L’idea di business si fa in… Com-Unity

Ne avevamo parlato qualche mese fa, anticipandone la nascita, all’interno dello speciale che Infoiva ha dedicato al fenomeno del crowdfunding. Ora, il portale Com-Unity (www.com-unity.it) è una realtà. La piattaforma di crowdfunding voluta da Banca Interprovinciale di Modena e da Studio SCOA di Bologna, ha infatti esordito sulla rete con la sua prima campagna, destinata al finanziamento di un progetto di ricerca dell’Istituto Tethys onlus, associazione che si occupa di studiare i cetacei che vivono nei nostri mari.

La presentazione di Com-Unity è avvenuta giovedì 21 marzo al museo Casa Enzo Ferrari di Modena davanti a oltre 150 persone tra giornalisti, istituzioni e operatori. Al termine dell’incontro il sito è stato messo online e nel giro di poche ore ha superato i 600 contatti e sono già sono stati già inviati diversi progetti all’attenzione del Comitato Etico, una delle novità di questa piattaforma assieme al business coach.

Con quest’operazione Banca Interprovinciale ha voluto dare una scossa a un mercato che risulta fermo, ponendo al centro di tutto l’idea e la capacità d’inventare di un territorio, quello emiliano, ma non solo, che in quanto a creatività non è secondo a nessuno. Banca Interprovinciale vuole aprirsi alle altre realtà presenti nella rete, collaborando con esse per creare un ecosistema in grado di dare una opportunità in più al Sistema Italia.

Il primo progetto presente sul portale, proposto dall’Istituto Tethys, vuole scoprire le abitudini alimentari delle balene presenti nel mediterraneo, in particolare nel Santuario Pelagos, un’area protetta tra l’Italia e la Francia. I dati raccolti serviranno a creare una solida base scientifica, in modo da dare a chi è preposto alla tutela e salvaguardia di questi animali informazioni accurate per poter agire nei migliore dei modi. Per sostenere questa campagna o le altre che saranno online, è sufficiente registrarsi sul sito di Com-Unity e avviare la procedura di donazione. Le somme donate, tramite carta di credito, saranno restituite ai donatori qualora la campagna da loro prescelta non dovesse raggiungere l’obiettivo preposto.

Se il crowdfunding “fiorisce” in banca…

di Davide PASSONI

Il crowdfunding è sinonimo di rete, liberalità, innovazione, finanza creativa. Non certo di banca. Eppure in Italia, dove il fenomeno sta muovendo i primi passi, un istituto bancario ne ha intuito le potenzialità e ha deciso di scommetterci forte. Parliamo di Banca Interprovinciale, istituto di credito modenese che, insieme a Studio Scoa di Bologna lancerà, il prossimo mese, Com-Unity, portale di crowdfunding creato e gestito dalla banca stessa. Noi di Infoiva, ficcanaso che non siamo altro, abbiamo voluto capirne di più e abbiamo intervistato il direttore generale di Banca Interprovinciale, il dott. Alessandro Gennari.

Che cosa vi ha spinti a entrare in questo mercato?
Ci siamo entrati perché pensiamo che nei prossimi anni non potrà che ampliarsi. L’attenzione al crowfunding che da noi in Italia è agli albori, ma all’estero funziona da tempo, potrebbe servire a stimolare la creatività e l’intraprendenza di persone che oggi fanno fatica anche solo a proporsi sul mercato del lavoro. La nostra iniziativa serve per creare uno stimolo, anche se amo dire che in questo modo, in fondo, la banca torna alla sua missione originaria nei confronti degli imprenditori: quella di selezionare idee, progetti e, appunto, imprenditori di domani.

Quanto seguite i dettami del Decreto Crescita con il vostro progetto?
La nostra attività di crowdfunding è una cosa abbastanza diversa da ciò che è scritto nel Decreto Crescita, ossia la sottoscrizione di equity. Noi abbiamo scelto di non fare questo perché si tratta di un aspetto ancora non normato; di fatto, ci fermiamo un passo prima, alle donazioni.

Il crowdfunding si rivolge principalmente e start-up e neoimprenditori… che non necessariamente, però, sono giovani…
Non ho dubbi che possano esistere delle start-up innovative dietro alle quali non c’è per forza un giovane, ma mi aspetto che un crowdfunding basato su donazioni interroghi più i giovani: studenti, neolaureati, giovani ricercatori…

E quindi, voi, che cosa offrite?
Se io, imprenditore, ho un’idea e vado in banca chiedendo un finanziamento, le prime cose che mi vengono chieste sono le garanzie a copertura del rischio imprenditoriale. Noi tramite il portale Com-unity mettiamo a disposizione degli aspiranti imprenditori un’altra cosa: la possibilità di metterci concretamente la faccia. Caro aspirante imprenditore, se la rete condivide le tue idee e te le finanzia, bene, altrimenti c’è qualcosa da rivedere.

E chi consiglia gli aspiranti imprenditori su che cosa rivedere?
Nel nostro progetto di crowdfunding è presente un business coach che ha il compito di verificare il piano finanziario di chi presenta un progetto. Inoltre, c’è anche un comitato etico, composto da personalità di spicco del territorio ma distinte e separate della banca, che hanno il compito di valutare opportunità e liceità dei progetti presentati, soprattutto a tutela di chi farà le donazioni.

Quindi tutto ciò che va online viene preventivamente vagliato?
Sì, tutti i progetti che saranno proposti online sul portale Com-unity saranno “filtrati” preventivamente dal business coach e dal comitato etico.

Composto da?
I membri sono l’ex presidente del tribunale di Modena e attuale difensore civico dell’università cittadina, Mauro Lugli, il rettore dell’università di Bologna Ivano Dionigi e Massimo Giusti, vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e membro dell’agenzia nazionale del terzo settore.

Quindi il problema della stretta del credito diventa un… non problema?
Ribaltiamo il punto di vista; fino ad oggi si è data la colpa al sistema bancario di non sostenere né ascoltare chi ha idee e progetti: ora la banca mette a disposizione di queste persone una piazza virtuale, con il popolo della rete che giudica e che di solito, mi pare, ci prende. E la banca si fida di questo giudizio. Tanto è vero che se non si raggiunge l’importo stabilito come soglia minima per un progetto, l’istituto si impegna alla restituzione delle somme a chi ha fatto le donazioni.

Quando partirà il portale?
L’appuntamento per la presentazione sarà il 21 marzo al Museo Ferrari di Modena, quando mostreremo anche il funzionamento del portale, che dal giorno dopo sarà attivo.

Pensate che sul vostro territorio ci sia “fame” per questo tipo di iniziative?
Secondo noi sì. In questo senso riteniamo che il mondo universitario o quello a esso contiguo possano essere stimolati da questo tipo di iniziativa. Vogliamo un portale aperto ad altri gruppi di enti, associazioni, università per diventare una piazza ancora più vasta e creare i presupposti perché sempre un maggior numero di persone possa contribuire al finanziamento dei progetti, al di là della territorialità dell’Emilia Romagna.

Ritenete che le normative cui sta lavorando la Consob possano entrare in conflitto con il vostro progetto?
No, perché le nostre sono donazioni di modico valore, atti di liberalità, non sottoscrizioni di equity. Pur apprezzando l’attività di Consob, il campo che l’authority punta a normare è contiguo al nostro ma i punti di collegamento si fermano solo al nome.