La scienza contro la contraffazione alimentare

Il Cnr ha illustrato nei giorni scorsi al Padiglione Italia di Expo 2015 le nuove metodologie valorizzare i prodotti tipici italiani Dop ed Igp e difendere i consumatori dalle frodi, combattendo appunto la contraffazione alimentare, uno dei nemici più agguerriti della nostra economia.

L’evento “I prodotti tipici: una contraddizione o una speranza per l’agricoltura e il Made in Italy?”, curato dal Disba-Cnr, il Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche ha fatto proprio il punto sulle modalità più avanzate utilizzate nella lotta alla contraffazione alimentare.

Nel corso dell’evento, il direttore dell’Istituto produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr, Andrea Scaloni, ha illustrato le “analisi che ora sono realizzate in centri di ricerca specializzati e che presto potranno essere alla portata di tutti“. E ha portato degli esempi concreti di lotta alla contraffazione alimentare.

Per la mozzarella di bufala campana – ha detto Scaloniil disciplinare prevede che si usi il 100% di latte di bufala. I falsificatori invece lo mescolano con latte bovino o bufalino liofilizzato, meno costoso e spesso proveniente da altre nazioni: oggi la spettrometria di massa consente di analizzare un campione di latte per scoprire di che tipo è, identificandone i peptidi e le proteine”.

Altri esempi di tecnologia contro la contraffazione alimentare riguardano le carni, dove prodotti spacciati come provenienti da razze superiori sono invece il frutto di un mischione con razze meno pregiate. Ma, dice, Scaloni, “grazie a tecniche di microarray, che permettono di esaminare i prodotti derivanti dal genoma di un organismo su una singola lastrina di vetro o su un chip di silicio, è possibile riconoscere sequenze di DNA specifiche che caratterizzano in maniera univoca una determinata razza“.

La conclusione di Francesco Loreto, direttore del Disba-Cnr è comunque all’insegna del realismo, per quello che riguarda il contrasto alla contraffazione alimentare: “Il Made in Italy agroalimentare – dice – è un settore eterogeneo, che raggruppa centinaia di prodotti freschi e lavorati, una grande varietà di costi e disciplinari, di cultivar vegetali, razze animali e prodotti derivanti da processi di trasformazione, sapientemente selezionati nel tempo e in funzione del territorio, un ricco patrimonio culturale e tecnologico, non facile da regolamentare e controllare“.

Al via il master in Smart City

E’ nato il primo master di secondo livello per la formazione di esperti in progettazione di Smart City.

L’iniziativa è promossa dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, con il patrocinio di Registro.IT (Autorità di Registrazione Italiana). I destinatari sono giovani laureati in ingegneria e informatica chiamati ad apprendere le metodologie più innovative per realizzare applicazioni e servizi mirati a trasformare le realtà urbane in città intelligenti.

Il master si svolgerà in dodici mesi di formazione, seguito poi da laboratori pratici e tirocini finalizzati a sviluppare in modo concreto nuove App e nuovi servizi per migliorare la vita urbana.
Le risorse che si specializzeranno frequentando questo corso all’avanguardia verranno direttament assunte dalle aziende, presso le quali avranno l possibilità di mettere in pratica quanto acquisito e contribuire così all’innovazione dell’impresa.

Giuseppe Anastasi, direttore del master, ha presentato il progetto: “Il concetto di Smart City sta assumendo rilevanza sempre crescente e diverse città, anche in Italia, hanno attivato progetti per accrescere la sostenibilità, offrire servizi sempre più innovativi, consentire la partecipazione attiva dei cittadini e supportare la loro socialità tramite servizi dedicati. Nella realizzazione di questi obiettivi il ruolo di Internet e delle nuove tecnologie ICT è, chiaramente, imprescindibile. Basti pensare che diverse città europee hanno già attivi programmi specifici per dotarsi di tecnologie che consentano di fornire tali servizi ai propri cittadini, fra queste, Amsterdam, Barcellona, Lione, Santander, Birmingham e altre ancora“.

Vera MORETTI

Protocollo d’intesa tra CNR e Regione Veneto

E’ stato firmato un protocollo d’intesa tra la Regione Veneto e il CNR, finalizzato a favorire nuovi investimenti nel settore della ricerca e dell’innovazione.

L’accordo è stato siglato presso il Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e prevede lo stanziamento di 8 milioni di euro per realizzare un nuovo complesso architettonico che ospiterà nuovi laboratori per ricerca e didattica avanzata.
Le imprese venete potranno così beneficiare di nuove opportunità di crescita, che favoriranno la ripresa economica del territorio.

L’assessore regionale all’economia, sviluppo, ricerca e innovazione Marialuisa Coppola considera questa iniziativa fondamentale per sostenere le imprese innovative locali e un significativo passo avanti verso nuovi progetti nel settore delle nanotecnologie e delle biotecnologie.
È una grande giornata, che segna una tappa fondamentale nel percorso di collaborazione tra CNR e Regione con l’obiettivo di fare ricerca che porti vantaggi competitivi per le imprese venete. Esiste una piattaforma tra mondo dell’Accademia, politica e imprese per mirare in misura migliore gli interventi per percorsi condivisi finalizzati a far crescere le nostre imprese in prospettiva della ripresa economica in un mondo sempre più globalizzato che pone l’innovazione al centro della nuova maniera di fare economia e sviluppo. Come Regione Veneto abbiamo due priorità: le nanoteconologie e le biotecnologie e questo protocollo d’intesa si inserisce in questo solco d’azione”.

Vera MORETTI

Poste Italiane: ricerca e innovazione nel Mezzogiorno

 

Siglato un nuovo accordo tra  Poste Italiane, Cnr e Banca del Mezzogiorno allo scopo di semplificare e velocizzare i processi di ricerca e innovazione, in particolare nelle regioni del Sud. L’obiettivo è quello di integrare e mettere a disposizione dell’Italia “asset scientifici, tecnologici e finanziari che favoriscano lo sviluppo del tessuto imprenditoriale, in particolare nel Mezzogiorno“.

L’accordo quadro comprende una serie di obiettivi quali “la valorizzazione dei risultati dei progetti di ricerca, anche attraverso l’attivazione di finanziamenti specifici, la diffusione di strumenti finanziari di supporto alle imprese, la promozione di eventi e strumenti funzionali a rafforzare il trasferimento tecnologico soprattutto verso le Pmi, il sostegno alle pubbliche amministrazioni nelle fasi di valutazione dell’efficacia degli interventi“.

“Con questo protocollo – Luigi Nicolais ha sottolineato il presidente del Cnr,  – sperimenteremo una funzionale sinergia pubblico-privato capace di incidere sulle leve della valorizzazione dei risultati della ricerca“.

Ma come agiranno nel concreto i diversi enti firmatari dell’accordo?

Saranno coinvolti nella progettazione e attivazione di servizi a supporto delle Pa,  offriranno forme di partenariato e garanzia; non solo: saranno impegnati nella diffusione e crescita dell’innovazione nel tessuto produttivo, attivando una capillare rete informativa e di servizi a disposizione dei ricercatori e delle imprese.

Sarà possibile – ha aggiunto Nicolais – accelerare la ripresa economica del paese solo se i diversi attori dello sviluppo condivideranno strategie e percorsi gestionali capaci di fare emergere e valorizzare le potenzialità e le eccellenze presenti in ogni struttura“.

Questo accordo – ha concluso Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane – permetterà di valorizzare gli investimenti realizzati e di usare al meglio le nostre piattaforme tecnologiche e finanziarie, facilitando anche la nascita e la crescita di start-up, secondo criteri di progresso tecnologico e innovazione sociale. Dunque uno strumento importante per poter sfruttare al meglio, in tempi brevi, le ingenti risorse comunitarie disponibili”.

Accordo pro innovazione fra Cnr, Poste e Banca Mezzogiorno

Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Poste italiane e Banca del Mezzogiorno/Mediocredito centrale hanno sottoscritto venerdì scorso un accordo per ”semplificare e velocizzare i processi di ricerca e innovazione”, con l’obiettivo di integrare e mettere a disposizione del Paese asset scientifici, tecnologici e finanziari che favoriscano lo sviluppo del tessuto imprenditoriale, in particolare nel Mezzogiorno.

Tra le finalità dell’accordo quadro, firmato a Roma dall’ad di Poste italiane, Massimo Sarmi, dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais, e dall’ad di BdM-Mcc, Pietro D’Anzi: la valorizzazione dei risultati dei progetti di ricerca, anche attraverso l’attivazione di finanziamenti specifici; la diffusione di strumenti finanziari di supporto alle imprese; la promozione di eventi e strumenti funzionali a rafforzare il trasferimento tecnologico soprattutto verso le Pmi; il sostegno alle Pubbliche amministrazioni nelle fasi di valutazione dell’efficacia degli interventi.

”Con questo protocollo sperimenteremo una funzionale sinergia pubblico-privato capace di incidere sulle leve della valorizzazione dei risultati della ricerca”, dichiara il presidente del Cnr Nicolais. Un accordo che ”permetterà di valorizzare gli investimenti realizzati”, spiega Sarmi. Si tratta di ”uno strumento importante per poter sfruttare al meglio, in tempi brevi, le ingenti risorse comunitarie disponibili”, conclude l’ad di Poste.

Dal Ministero dello Sviluppo, un finanziamento per le pmi

di Vera MORETTI

Il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione delle piccole e medie imprese, che propongono innovazioni per quanto riguarda il design industriale, il Fondo nazionale per l’innovazione.
Firmatarie della convenzione sono UniCredit e Mediocredito Italiano del gruppo Intesa Sanpaolo che complessivamente dovrebbero mettere in campo finanziamenti per circa 75 milioni.

A beneficiare dei finanziamenti sarà chi proporrà progetti innovativi basati sullo sfruttamento industriale di disegni e modelli di cui la Pmi abbia la disponibilità anche come licenza d’uso.

L’importo massimo concesso sarà di 3 milioni di euro, con durata fino a 10 anni, in assenza di garanzia personale o reale richiesta all’impresa.
Le spese considerate ammissibili saranno quelle per investimenti in attivi materiali ed immateriali, in servizi di consulenza e per l’acquisizione, se necessaria, del disegno o modello, purchè avvenga all’interno di un progetto aziendale di valorizzazione del,a proprietà industriale.

Gabriele Puccini, country chairman Italy di Unicredit, ha dichiarato: “Si tratta di uno strumento unico nel panorama europeo, un bond sostenuto da una cartolarizzazione sintetica delle garanzie finanziata direttamente dalla Pubblica amministrazione. L’adesione attraverso quest’operazione al Fondo conferma che l’innovazione resta tra gli assi portanti del nostro piano industriale“.

Le linee già attive sono Mutuo modelli e design di UniCredit e Nova+Fni di Intesa Sanpaolo attraverso Mediocredito italiano.

Carlo Stocchetti, direttore generale di Mediocredito italiano, ha affermato: “potremo sfruttare al meglio le strutture specialistiche presidiate da ingegneri, tecnici ed esperti di contabilità industriale, in grado di analizzare i progetti presentati dalle imprese da un punto di vista tecnico-industriale, a complemento della tradizionale analisi di merito di credito“.

Il Fondo del ministero dello Sviluppo economico prevede che la valutazione dei progetti innovativi avvenga, in via preferenziale, utilizzando la metodologia condivisa con Abi, Confindustria e Conferenza dei rettori universitari, Cnr, Adi e Ordine dei consulenti in proprietà industriale e firmata con un accordo al dicastero di via Veneto nell’ottobre del 2008.

Per ora, è partita solo la linea dedicata allo sfruttamento di disegni e modelli, nei prossimi mesi sarà la volta di quella riservata ai brevetti.