Superbonus 110%: forfettari, pagamenti, Sal e comunicazione Enea, cosa fare entro il 31 dicembre?

Sono vari gli adempimenti richiesti a chi usufruisce del superbonus 110% in vista della fine dell’anno. Chi ha la partita Iva a regime forfettario può arrivare alla cessione del credito o allo sconto in fattura, ma seguendo opportune indicazioni. Altri adempimenti sono richiesti per gli stati di avanzamento dei lavori (Sal) e  i relativi pagamenti. Infine, risulta opportuno soffermarsi sull’invio della comunicazione all’Enea entro il 16 marzo prossimo. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Partite Iva forfettarie: non possono detrarre l’agevolazione del superbonus 110% direttamente

Le partite Iva del regime forfettario, nell’utilizzo del superbonus 110%, non possono detrarre in modo diretto nella dichiarazione quanto spettante. Possono procedere però con la cessione del credito di imposta, trasferendo il beneficio a terzi. L’impossibilità della detrazione diretta nella dichiarazione deriva, come ha spiegato l’Agenzia delle entrate, dal fatto che si tratterebbe di una detrazione dall’imposta lorda. La spiegazione vale per i redditi assoggettati all’imposta sostitutiva o alla tassazione separata.

Partite Iva a regime forfettario e superbonus 110%: cosa fare per la cessione del credito

Per questa ragione, la detrazione del superbonus 110% può essere effettuata dalle partite Iva del forfettario con lo sconto in fattura o con la cessione del credito a terzi. E il credito di imposta si può trasferire anche ai fornitori o a chi risulta cessionario nel contratto di appalto che siano in regime di partita Iva forfettaria o dei minimi. Questi soggetti terzi possono, a loro volta, usare il credito di imposta per pagare l’imposta sostitutiva spettante.

Comunicazione all’Agenzia delle entrate dello sconto in fattura o del credito di imposta

Ulteriori indicazioni sono da seguire per la comunicazione all’Agenzia delle entrate dello sconto in fattura e della cessione del credito. Tale comunicazione deve essere inoltrata entro il 16 marzo 2022 per le spese effettuate durante il 2021. Ragione per la quale non risulterebbe possibile asseverare uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) con data al 31 dicembre 2021 rispetto al giorno in cui verrà predisposta la pratica e inviata telematicamente all’Enea, adempimento che va effettuato a gennaio, febbraio e fino al 10 marzo prossimo.

Comunicazione all’Enea dei Sal risultanti al 31 dicembre 2021

L’impossibilità, in particolare, è dettata dal fatto che non è possibile inserire manualmente nell’allegato numero 2 della comunicazione, la data dello stato di avanzamento dei lavori e dell’effettiva asseverazione al 31 dicembre 2021, che è antecedente rispetto all’invio della pratica all’Enea. L’alternativa, per i tecnici, è quella di effettuare l’asseverazione per lo stato di avanzamento dei lavori di corsa, entro il 31 dicembre 2021. Ciò rendendo di fatto inutile la scadenza della comunicazione del 16 marzo 2022.

Superbonus 110% e stato di avanzamento dei lavori al 31 dicembre 2021

In merito al superbonus 110% e allo stato di avanzamento dei lavori al 31 dicembre 2021 è da osservare, inoltre, che devono essere rispettate determinate condizioni per avvalersi dello sconto in fattura e della cessione del credito di imposta. La prima condizione è che, al 31 dicembre 2021, i lavori devono essere della percentuale non inferiore al 30% del Sal e devono risultare per lo meno iniziati. Questo adempimento viene osservato mediante il rilascio dell’asseverazione dei requisiti tecnici e l’effettivo avanzamento dei lavori, oltre alla congruità delle spese.

Condizioni per ottenere lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta nel superbonus 110%

Inoltre, per i lavori del superbonus 110% riguardanti i condomini e i privati che vogliano adottare lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta, è necessario che le inerenti spese debbano essere state già pagate. Tutti e due le condizioni (il Sal del 30% minimo certificato e le spese già pagate) devono essere verificate nello stesso anno di imposta. Pertanto, i lavori svolti nel 2021 devono rispettare le condizioni entro il prossimo 31 dicembre. In attesa di ulteriori chiarimenti dell’Agenzia delle entrate, l’allegato 2 della comunicazione da inviare all’Enea contiene come unica data quella nella quale si predispone la pratica per l’invio.

Comunicazione all’Enea dei lavori in superbonus 110%: in attesa di chiarimenti sull’asseverazione del Sal

Pertanto si dovrà considerare, ai fini dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta, che:

  • nello spazio della comunicazione relativo alla data, non si può inserire come data quella nel quale il tecnico asseveri lo stato di avanzamento dei lavori al 31 dicembre 2021. Ciò però creerebbe problemi con la data effettiva e successiva di invio della comunicazione all’Enea essendoci un solo spazio;
  • il successivo inoltro della comunicazione all’Enea nel 2022 (entro il 16 marzo) dovrebbe recare la data di invio;
  • si attendono eventuali correzioni della procedura di comunicazione all’Enea.

Superbonus 110%, cosa bisogna fare entro fine anno?

La scadenza del 31 dicembre, in particolare quella del 2021, è cruciale per le detrazioni del superbonus 110% e per le altre agevolazioni edilizie. La legge di Bilancio 2022, in via di approvazione, anticipa la riduzione del bonus facciate dal 90% al 60% a partire dal 2022. Decurtazioni sono previste anche per il bonus mobili previsto per 5 mila euro anziché per 16 mila.

Le novità del decreto legge Antifrodi: necessario prestare attenzione alle date delle fatture e dichiarazione redditi

Tuttavia, recenti novità sono intervenute sullo sconto in fattura e sulla cessione del credito di imposta del superbonus 110% (e di altre detrazioni per lavori edilizi) con assoggettamento alle disposizioni del recente decreto Antifrodi. In questo ambito è necessario prestare attenzione alle dichiarazioni dei redditi e alle date di emissione delle fatture per gli obblighi inerenti i visti di conformità e di congruità.

Superbonus 110% e bonus dell’edilizia, cosa ci si aspetta per il 2022?

Fermo restante le disposizioni fiscali, si possono fare delle previsioni sulle agevolazioni edilizie dei prossimi ani. Per le detrazioni edilizie ordinarie dovrebbe arrivare la proroga triennale, mentre il superbonus 110% dei condomini dovrebbe essere confermato fino al 2025. Le disposizioni del decreto Antifrodi del 12 novembre 2021 andrà proprio nella direzione di regolare le agevolazioni edilizie dei prossimi anni, ponendo vincoli alle misure attualmente in vigore. Gli interventi edilizi devono essere improntati alla congruità delle spese e al visto di conformità per beneficiare dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta.

Quali sono gli elementi per beneficiare degli sconti fiscali?

Tre, sotto il profilo fiscale, sono le regole da tener presente nella richiesta e nell’utilizzo delle agevolazioni per gli interventi edilizi. Il primo riguarda le detrazioni che devono essere applicate con le regole vigenti nell’anno in cui si sostiene la spesa. Inoltre, i lavori devono essere fissati entro la scadenza prevista dalla normativa, fermo restando che l’ultimazione può avvenire anche successivamente. Per le detrazioni dell’anno 2021 relative alle spese già sostenute l’intervento deve essere quanto meno cominciato. Per il superbonus 110% la norma stabilisce particolari regole per lo stato di avanzamento dei lavori (Sal).

Superbonus 110%, per la cessione del credito o lo sconto in fattura il Sal nel 2021 deve essere del 30% minimo

Per chi ha fatto iniziare lavori rientranti nel superbonus 110% e volesse beneficiare dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta sulle spese già sostenute nell’anno, è necessario che lo stato di avanzamento dei lavori sia arrivato ad almeno il 30%. I Sal, inoltre, non possono superare il numero di due con una percentuale di avanzamento del 30% ciascuno.

Sconto in fattura o cessione del credito di imposta nel superbonus 110%: cosa bisogna fare entro il 31 dicembre 2021?

Entro fine anno è necessario arrivare al Sal minimo del 30% o del 60%, altrimenti non si può richiedere lo sconto in fattura e nemmeno la cessione del credito di imposta. Con Sal al di sotto delle soglie minime, la detrazione del superbonus va usata direttamente nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno. Pertanto, il visto di conformità e congruità vale per la cessione del credito e lo sconto in fattura per verificare la corretta applicazione delle spese e la congruità degli importi sostenuti per gli interventi.

Visto di congruità per i lavori del superbonus 110%: cosa significa?

Sempre nel caso del superbonus 110% con Sal non raggiunti entro fine anno (con detrazioni, anche per scelta del beneficiario, direttamente nella prossima dichiarazione dei redditi), è necessario il visto di conformità. Tale visto non è richiesto se la dichiarazione viene presentata direttamente all’Agenzia delle entrate tramite la precompilata oppure al sostituto di imposta che si occupa dell’assistenza fiscale.

Visto di congruità e conformità, come regolarsi con le fatture?

Le norme sul visto di congruità per i lavori ricadenti nel superbonus 110% sono relative alle fatture emesse a partire dal 12 novembre 2021. Tale obbligo è previsto dal decreto legge numero 157 del 2021. All’adempimento sono soggette sia le imprese che le persone fisiche. Sono escluse dal visto le spese dell’anno 2020 riportate nei modelli 730 o Redditi 2021. In tal caso, si ricorre alla vecchia disciplina (esente dal visto di conformità e congruità) anche se le fatture sono datate dopo l’11 novembre 2021. Le spese dell’anno in corso necessitano invece la verifica della data in cui sono state sostenute. Quelle sostenute dal 12 novembre 2021, infatti, sono assoggettate ai due visti.

Cessione del credito d’imposta: cambia il modello usato

La cessione del credito d’imposta è stata introdotta del Decreto Cura Italia e Decreto Rilancio. Ecco come funziona e il modello da compilare.

Cessione del credito d’imposta: come utilizzarlo?

La cessione del credito d’imposta è la possibilità di cedere a terzi, un credito per sostenere gli operatori colpiti dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19. I beneficiari del credito d’imposta per botteghe e negozi, oppure del credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda che scelgono di cedere il credito devono comunicarlo all’Agenzia delle entrate. La comunicazione deve avvenire entro il 31 dicembre 2021, esclusivamente tramite via telematica. Ecco come utilizzare il modello corretto.

Alcune istruzioni per compilare correttamente il modello

Una volta scaricato il modulo e compilato in tutte le sue parti. Nel riquadra “Dati del Cedente” deve essere inserito tutti gli estremi del beneficiario del credito d’imposta. Mentre nel riquadro “Tipologia di Credito Ceduto” deve essere indicato e barrata la corrispondente casella. Le possibilità sono:

  • locazione/affitto;
  • leasing;
  • concessione;
  • contratti di servizio;
  • affitto d’azienda;
  • atto o contratto da registrare in caso d’uso.

A questo punta si indica l’anno ed i mesi a cui fa riferimento il credito d’imposta e l’importo maturato. E’ bene ricordare che comunque è possibile cedere anche solo parte di un credito maturato. Mentre nel caso in cui la cessione si riferisce ai crediti maturati per i canni di due diverse annualità, sarà necessario compilare e presentare due  distinte comunicazioni.

Ultime dichiarazioni sui contratti

Il riquadro “Estremi di Registrazione dei contratti” deve essere compilato indicando gli estremi di registrazione dei contratti a cui si riferiscono i canoni che hanno generalto il credito d’imposta ceduto. Tuttavia possono essere indicati anche più contratti, ma con un massimo di 10. Per ciascun contratto occorre indicare: la registrazione, la serie, il numero, l’ufficio in cui è stato registrato, la tipologia di immobile ed il canone annuo. In alternativa, per i soli contratti di locazione, possono essere indicati il codice identificativo telematico del contratto, la tipologia di immobile (“A” = abitativo; “C” = non abitativo; “T” = terreno) e il canone annuo. Infine occorre firmare e inviare telematicamente il modello.

Superbonus 110%, cessione del credito e sconto in fattura anziché le detrazioni fiscali

Nelle modalità di utilizzo del superbonus 110% non rientrano solo le detrazioni di imposta sui lavori edili. Sono previste dalla legge due importanti modalità alternative, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura. Entrambi permettono ad esempio agli incapienti, ovvero ai contribuenti che hanno un’imposta lorda che non permette di avvalersi delle detrazioni fiscali, di poter utilizzare il superbonus con benefici alternativi.

Superbonus 110%, come beneficiare dello sconto in fattura

All’articolo 121 del decreto legge numero 34 del 2020 è previsto che i contribuenti che nel 2020 e nel 2021 sostengano spese per gli interventi rientranti nel superbonus 110% possano ricorrere allo sconto in fattura o alla cessione del credito. Lo sconto in fattura è previsto dal comma 1 della lettera a). L’articolo prevede che il contributo sia ottenuto “sotto forma di sconto sul corrispettivo fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto”. Tale corrispettivo è anticipato dal fornitore che ha effettuato i lavori. Quest’ultimo può recuperare il corrispettivo stesso attraverso il credito d’imposta. Tuttavia, anche il fornitore ha la possibilità, successiva, di cedere il proprio credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Cessione del credito nel superbonus 110%

Lo strumento della cessione del credito per i lavori rientranti nel superbonus 110% è previsto dalla leggera b) del comma 1 dell’articolo 121. In particolare, l’articolo prevede che “la trasformazione del corrispondente importo in credito di imposta, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari”.

Superbonus 110% e stato di avanzamento degli interventi

Le due opzioni possono essere esercitate in relazione a ciascuno stato di avanzamento degli interventi. Tuttavia va precisato che per i lavori che beneficiano del superbonus 110% gli stati di avanzamento possono essere al massimo due per ciascun intervento complessivo. Inoltre, ciascuno stato di avanzamento degli interventi deve far riferimento a non meno del 30% del medesimo lavoro.

Per quali interventi si può beneficiare dello sconto in fattura o cessione del credito?

Gli interventi per i quali si può richiedere lo sconto in fattura o la cessione del credito nell’ambito dei vantaggi fiscali del superbonus 110% riguardano:

  • il recupero del patrimonio edilizio previsto dal comma 1, lettere a) e b) dell’articolo 16 bis del Decreto del Presidente della Repubblica numero 917 del 1986;
  • gli interventi di efficienza energetica;
  • l’adozione delle misure antisismiche;
  • il recupero o il restauro della facciata degli edifici esistente, ovvero gli interventi previsti dal cosiddetto “bonus facciate”;
  • l’installazione degli impianti fotovoltaici per la produzione dell’energia elettrica;
  • l’installazione delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • l’eliminazione delle barriere architettoniche. Quest’ultima possibilità non è prevista dalla normativa ma concessa, in via interpretativa, dall’Agenzia delle entrate.

Calcolo del credito d’imposta nello sconto in fattura

Nel caso in cui si voglia beneficiare dello sconto in fattura, il credito di imposta si calcola sull’importo dello sconto applicato. Conseguentemente, lo sconto applicato sarà equivalente al credito acquisito. Nello sconto in fattura, come precisa l’Agenzia delle entrate con il provvedimento numero 283847 del 2020, “l’importo della detrazione spettante è calcolato tenendo conto delle spese complessivamente sostenute nel periodo d’imposta, comprensive dell’importo non corrisposto al fornitore per effetto dello sconto praticato. In presenza di diversi fornitori per il medesimo intervento, la detrazione spettante è commisurata all’importo complessivo delle spese sostenute nel periodo d’imposta nei confronti di ciascuno di essi”.

A quanto ammonta il credito di imposta dello sconto in fattura nel superbonus 110%?

La stessa Agenzia delle entrate, nella circolare 24/E del 2020, ha specificato anche a quanto ammonta il credito di imposta derivante dalla cessione del credito. Infatti, “nel caso in cui il contribuente sostenga una spesa pari a 30.000 euro alla quale corrisponde una detrazione pari a 33.000 euro (110 per cento), a fronte dello sconto applicato in fattura pari a 30.000 euro, il fornitore maturerà un credito d’imposta pari a 33.000 euro”.

Credito di imposta e sconto parziale in fattura del fornitore

La stessa circolare dell’Agenzia delle entrate prende in esame anche il caso in cui il fornitore applichi uno sconto “parziale”. In questo caso, il credito d’imposta è calcolato sull’importo dello sconto applicato. Ciò comporta, in sostanza, che se a fronte di una spesa di 30.000 euro, il fornitore applica uno sconto pari a 10.000 euro, lo stesso maturerà un credito d’imposta pari a 11.000 euro. Il contribuente potrà far valere in dichiarazione una detrazione pari a 22.000 euro (110 per cento di 20.000 euro rimasti a carico) o, in alternativa, potrà optare per la cessione del credito corrispondente a tale importo rimasto a carico ad altri soggetti, inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Calcolo della cessione del credito nel superbonus 110%

Nel caso della cessione del credito ai fini del superbonus 110% possono esserci diverse pattuizioni. Ciò significa che la cessione può essere effettuata dal titolare della detrazione fiscale anche a un prezzo inferiore rispetto al valore nominale delle detrazione stessa. Ad esempio, se il lavoro ai fini del superbonus comportasse una spesa di 100, con detrazione ammessa di 110, la cessione del credito potrebbe avvenire anche al prezzo di 90 o inferiore.

Sconto in fattura o cessione del credito, quale conviene di più?

Mentre per chi chiede lo svolgimento dei lavori potrebbe essere più conveniente lo sconto in fattura, dal punto di vista del fornitore questo istituto potrebbe risultare meno appetibile rispetto alla cessione del credito. Questo avviene perché il fornitore, ovvero colui che svolge l’intervento previsto nel superbonus 110%, a sua volta dovrà quasi sicuramente cedere il credito maturato, ovvero lo sconto concesso in fattura, per non incorrere in squilibri finanziari. Di conseguenza, si allungherebbero i passaggi del credito con maggiori oneri e contrattazioni per il fornitore.

Come può utilizzare il credito chi ha acquisito il beneficio?

Chi maturi il diritto alla detrazione ha un credito di imposta che può essere ceduto. L’acquirente, o l’azienda che applica lo sconto in fattura, può scegliere:

  • di utilizzare il credito di imposta in compensazione secondo quanto prevede l’articolo 17 del decreto legislativo numero 241 del 1997;
  • monetizzare a pronti il credito d’imposta facendo, a sua volta, la cessione del credito a terzi.

 

Bonus casa con cessione del credito: guida alle detrazioni

Negli ultimi mesi non si parla d’altro che del Superbonus 110%, ma in realtà ci sono altri bonus casa che permettono di beneficiare delle detrazioni con la cessione del credito.

Anche in questo 2021 è possibile usufruire di determinate agevolazioni fiscali derivanti da lavori di strutturazione ed efficientamento energetico degli immobili, ma anche per altri tipi di interventi che riguardano le parti comuni degli edifici o le singole unità immobiliari.

Come recuperare i costi sostenuti: conviene la cessione del credito?

Esistono diverse opzioni per ottenere il recupero parziale o totale dei costi sostenuti: la fruizione della detrazione fiscale tramite la dichiarazione dei redditi; la richiesta dello sconto in fattura all’impresa che effettua i lavori. Oppure si può scegliere la cessione del credito d’imposta a soggetti terzi, comprese le banche e gli altri intermediari finanziari.

La guida dell’ABI ci aiuta a capire quando scegliere la cessione del credito. Generalmente, conviene avvalersene quando il reddito non è così alto da consentire la detrazione di tutti i costi sostenuti. Oppure se si vuole beneficiare delle agevolazioni senza ricorrere all’uso di tutti o parte dei propri fondi. E ancora, quando si ha intenzione di recuperare una tantum l’importo spettante, al fine di evitare un’attesa pluriennale.

Come cedere il credito alla banca

La banca è il principale destinatario di una cessione del credito d’imposta effettuato dal titolare di un bonus casa. Così facendo, si ottiene in cambio una liquidità immediata. Ovviamente, cedere tale credito ha un costo, in quanto è necessario superare la fase istruttoria, l’importo relativo varia a seconda della banca a cui ci si rivolge. Alla stessa va chiesto quali documenti vanno presentati e qual è la procedura. A contratto firmato, va comunicata la cessione del credito all’Agenzia delle Entrate utilizzando la piattaforma online della stessa.

Le cessioni principali riguardano il conseguimento di liquidità immediata con lo scopo di sostenere le spese dei lavori per la casa. Infatti, se la scelta dovesse cadere sul recupero del beneficio in sede di dichiarazione dei redditi, i tempi si allungherebbero notevolmente, tra i 5 e i 10 anni, solitamente.

L’altra forma di cessione del credito d’imposta riguarda il rimborso di un eventuale finanziamento che è possibile ottenere parzialmente o del tutto.

Cessione del Superbonus 110%

Attraverso la cessione del Superbonus 110% è possibile portare in detrazione il 110% delle spese sostenute per gli specifici lavori. Ma quali sono i lavori che rientrano in questo speciale bonus casa?

  • L’isolamento termico dell’involucro dell’edificio, il c.d. “cappotto termico” con un’incidenza superiore al 25% della superficie;
  • L’esecuzione delle misure anti-sismiche per la messa in sicurezza statica, soprattutto sulle parti strutturali di immobili classificati come ad alta pericolosità;
  • La sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali preesisenti con impianti centralizzati per il raffrescamento, il riscaldamento o la fornitura di acqua calda sanitaria sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari situate negli edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno.

Nel Superbonus 110% rientrano anche altri tipi di interventi c.d. trainati:

  • Risparmio energetico, per esempio: la sostituzione degli infissi preesistenti con dei nuovi ad altra efficienza nel rispetto dei limiti previsti dalla legge;
  • L’installazione di pannelli solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica;
  • L’installazione di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici agevolati;
  • L’installazione della c.d. colonnina per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Gli altri bonus casa 2021

La cessione del credito è prevista anche per la ristrutturazione edilizia (bonus casa). La detrazione fiscale spettante per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è pari al 50% della spesa sostenuta, da recuperare in dichiarazione dei redditi in 10 anni, fino ad un importo massimo di 96mila euro.

L’Ecobonus può essere ceduto: la detrazione va dal 50% al 65% a seconda dell’intervento e dell’edificio, per un importo massimo di spesa che cambia a seconda dell’intervento effettuato, spettante per i lavori di riqualificazione energetica, da recuperare in 10 anni.

Può essere ceduto alle banche anche il credito d’imposta per l’acquisto e messa in opera di colonnine di ricarica di veicoli elettrici dotate di uno o più punti di ricarica di potenza standard non accessibili al pubblico. La destrazione è del 50% con un tetto di spesa pari a 3.000 euro, recuperabili in 10 anni.

Per l’installazione di impianti fotovoltaici la detrazione è pari al 50% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 96.000 euro, recuperabili in 10 anni. Anche in questo caso il credito d’imposta può essere ceduto alle banche.

Anche la classica detrazione fiscale per gli interventi di riduzione del rischio sismico (Sismabonus) può essere ceduta alle banche. L’agevolazione permette di recuperare dal 50% all’85% delle spese sostenute per la messa in sicurezza di case e edifici produttivi in zone ad alto rischio sismico, recuperabile in 5 anni e con un tetto di spesa pari a 96.000 euro.

Il Bonus facciate è l’agevolazione fiscale che consente di recuperare il 90% della spesa sostenuta per il recupero o restauro della facciata esterna (compresa sola pulitura o tinteggiatura) di edifici ubicati in determinate zone, recuperabile in 10 anni, senza limite di spesa.

Più titolari di credito d’imposta

Se più soggetti hanno diritto a detrarre la spesa sostenuta, l’ABI precisa che non ci sono vincoli reciproci. Ad esempio, per i lavori effettuati sulle parti comuni dei condomini, ognuno di essi può scegliere come recuperare i costi sostenuti, quindi: la detrazione, lo sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta.

Casi di non cedibilità del credito

Tra i tanti bonus, non può essere ceduto alle banche il credito riguardante:

  • Il Bonus verde per la sistemazione dei giardini;
  • il Bonus mobili per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici;
  • il Bonus idrico per la sostituzione di sanitari, rubinetteria e altri accessori per il bagno a flusso d’acqua limitato.

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Cessione del credito: ecco in che modo si cede un credito

La cessione del credito è un accordo in cui un soggetto cede ad un altro un suo credito. Ecco come funziona ed in che modo si può cedere un credito.

Cessione del credito: la normativa di riferimento

La cessione del credito è disciplinato dall’art. 1260 del codice civile. Il creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. Le parti possono escludere la cedibilità del credito, ma il patto non è opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione. Uno dei motivi che possono portare alla cessione del credito è legato ad uno scopo di garanzia. Oppure grazie agli innumerevoli bonus il proprietario di un bene può cedere il suo credito d’imposta alla ditta esecutrice di lavori. Ma com’è possibile farlo? Ecco la soluzione dell’Agenzia delle entrate.

Cessione del credito: la guida dell’Agenzia delle entrate

I soggetti cessionari dei crediti d’imposta e delle detrazioni per interventi edilizi possono accedere alla “piattaforma cessione crediti” per visualizzare i crediti ricevuti, accettarli o rifiutarli. Inoltre dopo l’accettazione, i crediti saranno visibili nel “cassetto fiscale” e utilizzabili in compensazione tramite modello F24. In alternativa alla compensazione, sempre tramite la suddetta piattaforma, i crediti ricevuti possono essere ulteriormente ceduti. Infine per accedere alla piattaforma, dopo l’autenticazione seguire il percorso “La mia scrivania / Servizi per / Comunicare” e quindi cliccare sul collegamento “Piattaforma Cessione Crediti”.

Cos’è la piattaforma cessione dei crediti

Sono molteplici i crediti che possono essere ceduti, tra questi:

  • bonus vacanze, di cui sono titolari le strutture ricettive, a seguito dell’applicazione dello sconto concesso al cliente;
  • spese per l’adeguamento degli ambiti di lavoro di cui sono titolari i soggetti che le hanno sostenute;
  • spese di sanificazione e per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, DPI di cui sono titolari i soggetti che le hanno sostenute.

I titolari dei crediti accedono alla piattaforma dall’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate. Inoltre possono visualizzare i propri crediti per comuncarne l’eventuale cessione ad altri soggetti.

Cessione del credito: come si accede alla piattaforma

Per accedere alla piattaforma cessione del credito occorre andare sulla homepage ed entrare nell’Area riservata. A questo punto serve essere in possesso di un’ indennità definita nell’ambito del sistema pubblici di identificazione digitale. Ne sono esempio lo SPID, il CIE o CNS, oppure le credenziali rilasciate dall’Agenzia delle entrate. Inoltre possono accedere alla piattaforma tutti i soggetti interessati. In altre parole possono entrare sia i cedenti che i cessionari del credito. Mentre non è possibile avvalersi di intermediari o di altro tipo di procedura. Infine una volta effettuato l’accesso all’aresa riservata si può raggiungere la piattaforma attraverso il percorso: “La mia scrivania / Servizi per / Comunicare “e poi scegliendo il servizio “Piattaforma Cessione Crediti”.

Altre funzioni della piattaforma

All’interno della piattaforma per la cessione crediti è possibile fae diverse funzioni. Ad esempio chi riceve il credito attraverso la piattaforma può:

  • cedere i crediti;
  • monitorare i crediti
  • consultare l’elenco delle comunicazioni in cui risulta come cedente o cessionario;
  • confermare di accettare la cessione tramite la funzione “Accettazione crediti”.

La piattaforma è infatti composta dalle seguenti quattro funzioni, accessibili dalla home page:

  • Monitoraggio crediti;
  • Cessione crediti;
  • Accettazione crediti;
  • Lista movimenti.

Tutte le sezioni in maniera analitica

In particolare nella sezione “monitoraggio crediti” si possono consultare tutti i crediti ed averne un riassunto sintetico. Infatti sono quindi consultabili i crediti: ricevuti, ceduti, e residui. Nella sezione “cessione crediti” sono contenuti tutti i crediti ricevuti. Per ogni riga è possibile indicare l’importo del credito ceduto e il codice fiscale del cessionario. La procedura verifica che il codice fiscale sia esistente, altrimenti non permette di andare avanti. Per proseguire con la cessione, è necessario spuntare la casella (in fondo alla pagina) “Si autorizza il cessionario alla visualizzazione, in fase di accettazione/rifiuto, del nominativo relativo al codice fiscale del cedente” e poi cliccare sul pulsante “Cedi crediti selezionati”. Infine, occorre confermare di voler proseguire con le operazioni selezionate. E’ un sistema molto semplice ed intuitivo.

Chi non ha reddito può usufruire del bonus 110%? Ristrutturare cedendo il credito

Chi non ha reddito può usufruire del bonus 110% per le ristrutturazioni edilizie? Questa la domanda che molti si fanno. Ecco i chiarimenti

Cos’è il bonus 110%

Il bonus al 110 % ha costituito per molti una forte attrazione e proprio per questo sono in molti a cercare informazioni in rete per capire se è possibile rientrare tra i beneficiari, soprattutto ora che sono stati eliminati dei vincoli. Il bonus prevede la possibilità di effettuare i lavori e ottenere fino al 110% di quanto speso per i lavori. La domanda che molti si fanno è “Chi non ha reddito può usufruire del bonus al 110%?” La prima cosa da sottolineare è che non tutte le ristrutturazioni consentono di avere il superbonus fiscale al 110%, ma solo i lavori che permettono di recuperare almeno due classi energetiche e quindi usufruire di una maxi detrazione fiscale fino al 110%.

Fin da ora è bene dire che anche chi non ha un reddito e quindi risulta incapiente, ovvero non è tenuto al pagamento delle tasse perché rientrante nella “No Tax Area” può ottenere questo importante beneficio.  La risposta è positiva e il modo per ottenere questo importante “sconto” è la cessione del credito o lo sconto in fattura, queste modalità possono essere utilizzate anche per il bonus facciate e per l’eco-bonus.

Come può ottenere il bonus 110% chi non ha reddito?

Il funzionamento è molto semplice: la famiglia Bianchi decide di effettuare la ristrutturazione dell’immobile. Esegue i lavori e nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo rispetto alla conclusione dei lavori inserisce le spese sostenute. Ogni 1.000 euro di spesa potrà ottenere una detrazione fiscale pari a 1.100 euro, che potrà essere riscossa attraverso una detrazione dalle imposte in 5 rate annuali di uguale importo. Naturalmente per beneficiare di questa opportunità è necessario avere un reddito, chi non ha reddito può comunque usufruire del superbonus al 110% per farlo ha diverse strade.

Cessione del credito alla ditta con sconto in fattura

La prima strada  per usufruire del bonus 110% senza reddito è cedere il credito alla ditta che effettua i lavori, in questo caso la ditta esegue i lavori e sulla fattura effettua uno sconto del 100%, ciò vuol dire che il committente non dovrà pagare nulla. Naturalmente per poter godere a pieno del beneficio senza troppe procedure è bene lasciare che la ditta si occupi anche della fornitura del materiale.

In realtà è possibile cedere il credito per la stessa ristrutturazione a più soggetti, ad esempio il fornitore di infissi, al fornitore di materiali e alla ditta, ma è bene sottolineare che per ogni contratto viene solitamente posta una clausola di protezione. Chi acquista quel “credito” sottoscrive un patto in cui si stabilisce che nel caso in cui qualcosa dovesse andare male (mancata riscossione del credito per qualche intoppo burocratico), sarà il committente a dover pagare gli importi del credito ceduto. La ditta può utilizzare questo sconto come credito di imposta, però con il valore del 110%, quindi nel caso in cui il valore della fattura sia 1.000 euro, l’impresa riceverà come credito di imposta 1.100. In alternativa può cedere il credito a una banca o a un’altra impresa con uno sconto del 9% .

Cessione del credito alla banca

In alternativa il committente può cedere il credito alla banca che quindi lo acquista pagando i lavori e poi lo riscuote. Perché dovrebbe farlo? Perché acquista il credito coprendo i lavori al 100%, ma poi ottiene a sua volta come sconto fiscale il 110%.

Superbonus al 110% e lavori condominiali

Deve essere sottolineato che tale disciplina viene applicata anche nel caso in cui l’unità immobiliare si trovi in un condominio e quindi il condomino usufruisce pro quota dello sconto fiscale. A sottolineare tale possibilità è proprio l’Agenzia delle Entrate che nella circolare 30 del 2020 sottolinea che il condomino incapiente (cioè che ha un reddito che rientra nella no tax area) potrà optare per la cessione del credito per la sua quota oppure per lo sconto in fattura come stabilito dall’articolo 121 del decreto Rilancio.  Un condomino incapiente può cedere il suo credito relativo al Superbonus anche se gli altri condomini non lo fanno e preferiscono avere detrazioni fiscali. L’opzione della cessione del credito alla ditta, ai fornitori o alla banca è fruibile anche da coloro che hanno un reddito e quindi la possibilità di usufruire dello sconto fiscale, ma preferiscono non anticipare i soldi e quindi cedere il credito.

Curiosità sul bonus fiscale al 110%

Per effettuare la cessione del credito è necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate telematicamente tale cessione, la comunicazione può essere effettuata anche attraverso il CAF o il commercialista di fiducia. Nel caso di lavori condominiali, di tale pratica si occupa l’amministratore condominiale. Per farlo in autonomia è necessario collegarsi al sito www.agenziaentrate.gov.it   loggarsi con lo SPID o altre credenziali, selezionare la voce “servizi” e di seguito la voce “comunicare”, da qui si può accedere al modulo da compilare per la cessione del bonus 110%.

Anche se molti non lo sanno, è prevista anche la possibilità di cedere il credito a parenti o amici, in questo caso la procedura è la stessa vista in precedenza, ma nello scegliere il cessionario si indicheranno le generalità di parenti e amici. Questi devono formalmente accettare tale cessione andando nella sezione del cassetto fiscale presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate e Riscossioni e solo dopo aver accettato la procedura potrà ritenersi conclusa.