Superbonus 2023 per efficientamento energetico: il quadro attuale

Il Superbonus per l’efficientamento energetico è stato introdotto con il decreto legge 34 del 2020. Da quel momento ha subito molte modifiche tendenti, da un lato a dare un quadro uniforme della disciplina (vista la lacunosità di quella iniziale) e dall’altro ad evitare truffe. Attualmente la disciplina del Superbonus 2023 ha subito modifiche con la legge di bilancio 2023 e con il decreto Aiuti Quater. Ecco il quadro di insieme finale attualmente in vigore per le diverse tipologie di immobili.

Superbonus 2023 per immobili unifamiliari

La prima novità importante riguarda gli immobili unifamiliari, in base alle recenti modifiche in alcuni limitati casi potranno continuare ad usufruire del Superbonus 110%. La prima cosa da fare è individuare quali sono gli immobili unifamiliari, si tratta di: edifici unifamiliari e unità immobiliari funzionalmente indipendenti site in edifici plurifamiliari, cioè villette e appartamenti in palazzina aventi però ingresso autonomo.

In questo caso sarà possibile usufruire del Superbonus 110% per le spese sostenute fino al 31 marzo 2023, ma solo nel caso in cui al 30 settembre 2022 siano stati effettuati il 30% dei lavori (ricordiamo che nel 30% possono essere ricompresi anche lavori non rientranti nelle detrazioni).

Questa tipologia di immobile potrà inoltre usufruire del Superbonus 90% per i lavori eseguiti a partire dal 1° gennaio 2023.

Tali immobili potranno però usufruire delle detrazioni ora viste solo nel caso in cui il beneficiario ( titolare di un diritto di proprietà o diritto reale di godimento) abbia un reddito dichiarato inferiore a 15.000 euro, calcolati con il criterio del quoziente familiare e l’immobile sia adibito ad abitazione principale.

Leggi anche: Quoziente familiare: in quali casi può essere svantaggioso

Superbonus 2023 per gli edifici condominiali

Il Superbonus 110% ha avuto conferma anche per gli edifici condominiali ma solo in limitati casi, cioè:

  • l’approvazione dei lavori da parte dell’assemblea condominiale sia intervenuta prima del 18 novembre 2022 (nel caso in cui la nomina dell’amministratore non sia obbligatoria, condomini fino ad 8 unità immobiliari, la data deve essere attestata in una dichiarazione sostitutiva resa dal condomino che ha presieduto l’assemblea in cui vi è stata la deliberazione);
  • Cila presentata entro il 31 dicembre 2022;
  • resta il Superbonus 110% anche nel caso in cui la deliberazione dell’assembloea sia intervenuta tra il 19 e il 24 novembre 2022 e con presentazione della Cila al 25 novembre 2022.

Escluse queste opzioni, per i lavori di efficientamento energetico effettuati dai condomini, si può ottenere il Superbonus 90%.

Il quadro per la cessione del credito

Ricordiamo, infine, che per quanto riguarda la cessione del credito continua ad essere possibile la cessione alle imprese costruttrici, ai fornitori e agli istituti di intermediazione finanziaria. Tali soggetti possono a loro volta effettuare altre due cessioni, ma solo in favore di  soggetti “vigilati”, vale a dire banche e intermediari finanziari iscritti all’albo, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo, imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia. Mentre alle banche e alle società appartenenti a un gruppo bancario è sempre consentita la cessione del credito a correntisti che non siano persone fisiche e quindi a società, professionisti e titolari di partita Iva.

Per chi ha un vecchio immobile è bene ricordare che questo è il momento giusto per una ristrutturazione con efficientamento energetico, infatti, nonostante la riduzione delle detrazioni fiscali spettanti, a breve, con l’entrata in vigore della direttiva UE sulle case green potrebbero essere costretti ad effettuare i lavori.

Leggi anche: Direttiva case green: ecco chi dovrà ristrutturare casa nei prossimi anni

Superbonus: stop alla proroga. L’emergenza è lo sblocco dei crediti

Nei giorni passati avevamo parlato di una possibile proroga del Superbonus 110% per i condomini fino al 31 gennaio 2023. Arriva ora la smentita con relativa motivazione. O meglio, il Governo spiega perché gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza non possono essere accolti.

Emendamenti per la proroga del Superbonus affossati

Nei giorni passati avevamo sottolineato che Fratelli d’Italia aveva presentato un emendamento al decreto Aiuti Quater per prorogare i termini per la presentazione della Cilas al 31 dicembre 2022. Il termine attualmente è scaduto al 25 novembre. Ulteriori emendamenti sono stati presentati anche da altri partiti della maggioranza come Forza Italia, naturalmente non potevano mancare gli emendamenti del M5S che ha creato il Superbonus 110%.

Per conoscere i dettagli, leggi l’articolo: Superbonus 110%: arriva l’emendamento che sblocca la cessione

Perché non ci sarà la proroga del Superbonus 110%?

A fine di non alimentare false speranze, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari ha reso noto che non vi sarà alcuna proroga. La spiegazione è presto data: attualmente il reale problema non è riconoscere il credito di imposta al 110% o al 90%, d’altronde abbiamo già più volte sottolineato che al 110% è molto difficile ottenerlo e che le banche riconoscono una percentuale molto più bassa. Il problema reale è sbloccare i crediti incagliati di chi i lavori li ha già iniziati. In base alle dichiarazioni del sottosegretario Fazzolari, il Governo sta concentrando le sue energie su questo problema.

In base ai calcoli effettuati da Il Sole24 ore in realtà la proroga di un mese costerebbe circa 300 milioni di euro.

La priorità è sbloccare la cessione dei crediti senza rischi per i conti pubblici

Fazzolari ha dichiarato che è necessario trovare una soluzione per far in modo che le banche possano “acquistare” i crediti maturati dai proprietari senza per questo mandare all’aria i conti pubblici. Secondo le dichiarazioni del Sottosegretario questa partita vale 60 miliardi di euro. Il rischio infatti è che l’Eurostat potrebbe conteggiare i crediti di imposta acquistati dalle banche, che quindi vogliono riscuoterli dallo Stato attraverso le loro imposte, come debito pubblico e quindi con il rischio che il rating dell’Italia, e la credibilità, vengano meno in un momento particolarmente delicato.

Bonus verde 2022: chi ne ha diritto e per quali lavori?

La legge di bilancio 2022 ha confermato il Bonus Verde, questa misura consente di ottenere detrazioni fiscali a fronte della realizzazione di lavori su giardini e terrazzi, ma vediamo nel dettaglio cosa prevede il Bonus Verde 2022.

Cos’è il Bonus Verde

Il Bonus Verde 2022 è una misura volta ad agevolare la sistemazione del verde e il decoro urbano, può essere richiesto non solo per sistemare giardini e terrazzi, ma anche per la cura del verde condominiale. Gli interventi che possono beneficiare di questo aiuto sono:

  • sistemazioni a verde di aree scoperte private di edifici già esistenti, condomini, pertinenze;
  • realizzazioni di coperture verdi e giardini pensili.

Tra i lavori che rientrano nelle detrazioni vi sono la sistemazione dell’erba, l’applicazione di tappeti erbosi ( non devono essere però per campi sportivi da utilizzare a fini di lucro). Tra i costi che possono essere portati in detrazione vi sono anche quelli della progettazione e della realizzazione di sistemi di irrigazione, tra cui anche l’esecuzione di lavori per pozzi.

Rientrano nelle agevolazioni del Bonus Verde 2022 anche la sistemazione del verde in giardini di interesse storico e artistico che siano pertinenze di immobili vincolati.

La detrazione invece non spetta per la manutenzione ordinaria e per lavori in economia, cioè nel caso in cui sia lo stesso proprietario, comodatario, usufruttuario a realizzare i lavori senza rivolgersi a professionisti del settore.

In cosa consiste la detrazione Bonus Verde 2022?

Coloro che realizzano giardini ex novo o rimettono a posto giardini già esistenti possono ottenere una detrazione IRPEF pari al 36% di quanto effettivamente speso. La detrazione può essere calcolata su un importo massimo di 5.000 euro. Fatti un po’ di calcoli ogni contribuente può ricevere massimo 1.800 euro da dividere però in 10 rate di uguale importo e quindi ogni anno si può usufruire massimo di una detrazione pari a 180 euro. Naturalmente questa detrazione può essere cumulata con altre detrazioni, ad esempio quella per le ristrutturazioni edilizie, il bonus mobili.

Occorre però prestare attenzione ai pagamenti, infatti per poter godere di questa agevolazione è necessario che siano effettuati pagamenti tracciabili, cioè devono essere usati bonifici, carte di credito, bancomat oppure pagamenti con assegni.

Chi può usufruire delle detrazioni?

Dal punto di vista soggettivo possono beneficiare del Bonus Verde 2022 i proprietari, coloro che sono titolari del diritto di nuda proprietà, i locatari e coloro che hanno un diritto reale di godimento sull’immobile, ad esempio l’usufruttuario, il comodatario, il titolare di un diritto di uso o di superficie.

Particolare attenzione deve essere posta per i condomini, in questo caso infatti la detrazione del Bonus Verde 2022 spetta per i lavori eseguiti sulle parti comuni, fino a un ammontare massimo di 5.000 euro per ogni unità immobiliare, quindi i vantaggi fiscali sono divisi tra i vari condomini che fanno parte del condominio, ma nessuno potrà ottenere agevolazioni su importi superiori a 5.000 euro per unità immobiliare.

Il singolo condomino però per poter ottenere l’agevolazione deve avere effettivamente versato al condominio, entro i termini previsti per la dichiarazione dei redditi, la sua quota dei costi del lavoro effettuato.

Condizioni per il Bonus Verde 2022 nei condomini a uso promiscuo

Nel caso siano stati effettuati interventi sia sulle parti comuni, sia sulla singola unità abitativa, ad esempio il proprietario del singolo appartamento abbia partecipato alle spese per la sistemazione del giardino del condominio e a sua volta abbia deciso di realizzare un piccolo giardino sul terrazzo, avrà diritto anche alla detrazione per i lavori eseguiti nella sua unità immobiliare, anche in questo caso però il limite massimo di spesa su cui è possibile avere la detrazione è 5.000 euro. In teoria il singolo proprietario può ottenere le detrazioni su 10.000 euro, di cui 5.000 per i lavori su parti comuni e 5.000 euro sulla sua unità abitativa.

Nel caso in cui il condominio sia ad uso promiscuo cioè siano presenti unità abitative e allo stesso tempo siano esercitare altre attività (professionali) è comunque possibile usufruire del Bonus Verde 2022 per lavori su parti comuni, ma solo a condizione che le unità ad uso abitativo rappresentino almeno metà del totale. Nel caso in cui nel condominio siano presenti anche dei negozi, l’ammontare massimo delle spese dovrà essere calcolato avendo come riferimento solo le unità abitative.