso maggiore è stato segnato dalla periferica Città Studi: un -6,3% per un affitto di 13,4 euro. La più conveniente tra le grandi città italiane risulta Torino, con il suo canone medio a 8,3 euro al metro quadro. La zona di Borgo Vittoria-Vallette è la più economica di Torino, il prezzo è di soli 7 euro al metro quadro.

Contratti di locazione più semplici con “Iris”

Dopo la semplificazione dei contratti di locazione grazie a”Siria” (Servizio Internet per la Registrazione dei contratti relativi a Immobili adibiti ad Abitazione) dello scorso aprile, arriva oggi il nuovo modello “Iris” che permette di effettuare la registrazione telematica dei contratti di affitto ad uso abitativo e la liquidazione dell’imposta di registro e di bollo, nel caso in cui il locatore non abbia esercitato l’opzione per la cedolare secca.

Il modello “Iris” Si compone di due pagine. Nella prima vanno indicati gli estremi del locatore (o dei locatori) e del conduttore (o dei conduttori). Nella seconda, invece, i dati dell’immobile oggetto della locazione, delle relative pertinenze, oltre ad alcune informazioni sul contratto (tipologia, numero di copie e di pagine, canone, frequenza del pagamento). Una volta indicati i dati, il programma calcola le imposte di registro e di bollo da versare. Il contribuente indica le proprie coordinate bancarie e invia il modello. Riceverà due ricevute, una conferma l’avvenuta registrazione del contratto (o comunica il motivo della mancata registrazione), l’altra attesta l’esito del pagamento delle imposte.

Iris può essere presentato direttamente dai contribuenti abilitati ai servizi telematici o tramite gli intermediari abilitati.

Il modello va inviato all’Agenzia delle Entrate, in modalità telematica, entro 30 giorni dalla stipula del contratto d’affitto (avente ad oggetto immobili ad uso abitativo e relative pertinenze), a patto che:

  •  sia i locatori che i conduttori non siano più di tre
  • si tratti di una sola unità abitativa con non più di tre pertinenze
  • tutti gli immobili presenti nel contratto siano censiti con attribuzione di rendita
  • il contratto disciplini esclusivamente il rapporto di locazione
  • il contratto sia stipulato tra persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di un’impresa, arte o professione

Il contratto non dia diritto ad agevolazioni per l’applicazione dell’imposta di registro, come nel caso di contratti a canone concordato per alloggi che si trovano nei comuni a elevata “tensione abitativa”.

 

Cedolare secca, estensione a studenti fuori sede e case vacanza

Alle viste una estensione del provvedimento sulla cedolare secca. Dopo essere stata applicata ai canoni di locazione residenziali di tipo standard, sarà allargata anche agli affitti di breve durata (anche inferiori al mese) e a quelli relativi a una sola stanza dell’immobile. In pratica un tentativo di stanare il nero sulle case vacanza e sugli affitti destinati agli studenti fuori sede.

La specifica dell’allargamento è contenuta nella circolare che l’Agenzia delle Entrate ha diffuso per chiarire i dubbi sorti attorno all’argomento. Nel documento si legge anche che se la cedolare secca viene applicata a una porzione dell’immobile, anche le altre, se date in locazione, dovranno essere assoggettate allo stesso regime; diverso il caso di un unico immobile cointestato a diversi proprietari. Se sarà dato in affitto, ciascuno dei proprietari potrà scegliere di servirsi del regime di cedolare secca o meno, senza che questo obblighi gli altri titolari a scegliere lo stesso regime di tassazione.

Se invece l’immobile è di proprietà di una società (di persone o di capitali), di un ente (commerciale o meno), se si trova all’estero o viene subaffittato, non può sottostare al regime della cedolare secca.

Dubbi sulla Cedolare Secca? Ecco il vademecum dell’Agenzia delle Entrate

Lo scorso mese vi avevamo presentato uno speciale dettagliato sulla Cedolare Secca. Avevamo capito che c’era bisogno di qualche delucidazione in merito. Lo scorso 1° giungo, a correre in aiuto di proprietari ed inquilini è stata proprio l’Agenzia delle Entrate, che con la circolare n. 26/E ha sciolto i dubbi sulla nuova modalità di tassazione delle locazioni di immobili a uso abitativo. Il documento si concentra, in particolare, sui destinatari e sulla scelta del regime, sulle modalità di pagamento e su quali sanzioni attendersi se non si rispettano le regole. Di particolare rilievo l’esclusione dalla possibilità di optare per la “tassa piatta” in relazione a locazioni di immobili situati all’estero e di quelli condominiali. Porte chiuse anche ai “subaffitti”. Riguardo, poi, alla comunicazione al conduttore della rinuncia agli aumenti, per il periodo di validità dell’opzione, la circolare ha precisato che, nel caso di più locatori, occorrono più raccomandate.

Per aiutarvi nella ricerca di informazioni e nell’interpretazione della circolare, vi proponiamo la presentazione pubblicata sul sito Fiscooggi.it dell’Agenzia delle Entrate. Buona lettura!