Petizione INT per elevare a legge lo Statuto dei diritti del contribuente

L’Istituto Nazionale Tributaristi si affida ai social network e a internet per promuovere la richiesta di elevare lo Statuto dei diritti del contribuente a legge di rango costituzionale.
A questo proposito, è stata aperta una petizione online, visibile al link firmiamo.it/no-alla-derogabilita-dello-statuto-del-contribuente .

Questa è stata la scelta dell’INT, che ha dato seguito alla lettera inviata a vari membri del Governo e del Parlamento tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri , il Ministro dell’Economia, i Presidenti di Camera e Senato, i Presidenti delle Commissioni parlamentari Affari costituzionali e Finanze.

Si legge, all’interno della lettera: “la necessità di intervenire legislativamente sulla Legge n. 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente) per l‘innalzamento della stessa a norma di rango costituzionale. La suddetta Legge, salutata alla Sua promulgazione come la necessaria norma a tutela del cittadino-contribuente, è stata in varie occasioni non considerata ed i suoi principi derogati con buona pace dei diritti dei contribuenti italiani. In questo momento storico, di grande importanza per il Paese, in cui si affrontano profonde riforme, dalla Pubblica Amministrazione al Sistema Fiscale, lo Statuto dei diritti del contribuente non può rimanere solo una enunciazione di principi, ma deve essere un fermo ed imprescindibile punto di riferimento per il Legislatore nell‘interesse e nel rispetto dei contribuenti, degli operatori del settore tributario e della certezza normativa di cui il Paese ha necessità“.

Riccardo Alemanno, presidente INT, considera questo passo fondamentale all’interno dei progetti di riforma di Governo e Parlamento, poiché i diritti dei contribuenti devono essere considerati imprescindibili e inderogabili.
Con tale provvedimento, ad esempio, molte delle complicazioni  derivanti dalla retroattività delle norme tributarie sarebbero superate. Basterebbe derogare il divieto di retroattività, indicato ora nello Statuto del contribuente.

Ha dichiarato a proposito il presidente di INT: “Più volte da varie organizzazioni è stata presentata questa richiesta, ricordo che nel 2010 il Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili aveva perorato questa causa, con l’allora Presidente Claudio Siciliotti avevo avuto uno scambio epistolare sulla problematica in cui evidenziando che, al di là delle contrapposizioni, esistevano e ribadisco esistono tematiche su cui si possono, anzi si devono avere posizioni concordanti. Sono passati quattro anni e nulla è cambiato, ma oggi alla luce delle riforme annunciate, questo passaggio è fondamentale se veramente, come credo e spero, la politica vuole voltare pagina e le istituzioni di Governo e Parlamento hanno quale interesse primario il bene del Paese e dei cittadini-contribuenti. Mi auguro che questo nostro appello sia fatto proprio da altre organizzazioni di rappresentanza di professionisti, ma anche da quelle delle imprese e dei consumatori, nonché dai media, perché questa è una richiesta di equità e di giustizia di tutti e per tutti e nell’interesse dell’ intero Paese“.

Vera MORETTI

Lettera di INT al Governo sullo Statuto dei diritti del contribuente

Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, ha scritto, indirizzandosi ai più autorevoli membri del Governo, tra i quali il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, i Presidenti di Camera e Senato, i Presidenti delle Commissioni parlamentari Affari costituzionali e Finanze una sua missiva spiegando la necessità di elevare a rango costituzionale la Legge 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente).
 
In questa comunicazione, che Alemanno ha inviato in rappresentanza dell’intero Istituto, si legge, tra le altre cose: “la necessità di intervenire legislativamente sulla Legge n. 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente) per l‘innalzamento della stessa a norma di rango costituzionale. La suddetta Legge, salutata alla Sua promulgazione come la necessaria norma a tutela del cittadino-contribuente, è stata in varie occasioni non considerata ed i suoi principi derogati con buona pace dei diritti dei contribuenti italiani. In questo momento storico, di grande importanza per il Paese, in cui si affrontano profonde riforme, dalla Pubblica Amministrazione al Sistema Fiscale, lo Statuto dei diritti del contribuente non può rimanere solo una enunciazione di principi, ma deve essere un fermo ed imprescindibile punto di riferimento per il Legislatore nell‘interesse e nel rispetto dei contribuenti, degli operatori del settore tributario e della certezza normativa di cui il Paese ha necessità“.

Il presidente di INT ha anche voluto spiegare la sua iniziativa: “Abbiamo individuato l’elevazione a rango costituzionale della Legge 212/2000 come assolutamente necessaria quale fondamentale atto nell’ambito delle riforme che Governo e Parlamento hanno annunciato. I diritti del contribuente devono essere imprescindibili e non derogabili, ad esempio molte delle complicazioni  derivanti dalla retroattività delle norme tributarie sarebbero superate se  il divieto di retroattività, indicato nello Statuto del contribuente, non fosse puntualmente derogato. Più volte da varie organizzazioni è stata presentata questa richiesta, ricordo che nel 2010 il Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili aveva perorato questa causa, con l’allora Presidente Claudio Siciliotti avevo avuto uno scambio epistolare sulla problematica in cui evidenziando che, al di là delle contrapposizioni, esistevano e ribadisco esistono tematiche su cui si possono, anzi si devono avere posizioni concordanti. Sono passati quattro anni e nulla è cambiato, ma oggi alla luce delle riforme annunciate, questo passaggio è fondamentale se veramente, come credo e spero, la politica vuole voltare pagina e le istituzioni di Governo e Parlamento hanno quale interesse primario il bene del Paese e dei cittadini-contribuenti. Mi auguro che questo nostro appello sia fatto proprio da altre organizzazioni di rappresentanza di professionisti, ma anche da quelle delle imprese e dei consumatori, nonché dai media, perché questa è una richiesta di equità e di giustizia di tutti e per tutti e nell’interesse dell’ intero Paese“.

L’ INT proseguirà in questo progetto, cercando di coinvolgere la maggior parte dei parlamentari, ma rivolgendosi anche alle istituzioni, senza dimenticare il web e i social network.

Vera MORETTI

I commercialisti ricorrono al Tar

E’ stata fissata per il 12 marzo la Camera di Consiglio dell’istanza cautelare, presentata da Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, e da altri 7 membri del Consiglio nazionale commissariato.

Nella nota dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma si legge: “Il Consiglio di Stato ha sospeso le elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) e fissato al 12 marzo la trattazione in camera di consiglio dell’istanza cautelare presentata da Claudio Siciliotti e da altri 7 membri del Consiglio nazionale commissariato, che hanno impugnato l’ordinanza cautelare n. 736/2013, depositata lo scorso 8 febbraio dal Tar del Lazio“.

Il Tar ha inoltre sostenuto che in ministero della Giustizia potrebbe arrivare ad annullare i risultati delle elezioni tenutesi lo scorso 15 ottobre e indire le elezioni per il 20 febbraio 2013.

Vera MORETTI

Niente modifica sulla norma dei revisori ministeriali

E’ stata soppressa la modifica dei criteri di nomina del presidente del consiglio dei revisori dell’ente locale, che invece sembrava inclusa nel testo del decreto legge 174/2012.

Sembrava, infatti, che la designazione spettasse al Prefetto, su scelta effettuata di concerto dai Ministeri dell’interno e dell’economia e finanze, tra i rispettivi dipendenti.

In realtà, nel decreto approvato dalla Camera, è previsto che i presidenti dei collegi dei revisori degli Enti locali con popolazione superiore ai 60mila abitanti non siano selezionati tra i dipendenti ministeriali, ma continueranno ad essere scelti mediante estrazione tra commercialisti e revisori legali.

Ad adoperarsi perché il testo iniziale del ddl venisse modificato erano stati anche i membri del Consiglio Nazionale dei Commercialisti.
Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti, ha voluto esprimere la sua soddisfazione riguardo l’eliminazione di questa modifica: “Una eliminazione che è frutto anche dell’impegno del Consiglio nazionale affinché quel testo fosse emendato in sede parlamentare“.

Ciò che, invece, premeva ai commercialisti, era la meritocrazia, considerata al contrario indispensabile, soprattutto quando si arriva a ricoprire cariche importanti.
Se questo non si fosse avverato, secondo Siciliotti “si sarebbe trattato di un altro caso emblematico di come la semplice appartenenza all’apparato statale possa superare il merito e la competenza dei professionisti quando, invece, se commercialisti e revisori si fossero insediati prima per certificare i conti degli enti locali, tanti esempi recenti di cattiva gestione del denaro pubblico si sarebbero potuti evitare”.

Per non parlare, poi, dell’incompatibilità che ne sarebbe sorta se il presidente del Collegio fosse stato scelto tra i dipendenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dell’Interno, “dal momento che entrambi i Ministeri hanno già potere di controllo e di ispezione nei confronti degli Enti locali. Ne sarebbe derivato che, appartenenti allo stesso Ministero, avrebbero svolto sia l’attività di revisione all’interno dell’Ente che quella ispettiva spettante al Ministero medesimo, che dovrebbe anche verificare se i revisori hanno svolto correttamente la loro attività di controllo”.

Vera MORETTI

Claudio Siciliotti critica la Legge di Stabilità

Le manovre del Governo per recuperare denaro e rimpinguare le casse dello Stato non piacciono a Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti.

In occasione del terzo congresso della categoria, svoltosi a Bari, Siciliotti ha criticato duramente i modi di procedere di Monti & Co, colpevoli di aver posto l’attenzione “unicamente alla leva fiscale, tralasciando il nodo del taglio della spesa pubblica”.

Non piace, ad esempio, la tassa di solidarietà del 3% per chi percepisce oltre 150mila euro, poiché questa soglia è considerata troppo bassa per pensare che sia riservata solo ai ricchi, quando, invece, secondo Siciliotti si tratterebbe di “quelli che in questo Paese producono, creano lavoro e ricchezza, che pagano le tasse e che forse non meritano questo ulteriore aggravio”.

Le misure fiscali contenute nella Legge di Stabilità, che potrebbero spostare il peso delle tasse dalle persone alle cose, piacciono parzialmente al presidente dei commercialisti, perché lo scambio Irpef-Iva non convince del tutto: “non è sufficiente per dire che ne trarrà beneficio la gran parte dei contribuenti“.

La spiegazione è semplice: il Governo avrebbe disatteso le speranze dei contribuenti che non si aspettavano un aumento dell’Iva. Perciò aver deciso di aumentare l’Imposta sul valore aggiunto di un solo punto, e ridurre l’Irpef, ha strappato un mezzo sorriso, e non un’approvazione unanime.
Anche perché questa soluzione, secondo Siciliotti, ha fatto bene principalmente allo Stato “perché le risorse che avrebbe dovuto trasferire ai cittadini per azzerare l’aumento dell’IVA già messo a bilancio sarebbero state pari a sette miliardi, il taglio dell’IRPEF costa 5 miliardi”.

La retroattività è stata del tutto bocciata, poiché avrebbe la colpa di violare lo Statuto del contribuente con inaccettabili norme retroattive, punitive per i cittadini.

La riforma fiscale dovrebbe, in questo particolare momento storico, partire da una vera revisione della spesa: “Tra il 2000 e il 2011 la spesa pubblica italiana è cresciuta in termini reali di 124 miliardi, di cui la metà circa sono puro aumento senza alcun ritorno per i cittadini in termini di servizi. Si tratta di circa 60 miliardi di minori spese che si possono recuperare per tornare ai numeri del 2000. Una cifra con la quale finanziare l’abrogazione integrale dell’IRAP per l’intero settore privato e il dimezzamento dell’IRES per le imprese labour intensive, ossia quelle che presentano una incidenza del costo del lavoro superiore al 50% del fatturato. La priorità è abbassare le tasse su imprese e professionisti che danno a loro volta lavoro, prima ancora che direttamente sui lavoratori”.

Vera MORETTI

I commercialisti dicono sì alla semplificazione degli adempimenti fiscali

Semplificare la burocrazia è, da sempre, una delle esigenze maggiori da parte di tutti gli ordini professionali.

Per questo, l’intenzione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di sfoltire quelli che sono gli adempimenti fiscali, è stata accolta positivamente da Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti italiani.
Le Entrate hanno chiesto attraverso una lettera alle associazioni e alle categorie un contributo per rendere questa iniziativa una vera e propria realtà.

La reazione, da parte dell’ordine dei commercialisti, è stata del tutto collaborativa, anche perché, come ha sottolineato Siciliotti, la categoria che lui rappresenta aveva già sollevato il problema nel 2011, “dopo un biennio, il 2009 – 2010, di legislazione fiscale particolarmente poco rispettosa degli oneri adempimentali che si andavano a scaricare sui contribuenti”. E, se all’epoca la denuncia non era stata accolta, ora sembra che ci si trovi davanti ad un cambio di rotta.

Ma quali sono le priorità sulle quali bisogna intervenire subito?
Siciliotti non ha dubbi, si tratta degli “adempimenti che gravano oggi sulle piccolissime imprese che fanno operazioni sporadiche e di modesto importo con l’estero”.
Ma non si devono tralasciare gli obblighi e le procedure che gravano sugli intermediari fiscali, che appesantiscono il lavoro senza, tra l’altro, apportare alcun beneficio.

Vera MORETTI

La lunga strada della Riforma Fiscale

 

Una legge delega che contiene ancora troppi punti poco chiari. E’ questo il parere unanime espresso dai  rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, riguardo al testo del Governo che dovrebbe fare da guida alla riforma fiscale. 

L’unica vera riforma fiscale oggi si chiama revisione della spesa – ha sottolineato Claudio Siciliotti, Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. – Tutti i numeri a nostra disposizione ci dicono che si possono recuperare fino a 60 miliardi di minori spese, con i quali finanziare la sterilizzazione integrale e definitiva dell’altrimenti previsto aumento dell’IVA, l’abrogazione integrale dell’IRAP per l’intero settore privato e il dimezzamento dell’IRES per le imprese labour intensive, ossia quelle che presentano una incidenza del costo del lavoro superiore al 50% del fatturato”.

Per Siciliotti la priorità riguarda la necessità di abbassare le tasse su imprese e professionisti che danno a loro volta lavoro, prima ancora che direttamente sui lavoratori stessi. Il rischio è, sempre secondo il Presidente, che “nel medio periodo, potremmo trovarci con il paradosso di lavoratori meno tassati su redditi teorici di un lavoro che non avranno più”.

Ma cosa ne pensano i commercialisti a proposito delle imposte patrimoniali?
Dopo le manovre del 2011, una patrimoniale esiste già e  il suo ruolo “non e’ marginale – osserva Siciliotti – anche se mascherata sotto forma di tante imposte spezzatino su immobili, attività finanziarie e altri beni posseduti sia in Italia che all’estero”.

Le manovre che si rendono in questo momento necessarie secondo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, riguardano in primo luogo la revisione organica delle rendite catastali, ma prevedendo l’inserimento entro il disegno di legge che dovrà essere approvato dal Governo una “clausola di salvaguardia a favore dei contribuenti, con possibilità di applicare vecchi valori e vecchie aliquote, qualora i nuovi valori rivisti al rialzo determinino un aggravio di imposizione, nonostante la promessa di una revisione al ribasso delle aliquote” conclude Siciliotti.

In secondo luogo, il reddito di lavoro autonomo dovrà continuare a essere determinato sulla base del principio di cassa e non su quello di competenza. La strada da percorrere è ancora lunga.

Terremoto in Emilia, i commercialisti sul differimento degli adempimenti fiscali

Il Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili esprime soddisfazione per il testo del Decreto firmato dal Consiglio dei Ministri firmato nello scorso fine settimana, con il quale viene differito il termine di sospensione per l’adempimento degli obblighi tributari al 30 novembre 2012.

Secondo il Consiglio nazionale e il presidente, Claudio Siciliotti, che fin da subito si erano messi in contatto con i colleghi dei territori interessati dall’evento sismico, il testo riconosce almeno in parte le richieste fatte contestualmente alla diffusione della Circolare n. 29/IRDCEC del 2 Luglio 2012, “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal terremoto dell’Emilia”.

Secondo i commercialisti, risulta evidente l’importanza di avere ancora più tempo per potere definire al meglio gli adempimenti tributari da parte dei professionisti e delle aziende coinvolte dal terremoto, per altro così come richiesto a gran voce da tutte le organizzazioni di categoria, ma certo i commercialisti ribadiscono che a tale proroga deve far seguito un ulteriore intervento normativo teso ad adempiere adesigenze di parità di trattamento così come già riportato nella già citata Circolare.

Con riferimento al terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito il territorio della provincia de L’Aquila, il comma 28 dell’art. 33 della legge 12 novembre 2011, n. 183, al fine di consentire il rientro dall’emergenza, ha previsto che la ripresa della riscossione di imposte e contributi avvenisse, senza applicazione di sanzioni, interessi e oneri accessori, mediante il pagamento in centoventi rate mensili di pari importo. L’ammontare dovuto per ciascun tributo o contributo, ovvero per ciascun carico iscritto a ruolo, oggetto delle sospensioni, al netto dei versamenti già eseguiti, è stato inoltre congruamente ridotto. Riduzione che, in passato, è stata peraltro prevista anche per i contribuenti delle province di Catania, Siracusa e Ragusa, colpiti dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990.

Essendo la situazione venutasi a creare nelle zone colpite dai terremoti del 20 e 29 maggio 2012 altrettanto grave rispetto a quelle verificatesi in relazione ai precedenti eventi sismici, è evidente la necessità, in applicazione del fondamentale principio di uguaglianza, di introdurre un’analoga disciplina anche con riferimento a quest’ultimo evento calamitoso, nel rispetto ovviamente delle contingenti esigenze di finanza pubblica.

Senza dimenticare, proprio in ossequio al principio di cui sopra, la necessità di valutare una legislazione ad hoc che, nel caso denegato del rinnovarsi di eventi simili, possa essere pienamente ed immediatamente operativa dando certezza ai professionisti ed alle imprese motore della economia italiana.

Laura LESEVRE

I commercialisti: soddisfatti per il Dpr sulle professioni

Il consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili è soddisfatto per il testo del Dpr sulle professioni approvato dal Consiglio dei Ministri. Secondo i commercialisti, il testo ha ora trovato un’adeguata formulazione, recuperando in un modo apprezzabile i tanti punti che avevano destato le critiche degli ordini e i rilievi del consiglio di stato e delle commissioni parlamentari.

Particolarmente favorevole il presidente nazionale della categoria, Claudio Siciliotti: “Accogliamo con estremo favore – sottolinea – che la definizione di professione regolamentata sia stata ricondotta alla più corretta formulazione per la quale un insieme di attività, riservate e non riservate, sono esercitabili solo a seguito di iscrizione all’ordine e che la si riconduce alla prescrizione costituzionale dell’art. 33, comma 5“.

Anche la nuova formulazione sull’obbligo assicurativo è, secondo Siciliotti, “ben comprensibile ed i consigli nazionali faranno certo la loro parte per convenzionare polizze fruibili da tutti gli iscritti“.

Apprezzamento da parte del Consiglio nazionale anche per il tirocinio. Secondo il consigliere nazionale con delega alle professioni, Andrea Bonechi, “è positivo che i corsi post laurea siano facoltativi e alternativi, esattamente come lo sono oggi per i commercialisti e nondimeno che sia stato rimosso l’obbligo di verifiche ed esami intermedi“.

Molto apprezzabile, secondo i commercialisti, è anche il fatto che tanto per i corsi del tirocinio che per la formazione professionale continua sia stata riportata al centro la funzione regolamentare dei consigli nazionali, talché vi sarà certamente uniformità e coerenza, con il necessario raccordo con il ministero vigilante, come è giusto che sia.

Molto positivo il giudizio sulle disposizioni relative al disciplinare. “Il meccanismo della designazione, da noi più volte ed in più modi auspicato – spiega Bonechi ha trovato adeguata formulazione e garantirà la formazione di consigli di disciplina territoriali terzi ed efficaci. Ancora meglio il disciplinare nazionale: specializzando nella delicata ed importantissima funzione disciplinare taluni dei consiglieri eletti, si consentirà non solo la valorizzazione della attività disciplinare, ma anche la sostanziale riduzione dei consiglieri operanti in altre funzioni che oggi da più parti viene indicata come inopportuna se non addirittura inutile in tante professioni, la nostra per prima. Molto apprezzabile è anche la fiducia che il legislatore concede ai consigli nazionali, assegnando loro la più ampia
potestà di autoregolamentazione possibile“.

Il Consiglio nazionale si esprime anche sulla questione tirocinio a valere per l’iscrizione nel registro dei revisori. “Sapevamo – spiega il Consiglio – che il dpr non era la sede deputata a disciplinare la nota vicenda di cui chiediamo a gran voce soluzione, ma accogliamo con grande soddisfazione il passaggio della relazione di accompagnamento che, pur comprendendo le ragioni che le commissioni parlamentari avevano avanzato affinché il dpr risolvesse questa stortura, ritiene la questione non di pertinenza del dpr in quanto la revisione non e’ una professione, bensì un servizio professionale. E’ una precisazione di rango di estrema importanza. Ci affidiamo
ora come sempre al Ministero affinché risolva una volta per tutte con il proprio decreto di competenza l’equipollenza dell’esame di Stato dei commercialisti per accedere al registro“.

Il Cndcec presenta Commercialisti per l’Emilia

In aiuto dell’Emilia Romagna ci sono anche i commercialisti italiani che, per aiutare i loro colleghi impossibilitati a lavorare a causa dell’inagibilità del proprio studio, hanno costituito Commercialisti per l’Emilia.
Si tratta di un’iniziativa promossa dal Consiglio nazionale della categoria che avrà come braccio operativo l’associazione onlus Communitas, che già aveva supportato i commercialisti abruzzesi in occasione del terremoto del 2009.

Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale della categoria, si è recato a Mirandola e Cento, per poi presiedere una riunione straordinaria a Bologna del Coordinamento regionale degli Ordini dei Dottori Commercialisti dell’Emilia Romagna.
I dati da lui raccolti parlano di 250 colleghi colpiti dal sisma e 1000 addetti e, considerando la cifra di 430mila euro raccolta nel 2009 per l’Abruzzo, si spera di poter ottenere lo stesso risultato anche questa volta.

Ma questo non è il solo canale di aiuto partito dal Cndcec, come lo stesso Siciliotti ha dichiarato: “Abbiamo chiesto al nostro Istituto di ricerca di predisporre al più presto una circolare interpretativa del decreto legge 74, relativo agli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma. Una circolare che vorremmo condividere con l’Agenzia delle Entrate. Le indecisioni e i limiti interpretativi di questi giorni rischiano di aggiungere ulteriori danni a quelli già arrecati dalla natura. Con la nota interpretativa tenteremo di dare un contributo di chiarezza. In ogni caso, crediamo che l’interpretazione del decreto debba essere ampia ed estensiva per allargare il più possibile il perimetro dei soggetti agevolati”.

Il Consiglio nazionale di categoria non si accontenta della sospensione delle scadenze fiscali e previdenziali per i residenti delle zone terremotate fino al 30 settembre, ma, anzi, chiede un’esenzione di almeno un anno, per dare la possibilità a tutti di riprendersi, dopo le ingenti perdite dovute alle scosse del 20 e del 29 maggio scorsi.
Poiché, purtroppo, eventi di questo tipo accadono sempre più spesso, Siciliotti chiede che il Governo si attivi per introdurre una normativa di emergenza stabile, da applicare in casi come questi, per fare in modo che sostegni ed aiuti giungano in modo equanime e tempestivo.

Chi volesse contribuire alla causa, può effettuare un versamento presso il conto corrente intestato ad ASSOCIAZIONE COMMUNITAS – ONLUS (IBAN IT29R0306903213100000007868).

Vera MORETTI