Per svolgere più attività servono più partite Iva?

Per svolgere più attività serve una sola o più partite Iva? Ovvero si possono svolgere due o anche più attività con una sola partita Iva? E quali adempimenti devono essere ottemperati per procedere? Si tratta del caso di imprenditori o di liberi professionisti che hanno già una partita Iva individuale, ma che potrebbero decidere di aggiungere una nuova attività. Ad esempio, chi ha un’attività di commercio elettronico potrebbe pensare di aggiungere anche l’attività di social media manager. Oppure si può avviare una partita Iva con più attività.

Si possono svolgere due o più attività con un’unica partita Iva?

In tutti questi casi, la risposta è positiva. Ovvero si possono svolgere più attività autonome con la medesima partita Iva. Anche se le attività risultano molto diverse tra di loro. Il titolare della partita Iva dovrà naturalmente prestare attenzione alla posizione fiscale e agli adempimenti richiesti per le due attività. La scelta, inoltre, può avvenire sia all’atto dell’apertura della partita Iva sia, come avviene spesso, nel corso della propria carriera lavorativa. In tutte e due i casi è occorrente soddisfare specifici adempimenti burocratici, con la scelta o l’aggiunta di uno o di più codici Ateco. Pertanto, se il lavoratore autonomo ha già un codice Ateco per la propria attività e partita Iva, ne può aggiungere un altro o più di uno.

Partita Iva, la scelta del codice Ateco: cosa è necessario sapere?

La scelta del codice Ateco è il primo adempimento che deve essere svolto all’atto dell’apertura della partita Iva. Si tratta di un codice numerico classificato dall’Istat in collaborazione con la Camera di Commercio, con l’Agenzia delle entrate e con gli enti preposti alle pratiche amministrative relative alle imprese. Lo scopo è quello di classificare e identificare le attività professionali ed economiche, sia a fini fiscali che statistici.

Codice Ateco, come procedere con la scelta?

Ogni attività professionale ed economica ha un proprio codice Ateco. La scelta deve già avvenire all’atto dell’apertura della partita Iva. Il lavoratore autonomo deve conoscere a quale codice Ateco corrisponde la propria attività e inserirla nel momento in cui compili il modello AA9/12. Lo stesso avviene se all’apertura della partita Iva il contribuente voglia indicare più codici Ateco che corrispondano a due o a più attività professionali che il richiedente intende svolgere. Non vi sono, in generale, dei limiti alla scelta delle attività che un lavoratore autonomo voglia portare avanti, anche contemporaneamente. L’attenzione deve essere risposta al possesso di tutti i requisiti professionali richiesti.

Come aggiungere un codice Ateco a una partita Iva già aperta?

Un altro codice Ateco, corrispondente a una seconda attività che il lavoratore autonomo voglia svolgere, può essere inserito anche in un momento successivo rispetto a quello di apertura della partita Iva. Può trattarsi di un’attività secondaria rispetto a quella principale per la quale il contribuente aveva aperto in passato la partita Iva, ad esempio. Anche per aggiungere un codice Ateco alla partita Iva è necessario compilare il modulo AA9/12. Può essere, inoltre, necessario fornire informazioni sulla sede dell’attività alla Camera di commercio, all’Inps o al Comune.

Si paga per aggiungere un codice Ateco a una partita Iva già esistente?

Si devono sostenere dei costi per aggiungere un codice Ateco corrispondente a un’altra attività a una partita Iva già esistente? In linea generale, la risposta è negativa, ovvero l’aggiunta del codice Ateco tramite il modello AA9/12 è del tutto gratuita. Ciò avviene quando non è necessario procedere con l’iscrizione alla Camera di commercio. Se invece si tratta di un’attività commerciale o artigianale, è occorrente procedere con la richiesta di variazione anche alla Camera di commercio e all’Agenzia delle entrate. I costi, consistenti nell’acquisto di una marca da bollo e dai diritti di segreteria, ammontano a 17,50 euro e a 18 euro.

A cosa fare attenzione all’aggiunta di un codice Ateco a una partita Iva?

Come già detto, in linea generale non vi sono limiti all’aggiunta di un codice Ateco a una partita Iva. E quindi a svolgere più attività autonome contemporaneamente. L’attenzione deve essere posta da alcune categorie professionali e alla compatibilità delle attività economiche svolte e da svolgere e, dunque, dei codici Ateco. Ad esempio, alcune attività professionali che necessitano l’iscrizione a un ordine professionale (gli ingegneri, i commercialisti, gli architetti), difficilmente potranno condurre più attività in contemporanea avendo già quella principale. Anche gli agenti immobiliari non possono svolgere l’attività di mediazione creditizia. Risulta indispensabile, pertanto, verificare la compatibilità dell’attività o delle attività secondarie rispetto a quella principale.

Partita Iva regime forfettario: come si compila il quadro LM con due codici Ateco e aliquota agevolata?

Come si compila il quadro LM in sede di dichiarazione dei redditi per una partita Iva a regime forfettario con due diversi codici Ateco riguardanti due diverse attività? La prima considerazione da fare è quella che le attività possono rientrare nell’aliquota agevolata del 15% o del 5% (in caso di nuove attività per i primi 5 anni). Però è necessario verificare determinate condizioni.

Partita Iva forfettaria, due attività che non superano il tetto dei 65.000 euro

Ammettiamo che un lavoratore autonomo abbia aperto la partita Iva a inizio del 2020. Dopo qualche mese ha aggiunto una seconda attività e, pertanto, anche un nuovo codice Ateco. Le due attività, pur essendo diverse, ricadono nello stesso gruppo e dunque hanno la stessa percentuale di redditività. Dalle attività, il contribuente ha ricavato redditi che non superano, complessivamente, i 65.000 euro annuali. È questa una delle condizioni per continuare a mantenere la partita Iva in regime forfettario.

Partita Iva forfettaria, codici Ateco e coefficienti di redditività

La partita Iva forfettaria è compatibile con lo svolgimento di più attività ricadenti in differenti codici Ateco. Nel caso in esame, è necessario verificare che le due attività ricadano nel medesimo gruppo di redditività. Ci viene incontro l’allegato 2 della legge numero 145 del 2018. Infatti, nel documento sono riportati il gruppo di settore di svolgimento di attività, il codice Ateco classificato nel 2007 e il coefficiente di redditività. All’interno del gruppo di attività, ma in alcuni casi anche per gruppi differenti, può trovare applicazione il medesimo coefficiente di redditività.

Come controllare a quale gruppo appartiene l’attività svolta dalla partita Iva dal codice Ateco?

È il caso, ad esempio, di una partita Iva che svolga attività di commercio al dettaglio (gruppo 2) e, come seconda attività, quella di servizi di ristorazione (gruppo 7). Per entrambe le attività il coefficiente di redditività è pari al 40%. Ma attività diverse l’una dall’altra possono rientrare anche nello stesso gruppo. Ad esempio, nel gruppo 9 sono riportate le “altre attività economiche” con coefficiente di redditività pari al 67%. Le tante attività riportate all’interno del gruppo possono avvicinarsi tra loro ma anche essere estremamente differenti.

Come vanno riportati i redditi in sede di dichiarazione per due attività della stessa partita Iva?

Nel caso preso in esame della partita Iva con due attività e differenti codici Ateco ma con la medesima percentuale di redditività, è possibile procedere alla compilazione del modello dei redditi 2021 delle persone fisiche nel seguente modo:

  • nel rigo Lm 22 va indicato nella colonna 1 il codice Ateco inerente l’attività che può essere considerata prevalente;
  • nella colonna 2 va indicato il corrispondente coefficiente di redditività;
  • in quella numero 3 il volume totale dei compensi e dei corrispettivi percepiti nell’anno di imposta;
  • nella colonna 5 va indicato il reddito da determinare forfettariamente.

Applicazione dell’aliquota del 5% o del 15% sul reddito forfettario di una partita Iva

Il quadro LM così compilato ai fini della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche consente l’applicazione dell’aliquota spettante. L’agevolazione può essere al 5%, applicata sui compensi di entrambe le attività e codici Ateco con lo stesso coefficiente di redditività. Oppure del 15% nel caso in cui si siano esauriti i primi 5 anni di nuova attività.

Determinazione imposta da pagare, si considera la sommatoria dei compensi delle due attività

La percentuale agevolata, dunque, va applicata sull’intero importo del reddito della partita Iva forfettaria risultante dall’applicazione del coefficiente di redditività. E, pertanto, sulla sommatoria dei componenti positivi riconducibili a tutte e due le attività che l’autonomo svolge.

Associazione culturale: quale codice Ateco senza scopo di lucro?

Quale codice Ateco deve essere attribuito a una partita Iva richiesta da un’associazione culturale senza scopo di lucro? La scelta del codice Ateco inerente l’attività dell’associazione è un passaggio determinante all’atto dell’apertura della partita Iva. Per la registrazione all’Agenzia delle entrate le associazione, dopo la registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto, devono utilizzare il modello AA7/10.

Il modello AA7/10 per l’apertura della partita Iva delle associazioni culturali

L’apertura della partita Iva necessita della compilazione del modello AA7/10 che può essere anche scaricato e compilato online, collegandosi direttamente al portale dell’Agenzia delle entrate. Tra le informazioni fondamentali del modello da presentare per aprire la partita Iva, la scelta del giusto codice Ateco rappresenta un passaggio fondamentale. Vediamo quali sono i codici da poter utilizzare per un’associazione culturale senza scopi di lucro.

Scelta del codice Ateco per la partita Iva dell’associazione culturale

I codici Ateco riguardanti le associazioni culturali rientrano nella sezione S (altre attività di servizi) del codice stesso. Nel dettaglio della sezione, le prime due cifre sono quelle corrispondenti al numero 94, dove sono classificate le attività di servizi e, in particolare, le “Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali”. Dopo il codice 94, la successiva cifra da considerare è il 9, corrispondente alle “Attività di altre organizzazioni associative”. Il codice Ateco fin qui ottenuto è, pertanto, 94.9.

Associazioni culturali: codici Ateco corrispondenti alle attività di altre organizzazioni associative non classificate

L’ulteriore classificazione del codice Ateco per l’apertura della partita Iva delle associazioni culturali porta a considerare il gruppo con il codice 94.99, corrispondente alle attività di altre organizzazioni associative non classificate. Si tratta di una classificazione che, al suo interno, apre un ventaglio di possibilità tra le quali scegliere l’attività che maggiormente si avvicina a quella dell’associazione culturale.

Codici Ateco per associazioni culturali: quali sono?

Questa possibilità è data dalle successive due cifre del codice Ateco:

  • 94.99.10, corrispondente alle “Attività di organizzazioni per la tutela degli interessi e dei diritti dei cittadini”;
  • 94.99.20 delle “Attività di organizzazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby”;
  • 94.99.30 comprendente le “Attività di organizzazioni patriottiche e associazioni combattentistiche”.

Altri codici Ateco per le associazioni culturali

Altri codici Ateco relativi alle organizzazioni culturali sono:

  • 94.99.40 “Attività di organizzazioni per la cooperazione e la solidarietà internazionale”;
  • 94.99.50 “Attività di organizzazioni per la filantropia”;
  • 94.99.60 “Attività di organizzazioni per la promozione e la difesa degli animali e dell’ambiente”;
  • 94.99.90 “Attività di altre organizzazioni associative non classificate”.

Associazioni per la tutela degli interessi e dei diritti dei cittadini

Con il codice 94.99.10, relativo alle attività di organizzazioni per la tutela degli interessi e dei diritti dei cittadini, si fa riferimento a:

  • organizzazioni che non sono affiliate a un partito politico;
  • gruppi che portano avanti una questione di interesse generale sensibilizzando l’opinione pubblica ed esercitando una pressione politica.

Rientrano tra queste associazioni quelle dei consumatori o delle consulenze ai cittadini per la difesa dei diritti.

Le associazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby

Il codice 94.99.20 è riservato alle associazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby. Sono da escludere, tra gli h0bby, le attività sportive o ludiche. Rientrano tra le attività culturali e ricreative i circoli di lettura e letterari, quelli di storia, di cinema, di giardinaggio, di musica, di arte, di collezionisti e le associazioni automobilistiche.

Altre attività delle associazioni culturali

Altre attività delle associazioni classificabili come culturali si riscontrano nei codici Ateco delle attività classificabili come culturali rientrano successivamente:

  • le associazioni patriottiche, comprese quelle dei veterani di guerra (codice 94.99.30);
  • le organizzazioni che tutelano e migliorano le condizioni di vita di particolari gruppi etnici o di minoranze (codice 94.99.40);
  • le associazioni che svolgono sostegno umanitario ed economico all’estero (codice 94.99.40);
  • le organizzazioni che raccolgono fondi ed erogano contributi filantropici. Rientrano nel gruppo anche le associazioni che promuovono il volontariato e quelle che sostegno le strutture di comunità (codice 94.99.50);
  • le attività di ecologisti e ambientalisti, o per la protezione degli animali, o di lotta agli incendi e di protezione dell’ambiente (codice 94.99.40).

 

Regime forfettario con più attività, come si calcola il reddito imponibile con diversi codici Ateco?

Uno dei quesiti più ricorrenti per chi voglia aprire un nuovo business riguarda la possibilità di svolgere più attività con la stessa partita Iva. In altre parole, è possibile che nella stessa partita Iva siano iscritti due differenti codici Ateco. L’informazione è particolarmente importante per il  calcolo del reddito imponibile ai fini del limite di fatturato necessario per chi rientri nel regime forfettario. Ma anche per l’applicazione della tassazione unica del 15%.

Apertura di partita Iva con più attività

In generale, già all’atto dell’apertura della partita Iva, il titolare può scegliere, nella compilazione del modello AA9\12, più codici Ateco corrispondenti a diverse attività. Per ogni codice alfanumerico verrà identificata la relativa attività che il titolare della partita Iva svolgerà. Le attività possono essere classificate come principali e accessorie. Uno degli esempi più ricorrenti è quello di un professionista che lavori a più attività professionali.

Più codici Ateco con la stessa partita Iva: il caso del forfettario

Anche i titolari di partita Iva rientranti nel regime forfettario hanno la possibilità di svolgere più attività, con diversi codici Ateco, ma devono prestare attenzione alle regole connesse alla corretta applicazione del limite di fatturato e al calcolo della base imponibile sulla quale verrà applicata l’imposta fissa sostitutiva del 15% (o del 5% per le nuove attività per un limite massimo di cinque anni).

Limite di fatturato unico per le partite Iva del forfettario

Il limite del fatturato è una delle condizioni necessarie per mantenere il regime forfettario della partita Iva. Per la stessa partita Iva con più codici Ateco (e dunque per più attività), dal 1° gennaio 2019 è necessario che il limite di fatturato all’anno sia unico per tutte le attività della partita Iva, indipendentemente dai codici Ateco riportati. Pertanto, i compensi o i ricavi ottenuti dalle varie attività devono avere il limite complessivo di 65.000 euro all’anno, il tetto previsto per le partite Iva aderenti al regime forfettario.

Limite di 65.000 euro per la somma delle attività di una stessa partita Iva

Ciò significa che è necessario calcolare i due o più fatturati derivanti dalle fatture emesse corrispondenti alle diverse attività e moltiplicarne, per ciascuno, il totale per il coefficiente di redditività previsto per ogni codice Ateco. Nel quadro Lm del modello Unico, il contribuente dovrà iscrivere tutte le attività esercitate con i rispettivi codici Ateco e i fatturati conseguiti. La somma dei fatturati, che determina il guadagno totale, non dovrà essere superiore ai 65.000 euro.

Quadro LM modello Unico, quando le attività della partita Iva vanno inserite nello stesso rigo

Nel caso di più codici Ateco corrispondenti a un’unica partita Iva, si dovranno fare alcune distinzioni. In primis, per più attività dello stesso settore, è richiesta l’iscrizione di un unico rigo con il codice Ateco dell’attività stessa. Il totale dei compensi o guadagni conseguiti dovrà andare nello stesso rigo, in quanto anche se trattasi di differenti codici Ateco, le varie attività avranno lo stesso coefficiente di redditività e dunque non si creerebbe la possibilità di confusione. Ad esempio, il commerciante all’ingrosso che è anche commerciante ambulante di prodotti alimentari e di bevande ha, per le due attività, lo stesso coefficiente di redditività pari al 40%.

Stessa partita Iva con due o più attività rientranti in settori diversi: cosa fare

Diverso è il caso di una partita Iva nella quale siano iscritti più codici Ateco con attività appartenenti a diversi settori. È il caso, ad esempio, del commerciante che è anche professionista. Per queste situazioni, è necessario compilare un rigo per ogni gruppo di settore di attività. Pertanto, il commerciante che è anche professionista dovrà compilare due righe nel quadro LM del modello Unico, corrispondenti alle due attività rientranti nei diversi settori.

Calcolo reddito imponibile per più attività di diversi settori: un caso concreto

Il reddito imponibile da calcolare da diversi codici Ateco rientranti in diversi settori della stessa partita Iva, dovrà dunque essere quantificato in maniera esatta considerando i diversi coefficienti di redditività. Ad esempio, un contribuente con partita Iva aderente al regime forfettario con due codici Ateco corrispondenti a diverse attività, una del commercio e l’altra di consulenza, dovrà calcolare due basi imponibili sulle quali applicare un diverso coefficiente.

Imponibile partita Iva con più codici Ateco

Ammettiamo che dall’attività di commercio, il contribuente abbia ricavato 40.000 euro nell’anno di riferimento, e dall’attività di consulenza 20.000 euro. La somma di quanto guadagnato nell’anno (60.000 euro) permette al contribuente di mantenere la partita Iva con regime forfettario. Ciò avviene perché non è stato superato il limite del 65.000 euro previsto per tutte le attività. Tuttavia, il calcolo della base imponibile dovrà essere diversificato in quanto per le due attività sono previsti due coefficienti di redditività diversi. Per la prima attività è del 40% di coefficiente di redditività, mentre per quella di consulenza è del 78%. Pertanto la base imponibile dell’attività di commercio sarà 40.000 x 40% = 16.000, quella per l’attività di consulenza sarà di 20.000 x 78% = 15.600 euro.

Determinazione del reddito netto tra più attività

Al netto delle specifiche regole delle due diverse casse di previdenza, quella dei commercianti e quella dei professionisti, si dovrà procedere con la determinazione del reddito netto. Pertanto, dalla somma delle due basi imponibili andranno dedotti i contributi previdenziali obbligatori. Al reddito imponibile ottenuto, dovrà essere applicata la percentuale unica del 15% (o del 5% per le nuove attività) che costituisce l’ammontare di tasse da pagare per la partita Iva.

Come si aggiunge un codice Ateco a una Partita Iva?

Scegliere il codice Ateco giusto per la descrizione della propria attività è, senza dubbio, uno dei crucci da affrontare in particolare all’atto dell’apertura della partita Iva. Il codice Ateco rappresenta una tipologia di classificazione delle attività economiche basata su una combinazione alfanumerica.

Che cos’è il codice Ateco?

La classificazione dei codici Ateco (o anche codice attività) è utilizzata dall’Istat per le rilevazioni di carattere economiche. Per ogni attività economica classificata esiste un codice le cui lettere indicano il macro settore dell’attività economica, mentre i numeri descrivono, via via, le sottocategorie. Il codice attività è particolarmente importante all’apertura di una nuova partita Iva. È infatti indispensabile comunicare all’Agenzia delle Entrate il tipo di attività che si andrà a svolgere con la nuova posizione lavorativa. La scelta del codice giusto deriva, pertanto, da un’accurata ricerca per identificare il codice che maggiormente descrive la nuova attività.

A cosa serve il codice Ateco?

In prima battuta, il codice Ateco serve a identificare il tipo di attività della partita Iva in apertura. In particolare, l’attribuzione del codice giusto è importanti ai fini del controllo dell’Agenzia delle Entrate e della Camera di commercio per le imprese. Attraverso il codice alfanumerico si riesce a determinare la categoria statistica, contabile e fiscale della partita Iva. Inoltre, il codice è necessario anche in ambito di sicurezza del lavoro ai fini Inail: in questo caso, il codice attività identifica il rischio connesso al tipo di attività svolta.

Come scegliere il codice Ateco giusto?

La scelta del codice Ateco parte dalla descrizione dell’attività nella maniera più chiara possibile. Sul sito dell’Istat, nella sezione “Classificazione delle attività economiche Ateco 2007”, è possibile utilizzare gli strumenti per individuare il codice alfanumerico giusto. Nella pagina di ricerca del codice Ateco dell’Istat, è necessario inserire nel primo spazio disponibile la descrizione dell’attività (“Individua un codice attività”). La descrizione sintetica porterà a un risultato di ricerca che potrà essere confermato. Ad esempio, inserendo nel campo di ricerca “barista”, il risultato che il sito restituisce, da confermare, è il codice “56.30.00″, con la descrizione dell’attività corrispondente a “Bar e altri esercizi simili senza cucina”. 

Ricerca codice Ateco sul sito Istat

Tra le opzioni di ricerca del codice Ateco sul sito Istat è possibile procedere anche con la ricerca per codice di attività, ovvero avendo già il codice è possibile sapere a quale tipologia di attività corrisponda. Infine, le possibilità di ricerca permettono di poter procedere per aggregati andando, di volta in volta, a spacchettare il gruppo omogeneo per arrivare al codice preciso. Questa tipologia di ricerca è utile soprattutto quando non si ha una professione ben definita e si voglia arrivare al codice Ateco andando a identificare esattamente il tipo di attività da svolgere.

Come cercare il codice Ateco, un esempio pratico

Volendo cercare il proprio codice Ateco da una generica descrizione della propria attività, ad esempio allevatore di bovini da latte, è necessario procedere partendo dal gruppo più omogeneo, ovvero quello dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca. All’interno del gruppo, che Ateco 2007 classifica con il primo codice “01”, è necessario andare a cliccare sul “+” per spacchettare il settore ed entrare più nello specifico. All’interno della classificazione, si va a selezionare la macroarea più corrispondente, ovvero quella dell'”allevamento di animali”, alla quale fa capo il codice 01.4.

Codici Ateco, come rendere la ricerca il più precisa possibile

Cliccando sul “+” di questa voce, la ricerca entra più nel dettaglio andando a individuare la voce più precisa, corrispondente all’attività “Allevamento di bovini da latte” con codice 01.41. Il passaggio successivo (cliccando nuovamente sul “+”) serve a individuare più capillarmente l’attività, corrispondente ad “Allevamento di bovini e bufale da latte, produzione di latte crudo”, alla quale corrisponderà il codice Ateco definitivo 01.41.00, che fornirà una descrizione completa di tutta l’attività con le varie ipotesi di esclusione (perché corrispondenti ad altre attività e ad altri codici Ateco). Nel nostro caso, sono escluse le attività svolte per conto terzo o le lavorazioni del latte all’esterno dell’azienda.

Perché il codice Ateco è importante per le partite Iva forfettarie?

Il codice Ateco è fondamentale soprattutto per il calcolo del reddito netto delle partite Iva ricadenti nel regime forfettario. Infatti, a ogni codice di attività è assegnato un coefficiente di redditività, variabile dal 40 all’86%. Fino al 2018 alle diverse attività era assegnato anche un diverso limite di fatturato. Ma dal 2019, con le modifiche fatte al regime forfettario delle partite Iva, il limite di fatturato per tutte le partite Iva è pari a 65.000 euro, con applicazione dell’imposta unica del 15% (del 5% per le nuove attività e per i primi cinque anni).

I codici Ateco per la partita Iva forfettaria

I codici Ateco attualmente in vigore e i coefficienti di redditività corrispondenti sono i seguenti:

  • Industrie alimentari e delle bevande, codici Ateco 10 e 11, coefficiente di redditività del 40%;
  • commercio all’ingrosso e al dettaglio, codici Ateco 45; da 46.2 a 46.9; da 47.1 a 47.7; 47.9; coefficiente del 40%;
  • commercio ambulante e di prodotti alimentari e bevande, codice Ateco 47.81, coefficiente di redditività 40%;
  • commercio ambulante di altri prodotti, 47.82-47.89, coefficiente del 54%;
  • costruzioni e attività immobiliari, 41; 42; 43; 68; coefficiente 86%;
  • intermediari del commercio, codice Ateco 46.1, coefficiente 62%;
  • attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, codici 55 e 56, coefficiente 40%;
  • attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi, codici 64; 65; 66; 69; 70; 71; 72; 73; 74; 75; 85; 86; 87; 88; coefficiente 78%;
  • altre attività economiche, codici Ateco 01; 02; 03; 05; 06; 07; 08; 09; 12; 13; 14; 15; 16; 17; 18; 19; 20; 21; 22; 23; 24; 25; 26; 27; 28; 29; 30; 31; 32; 33; 35; 36; 37; 38; 39; 49; 50; 51; 52; 53; 58; 59; 60; 61; 62; 63; 77; 78; 79; 80; 81; 82; 90; 91; 92; 93; 94; 95; 96; 97; 98; 99; coefficiente di redditività del 67%.

Partita Iva con due o più codici Ateco: cosa fare e come

Se sei titolare di una partita IVA o hai intenzione di aprirla, sappi che puoi svolgere due attività utilizzando la medesima. Come? Aggiungendo un altro codice ATECO. Non si tratta di una scorciatoia e quindi di una semplificazione, in quanto non è proprio possibile essere in possesso di due partita IVA.

Appurato ciò, se vuoi intraprendere una seconda attività di lavoro con conseguente aggiunta di un codice ATECO, devi fare richiesta di tutte le autorizzazioni previste. A questo punto, vediamo come procedere.

Aggiungere un codice Ateco alla partita IVA: come fare?

Quando si procede all’apertura di una partita IVA si deve comunicare all’Agenzia delle Entrate la tipologia di attività che s’intende svolgere e indicare il codice ATECO ad essa attribuito. Nel caso tu voglia svolgere due o più attività sei tenuto a indicare i codici ATECO relativi. Se possiedi già una partita IVA, per iniziare una seconda attività devi comunicare all’Agenzia delle Entrate il nuovo codice ATECO. Come? Utilizzando i modelli AA9/12 che puoi scaricare dal sito dell’ADE e indicando qual è l’attività principale e quella accessoria.

Tieni presente che per alcune attività è necessario, entro i 30 giorni successivi, formalizzare una richiesta di iscrizione al Registro delle Imprese e, se previsto, anche la SCIA al Comune.

Nel caso in cui sia coinvolta anche la Camera di commercio, per aggiungere uno o più codici Ateco deve essere avviare una pratica telematica con il portale Starweb. In questo modo la documentazione viene trasmessa alla Camera di commercio e quindi agli enti interessati, tra cui il Suap, lo Sportello unico per le attività produttive.

Aggiungere un codice ATECO alla partita IVA, quanto costa?

A seconda del tipo di attività che vuoi svolgere, varia il costo relativo all’aggiunta di un codice ATECO. Se sei un professionista iscritto al Registro delle Imprese, quindi con una partita IVA già preesistente, non devi sostenere alcun costo. E’ sufficiente presentare richiesta all’Ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate, come già anticipato, tramite gli appositi modelli. Puoi farlo tu, in qualità di richiedente, oppure affidarti al professionista abilitato cui hai dato l’incarico.

Aggiungere un codice ATECO ha un costo nel caso in cui la nuova attività che intendi avviare prevede l’iscrizione presso la Camera di Commercio oppure effettuare una modifica all’iscrizione già presentata. In assenza di particolare formalità da sbrigare, quindi, se sei un commerciante o un artigiano spenderai 18 euro per i diritti di segreteria e 17,50 euro per la marca da bollo.

Non aggiungere il codice ATECO relativo alla nuova attività che intendi svolgere, comporta una sanzione che va da 516 euro a 2.064 euro.

LEGGI ANCHE: Codici ATECO, come si classificano le attività economiche

Contabilità separata: scelta e obbligo

Nel caso tu sia titolare di partita IVA e svolgi due o più attività, puoi decidere di tenere una contabilità diversa per ognuna. In tal caso, si configura la contabilità separata per cui va applicata un’imposta unica per tutte le attività facendo riferimento al fatturato complessivo.

Abbiamo parlato di scelta, ma per alcuni casi, la legge prevede l’obbligatorietà di separazione della contabilità, scopriamo quali:

  • esercizio contemporaneo di attività di impresa e lavoro autonomo;
  • commercio al minuto con il metodo della ventilazione;
  • attività agricole (art.34 e 34bis del DPR 633/72), qualora non abbiano optato per l’applicazione dell’IVA ordinaria;
  • attività di spettacolo con detrazione dell’IVA forfettaria.

E’ da sottolineare che sia in caso di contabilità separata per scelta che per obbligo, la sua adozione va comunicata all’Agenzia delle Entrate contestualmente al codice ATECO che si vuole aggiungere.

Nel caso di contabilità separata, la numerazione delle fatture emesse, nonché la loro annotazione all’interno dei registri, dovrà avvenire separatamente così come avverrà per le fatture d’acquisto. Inoltre, sarà necessario differenziare i registri ordinari, i versamenti dell’imposta e infine presentare un’unica dichiarazione annuale, ma contenente una sezione per ogni attività.

E’ possibile mantenere il regime forfettario con più codici ATECO?

Se decidi di aggiungere un codice ATECO in quanto vuoi svolgere una seconda attività e, hai aderito al regime forfettario IVA, puoi mantenerlo tenendo conto del limite previsto che, dal 1° gennaio 2019 è uguale per tutti i codici ATECO nella misura di 65.000 euro.

La determinazione del reddito per chi ha scelto il regime forfettario esercitando più attività, varia a seconda del settore di appartenenza delle medesime.

Nel caso di attività appartenenti allo stesso settore, vanno sommati i ricavi di ognuna e applicare il relativo coefficiente di redditività.

Se invece, le attività esercitate appartengono a differenti settori, a ogni fatturato va applicato il proprio coefficiente di redditività. Il problema dell’eventuale complessità dell’operazione, non si pone nel caso di coefficiente di redditività uguale.

La questione dei contributi previdenziali per lo svolgimento di due attività

Se svolgi due attività autonome non sei tenuto all’iscrizione presso due gestioni previdenziali diverse, è sufficiente iscriversi a quella prevalente. Tuttavia, se sei un artigiano o un commerciante ed eserciti anche la libera professione ma senza una propria Cassa di previdenza di categoria, quindi, che prevede l’iscrizione alla Gestione Separata INPS, prevedendo diverse gestioni previdenziali per le due attività relative, è necessario versare contributi doppi.

Chi esercita una professione con una propria Cassa previdenziale, oltre ad un’altra attività di lavoro autonomo, deve attenersi alle regole previste dalla Cassa di previdenza ordinistica.

Codici ATECO, come si classificano le attività economiche

Ad ogni attività economica corrisponde un Codice Ateco composto da una lettera e da numeri a 2, 3, 4, 5 o 6 cifre. La lettera indica il macro settore economico di appartenenza dell’attività, i numeri indicano categorie e sotto categorie del settore, a seconda del grado di dettaglio, le articolazioni e sotto categorie dei settori.

Le attività economiche sono suddivise in sezioni (codifica: 1 lettera), divisioni (2 cifre), gruppi (3 cifre), classi (4 cifre), categorie (5 cifre) e sottocategorie (6 cifre).

ATECO rappresenta la classificazione delle attività economiche, approvata e adottata dall’ISTAT dal 1° gennaio 2008, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, le Camere di Commercio ed altri Enti, Ministeri ed associazioni imprenditoriali interessate. Tale classificazione consente di identificare tutte le professioni, in quanto ogni settore prevede delle regole precise per lo svolgimento della propria attività in ambito contributivo e fiscale. In questo modo, il processo di gestione delle informazioni da parte dalle istituzioni e dalle PA diviene più semplice.

A cosa serve il Codice Ateco

Per aprire una partita IVA è necessario il Codice Ateco che, a seconda della tipologia dell’attività economica che s’intende avviare, deve essere comunicato all’Agenzia delle Entrate. Al contempo, il richiedente deve affidarsi a un commercialista per l’elaborazione della Dichiarazione di Inizio Attività, ovviamente, in relazione al suo Codice Ateco. Nel caso l’attività economica subisca una variazione, il contribuente deve rivolgersi al Fisco per comunicarla, con conseguente nuovo codice Ateco assegnato in base alla classificazione vigente (Ateco 2007).

Il Codice Ateco è finalizzato anche all’individuazione del grado di rischio dell’attività economica, nell’ambito della sicurezza del lavoro. Da esso, dipende il tipo di interventi da effettuare per la messa in sicurezza del locale, per la prevenzione e protezione dei lavoratori e per la loro formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Classificazione delle attività economiche Ateco 2007

  • A AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA
  • B ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE
  • C ATTIVITÀ MANIFATTURIERE
  • D FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA
  • E FORNITURA DI ACQUA; RETI FOGNARIE, ATTIVITÀ DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI E RISANAMENTO
  • F COSTRUZIONI
  • G COMMERCIO ALL’INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI
  • H TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO
  • I SERVIZI DI ALLOGGIO E DI RISTORAZIONE
  • J SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
  • K ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASSICURATIVE
  • L ATTIVITÀ IMMOBILIARI
  • M ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE
  • N ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E DI SERVIZI DI SUPPORTO
  • O AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA
  • P ISTRUZIONE
  • Q SANITÀ E ASSISTENZA SOCIALE
  • R ATTIVITA’ ARTISTICHE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO
  • S ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI
  • T ATTIVITÀ DI FAMIGLIE E CONVIVENZE COME DATORI DI LAVORO PER PERSONALE DOMESTICO; PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI INDIFFERENZIATI PER USO PROPRIO DA PARTE DI FAMIGLIE E CONVIVENZE
  • U ATTIVITÀ DI ORGANIZZAZIONI E ORGANISMI EXTRATERRITORIALI

 

Che cosa pagherò all’erario nel mio primo anno di attività se ho scelto il regime agevolato?

Quarta tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Luigi si trova oggi per la prima volta di fronte all’erario ed è in dubbio su quanto e come dovrà pagare. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega come fare.

Dopo aver individuato il nostro codice attività, aver aperto la Partita Iva e scelto il regime fiscale da adottare, ora vediamo che cosa ci chiede l’erario per i nostri primi 12 mesi di attività.

Nell’avvio della nuova attività di impresa o di lavoro autonomo, se ipotizzo il raggiungimento di ricavi o di compensi al massimo pari a euro 30.000,00 posso fare una previsione semplificata di quanto dovrei pagare all’erario, scegliendo il regime dei contribuenti minimi.

In merito all’IVA va tenuto presente che chi si avvale del regime dei minimi non addebita l’IVA a titolo di rivalsa, parimenti non ha diritto alla detrazione dell’imposta a credito sugli acquisti.

L’aliquota dell’imposta sostitutiva applicata è pari al 20% del reddito d’impresa o di lavoro autonomo, determinato come differenza tra l’ammontare dei ricavi/compensi e le spese (secondo il principio di cassa), e va versata nel termine previsto per il saldo del mod. Unico.

Non è prevista la tenuta delle scritture contabili, vi è l’esonero degli adempimenti IVA, è prevista l’esclusione dall’applicazione degli studi di settore e vi è l’esonero dall’IRAP. È obbligatorio soltanto emettere e conservare le fatture per i servizi o beni venduti e conservare le fatture sugli acquisti, rivolgendosi a un professionista specializzato per la consulenza per compilare il modello unico e determinare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

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Devo scegliere il codice Ateco 2007 che identifica la mia attività: come faccio?

Seconda tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Oggi Luigi si trova a dover scegliere la classificazione della propria attività economica. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega come fare.

Chi intraprende un’attività economica, sia di tipo imprenditoriale sia di tipo autonomo, deve segnalarla all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dall’inizio dell’attività o dalla costituzione della società. Per l’avvio dell’attività viene utilizzata la Comunicazione unica che si presenta all’ufficio del Registro delle imprese e che comprende anche i modelli di inizio attività.

  

E’ necessario individuare bene la tipologia di attività svolta dall’operatore, in modo da classificarsi correttamente e conoscere gli adempimenti fiscali da osservare.

La procedura di codificazione ATECO 2007 è l’unica regola adottata per la classificazione delle attività economiche, in sostituzione della tabella ATECOFIN 2004, in vigore fino al 31 dicembre 2007. Per la prima volta il mondo della statistica ufficiale, il mondo fiscale e quello camerale adottano la stessa classificazione delle attività economiche. Ciò consente di disporre di un criterio identico di individuazione delle imprese, le quali possono così entrare in contatto con le pubbliche istituzioni, dialogando tra loro e realizzando sinergie a favore sia dei contribuenti che delle istituzioni. 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

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Ho deciso di aprire la Partita Iva, come devo fare?

Prima tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Oggi Luigi deve compiere il passo iniziale: aprire una partita IVA. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega come fare.

Se devi aprire una partita IVA significa che hai deciso di esercitare in modo abituale, organizzato e continuativo una qualsiasi attività di impresa, che deve essere presumibilmente remunerativa e che ti permetta di affrontare sia i costi tipici dell’attività di impresa che quelli connessi agli obblighi fiscali vari.

In passato, per aprire un’impresa era necessario rivolgersi a diversi uffici: Camera di Commercio, Inps, Inail, Agenzia delle Entrate.

Dal 1° Aprile 2010 la Comunicazione Unica è l’unica modalità possibile per creare una nuova impresa o comunicare variazioni di imprese già esistenti. Attraverso il collegamento via internet al sito del registro imprese è possibile effettuare la compilazione di tutte le schede necessarie per attivare l’impresa.

Per gli adempimenti relativi alle imprese individuali è possibile svolgere tutte le operazioni di compilazione e spedizione della pratica unicamente tramite il software Comunica Unica Impresa, senza necessità di utilizzare ulteriori strumenti.

 

Per gli adempimenti delle società è necessario utilizzare il software Fedra Plus  per compilare la modulistica e Comunica Impresa per completare e spedire la pratica. Anche le imprese individuali possono utilizzare questa modalità se la preferiscono a quella semplificata.

Prima di aprire la Partita Iva, dovrai scegliere il tuo codice attività, cioè il codice Ateco 2007 che identifica la tua attività. Per agevolarti nella ricerca del codice più adeguato, consulta il sito internet dell’Istat nella pagina relativa alla classificazione delle attività economiche Ateco 2007 e inserisci nel motore di ricerca una parola chiave che identifichi l’attività che andrai a svolgere. Il sistema ti segnalerà il codice più adeguato alla tua attività.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it |   (+39) 346.5278117 |  Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

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