Le industrie di Confapi Piacenza chiedono l’aiuto dei politici

In occasione dell’Assemblea Generale di Confapi Industria, Cristian Camisa, presidente di Confapi Industria Piacenza, ha voluto mettere in risalto il notevole sforzo da parte delle industrie di rimanere sul mercato, nonostante i tempi avversi attraversati durante la crisi economica, ed è stato chiesto, a questo punto, l’intervento del Governo per poterle sostenere in questo tortuoso e complesso cammino.

Queste le parole di Camisa: “Siamo un vulcano di idee e abbiamo una squadra molto unita: se l’associazione è cresciuta in questi anni è merito degli imprenditori che ne fanno parte, ne vado orgoglioso perché essere cresciuti così in un momento come questo è un piccolo miracolo. La crisi ci ha messo a dura prova negli ultimi dieci anni, ma ogni imprenditore ha messo in discussione se stesso per rimettersi sul mercato. Tuttavia non basta: deve essere coinvolta anche la politica. Noi abbiamo 2260 miliardi di debito pubblico: questo significa che finanziare la spesa per gli investimenti risulta difficile e altrettanto lo è competere in maniera pari con gli altri Paesi europei. Le imprese si sono messe in discussione ed è ora che lo facciano anche i politici”.

Inoltre, in occasione del ballottaggio del prossimo 25 giugno, che deciderà chi tra Patrizia Barbieri e Paolo Rizzi diventerà nuovo sindaco della città, è stato chiesto ai due candidati, entrambi presenti all’assemblea, di firmare un documento redatto proprio da Confapi Industria Piacenza, con una serie di punti programmatici che devono essere rispettati anche e soprattutto dalla nuova amministrazione: “Chiediamo a chi amministrerà Piacenza di proseguire la nostra battaglia della Tari e di passare dai 48 regolamenti provinciali tuttora vigenti a uno solo, ma chiediamo anche una mappatura degli edifici industriali del territorio, un’impegno per favorire la sburocratizzazione e soprattutto ribadire che Piacenza è una città manifatturieradato che grazie alla manifattura abbiamo “tenuto” sul mercato. Se logistica deve essere lo sia maintegrata con le aziende del territorio. Infine chiediamo di definire assieme attraverso dei forum mensili che Piacenza vogliamo nei prossimi anni: non mi rassegno a pensare alla nostra città come a una periferia di Parma e finora il discorso sull’area vasta ci ha portato in questa direzione. È giunto il momento di capire cosa resti ancora all’interno dell’area vasta e prevedere quello che deve essere destinato a Piacenza. In questo senso non possiamo prescindere dalla politica perché una politica debole è un danno per le imprese: è vero dunque che Confapi Industria ha bisogno di Piacenza, ma lo è altrettanto anche il contrario. Piacenza ha bisogno di Confapi Industria”.

L’assemblea è stata anche occasione di dare spazio a quattro aziende associate a Confapi Industria Piacenza che hanno ricevuto un premio speciale: Nordmeccanica Spa di Antonio Cerciello ha ricevuto il premio come industria globale, mentre a Gam Raccordi Spa e Omr Spa di Massimiliano Righi è stato attribuito il premio come medio/grande industria; Escar Srl di Massimo Franchia ha ricevuto il premio destinato all’industria medio/piccola e Molinari Srl di Ivana Molinari è stata premiata come impresa femminile.

Vera MORETTI

Tempi medi di pagamento: 10 proposte dai Giovani di Confapi per ridurre i ritardi

Dieci proposte a costo zero per lo Stato e per gli Enti Locali per risolvere il problema dei tempi di pagamento di Pubblica Amministrazione e privati e ridare slancio all’economia. Le hanno presentate venerdì scorso a Roma i Giovani di Confapi, in occasione del loro congresso nazionale.

Le proposte, presentate dal presidente dei Giovani di Confapi Angelo Bruscino, fanno parte di uno studio realizzato dall’Osservatorio sui Tempi di Pagamento coordinato dal Docente di Bilancio Consolidato e Analisi di Bilancio all’Università degli studi del Piemonte Orientale, Paolo Esposito.

Dal lavoro di ricerca condotto da Confapi, emergono dieci proposte normative e soluzioni manageriali sui ritardi dei tempi medi di pagamento:

  • non fallibilità per Pmi affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (con una relativa modifica della Legge Fallimentare);
  • sospensione fiscale per le Pmi affette da ritardi dei tempi medi di pagamento, da acconti Irpef, Ires, Irap;
  • esenzione da verifica Durc con fissazione soglia per gli importi inferiori a 10mila euro a carico delle Pmi affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento;
  • intervento Normativo per Pmi affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento, che preveda il raddoppio dei termini per il rateizzo di debiti tributari iscritti a ruolo (240 mesi – raddoppio dei termini da 10 anni a 20 anni);
  • Patto con Equitalia e Inps;
  • istituzione di un Fondo Nazionale di garanzia che supporti finanziariamente Pmi affetta da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (con Cassa Depositi e Prestiti e CCIAA);
  • emissione di Titoli di Stato che supportino finanziariamente Pmi affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (Cassa Depositi e Prestiti);
  • baratto/transazioni con monete complementari per le Pmi affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (esperienza inglese del Comune di Bristol);
  • estensione normativa del JOB ACT per PMI affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento;
  • “Prompt Payment Act” Italiano – Codice etico per le Pmi che aderiscono volontariamente obbligandosi a “pagamenti liquidabili responsabilmente” nei 30 giorni dall’emissione delle fatture e l’accordo con Equitalia e Inps (attraverso un intervento normativo) prevedendo il raddoppio dei termini per il rateizzo previdenziale, tributario, esattoriale con sospensione coattiva dei recuperi erariali.

Fino a quando le imprese – ha dichiarato Angelo Bruscinopotranno fare da banca allo Stato sottraendo così risorse alla ricerca e all’innovazione di processi e di prodotti? In Italia sono ancora migliaia le aziende che quest’anno falliranno a causa di crediti non pagati. Nonostante le evoluzioni normative, l’obbligo europeo e il continuo richiamo a normalizzare nel nostro paese sul tema dei tempi di pagamento, la situazione resta gravissima”.

In questi anni di crisi – continua Bruscinoal danno spesso si è aggiunta anche la beffa subita da moltissime Pmi condannate a ‘morire di credito’; i mancati pagamenti per beni e servizi resi, sono tra i tanti problemi quelli che contribuiscono a scoraggiare fortemente la ripresa nello Stivale. Molte imprese si ritrovano schiacciate tra il credit crunch e tra clienti che non pagano generando così una spirale che si ripercuote sui fornitori e i dipendenti”.

Giovani Imprenditori Confapi a congresso a Roma

Come fare per ridurre i tempi medi di pagamento della Pubblica Amministrazione? Fino a quando le imprese potranno fare da banca allo Stato sottraendo così risorse alla ricerca e all’innovazione di processi e di prodotti?

Saranno questi alcuni degli interrogativi che faranno da fil rouge al congresso nazionale dei Giovani Imprenditori Confapi “Crediti e vita lunga? No, in Italia si muore di credito”, che si terrà domani a Roma, a partire dalle 9.30, nella Sala Capranichetta a Piazza Montecitorio.

Ad aprire il congresso saranno i saluti del presidente nazionale di Confapi Maurizio Casasco, ai quali seguirà la relazione del presidente Giovani Imprenditori Confapi Angelo Bruscino. Seguirà poi la tavola rotonda “I ritardi dei tempi medi di pagamento delle Amministrazioni Pubbliche: proposte normative e soluzioni manageriali. I 10 punti delle Pmi”, alla quale interverranno il Docente di Bilancio Consolidato e Analisi di Bilancio presso l’Università degli studi del Piemonte Orientale prof. Paolo Esposito, il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, il vice presidente vicario del Parlamento Europeo Antonio Tajani. Modererà i lavori il vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano.

In Italia sono ancora migliaia le aziende che quest’anno falliranno a causa di crediti non pagati – dichiara Angelo Bruscinononostante le evoluzioni normative, l’obbligo europeo ed il continuo richiamo a normalizzare nel nostro paese sul tema dei tempi di pagamento, la situazione resta gravissima”.

In questi anni di crisi – continua il presidente Giovani Imprenditori Confapial danno spesso si è aggiunta anche la beffa subita da moltissime Pmi “morire di credito”, i mancati pagamenti per beni e servizi resi, sono tra i tanti problemi quelli che contribuiscono a scoraggiare fortemente la ripresa nello Stivale. Molte imprese si ritrovano schiacciate tra il credit crunch e tra clienti che non pagano generando così una spirale che si ripercuote sui fornitori ed i dipendenti”.

I giovani imprenditori, che più degli altri sentono l’esigenza ed il bisogno di normalizzare l’eco-sistema di questo Paese – afferma il leader dei giovani di Confapiil prossimo 11 dicembre affideranno al governo, all’Europa e al Parlamento le loro proposte per attivare 10 pratiche, immediate e possibili soluzioni. Chiediamo che ci venga riconosciuto, come operatori economici di questo Paese, il diritto di costruire imprese che abbiano la possibilità di crescere in un’Italia che agevoli e incoraggi i suoi migliori talenti e che ci chieda di competere alla pari con il resto del mondo. Per questo abbiamo scelto la proposta alla protesta, perché noi crediamo ancora che qui sia possibile realizzare il nostro domani; non andiamo via, restiamo e costruiamo qui i nostri sogni, le nostre Pmi, perché un’Italia senza i suoi giovani imprenditori è un Paese più povero e senza futuro“.

Nel pomeriggio interverranno sul tema dei termini di pagamento: il componente Commissione Industria della Camera Leonardo Impegno, il componente Commissione Bilancio della Camera Giovanni Palladino e saranno presentati i case history dei Giovani Imprenditori Confapi dalla vice presidente nazionale Giovani Imprenditori Confapi Valeria Barletta e dal consigliere Api Lecco Guido Bonaiti. Concluderà il convegno la relazione del presidente Giovani Imprenditori Confapi, Angelo Bruscino.

Bruscino: il Sud non è figlio di Dio minore

Le esternazioni del presidente del Consiglio Renzi sulla situazione del Mezzogiorno alla luce del dati dello Svimez non sono andate giù a molti. Uno di questi scontenti è senza dubbio il presidente nazionale dei Giovani di Confapi Angelo Bruscino, che ha preso carta e penna e, sull’argomento ha scritto una lunga lettera aperta al premier.

Egregio Presidente – esordisce Angelo Bruscino -, sono giorni di acceso, ennesimo, dibattito sul Mezzogiorno, scatenato dai dati del rapporto Svimez, con i quali si certifica, in sostanza, il definitivo tracollo nel baratro del sottosviluppo di un’area fondamentale per il paese, abitata da circa 20 milioni di persone, con un potenziale economico, turistico, agricolo e culturale inespresso, che da solo rappresenta la migliore occasione di rilancio del Pil nazionale”.

Ma se questo non bastasse a risvegliare interesse e menti – continua Bruscino -, converrebbe ricordare che le regioni sotto il Garigliano rappresentano il primo e più importante mercato di prossimità, a cui l’intera industria italiana dovrebbe puntare per risvegliare i consumi interni. Ciò malgrado, nello Stivale da quasi 60 anni si aggira un assassino, terribile e senza scrupoli, che porta sulla sua coscienza infrastrutture, fondi europei, buona politica, servizi e, purtroppo, tra le vittime eccellenti, il nostro futuro e la speranza di molti”.

Come in una partita a Cluedo, le ipotesi sull’identità di questo lestofante sono molte, ma vi assicuro non è il maggiordomo il vero colpevole, anzi i migliori indiziati sono proprio gli abitanti di queste splendide terre, che non sono riusciti ad esprimere con forza una classe dirigente capace di fare la differenza. Le occasioni non sono mancate, abbiamo avuto uomini importanti, potere, soldi, ma in definitiva tutto speso male: non siamo riusciti a creare una cultura dell’impegno che desse alle nostre terre la dignità che meritano per storia, tradizioni e cultura; ci siamo fatti conquistare e abbiamo dato ai vincitori non solo le nostre spoglie, ma anche la possibilità di infierire ogni giorno”.

Alcuni – prosegue Bruscinoparlano di ladrocinio perpetrato, io penso invece che sia stato un deliberato abbandono, soprattutto nel passato, quando si poteva ancora scegliere se restare e tentare di cambiare o semplicemente fuggire portando via il meglio che si poteva. Certo, il resto degli italiani ha la responsabilità di essere stato egoista e miope, sciocco addirittura nel pensare che una parte del paese potesse affondare senza portarsi dietro tutti gli altri. Per questo non posso che essere d’accordo con chi nell’industria, nella società civile e nella politica chiede a gran voce, non assistenza, ma pari dignità, chiede ai nostri giovani di restare, alle imprese di stato, in primis e, ai privati dopo di investire, come applaudo con entusiasmo al rinnovato vigore che scorgo nelle intenzioni ad esempio di Vincenzo De Luca, neo governatore della Campania”.

Anche se sarebbe ipocrita non ricordare o tacere un fatto, non si può chiedere a noi di credere nel futuro se alcune cose non cambiano subito nel presente. Io per primo che ho deciso di restare e continuare ad investire nel Sud Italia, ho atteso 3 anni che la burocrazia si esprimesse sull’apertura di un piccolo stabilimento che si occupa della rigenerazione delle plastiche”.

Vi è poi – rincara Bruscinol’attesa infinita di chi da anni attende un pagamento dalla pubblica amministrazione, rischiando di fallire per credito, di chi aspetta il rifacimento di una strada, l’allaccio del metano o dell’elettricità nelle aree industriali, la connessione a internet via fibra. Una miriade di piccole e grandi disfunzioni e ritardi che rendono sempre meno attraente e più difficile pensare di realizzare qui la propria impresa e in definitiva il proprio domani”.

Eppure le splendide avventure non mancano e sono d’accordo con Lei, quando dice che a Napoli come a Bari, Cagliari o Cosenza, si continuano a esprimere eccellenze, dall’industria, alla ricerca, alla cittadinanza attiva, alla buona politica. Solo che, invece di essere l’eccezione, dobbiamo tutti impegnarci a farne la regola, dobbiamo insomma fare in modo che la speranza sia più forte della triste e terribile realtà rappresentata nel rapporto Svimez ed in questo il suo governo potrà tracciare il confine tra un periodo di abbandono ed uno nuovo fatto di investimenti, coraggio riforme, di fatti e non di piagnistei”.

Siamo ancora in tempo, ma, come sempre, dipende tutto da Noi, in primis dai cittadini di quella Italia del Mezzogiorno che troppo spesso è stata dimenticata nel vivere quotidiano e nell’impegno personale, per essere ricordata poi solo nel pianto di un figlio o di un genitore che vede l’abbandono o la partenza come unica via di sopravvivenza”.

Abbiamo tutti, Lei in primis me lo conceda – conclude Bruscino -, il dovere di realizzare la ‘Svolta Buona’, fosse solo per evitare altre lacrime e per l’orgoglio che dobbiamo al nostro retaggio storico. Quindi, mai come in questo momento, è fondamentale rimboccarsi le maniche, prima per testimoniare chi siamo e poi per rivendicare giustamente uno stato equo ed attento anche a queste latitudini. Non siamo figli di un dio minore, anzi, se proprio dobbiamo riconoscerci in un archetipo, ricordiamo che il brand Italia si è diffuso nel mondo partendo con i nostri migranti che portavano con se le nostre canzoni, il nostro cibo, il nostro stile e quella splendida nostalgia che, lontani da queste splendide terre, non ti abbandona mai, perché noi che ci viviamo lo sentiamo dentro questo paradiso che per incuria a volte trasformiamo in inferno”.

Confapi Giovani e Aiga, confronto sulla giustizia

I Giovani di Confapi provano a mettere la giustizia al centro dell’attenzione. Va in questo senso, infatti, il confronto organizzato dalla Fondazione Aiga Bucciarelli che si terrà a Roma al Campidoglio giovedì 26 febbraio dalle 16 nella Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, sul tema “Giustizia civile ed alternativa:  l’armonizzazione dei sistemi giuridici al tempo della globalizzazione delle professioni, esperienze internazionali a confronto, proposte e novità normative”.

Un tema importante e di spessore intorno al quale discuteranno, tra gli altri, il presidente nazionale dei Giovani di Confapi Angelo Bruscino, il sottosegretario al ministero della Giustizia Cosimo Ferri e il capogruppo dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo Gianni Pittella.

Da anni – dichiara il presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi Bruscino – si parla di riforma della Giustizia, in un’ottica di revisione costituzionale. A noi imprenditori, invece, piacerebbe parlare di un cambiamento della giustizia finalizzato a obiettivi pragmatici, come quelli di ridare efficienza e modernità a un paese come il nostro, nel quale la durata dei processi civili di primo grado è di 493 giorni, mentre nei Paesi aderenti al Consiglio d’Europa è di 287 giorni”.

Che cosa significa per questo Paese – prosegue Bruscinouna giustizia civile inefficiente? Si traduce in una riduzione degli investimenti, soprattutto di quelli provenienti dall’estero; crea asimmetrie nei tassi d’interesse tra diverse regioni del Paese; comporta rigidità nel mercato del lavoro; limita la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi, e nelle professioni; provoca una distorsione della struttura delle imprese. Per fermarsi solo ai danni più rilevanti”.

Per attuare una riforma della giustizia che ridia a questo Paese anche la dignità giuridica che merita e che rilanci l’economia e gli investimenti utili per la crescita, basterebbero poche cose: disincentivare l’abuso processuale che rallenta le cause reali adeguando ad esempio il tasso legale a quello di mercato; incentivare la sottoscrizione di polizze di tutela legale a copertura dei costi processuali, sul modello di diversi Paesi europei; introdurre i sistemi di Alternative Dispute Resolution, come la negoziazione diretta con valore di titolo esecutivo in presenza degli avvocati, tavoli paritetici, mediazione e arbitrato; incentivare i tribunali che adottino più rapidamente il processo telematico; introdurre la pratica dei giovani nell’Ufficio del Giudice, ossia laureati selezionati secondo criteri qualitativi che affianchino il giudice, configurando la pratica (tra l’altro positivamente sperimentata a Milano) come normale procedura concorsuale per ottenere l’accesso alla magistratura e come tirocinio abilitante per l’avvocatura. Basterebbe poco, per dare una sterzata al nostro sistema”.

Split Payment, lettera dei Giovani di Confapi al presidente Mattarella

La novità dello split payment non va giù a nessuno, imprese o professionisti che siano. Abbiamo visto nei giorni scorsi come il presidente dell’Ordine degli Ingegneri abbia chiesto al governo di fare chiarezza sugli ambiti di applicazione dello split payment.

Ora tocca ai Giovani di Confapi prendere carta e penna e scrivere nientemeno che al fresco presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una lettera aperta a firma del presidente nazionale dei Giovani di Confapi Angelo Bruscino nella quale quest’ultimo non usa mezze parole per illustrare i danni che l’introduzione dello split payment arrecherà alle imprese sul piano della gestione finanziaria. Ecco il testo della lettera.

Caro Presidente, le sue parole ‘Sarò un arbitro imparziale, ma i giocatori mi aiutino’ riferite agli attori della politica hanno colpito tutti noi e vorremmo che fossero applicabili anche al rapporto tra una Pubblica Amministrazione, spesso giocatore scorretto e in continuo ritardo nei pagamenti alle imprese, e il mondo delle imprese oneste e del lavoro. Gentile Presidente, ci risiamo, nuova norma vecchia abitudine, nonostante le migliaia di dichiarazioni fatte a destra e a manca che inneggiano il made in Italy e la ferma volontà di aiutare le imprese, alla fine si ricasca nel vecchio vizio e si torna a mortificarle, questa volta con lo split payment. In buona sostanza, l’impresa fornitrice di beni e servizi alla Pa si troverà ad emettere una fattura la cui Iva verrà versata dall’ente direttamente all’Erario.
Risultato? L’impresa non riuscirà a compensare l’Iva generando quindi una minore disponibilità di cassa che in un periodo di credit crunch come quello attuale si tradurrà, unitamente ai ritardi di pagamenti dello Stato, in un nuovo tsunami sul mondo delle imprese che travolgerà chi è sopravvissuto alla crisi con grandi difficoltà.
Con questo vogliamo ribadire che la lotta all’evasione resta fondamentale, ma forse basterebbe a volte che lo Stato rispettasse le sue stesse leggi, come ad esempio il rispetto dei contratti e dei tempi di pagamento per risollevare le sorti di migliaia di imprese e trovare le casse dell’erario meno vuote; se le Pmi continuano ad essere munte, alla fine non resterà più nulla da recuperare se non il rimpianto per aver agito male.
Gentile Presidente, ci aspettiamo un suo intervento che riesca ad assicurare allo Stato e alle imprese il medesimo risultato: lotta all’evasione e semplificazione e velocità per le Pmi. Imprese che sono la spina dorsale di questo Paese e che sono già stata troppo bersagliate da norme inique e da interpretazioni arbitrarie. In gioco è la competitività del nostro tessuto economico
“.

Non sappiamo se la questione dello split payment sia sull’agenda del presidente Mattarella, ma ci auguriamo che dopo questa e altre lettere dello stesso tenore vi venga messa al più presto.

Dalle banche in arrivo 100mila finanziamenti

Le imprese italiane hanno costantemente bisogno di liquidità e per poterne reperire, un ruolo importante è quello rivestito dalla moratoria delle banche nei confronti delle imprese.

Lo strumento “Nuove misure per il credito alle Pmi” siglato il 28 febbraio 2012 dall’Abi e da Alleanza Cooperative Italiane (che riunisce Legacoop, Confcooperative, AGCI); Assoconfidi, CIA, CLAAI, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confindustria, Rete Imprese Italia, prevede tre tipi di interventi finanziari previsti:

  • operazioni di sospensione dei finanziamenti;
  • operazioni di allungamento dei finanziamenti;
  • operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività.

Abi ha affermato che a giugno 2013 le banche hanno sospeso 101.247 finanziamenti a livello nazionale, per un controvalore di 31,3 miliardi. Da qui deriva la maggiore liquidità a disposizione delle imprese pari a 4,2 miliardi.

In precedenza, con l’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011 erano stati rinviati 260mila prestiti, pari a 70 miliardi di debito residuo e ad una maggiore liquidità di 15 miliardi a disposizione per le imprese.

L’obiettivo delle misure è quello di “assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie per le imprese che pur registrando tensioni presentano comunque prospettive economiche positive“.
Da qui è partita l’azione per “creare le condizioni per il superamento delle attuali situazioni di criticità ed una maggiore facilità nel traghettare le imprese verso un’auspicata inversione del ciclo economico“.

Vera MORETTI

Accordo Abi-Alleanza Cooperative per le pmi

E’ stato firmato un accordo a favore delle pmi tra Abi, Rete Imprese Italia e le altre associazioni di imprese (Alleanza Cooperative), Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confedilizia, Confetra, Confindustria.

L’intesa è stata siglata per favorire le piccole e medie imprese, aggiornando le misure di sospensione e allungando i finanziamenti previsti dai precedenti accordi, in particolare pensando alle pmi che devono fare i conti con oneri fiscali eccessivi, che mettono in evidente difficoltà le loro risorse.

Gli interventi finanziari previsti per le imprese sono di 3 tipi:

Operazioni di sospensione dei finanziamenti.
In questo campo rientrano la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo, e quella per 12 o 6 mesi della quota capitale prevista nei canoni di leasing “immobiliare” e “mobiliare”.
Soggette alla sospensione sono le rate dei mutui e delle operazioni di leasing finanziario delle imprese che non abbiano già usufruito di analogo beneficio.
E’ inoltre possibile sospendere le operazioni di apertura di conto corrente ipotecario con un piano di rimborso rateale. Le operazioni di sospensione sono realizzate allo stesso tasso d’interesse previsto dal contratto originario.

Operazioni di allungamento dei finanziamenti. È prevista la possibilità:

  • di allungare la durata dei mutui, in misura maggiore rispetto al precedente accordo;
  • di spostare in avanti fino a 270 giorni le scadenze del credito a breve termine per esigenze di cassa con riferimento all’anticipazione di crediti certi ed esigibili;
  • di allungare per un massimo di 120 giorni le scadenze del credito agrario di conduzione. Possono essere ammessi alla richiesta di allungamento i mutui che non abbiano beneficiato di analoga facilitazione ai sensi dell’Accordo per il credito alle Pmi del 16 febbraio 2011 e dell’accordo “Nuove misure per il credito alle Pmi” del 28 febbraio 2012, mentre possono essere ammessi all’allungamento anche i mutui sospesi al termine del periodo di sospensione.

Operazioni per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività.
Per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale, le banche si impegnano a valutare la concessione di un finanziamento proporzionale all’aumento dei mezzi propri realizzati dall’impresa.

L’accordo prevede, inoltre, una serie di temi strategici di interesse comune per favorire lo sviluppo delle relazioni banca-impresa. A questo proposito, i firmatari si sono impegnati a trovare nuove intese, coinvolgendo il Governo e le istituzioni competenti.
Per questo motivo, il periodo di validità dell’accordo del febbraio 2012, “Nuove Misure per il Credito alle Pmi”, è stato prorogato al 30 settembre 2013.

Vera MORETTI

Zanonato incontra le associazioni di giovani imprenditori

Il ministro dello Sviluppo Economico Fravio Zanonato ha voluto incontrare i giovani imprenditori che appartengono alle principali associazioni di categoria di tutti i settori economici.

Si tratta di Confcommercio e Confesercenti per il commercio, Confindustria, Confapi e Ance per l’industria, Confartigianato e Cna per l’artigianato, Confagricoltura, Agia e Coldiretti per l’agricoltura, Confcooperative e Legacoop per le cooperative.

Il motivo di questo importante incontro sono le problematiche che stanno attanagliando il Paese, accesso al credito e burocrazia in testa, ma anche semplificazioni ed internazionalizzazione, alla base del successo delle imprese.

Le parole di Zanonato a proposito: “Si è trattato di un confronto aperto e costruttivo sui più pressanti temi legati alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sostenibile. Al termine dell`incontro le parti si sono impegnate, in vista di un nuovo appuntamento previsto a fine mese, a collaborare nella formulazione e condivisione di proposte legislative miranti a risolvere le principali criticità legate ai temi trattati”.

Vera MORETTI

Confapi e Federmanager firmano il contratto di apprendistato

E’ stato firmato l’accordo, da parte di Confapi e Federmanager, che regola le norme per l’apprendistato di alta formazione e ricerca dei Quadri Superiori delle pmi e che si applica a tutte le assunzioni con tale tipologia contrattuale di apprendisti con età compresa tra 18 e 29 anni.

Le assunzioni devono essere finalizzate all’acquisizione di un titolo di studio, ma anche all’accesso alle professioni ordinistiche o di carattere professionale, che prevedano un percorso di formazione in azienda, utile all’inquadramento nella qualifica di Quadro Superiore.

Il contratto deve specificare il tipo di prestazione, il piano formativo e la qualifica che è possibile acquisire alla fine dell’apprendistato. In caso contrario, il contratto risulterebbe nullo.
Il periodo di prova, previsto da tutti i contratti di lavoro, non può superare 6 mesi in caso di contratto a tempo pieno, che per contratti part-time o con ore ridotte si può protrarre.

Per quanto riguarda la retribuzione prevista, ci si riferisce ai Quadri Superiori, per poi applicare le seguenti percentuali:

  • 40% della retribuzione lorda prevista per i Quadri superiori fino al 12° mese di apprendistato;
  • 60% dal 13° mese al 24°;
  • 75% dal 25° al 36° (o successivi nel caso in cui la regolamentazione regionale preveda, in accordo con le parti sociali e le istituzioni formative una durata dell’apprendistato superiore ai 36 mesi).

Nell’intervallo di tempo che va dal 25° mese alla fine del servizio si applica anche la disciplina in materia di assistenza sanitaria integrativa e di previdenza complementare prevista dai rispettivi accordi in materia per i Quadri Superiori.

Il percorso formativo, che consente di maturare dei crediti formativi, ed i relativi profili formativi devono essere stabiliti dalle Regioni in accordo con le parti sociali e le istituzioni formative o, in assenza di tale regolamentazione, mediante la stipula di una convenzione tra datore di lavoro e istituzione formativa.

Vera MORETTI