Appuntamento a Bari per un convegno sulla manovra finanziaria

Si terrà a Bari il 4 ottobre un importante convegno dal titolo: La manovra finanziaria: misure di politica tributaria e di contrasto all’evasione. L’incontro, organizzato dal Cndcec, dall’Odcec di Bari e dall’Agenzia delle Entrate, si aprirà alle 14.30 presso il Palazzo del Mezzogiorno della Fiera del Levante.

Si prevedono argomenti e tematiche di grande interesse, poiché si farà il punto sulle nuove misure adottate dalla manovra finanziaria: dai provvedimenti per contrastare l’evasione alle novità in materia di incentivi fiscali, dalle limitazioni all’utilizzo del contante al delicato ruolo del professionista, dalle tecniche di riscossione con la nascita di Equitalia sud alle novità in materia di reddito d’impresa.

Ad inaugurare l’evento saranno Claudio Siciliotti e Giorgio Treglia, rispetticamente presidenti di Cndcec e Odcec di Bari, Aldo Polito, direttore dell’Agenzia delle Entrate della regione Puglia e Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze, alla quale è stata affidata l’introduzione del convegno.

Tra i relatori invitati, Paolo Moretti, consigliere del Cndcec codelegato all’area fiscale, interverrà sulle limitazioni all’utilizzo del contante e sul ruolo del professionista.

Prevista la presenza anche di Luigi Magistro, direttore centrale Accertamento dell’Agenzia delle entrate; Paolo Puglisi, direttore della Direzione legislazione tributaria del ministero dell’Economia e delle finanze; Alessandro Migliaccio, direttore regionale Puglia di Equitalia sud; Maurizio Leo, presidente della commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

La partecipazione al convegno è gratuita e darà diritto a otto crediti agli iscritti agli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ai fini della formazione professionale continua.

Vera Moretti

Commercialisti, un convegno in Sardegna

La revisione legale: verso nuove regole” è il titolo del convegno organizzato dal Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, in programma il 16 e 17 settembre nel Centro Congressi Forte Village, a Santa Margherita di Pula (Cagliari). Saranno due giornate di approfondimento durante le quali saranno presentati i documenti elaborati dal Consiglio nazionale dedicati alle linee guida per l’applicazione dei principi di revisione internazionali alle piccole e medie imprese e al collegio sindacale incaricato delle revisione legale dei conti. I due documenti saranno posti in pubblica consultazione nei prossimi giorni e fino al 30 novembre.

I lavori del convegno saranno aperti alle 14,30 del 16 settembre con il saluto delle autorità locali e la relazione introduttiva del presidente del consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti. A seguire sono in programma gli interventi di Antonio Masip Hidalgo (Membro della Commissione giuridica del Parlamento europeo, relatore per la proposta di risoluzione sulla politica in materia di revisione contabile), Phil Cowperthwaite (membro dell’International auditing and Assurance Standards board – IAASB), Luciano Berzè (Consigliere nazionale dei commercialisti delegato ai principi contabili), oltre a quelli di alcuni esponenti di Consob, Ministero dell’Economia, Confindustria, Ifac e mondo accademico.

Commenta il presidente, Claudio Siciliotti: “A Cagliari presenteremo ai colleghi e a tutti i soggetti istituzionali, italiani e internazionali, chiamati ad una responsabilità in questo campo, le linee guida predisposte dal Consiglio nazionale dei commercialisti per i principi di revisione legale dei conti nel mondo PMI che, sulla base degli ISA versione ‘clarified’, abbiamo adattato al contesto economico nazionale. Linee guida che saranno sia un riferimento ‘tecnico’ coerente con i principi internazionali, sia, ci auguriamo, una buona base di partenza per la stesura della convenzione finalizzata a dare efficacia anche ‘normativa’ ai principi stessi, da realizzarsi con il MEF, come previsto dal decreto legislativo 39 del 2010“.

Commercialisti: si alle liberalizzazioni ma si tuteli la professione

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha lanciato al governo e alle forze politiche di maggioranza e opposizione un messaggio chiaro: “In questa difficile fase, tutti devono essere disposti a dare il proprio contributo, anche per impedire che altri si sottraggano dal dare il proprio. Liberalizzare i mercati, anche quelli professionali ove opportuno, non deve pero’ diventare il pretesto per distruggere le libere professioni”.

Liberalizzare i mercati, ivi compresi quelli professionali, – afferma Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale della categoria – significa rimuovere le barriere e le limitazioni ritenute più dannose per l’economia che utili per la tutela dell’interesse pubblico.

“Le bozze di testi poi ritirati che si sono lette recentemente inducono a una certa preoccupazione. Se anziche’ tentare l’ennesimo scomposto assalto agli Ordini – conclude Siciliotti- trovassimo finalmente norme che si occupano di vere liberalizzazioni, noi commercialisti saremmo pronti a sostenerle, in un quadro complessivo di sacrifici equilibrati richiesti a tutte le diverse componenti sociali di questo Paese”.

Commercialisti: l’esame di Stato deve rimanere obbligatorio

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili in relazione ai contenuti del prospettato ddl sulle professioni ribadisce che l’obbligatorietà dell’esame di Stato non va discussa. Il divieto di prevedere “numeri chiusi o programmati”, il divieto di porre restrizioni alla pubblicità e la piena derogabilità delle tariffe minime così come la possibilità di fare tirocini durante l’università sono già realtà.

Il presidente nazionale della categoria, Claudio Siciliotti commenta: “Per i commercialisti italiani la totalità delle previsioni generali del ddl delega arriva tardi, perché la nostra è una professione che ha già saputo riformarsi da sola nell’immobilismo del legislatore. Anche per questo la previsione dell’abrogazione dell’esame di Stato, specificamente prevista per i soli commercialisti e avvocati, suona doppiamente ingiusta e ingiustificata per gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili“.

Siamo 112.000 e il 40% degli iscritti ha meno di quarant’anni – sottolinea Siciliotti.  Siamo la professione economica più numerosa d’Europa e l’unica esclusiva reale degli iscritti al nostro Albo e’ la possibilità di fregiarsi, nello svolgimento della loro attività, di un titolo professionale che e’ garanzia di un percorso formativo rigoroso posto a tutela dell’utenza“.

Per uscire dall’impasse di questi giorni e riprendere un dialogo sereno con il ministro della Giustizia Alfano serve forza di volontà tra le parti, per una discussione priva di tensioni.

M. Z.

Assemblea 2011 dei Commercialisti, Siciliotti fa il punto della situazione

In occasione dell’Assemblea 2011 dei Commercialisti, il presidente della categoria Claudio Siciliotti ha presentato una relazione a tutto campo. Alla conferenza hanno partecipato anche i ministri della Gioventù, Giorgia Meloni, quello della Giustizia, Angelino Alfano e quello del Lavoro, Maurizio Sacconi. Oltre a loro, sono intervenuti anche il sottosegretario all’economia, Luigi Casero, il responsabile economico del Partito democratico, Stefano Fassina, il presidente dell’API, Francesco Rutelli e il presidente del Consiglio della Giustizia Tributaria, Daniela Gobbi.

Siciliotti a favore della lotta all’evasione, ha presentato un pacchetto di proposte che va dalla richiesta di un riequilibrio della tassazione tra redditi patrimoniali e da lavoro a quella di rimodulare, ad invarianza di gettito, gli effetti distorsivi per le imprese prodotti dall’Irap; da una richiesta di drastica riduzione delle detrazioni, deduzioni, regimi impositivi speciali e sostitutivi a una di utilizzo di redditometro e spesometro che preveda però un mediatore terzo nel contraddittorio tra Entrate e contribuente al fine di porre ordine.  E’ stata inoltre proposta l’istituzione di una piattaforma informatica che agevoli i contribuenti e che permetta il tracciamento dei pagamenti. Proposte, secondo Siciliotti “utili per poter impostare una lotta all’evasione che sia davvero efficace ed equilibrata, senza oscillare perennemente tra ricette repressive e ricette permissive, a seconda della vicinanza o lontananza alle scadenze elettorali e agli elettorati di riferimento della maggioranza politica di turno“.

Per quanto riguarda la giustizia tributaria, secondo Siciliotti “Nel bilancio previsionale dello Stato per il 2010 le somme stanziate per fare accertamento, ossia per far fronte agli oneri di gestione dell’Agenzia delle entrate, ammontano a circa 2.865 milioni di euro e quelle per fare riscossione, ossia per compensi ad Equitalia, ammontano a circa 325 milioni di euro. Le somme stanziate invece per la giustizia, ossia per compensi ai giudici tributari e per il funzionamento delle commissioni, ammontano solo a circa 70 milioni di euro. Una sproporzione clamorosa che impedisce in partenza alla Giustizia tributaria di lavorare al meglio“. Serve una riforma che non può più essere procrastinata nel tempo, visti i problemi urgenti da risolvere.

La proposta di riforma dei commercialisti punta molto sulla formazione di una magistratura tributaria più professionale e competente. I commercialisti propongono quindi l’apertura ai giudici non togati dei percorsi di carriera specifici in materia tributaria, attribuendo, sia per i giudici togati che non, valore abilitante ai soli titoli comprovanti una competenza specifica nella materia tributaria, anziché, come accade attualmente, nelle materie giuridiche in generale.

Secondo Siciliotti, il prezioso lavoro di front office telematico svolto dagli studi professionali è di estrema importanza per la pubblica amministrazione. Questo lavoro si traduce in costi diretti di strumentazione e indiretti di tempo. Un lavoro remunerato in maniera irrisoria dallo Stato che dovrebbe essere rivalutato. E’ stato toccato in seguito il problema dei ritardi dei pagamenti della PA: lo scorso anno il ritardo dei pagamenti del settore pubblico italiano, rispetto ai tempi previsti da contratto, è stato in media di 86 giorni, quasi il triplo dei 30 registrati nel settore privato. Una situazione che danneggia le imprese italiane e che aggrava il lavoro dei commercialisti che merita di essere risolto al più presto.

A conclusione dell’intervento si è parlato di conti pubblici. Per il raggiungimento del pareggio di bilancio alla fine del 2014, ha sostenuto, ci vorrà una manovra di oltre 40 miliardi. “Tra le righe del Documento Economico Finanziario si legge che la correzione dei conti pubblici per il biennio 2013 – 2014 dovrà essere all’incirca di mezzo punto di PIL per ciascuno dei due anni. Tradotto in numeri, questo significherebbe una manovra su base biennale da circa 17 – 18 miliardi di euro, o “forse qualcosa di più”, come ha detto a voce il Ministro Tremonti in sede di presentazione del Documento Economico Finanziario alla Commissione Finanze della Camera. In verità, i numeri che emergono dallo stesso Documento Economico Finanziario lasciano trasparire che quel “qualcosa di più” dovrà essere “qualcosa più del doppio”, perché appare ineludibile, per raggiungere un simile obiettivo, una manovra biennale di oltre 40 miliardi di euro”.

Attesa per il 25 maggio l’assemblea annuale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili

Il prossimo mercoledì 25 maggio a Roma, a partire dalla ore 9.30, presso l’Auditorium della Conciliazione, in via della Conciliazione 4 si terrà l’Assemblea annuale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili. Il presidente del consiglio nazionale della categoria, Claudio Siciliotti, presenterà una relazione dedicata alla situazione economica e fiscale del Paese, con le dieci proposte dei commercialisti per la riforma del fisco e per la lotta all’evasione, una proposta di riforma della giustizia tributaria, uno studio sugli effetti sulle imprese dei ritardi dei pagamenti della P.A. e una ricerca sui costi sopportati dai commercialisti per l’informatizzazione dei loro studi professionali.

Seguiranno gli interventi del Ministro della giustizia, Angelino Alfano, del Ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, del Ministro della gioventù, Giorgia Meloni, dei sottosegretari Luigi Casero e Alberto Giorgetti (Economia) e Alfredo Mantovano (Interno), del responsabile economico del Partito Democratico, Stefano Fassina, del presidente dell’API, Francesco Rutelli, del presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria, Daniela Gobbi. I lavori proseguiranno nel pomeriggio dalle 15 alle 18 a cui parteciperanno i soli delegati.

Oltre alla partecipazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili saranno presenti anche i Presidenti e i Consiglieri dei 143 Ordini territoriali italiani, nonché ulteriori delegati eletti dall’Assemblea di ciascun Ordine locale ed i vertici delle associazioni sindacali di categoria. Sono attesi a Roma non meno di 1500 partecipanti.

Accordo tra i Commercialisti italiani e spagnoli: l’esame di stato non potrà essere evitato

E’ stato stipulato un importante accordo tra commercialisti italiani e spagnoli per bloccare chi si abilita in Spagna per evitare il nostro esame di Stato. L’accordo è stato stipulato tra il presidente degli Economistas, i commercialisti spagnoli, Valentin Pich Rosell e il presidente dei commercialisti italiani, Claudio Siciliotti e prevede di valutare attentamente ogni richiesta di iscrizione al proprio Albo proveniente da soggetti che, laureatisi in Italia, hanno ricevuto da università spagnole la dichiarazione di equipollenza del titolo accademico italiano, senza però aver effettuato in Spagna nessuna ulteriore attività formativa teorico-pratica.

Il fenomeno del “turismo professionale” è sempre più praticato fin da quando la direttiva comunitaria 36 del 2005 ha stabilito la possibilità di esercitare l’attività professionale in un altro Paese dell’Unione europea. “La Direttiva 2005/36/CE  ha come funzione di fondo quella di fornire uno strumento concreto per consentire a chi esercita l’attività professionale di spostare realmente, da un Paese all’altro, la sede dei propri interessi professionali e di svolgere la medesima attività per la quale si è abilitato nel Paese di origine“.

La direttiva vuole eliminare ostacoli relativi alla circolazione ma non eliminare gli esami di abilitazione previsti da ciascun Paese. Il Consigliere nazionale dei commercialisti Andrea Bonechi commenta: “Questo protocollo è frutto della volontà del Cndcec di recidere in partenza ogni tentativo di abusi di questo genere. Una chiara posizione assunta già nell’ambito della conferenza dei servizi ministeriali per il riconoscimento delle qualifiche professionali estere e l’accordo con gli amici spagnoli, sono il risultato di approfondimento e condivisione di principi e valori che tanti, troppi vorrebbero eludere. Un discorso che vale anche per quelle associazioni di lavoratori autonomi, anche intellettuali, affannosamente in cerca di riconoscimenti di matrice pubblica per inventare qualifiche professionali per attività oggi interamente libere ed in pieno regime di concorrenza”.

M.Z.

Commercialisti: la mediazione obbligatoria è necessaria, ma si può migliorare

Il presidente dei commercialisti, Claudio Siciliotti, nel corso del convegno nazionale “Mediazione civile: strumento giuridico e percorso di unione. Il ruolo dei commercialisti” tenutosi a Torino qualche giorno fa ha espresso un importante commento sulla mediazione obbligatoria: “Quella sulla mediazione civile è una riforma sicuramente perfettibile, ma il suo avvio segna comunque uno spartiacque nella storia della giustizia italiana. Pur con tutte le difficoltà che nella fase iniziale potranno verificarsi, era importante partire. La mediazione è ad oggi l’unico strumento in campo per alleggerire i nostri tribunali dal peso dei quasi sei milioni di cause civili pendenti, con una durata media tra i dieci e i dodici anni. Siamo al 156° posto delle classifiche mondiali per la durata dei processi, una situazione che penalizza pesantemente cittadini e imprese. Chi si oppone a questa riforma finisce di fatto per difendere questo indifendibile status quo“.

Tra le migliorie apportabili Siciliotti ha ricordato: “Probabilmente il ruolo di mediatore andrà riservato ai soli iscritti agli Ordini professionali e non ai laureati triennalitout court. Così come andranno costantemente monitorati i percorsi formativi. Massima vigilanza sulla qualità dei mediatori, quindi, ma anche grande impegno per l’affermazione di uno strumento di risoluzione alternativa delle controversie che può essere di grande aiuto per la collettività, anche perché potrà contribuire ad un significativo snellimento della pubblica amministrazione“.

L’incontro di Torino è stato un pretesto per presentare anche modello di conciliazione dei commercialisti, a illustrarlo è stato Felice Ruscetta, consigliere nazionale della categoria.

Milleproroghe: slitta l’obbligatorietà del ricorso alla mediazione

Il Senato ha approvato il decreto Milleproroghe. Relativamente alla proroga dei termini dell’entrata in vigore della mediazione civile in materia di controversie condominiali e di incidenti stradali (tradotto in sostanza con un via libera, a partire dal 20 marzo, per l’obbligatorietà del ricorso alla mediazione per tutte le altre materie) è stato accolto con animi contrastanti da parte dei commercialisti: “Rammarico per il rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della mediazione per alcune materie, ma anche grande soddisfazione per la sostanziale tenuta di una riforma giudicata di portata storica“.

Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti si tratta di un successo: “Soprattutto in considerazioni delle enormi resistenze messe in campo, si tratta di un successo di cui va reso pieno merito al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che dopo aver voluto una riforma che può finalmente cambiare il volto alla giustizia civile del nostro Paese, ha saputo fronteggiare con coraggio le tante pressioni provenienti da parte di chi, con logica corporativa, voleva snaturarne il senso, limitarne la portata o addirittura cancellarla“.

Il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della conciliazione in due materie rilevanti quali controversie condominiali e incidenti stradali – sostiene Siciliotti  – rende parziale l’avvio della mediazione civile, previsto per il 20 marzo. Una scelta di cui ci rammarichiamo, figlia delle tante spinte conservatrici di chi si arrocca in difesa dell’esistente“. Nonostante ciò il risultato conseguito è di grande importanza e di cui si può esultare.

Conciliazione e mediazione civile ridurranno il numero di cause civili pendenti presso i tribunali e comporteranno una drastica riduzione dei tempi della giustizia e dei suoi costi per i cittadini. Una riforma che avrà successo se sarà accompagnata da una rivoluzione culturale nell’approccio a questi temi.

Unioncamere e Commercialisti appoggiano la giustizia alternativa

A Roma è stato siglato nei gironi scorsi un accordo tra Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e Unioncamere per appoggiare iniziative di giustizia alternativa sostenendo lo sviluppo economico-finanziario delle Pmi partendo in particolare dall’analisi dei bilanci delle società di capitale nei vari settori di appartenenza e effettuando periodici studi statistici.

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, firmatario dell’accordo ha affermato: “Dopo due anni di durissima crisi l’economia si è faticosamente rimessa in moto, anche grazie ad un ritorno alla voglia di fare impresa. Proprio per questo, in questa fase delicata di ricostruzione del nostro tessuto imprenditoriale, è essenziale far sentire alle imprese, a quelle in difficoltà come a quelle appena nate, il sostegno concreto delle istituzioni. L’accordo sottoscritto da Unioncamere e Dottori commercialisti si basa su questa consapevolezza. Il sostegno migliore per chi fa imprese viene infatti dall’avere intorno un contesto moderno: mercati che funzionano in modo trasparente, una pubblica amministrazione efficiente e poco invadente, una giustizia civile rapida e poco costosa. Le Camere di commercio operano su tutti questi fronti come sistema e, in questa logica, sono convinte che la loro azione potrà essere ancora più efficace se condivisa e sostenuta sul territorio anche dal mondo delle professioni“.

Claudio Siciliotti, presidente del CNDCEC ha aggiunto: “Gli ambiti oggetto di questo accordo-quadro sono tutti determinanti per il rilancio del sistema Italia. Sul fronte della costruzione di una nuova logica di accesso al credito abbiamo già avviato, con Abi, oltre che con Unioncamere, la fase sperimentale di un progetto che crediamo possa contribuire a creare un rapporto di rinnovata fiducia e trasparenza tra imprese e istituti di credito. L’affermazione della mediazione e della conciliazione civile, poi, sono un’occasione irripetibile per pervenire ad un reale e sostanzioso abbattimento dei carichi pendenti della giustizia civile, con tutto ciò che ne conseguirebbe in positivo per cittadini e imprese. Così come enormi vantaggi possono derivare a PMI, professionisti e cittadini da significativi processi di semplificazione amministrativa. La collaborazione che con questo accordo rafforziamo con un attore importante come Unioncamere, è per tutti questi motivi estremamente importante“.

I due enti sono impegnati nell’attuazione del decreto legislativo 28 del 2010 con particolare riferimento alle norme sulla condizione di procedibilità, offrendo a imprese e consumatori servizi di mediazione su tutto il territorio nazionale. Per la semplificazione amministrativa, Dottori Commercialisti e Unioncamere provederanno a semplificare unitamente la procedura di iscrizione dei trasferimenti di quote delle s.r.l., promuoveranno l’utilizzo della firma digitale con ruolo e del certificato di autenticazione CNS di categoria da parte dei professionisti; collaboreranno alla standardizzazione, semplificazione e al miglioramento delle istruzioni per la compilazione delle pratiche telematiche dirette al Registro delle imprese. Per il credito infine sono previste iniziative di educazione finanziaria rivolte ai piccoli imprenditori.