Rimborsi fiscali Agenzia delle Entrate, attenzione all’ennesima truffa

Il 14 marzo 2023 l’Agenzia delle Entrate ha reso noto un nuovo tentativo di truffa ai danni dei contribuenti attraverso e-mail. Nell’avviso si sottolinea il diritto a un rimborso Agenzia delle Entrate per “compensi” inerenti “operosità fiscali”. Si tratta di un’ennesima operazione phishing a cui prestare attenzione.

Agenzia delle Entrate: non seguire i link in comunicazioni sospette di rimborsi fiscali

L’email oggetto di attenzione da parte dell’Agenzia delle Entrate indica che il contribuente ha diritto ad un rimborso fiscale. Per poter ricevere lo stesso viene fornito un link sul quale cliccare per avere maggiori informazioni e compilare il modulo di richiesta di rimborso. Inserendo i dati i malviventi potranno accedere ai dati bancari e di conseguenza perpetrare la loro truffa.

L’Agenzia delle Entrate sottolinea di essere completamente estranea a tali comunicazioni e ricorda di prestare sempre attenzione alle comunicazioni che apparentemente arrivano dal Fisco e che sono caratterizzate da:

-mittente completamente estraneo all’Agenzia delle Entrate

-uffici inesistenti

-testo generico

-errori di sintassi e di ortografia

In ogni caso, l’Agenzia sottolinea che nel caso in cui si ricevano comunicazione simili e vi sia il dubbio che possano effettivamente essere state recapitate dall’Agenzia delle Entrate, è consigliato rivolgersi agli uffici territoriali per chiedere delucidazioni o attivare i servizi online di assistenza anche tramite chatbot.

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Quanto guadagnano scrutatori e presidenti di seggio per elezioni Parlamento 2022?

Il 25 settembre ci sarà la tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento. I comuni hanno già provveduto alla nomina degli scrutatori, tale operazione deve infatti essere compiuta tra il 25° e il 20° giorno antecedente al giorno delle voto. Molti alla prima esperienza si chiedono: quanto guadagnano gli scrutatori? Ecco i compensi previsti per i vari membri del seggio elettorale.

Quanto guadagnano scrutatori e presidenti di seggio elettorale?

Le operazioni di voto per il giorno 25 settembre 2022 si svolgono dalle ore 7:00 alle ore 23:00 e subito dopo le operazioni di voto è previsto lo scrutinio con l’invio successivo dei dati al Ministero dell’Interno. Non si può determinare con precisione quante ore effettive di lavoro siano previste perché le operazioni di scrutinio potranno avere una durata variabile in base al numero di abitanti ed eventuali problemi e discussioni che dovessero emergere. Proprio per questo è previsto un indennizzo di tipo forfettario. Quanto guadagnano gli scrutatori e il presidente di seggio è determinato con la Legge 13 marzo 1980, n°70, articolo 11.

Questa prevede:

  • comma 1, per le varie consultazioni elettorali ( escluse quelle per il Parlamento europeo) “al presidente dell’ufficio elettorale di sezione è corrisposto, dal comune nel quale l’ufficio ha sede, un onorario fisso forfettario di euro 150, oltre al trattamento di missione, se dovuto”;
  • il comma 2 si occupa invece degli scrutatori e del segretario dell’ufficio elettorale di sezione. In questo caso l’importo riconosciuto è di 120 euro;
  • Il comma 3 stabilisce che nel caso in cui siano accorpate più consultazioni elettorali, ad esempio amministrative e politiche, gli importi del comma 1 sono maggiorati di 37 euro e gli importi del comma 2 di 25 euro. Le maggiorazioni possono essere riconosciuto fino ad un massimo di 4, ad esempio nel caso in cui dovessero esservi anche quesiti referendari, politiche amministrative, regionali…

Ecco i compensi che riceveranno presidente di seggio e scrutatori

Di conseguenza, visto che si voterà per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato, quindi gli elettori riceveranno 2 schede, gli importi saranno di: 187 euro per il presidente di seggio e 145 per gli scrutatori e il segretario.

In Sicilia si svolgeranno anche le Regionali e di conseguenza gli importi saranno ulteriormente maggiorati di 37 euro per i presidenti e 25 per gli scrutatori.

Ricordiamo che il presidente di seggio deve essere iscritto in un apposito registro tenuto presso la Corte di Appello della circoscrizione a cui appartiene il Comune ed è nominato dal Presidente della Corte di Appello. Coloro che vogliono ricoprire il ruolo di scrutatore devono invece iscriversi in un apposito elenco tenuto dai comuni e la nomina spetta a tale ente locale.

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Associazione culturale: quali compensi ai collaboratori?

Nel mondo del no profit spesso si fa leva sul supporto di attivisti e di volontari che danno una mano al fine di permettere ad un’associazione di perseguire il proprio scopo sociale. Pur tuttavia, molte realtà associative hanno bisogno pure di persone che, anche se in modo non continuativo e non abituale, possano esercitare delle attività di lavoro autonomo senza alcun vincolo di subordinazione. Per esempio, considerando un’associazione culturale, quali compensi si devono riconoscere ai collaboratori? E, soprattutto, come inquadrarli ai sensi di legge?

Quali compensi riconoscere ai collaboratori di un’associazione culturale?

Al riguardo c’è da dire, prima di tutto, che in generale nulla vieta alle realtà associative di avere lavoratori dipendenti e collaboratori. Così come, per esempio, nulla vieta ai volontari ed agli attivisti di riconoscere loro dei rimborsi spese. A patto che siano debitamente documentate.

Detto questo, concentrando l’attenzione sui collaboratori, per un’associazione culturale non ci sono restrizioni sulla possibilità di attivare dei rapporti di lavoro. L’importante è che il tutto avvenga sempre nel pieno rispetto della legge.

Di conseguenza, pure per un’associazione culturale un collaboratore può per esempio fornire delle prestazioni lavorative di natura occasionale per un massimo di 30 giorni nell’anno solare. E nel rispetto del limite di un corrispettivo annuo non superiore ai 5.000 euro. Altrimenti a scattare sarà l’iscrizione all’INPS.

Che si tratti di rimborsi spese, di compensi ai collaboratori, o di stipendi ai dipendenti, quindi, pure un’associazione culturale è chiamata ad adeguarsi a quelle che sono le vigenti normative sui rapporti di lavoro.

Come pagare i compensi ai collaboratori nel mondo del no profit

Per pagare i compensi ai collaboratori nel mondo del no profit, per gli incarichi assegnati, in genere la soluzione migliore, anche per un’associazione di tipo culturale, è quella di passare dall’approvazione da parte del Consiglio Direttivo tramite apposito verbale.

Il collaboratore, inoltre, deve percepire sempre un compenso che sia in linea ed anche proporzionale all’attività svolta. Altrimenti si può prefigurare il sospetto di una distribuzione indiretta degli utili. Cosa che un’associazione culturale non può assolutamente fare in quanto deve sempre operare al di fuori di scopi e di fini di lucro.

Anche per questo, e non solo, un’associazione culturale che è strutturata anche con dipendenti e collaboratori dovrebbe sempre rapportarsi con un commercialista o con un consulente del lavoro, esperto nel terzo settore, ai fini di un corretto inquadramento a livello fiscale, contributivo ed anche giuridico. Anche perché in un’associazione culturale, e per tante realtà del no profit, il lavoro volontario, e quello retribuito in maniera forfettaria, dovrebbe essere sempre e comunque preponderante rispetto al lavoro che, invece, è stipendiato.

Quindi, quando un’associazione culturale eroga degli specifici compensi per attività che sono connesse e finalizzate a perseguire lo scopo sociale, questi devono essere sempre riportati nel rendiconto annuale. Indicando peraltro in maniera esplicita i parametri quantitativi che hanno portato all’erogazione di un determinato compenso. E questo anche al fine di evitare poi eventuali contestazioni sulla normativa che è collegata alle attività degli enti no profit ed in generale per le realtà associative del terzo settore.

Liberalizzazioni: ecco cosa cambia e per chi

di Vera MORETTI

Stanno arrivando nuove regole per i professionisti, norme importanti che dovranno essere assimilate e rispettate, dimenticando quelle “vecchie”.
Il decreto legge sulle liberalizzazioni ufficializzato ieri, infatti, ha in serbo molte novità per queste categorie.

Eccole nel dettaglio:

Per quanto riguarda le tariffe, è stato mandato in pensione il vecchio tariffario, che, comunque, dal 2006 non era tassativo ma, almeno, indicativo, ma non è stata applicata la “linea dura” che il governo aveva lasciato presagire. Se, dunque, l’abrogazione delle tariffe c’è stata, è anche vero che il giudice, in caso di liquidazione dei compensi, potrà fare riferimento ai parametri stabiliti con decreto del ministero vigilante.
E i compensi? Devono essere calcolati in base all’importanza dell’opera e vanno pattuiti per iscritto e in modo omnicomprensivo. Ciò permetterà al professionista di quantificare la qualità e il rischio della prestazione.

Anche il preventivo rimane un caposaldo dal quale il lavoro del professionista non potrà, né dovrà, prescindere. Il cliente, quindi, avrà diritto a ricevere un atto che fornirà, oltre al prezzo e al grado di complessità dell’incarico, anche le informazioni riguardo tutti gli oneri previsti dal conferimento alla conclusione dell’incarico. Qualora non venga rispettato questo punto, si andrà incontro a sanzioni stabilite dall’ordine.

Una novità introdotta dal decreto è costituita dall’assicurazione. Se si pensava che fosse un obbligo, da parte del professionista, indicare nel preventivo se fosse titolare di una polizza, ora si sa che è un vero e proprio vincolo.
E non si tratta della sola anticipazione di quanto contenuto nell’articolo 3 della legge 148 del 2011, perché un’altra misura già confermata dal governo riguarda il tirocinio.

Assunto che il periodo di praticantato in studio non potrà durare oltre i 18 mesi, si prevede che sei mesi potranno essere svolti durante il corso di laurea. Questo, però, previa una convenzione stipulata fra i consigli nazionali degli ordini e il ministro dell’istruzione, università e ricerca.
Conseguenza di questo provvedimento è la sparizione del compenso al quale il giovane avrebbe diritto, che, invece, era una delle voci presenti nella legge 148/11.

Discorso a parte per i notai. Poiché la pianta organica è aumentata di 500 posti, la concorrenza sarà più fitta e i concorsi più serrati. Ciò, però avverrà quando i tre bandi ora in corso, che prevedono l’assegnazione di 550 posti, saranno conclusi. Si pensa, comunque, che questi verranno espletati entro la fine del 2012, e che, quindi, entro il 31 dicembre 2013 verrà esposto il nuovo bando di 550 posti, che sarà seguito da un ulteriore bando di 470 posti entro il 31 dicembre 2014.
Così facendo, a giudizio dell’esecutivo, ci saranno abbastanza professionisti sul mercato da creare la concorrenza necessaria. Tuttavia, “per assicurare il funzionamento regolare e continuo dell’ufficio, il notaro deve tenere nel comune o nella frazione assegnatagli studio aperto con il deposito degli atti, registri e repertori notarili, e deve assistere personalmente allo studio stesso almeno tre giorni a settimana e almeno uno ogni 15 giorni per ciascun comune o frazione di comune aggregati“.

In ultimo, ecco cosa prevede il decreto sui fidi: sarà dato ampio spazio ai professionisti nella maggioranza del capitale sociale dei consorzi fidi e delle società cooperative che esercitano l’attività di garanzia collettiva fidi.
I consorzi di garanzia collettiva dei fidi sono enti costituiti nella veste giuridica di cooperativa o società consortile, che esercitano in forma mutualistica attività di garanzia collettiva dei finanziamenti in favore delle imprese socie o consorziate. La modifica introdotta estende la partecipazione anche ai liberi professionisti soci a prescindere dall’attività esercitata. Insieme alle Pmi devono detenere almeno la metà più uno dei voti esercitabili in assemblea, con il diritto a nominare gli organi con funzione di gestione e controllo strategico.

L’almanacco fiscale del giorno [01 Marzo 2010]

SOSTITUTI D’IMPOSTA | Certificazione utili, compensi e provvigioni. Cosa si deve fare? Oggi va consegnata la certificazione degli utili e dei proventi ad essi equiparati corrisposti e delle ritenute effettuate nel 2009.

SOSTITUTI D’IMPOSTA | Cud 2010. Cosa si deve fare? Oggi va consegnata la certificazione dei redditi dell’anno 2009 (CUD 2010).

IVA | Comunicazione Dati Iva. Cosa si deve fare? Oggi va presentata per via telematica la Comunicazione Dati Iva per l’anno 2009. Sono esonerati da tale adempimento i contribuenti che presentano la Dichiarazione Iva in via autonoma entro la fine del mese di Febbraio.

IRAP | Opzione. Cosa si deve fare? Oggi va comunicata l’opzione, da parte delle società di persone e delle imprese individuali in regime di contabilità ordinaria,  per calcolare il valore della produzione netta ai fini Irap con le medesime modalità utilizzate dalle società di capitali.

LAVORO | Denuncia Uni-emens. Cosa si deve fare? Oggi va fatta la denuncia telematica delle retribuzioni e dei contributi relativi al mese precedente.