FatturaPA, ecco come gestire la fatturazione elettronica nei confronti delle amministrazioni pubbliche

Tutte le partite IVA hanno l’obbligo di invio delle fatture alle amministrazioni pubbliche solo ed esclusivamente in formato digitale. Non a caso, l’obbligo della fattura elettronica verso la PA vale pure per i contribuenti in regime fiscale forfettario. Vediamo allora, nel dettaglio, cos’è la FatturaPA, come si gestisce e qual è il formato da andare ad utilizzare.

Cos’è la FatturaPA e quali sono le disposizioni di legge

Nel dettaglio, l’obbligo di fattura elettronica verso le amministrazioni pubbliche è stato introdotto con la legge Finanziaria del 2008. Dopodiché, per quel che riguarda le modalità di attuazione, a far fede è il Decreto Ministeriale numero 55 del 3 aprile del 2013.

In particolare, il DM disciplina non solo l’emissione, ma anche la trasmissione ed il ricevimento della fattura elettronica da parte delle amministrazioni pubbliche definendone pure il formato ed il canale che, al pari di tutte le altre e-fatture, è rappresentato dal Sistema di Interscambio (SdI).

Quali sono le caratteristiche della FatturaPA, l’unica che è accettata dalle amministrazioni pubbliche

Quello rappresentato dalla FatturaPA è l’unico formato di fattura elettronica che in Italia è accettato dalle amministrazioni pubbliche. Attraverso il Sistema di Interscambio, come sopra accennato, ed anche secondo le vigenti disposizioni di legge. Nell’invio della FatturaPA, infatti, ci sono da rispettare determinate condizioni. Ovverosia, tutte le caratteristiche che, per l’e-fattura, sono previste non solo per il contenuto e per l’autenticità, ma anche per la trasmissione.

Il contenuto della FatturaPA è infatti rappresentato da un file XML (eXtensible Markup Language) con l’integrità e con l’autenticità del documento che è garantita dall’apposizione della firma elettronica qualificata da parte di chi emette la fattura. Inoltre, in fase di trasmissione dell’e-fattura. l’unicità è caratterizzata e vincolata dalla presenza di un apposito codice univoco che, nello specifico, è quello dell’ufficio destinatario della fattura. Il codice univoco inoltre, si legge altresì sul portale dell’Agenzia delle Entrate, è riportato nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni.

Oltre ai dati obbligatori, la FatturaPA può prevedere pure l’inserimento di informazioni aggiuntive e di dati opzionali. Precisamente, informazioni che sono utili per la dematerializzazione completa del processo, ed anche per integrare l’e-fattura ai sistemi gestionali ed ai sistemi di pagamento. Così come nella FatturaPA possono essere presenti pure informazioni e dati utili per il colloquio tra le parti. Ovverosia, tra le amministrazioni pubbliche e gli operatori economici. Dal portale istituzionale fatturapa.gov.it è possibile scaricare non solo il formato della FatturaPA, ma anche prendere visione di alcuni esempi utili.

Fattura elettronica, obbligo per le partite Iva forfettarie: c’è l’ok della Commissione europea

Si avvicina l’obbligo di utilizzare la fattura elettronica anche per le partite Iva forfettarie, dopo il via libera dell’8 dicembre da parte della Commissione europea. Si attendono adesso solo gli ultimi passaggi: il primo, l’approvazione del provvedimento in uno dei prossimi Consigli dell’Unione europea. Infine, la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale della Comunità europea (Guce).

Quante potrebbero essere le partite Iva del regime forfettario obbligate alla fatturazione elettronica?

Con la pubblicazione del provvedimento comunitario nella Gazzetta Ufficiale, l’Italia dovrà recepire l’estensione anche alle partite Iva a regime forfettario dell’obbligo di fatturazione elettronica mediante un norma ad hoc. Il provvedimento potrebbe essere la delega fiscale. L’obbligo scatterebbe per circa un milione e mezzo di partite Iva che, nel 2022, potrebbero diventare di più per via dell’entrata in vigore dell’assegno unico.

Perché obbligare le partite Iva a regime forfettario alla fattura elettronica?

L’obbligo della fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettarie consentirebbe di arginare ulteriormente l’evasione fiscale. Peraltro, in ambito di progetti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), l’Italia dovrà portare a termine entro il 2021 uno studio relativo alla mancata fatturazione da parte dei soggetti obbligati. Nello stesso studio dovranno essere illustrate le misure da introdurre per contrastare la mancata emissione della fattura elettronica dei soggetti obbligati.

Incentivi anche ai consumatori finali per l’obbligo di emissione della fattura elettronica

Lo studio sulla fattura elettronica consentirà anche di porre l’attenzione sugli incentivi a favore dei consumatori finali in merito all’obbligo dei fornitori. Anche in questo caso, si tratterà di misure che il governo metterà in campo per fare in modo che il consumatore chieda l’emissione dello scontrino, della fattura  o della ricevuta. L’allargamento dell’obbligo dell’emissione della fattura elettronica consentirebbe, peraltro, all’Agenzia delle entrate di avere dei dati completi e puntuali delle operazioni effettuate dalle partite Iva a regime forfettario.

Fattura elettronica e rispetto dei requisiti per rimanere nel regime forfettario

In tal senso, l’obbligo di fattura elettronica consentirebbe al Fisco di controllare anche il rispetto dei parametri per poter rimanere nel regime forfettario. Respinta, infine, l’obiezione di un maggior costo per la gestione del regime forfettario, soprattutto per i soggetti più piccoli. Infatti, il Consiglio dell’Unione europea, nella decisione finale che prenderà, terrà conto degli strumenti gratuiti, dei software e dei programmi messi a disposizione delle partite Iva per la predisposizione, per l’invio e per la conservazione delle fatture elettroniche.

Pa, stop ai pagamenti delle fatture cartacee

 

Terminati i tre mesi di transizione dall’entrata in vigore, il 6 giugno scorso, dell’obbligo della fatturazione elettronica, da oggi la Pubblica amministrazione non pagherà più i fornitori che abbiano presentato il conto delle loro prestazioni attraverso fatture cartacee. Le Pa, chiarisce l’Agenzia delle Entrate “non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica”.

La fatturazione elettronica è uno dei sistemi che dovrebbe velocizzare le procedure burocratiche delle Pubbliche amministrazioni e consentire un più veloce pagamento ai fornitori. Secondo le stime del Politecnico di Milano raccolte dal Sole24Ore, a luglio le fatture arrivate in maniera telematica sono state quasi 200mila, in netta crescita rispetto alle 43mila arrivate a giugno.

JM

Fatturazione elettronica, tutti d’accordo

Dal 6 giugno scorso l’obbligo della fattura elettronica verso la Pubblica amministrazione è diventato operativo. Ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza non possono più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. La stessa disposizione si applicherà, dal 31 marzo 2015, ai restanti enti nazionali e alle amministrazioni locali. Inoltre, a partire dai tre mesi successivi a queste date, le PA non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica. Secondo i dati prodotti dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, la nuova fattura elettronica potrebbe portare risparmi per un miliardo di euro: una media di ben 17 euro per ognuna delle fatture emesse ogni anno verso le Pubbliche Amministrazioni (ben 60 milioni).

“Con la fatturazione elettronica abbiamo seriamente la possibilità di dare un colpo alla corruzione. Tracciare in forma digitale ogni forma di pagamento è un passo fondamentale per la piena trasparenza negli appalti della pubblica amministrazione”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria Giacomo Portas, eletto recentemente alla Camera nelle liste del Partito Democratico. “Chi prende e dà tangenti, chi gonfia gli appalti ora avrà la vita di più dura – ha concluso Portas – La vicenda del Mose ci dice che dobbiamo puntare anche sulle banche dati per sconfiggere la corruzione”.

“La gestione strutturata e informatizzata del ciclo amministrativo consente di ridurre i tempi ed errori nella gestione dei dati – ha commentato anche Mara Galetto, Senior Manager di BravoSolution, azienda specializzata nella gestione innovativa del ciclo source-to-pay – Se poi anche i processi a valle del ciclo amministrativo, in particolare la gestione degli acquisti, sono digitalizzati, i benefici su tutta la “filiera” aumentano in maniera esponenziale. Si arriva a un efficientamento e ad una tracciabilità di tutto il processo source-to-pay, con dati gestiti in modo strutturato, organizzato e digitalizzato”.

LEGGI L’INTERVISTA A CLARA POLLET, RESPONSABILE DEL SERVIZIO FISCALE E TRIBUTARIO DI API TORINO

Jacopo MARCHESANO

Pollet: “Fatturazione elettronica? Inevitabilmente indispensabile…”

Come abbiamo già ricordato abbondantemente nei giorni scorsi, dal 6 giugno scorso l’obbligo della fattura elettronica verso la Pubblica amministrazione è diventato operativo. Questo nuovo adempimento che rivoluziona l’organizzazione e il modo di lavorare delle Pa non opera immediatamente nei confronti di tutti gli enti. In effetti, l’obbligo scatta oggi solo per ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza. L’obbligo si estenderà a tutti gli enti ricompresi nel conto economico consolidato dello Stato solo dal 31 marzo 2015. In merito, oggi abbiamo incontrato la responsabile del Servizio Fiscale e Tributario di API Torino, Clara Pollet, per un breve chiacchierata.

Cosa cambia per le piccole e medie imprese con l’entrata in vigore dell’obbligo della fatturazione elettronica?
Sicuramente l’impatto tecnologico per una “piccola” azienda è notevole: stiamo infatti parlando di una “rivoluzione” degli usi. Ci si deve però orientare tra le varie norme che disciplinano l’obbligo. Occorre capire innanzitutto nei confronti di quali enti è scattato l’obbligo dal 6 giugno e non è così agevole per imprese spesso molto piccole (per questo è possibile però ricorrere al sito www.indicepa.it effettuando la ricerca per codice fiscale). Verificato l’obbligo occorre creare la fattura in formato .xml (solo per chi è già fornitore del MEPA è possibile utilizzare gli strumenti di creazione, invio e conservazione della fattura), poi inviare la fattura “firmata” nei modi previsti (pec, Entratel/Fisconline, …) e attendere le ricevute del sistema di interscambio e conservare il tutto in modo informatico (per adesso con apposizione della marca temporale ogni 15 giorni). Oltre che la conoscenza della normativa, quindi, occorrono conoscenze o strumenti informatici particolari.

E’ possibile quantificare i vantaggi teorici della fatturazione elettronica?
Vi sono innumerevoli studi che quantificano i risparmi di costi (carta, invio, archiviazione, elettricità…) e di tempo, ma è necessario per capire bene la fondatezza delle previsioni, verificare la situazione dopo qualche mese di applicazione.

Renderà più agevoli i pagamenti dei debiti arretrati della Pa?
Con la “data certa” dell’invio/ricevimento della fattura elettronica da parte della Pubblica Amministrazione non ci sono più scuse ai ritardi “burocratici” o “amministrativi” nei termini di pagamento.

Jacopo MARCHESANO

La fatturazione elettronica e il dilemma dei debiti della Pa

 

I debiti complessivi della Pubblica amministrazione (come già abbiamo specificato nelle scorse settimane) ammontano incredibilmente, secondo le ultime valutazioni della Cgia di Mestre, ad una cifra superiore addirittura ai 75 miliardi di euro a cui vanno aggiunti i crediti delle imprese con meno di 20 addetti (il 98% del totale delle aziende),e di quelle sociosanitarie, che farebbero lievitare l’indebitamento complessivo oltre la soglia dei 100 miliardi di euro.

Sempre per l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese, un deciso contenimento dei tempi di pagamento dovrebbe avvenire con l’avvio della fatturazione elettronica prevista per ministeri, agenzie fiscali, enti di previdenza/assistenza e da giugno 2015 anche per le Amministrazioni locali e per le altre Amministrazioni centrali. «Sebbene nel 2013 siano stati pagati oltre 23 miliardi di euro, la lentezza con la quale la nostra Pubblica amministrazione salda i propri fornitori rimane inaccettabile. Continuiamo a essere i peggiori pagatori d’Europa» ha dichiarato il segretario Bortolussi.

«Ben venga la fatturazione elettronica dal 6 giugno, ma questa non è sufficiente. Dalla fase della fattura a quella del pagamento c’è ancora un passaggio essenziale» ha dichiarato il vicepresidente uscente della Commissione Ue, Antonio Tajani, ricordando che i nodi cruciali da affrontare per risolvere il problema dei ritardi dei pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni riguardano la legge di contabilità dello stato, il Patto di stabilità interno e il pagamento dei debiti pregressi.

Jacopo MARCHESANO

Fatturazione elettronica, chi la deve fare

Indicata da molti come una delle strade possibili per fare chiarezza nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese fornitrici, la fatturazione elettronica è ora una realtà. In questo modo, come detto, dovrebbero diventare più chiari i flussi di fornitura verso la Pa e, forse, potrebbero trarre beneficio anche i tempi di pagamento nei confronti delle imprese private, che nello Stato hanno oggi il loro maggior creditore.

La decorrenza per le nuove modalità di fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica Amministrazione era il 6 giugno scorso per ministeri, agenzie fiscali ed enti previdenziali e assistenziali. Per gli altri Enti della Pa l’obbligo sarebbe dovuto decorrere un anno dopo, dal 6 giugno 2015, ma l’art. 25 del D.L. 24 aprile 2014 n. 66 ne ha anticipato l’adempimento di 3 mesi, al 31 marzo 2015.

Secondo quanto riporta la Circolare 1/DF diffusa il 31 marzo 2014 dal ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, pur esistendo uno specifico divieto di pagamento dei fornitori in assenza di fatturazione elettronica, è tuttavia previsto un periodo transitorio in cui la Pa potrà accettare fatture cartacee. Amministrazioni ed Enti pubblici nei tre mesi successivi alla data di entrata in vigore del nuovo adempimento potranno accettare fatture cartacee emesse antecedentemente a tale data.

Nel documento di prassi è anche spiegato il perché si è scelto di concedere un periodo transitorio alla fatturazione elettronica. Infatti, la trasmissione della fattura in formato cartaceo non può essere istantanea, ragion per cui dal momento della spedizione al momento della ricezione passano spesso diversi giorni. In ogni caso, terminato il trimestre di transizione, le vecchie fatture non saranno più accettate e i fornitori non potranno più essere pagati.