T2 Territorio per il Territorio, progetto di UBI Banca e Confapi

Da una collaborazione tra UBI Banca e Confapi è nato il progetto T2 Territorio per il Territorio.
Si tratta di un’iniziativa innovativa, che ha come obiettivo quello di sostenere le imprese e gli enti associati, o comunque riconducibili, al sistema Confapi.

Tale progetto si realizza in due fasi:

  • l’erogazione da parte di UBI Banca di un prestito obbligazionario per un importo complessivo di 20 milioni di euro, di cui verrà richiesta l’ammissione alla quotazione sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT). L’offerta è riservata a chi apporta nuove disponibilità durante il periodo di collocamento presso le filiali delle Banche collocatrici del Gruppo UBI Banca;
  • la costituzione di uno specifico plafond, pari a due volte l’ammontare nominale del prestito obbligazionario complessivamente sottoscritto, destinato alla concessione di finanziamenti volti a supportare la realizzazione di programmi di sviluppo, la creazione di nuovi posti di lavoro, la riqualificazione professionale dei dipendenti, i programmi di formazione professionale e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché a far fronte alle esigenze di incremento di circolante e di equilibrio della struttura patrimoniale e finanziaria delle realtà del mondo Confapi.

Victor Massiah, Consigliere Delegato di UBI Banca, ha dichiarato: “In un contesto particolarmente difficile il ruolo del nostro Gruppo è quello di assistere, sostenere e contribuire alla crescita di tutte le realtà che operano nei nostri territori di riferimento. Il progetto T2 Territorio per il Territorio è un’iniziativa pragmatica e concreta che permette di legare direttamente i risparmi delle famiglie e dei privati alle specifiche necessità degli appartenenti al mondo Confapi, in una vera azione di sistema. Soprattutto in questa fase economica, il Gruppo ha acquisito la consapevolezza che diventa ancora più urgente e necessario riuscire a trovare nuovi strumenti e canali che permettano al risparmio di diventare ‘motore propulsore’ dell’economia del Paese”.

Maurizio Casasco, dal canto suo, ha affermato: “Stiamo affrontando un lungo periodo di crisi che si sta dimostrando una sfida impegnativa sia per le PMI che per le banche. C’è la necessità di ripensare ad un nuovo rapporto adeguato al mutare dei tempi per sviluppare da un lato la capacità competitiva degli istituti di credito e dall’altro accompagnare le PMI verso un struttura finanziaria più robusta ed equilibrata. Il progetto ‘Territorio per il Territorio’ è stato costruito con queste finalità: banca, imprese e privati di un territorio investono insieme per far crescere le 120.000 imprese del sistema Confapi. Un obiettivo ambizioso ma certamente conseguibile che vede fortemente impegnati Confapi e UBI Banca per favorire l’adeguato flusso di credito alle aziende, lavorando sulla qualità della relazione, quale fattore fondamentale per le decisioni di affidamento”.

Le Obbligazioni, emesse da UBI Banca, hanno taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro, durata 3 anni, cedola trimestrale, tasso fisso lordo pari al 3,50% per il primo e secondo anno e, per il terzo anno, un tasso variabile pari al tasso euribor tre mesi aumentato dell’1% ; possono essere sottoscritte dal 15 aprile al 17 maggio 2013, salvo chiusura anticipata o estensione del periodo di offerta.
I singoli finanziamenti, a condizione competitive e di importo compreso tra i 15.000 e i 500.000 euro, avranno una durata massima di 48 mesi e potranno essere richiesti, a chiusura del periodo di offerta delle Obbligazioni, fino al 28 febbraio 2014 salvo esaurimento anticipato del plafond.

L’eventuale sottoscrizione delle Obbligazioni non attribuisce alcun diritto alla concessione del finanziamento, la cui valutazione autonoma e insindacabile di merito creditizio rimane a discrezione esclusiva della Banca erogante, o a ottenerlo a condizioni migliorative e, parimenti, la concessione dei finanziamenti prescinde dalla preventiva sottoscrizione delle Obbligazioni.

Vera MORETTI

Fapi finanzia le aziende in crisi

Le aziende in crisi sono al centro di un finanziamento di 4,5 milioni di euro stanziati da Fapi, Fondo formazione pmi costituito da Confapi, Cgil, Cisl e Uil.

Destinatari del fondo sono, appunto, aziende in crisi e che hanno bisogno di supporto.
Vediamo nel dettaglio chi può beneficiarne:

  • Aziende in crisi. Con questo intervento il Fapi si propone di supportare le imprese e i lavoratori finanziando interventi formativi straordinari per rispondere con efficacia e tempestività alle situazioni di crisi aziendale per l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze a sostegno della ripresa, della competitività e dell’occupazione mettendo a disposizione sino a 60 mila euro per singola impresa;
  • Aziende neoaderenti al Fondo. Con questo intervento il Fapi si propone di offrire immediato accesso alla formazione delle imprese di recente adesione al fondo per lo sviluppo delle competenze a sostegno della competitività e dell’occupazione, mettendo a disposizione sino a 4 mila euro per singola impresa a prescindere dalle somme dalla stessa versate al Fapi;
  • Aziende che hanno in corso innovazione di prodotto e/o di processo. Con questo intervento il Fapi si propone di sostenere processi di innovazione tecnologica, di prodotto e di processo, attraverso lo sviluppo delle competenze dei lavoratori. Tale linea è mirata a favorire l’immediato accesso alla formazione alle imprese che dimostrino l’adozione e lo sviluppo nel proprio sistema aziendale di processi di innovazione tecnologica, di processo e di prodotto mettendo a disposizione fino a 5 mila euro per singola impresa;
  • Reti di impresa: con questo intervento il Fapi intende supportare le reti fra imprese aderenti al Fapi che danno luogo a percorsi formativi finalizzati al perseguimento di obiettivi comuni della rete per sostenerne la competitività. Il Fapi interviene in quest’ambito mettendo a disposizione fino a 60 mila euro per singolo progetto formativo presentato dalla rete.

E’ già possibile presentare le domande, direttamente allo sportello, anche per garantire tempi di risposta più brevi possibili. Obiettivo è anche quello di ridurre al minimo gli adempimenti burocratici relativi all’accesso ai finanziamenti.

Sono previsti, inoltre, ulteriori 17.000.000,00 di euro per il finanziamento di piani e progetti formativi presentati da aziende aderenti al Fondo che verranno messi a disposizione nell’ambito di specifici avvisi e che serviranno a finanziare specifici interventi formativi rivolti a sicurezza, innovazione e situazioni di crisi aziendale.

Vera MORETTI

Confapi Campania guarda con ottimismo al 2013

Una dichiarazione di ottimismo per il 2013 dalle Pmi aderenti a Confapi Campania, le quali sperano in un segnale positivo per la sofferente economia regionale. Come riportato da ildenaro.it, il neo-presidente di Confapi Campania Emilio Alfano ha le idee chiare: “Avere fiducia è un obbligo, essere ottimisti è indispensabile, altrimenti saremmo già altrove. C’è tanto da fare, anzi da rifare“. “Sono certo – ha proseguito Alfanoche il futuro della nostra associazione sarà foriero di risultati positivi per le tante attività messe in campo dalla Regione Campania a sostegno delle imprese e dell’economia regionale. Stefano Caldoro sta facendo uno sforzo enorme per smussare le mille difficoltà quotidiane, assieme ai suoi assessori, da Severino Nappi al consigliere delegato alle Attività produttive Fulvio Martusciello, con i quali stiamo lavorando bene insieme. E’ un nuovo modo di interloquire, la Regione ci dà molto ascolto e valuta le istanze delle imprese con maggiore attenzione rispetto al passato“.

Per questo, Alfano guarda oltre i confini nazionali e annuncia un nuovo progetto di e-commerce, in collaborazione con Campania Innovazione. “Il futuro è questo – dice Alfanoe confidiamo di arrivare, oltre che nei Paesi occidentali, in Russia, Giappone e India. Non in Cina, dove l’uso delle carte di credito è purtroppo inesistente“.

d.S.

Confapi Industria Campania, Alfano rieletto come presidente

L’Assemblea Confapi Industria Campania ha eletto per acclamazione, per il secondo mandato consecutivo, Emilio Alfano come presidente. Alfano, 61 anni, è stato tra i fondatori dell’Api Napoli (oggi Confapi Napoli), ricoprendone prima la Vicepresidenza e poi la Presidenza dal 2001 al 2010. Nel dicembre 2009 la nomina all’espressione regionale della Confapi, ora riconfermata.

Sono orgoglioso di rappresentare in Campania la Confapi e ringrazio tutte Associazioni Confapi Provinciali per aver riposto in me tanta fiducia, sostenendomi in questi primi tre anni e confermandomi per un altro mandato – ha dichiarato Alfano -. Sono certo che il futuro della nostra Associazione sarà foriero di risultati positivi per le tante attività messe in campo dalla Regione Campania a sostegno delle imprese e dell’economia regionale“.

Tutti insieme contro la contraffazione

La lotta contro i falsi mette tutti d’accordo: istituzioni e commercianti sono uniti in questa battaglia, tanto da aver firmato il Piano Nazionale per la Lotta ai falsi, presentato a Milano in occasione degli Stati Generali per la Lotta alla Contraffazione.

Si tratta di un documento al quale hanno lavorato anche 11 ministeri e 150 associazioni di categoria, che ha portato all’individuazione delle priorità e delle aree degli interventi.

Diana Bracco, vicepresidente di Confindustria e presidente di Expo 2015, ha dichiarato: “Dietro il Piano c’è un grande lavoro di coordinamento che ha messo insieme tutti gli attori che convergono su questo importante tema. La contraffazione è una penalizzazione della capacità ideativa del nostro sistema ed è quindi una sottrazione di competitività al Paese“.

Le macro aree di intervento individuate sono sei, alle quali lavorano 13 commissioni tematiche che operano nell’ambito della Cnac, Consiglio Nazionale Anticontraffazione: comunicazione e informazione; enforcement; rafforzamento del presidio territoriale; formazione alle imprese; lotta alla contraffazione via internet e tutela del Made in Italy da fenomeni di usurpazione all’estero.

A questo proposito, sembra particolarmente urgente la tutela della proprietà industriale, perché, se gli italiani, da una parte, si distinguono per creatività, dall’altro ancora non sono in grado di tutelarsi a dovere.
A questo proposito, Loredana Gulino, direttore generale di DG lotta alla contraffazione – Uibm del Mise, ha affermato: “Occorre cambiare la cultura della imprese. Insegnare loro ad utilizzare in maniera strategica gli strumenti di tutela della proprietà industriale“.

La contraffazione produce un giro d’affari annuo di 6,9 miliardi di euro e un mancato gettito fiscale di 1,7 miliardi e , solo nel comparto moda/tessile, incide per circa un terzo del fatturato. Per non parlare dell’usurpazione dei marchi, denunciata da Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che chiede di allargare il raggio d‘azione “dalla lotta alla contraffazione alla affermazione della legalità anche in termini di brevettabilità“.

Una grave mancanza, soprattutto tra la piccola e media impresa, è la mancanza quasi totale della cultura del brevetto, esistente, invece, ad esempio, negli Stati Uniti e in Giappone: “Alcuni grandi brand italiani ed europei poi, se da una parte si dicono d’accordo sulla diffusione del marchio, dall’altra delocalizzano le loro produzioni mantenendo, di italiano, soltanto il nome“, spiega Maurizio Casasca di Confapi.

Ma per cambiare la mentalità degli italiani, che acquistano capi contraffatti per risparmiare e illudersi di avere capi uguali a quelli firmati, è necessario lavorare sulla comunicazione, come ha ammesso Giovanni Fava, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione e la pirateria in campo commerciale: “Occorre fare un salto culturale. Occorre, cioè, far comprendere a cittadini e consumatori che la contraffazione è un fenomeno criminale a pieno titolo e che non solo danneggia i diritti dei produttori ma contribuisce ad alimentare il giro d’affari delle grandi organizzazioni criminali“.

Vera MORETTI

Roma: alleanza tra Unioncamere e Sistema dei Confidi

Si stringe ulteriormente l’alleanza tra Unioncamere e Sistema dei Confidi rappresentato dall’associazione che riunisce le Federazioni nazionali dei Confidi di tutti i comparti economici e rappresenta complessivamente 312 strutture di garanzia. 

I termini dell’accordo siglato, i progetti in cantiere e le attività di supporto al credito della rete camerale e dei Confidi verranno illustrati mercoledì 4 aprile a Roma, presso Unioncamere, nell’ambito di una conferenza stampa alla quale parteciperanno:
– Ferruccio Dardanello – Presidente Unioncamere
– Francesco Bellotti – Presidente AssoConfidi
– Fabio Petri – Presidente FedartFidi (CNA-Confartigianato-Casartigiani)
– Giovanni Da Pozzo –  Federascomfidi (Confcommercio)
– Mauro Gori – Presidente Cooperfidi Italia (Alleanza delle cooperative)
– Sergio Ferrari – Presidente Federfidi (Confesercenti)
– Enrico Gaia – Presidente Fincredit (Confapi)
– Giorgio Piazza – Presidente CreditAgri Italia (Coldiretti)

Fonte: camcom.gov.it

Accordo banche-imprese sugli impieghi scaduti

Firmato tra i rappresentanti delle banche e delle imprese il protocollo di intesa sugli impieghi scaduti per attenuare l’effetto delle nuove norme sulla classificazione del credito, classificato dal 2012 come deteriorato dopo tre mesi invece degli attuali sei. Abi, Alleanza delle cooperative, Assoconfidi, Confagricoltura, Confedilizia, Cia, Coldiretti, Confapi, Confindustria e Rete Imprese Italia hanno aderito all’accordo “Comunicazione alle imprese sull’entrata in vigore dei nuovi termini per la segnalazione degli sconfinamenti bancari (Past 2)”.

Con la sigla del protocollo vengono adottati strumenti informativi e di supporto alle imprese, perché siano preparate alle nuove regole. Le banche che aderiranno “si impegnano a esaminare tempestivamente le posizioni delle imprese“. L’accordo prevede anche che “ferma restando la piena autonomia della banca nella valutazione del merito creditizio dell’impresa, l’esame mirerà a valutare le effettive necessità finanziarie delle imprese e il rapporto tra le linee accordate e gli utilizzi“.

Il protocollo stabilisce la possibilità di interventi ad hoc e di “valutare insieme al cliente eventuali soluzioni personalizzate per il rientro degli sconfinamenti“. L’impegno di tutti i soggetti “è diretto ad evitare che l’applicazione delle disposizioni previste da Basilea provochi penalizzazioni per le banche e le imprese, già messe a dura prova dalla crisi“.

Imprese Confapi: bene art. 8, ma aiuta chi è grande

Secondo un sondaggio effettuato tra 800 Pmi aderenti alla Confapi, l’articolo 8 della manovra finanziaria viene promosso, soprattutto per sostenere incrementi di competitività e salario e per aiutare la gestione delle crisi aziendali. Il 70% delle aziende intervistate pensa che “gli interventi sono prevalentemente a vantaggio della grande impresa”.

Gli altri ambiti per i quali l’articolo 8 interessa alle imprese Confapi sono “interventi per la qualità dei contratti di lavoro (72%), interventi per sostenere l’occupazione (71%), per sostenere l’avvio di nuove attivià’ (70%), per l’emersione del nero (68%) e per l’adozione di una forma di partecipazione dei lavoratori (66%).

Circa la metà degli associati Confapi (48,4%) ritiene che le attuali leggi sul lavoro non siano adeguate alle esigenze delle Pmi e l’82% pensa che “la manovra incida poco o niente sulla possibilità di modifica dello Statuto dei Lavoratori“.

Secondo il presidente nazionale della Confapi, Paolo Galassi, “si parla sempre dello Statuto dei Lavoratori, ma dobbiamo parlare invece di Statuto del Lavoro per tutelare il posto di lavoro“.

Le Pmi chiudono per crediti riscossi troppo tardi

La pubblica amministrazione non paga i lavori commissionati e realizzati dalle Pmi.Una situazione da record, soprattutto in relazione agli 11 giorni che le aziende attendono in Germania, i 19 nel Regno Unito e i 21 in Francia.

Secondo un’indagine Confapi, la percezione del 77% delle Pmi è che negli ultimi quattro anni i tempi di attesa siano ulteriormente aumentati

Dopo la cancellazione della certificazione dei crediti da parte delle PA, una soluzione che doveva essere introdotta nella manovra finanziaria 2011, le aziende non possono che attendere il recepimento della direttiva comunitaria (entro il 2013) che impone tempi certi per rispettare gli obblighi verso i fornitori privati da parte dei committenti pubblici.

Il ritardo nei pagamenti da parte della PA alle imprese private manda sul lastrico ogni anno centinaia di aziende, soprattutto Pmi.

Secondo le stime, parliamo di 60-70 miliardi di euro di crediti non pagati. In particolare, l’82% delle aziende delle costruzioni subisce sistematici ritardi nei pagamenti e il 97% afferma che non c’è stato nessun miglioramento rispetto allo scorso anno.

Marco Poggi

Per uscire dalla crisi serve un Patto per la crescita

Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari. Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell’Italia“. Questa la preoccupazione sollevata in un comunicato congiunto firmato dalle sigle ABI, ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE (CONFCOOPERATIVE, LEGA COOPERATIVE, AGCI, CGIL, CIA, CISL, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFINDUSTRIA, RETE IMPRESE ITALIA, UGL, UIL, CONFARTIGIANATO, CNA.

Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori“. La situazione internazionale è aggravata anche dalla crisi statunitense, debiti pubblici allarmanti e poter d’acquisto in continuo calo.

Per risollevarsi da questa situazione si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione“.