In calo nell’ultimo mese le vendite al dettaglio

Le performance registrate nello scorso mese di novembre relative alle vendite al dettaglio non sono delle migliori. Si è assistito infatti ad un calo del -0,3% su cui ha pesato in particolare la riduzione dello 0,50% del comparto alimentare e dello 0,2% per quanto riguarda i prodotti non alimentari, secondo i dati rilevati dall’Istat. Affianco al dato negativo occorre però considerare che comunque rispetto all’anno precedente una certa ripresa c’è, stimata al +1% per i prodotti alimentari e del +0,9% per gli altri beni. A rimanere pressochè  invariate (+0,1%) sono state le vendite negli ultimi undici mesi; quelle relative ai prodotti alimentari sono scese (-0,4%) mentre quelle dei prodotti non alimentari sono cresciute (+0,3%). Anche analizzando il dato in un periodo più breve, relativamente agli ultimi tre mesi, si assiste ad un calo dello 0,2%.

Per quanto riguarda i comparti che sembrano resistere mostrando spiragli di crescita va osservato che a influire positivamente sono state le vendite della grande distribuzione (+1,5%) e le vendite delle imprese operanti su piccole superfici  con un incremento del +0,6% (la variazione è positiva sia per i prodotti alimentari con un+0,2%, sia per quelli non alimentari con un +0,8%). Focalizzandosi sulla grande distribuzione tanto le vendite di prodotti alimentari tanto quelle di prodotti non alimentari sono aumentate dell’1,4%. Ancora una volta le rilevazioni dell’Istat testimoniano quindi che effettivamente esistono dei settori con le carte in regola per far auspicare la tanto attesa ripresa economica.

Mirko Zago

Preoccupazione dal settore lusso per la nuova comunicazione telematica delle fatture

Dal primo maggio le imprese dovranno adeguarsi alle nuove regole di comunicazione telematica delle fatture qualora l’importo sia pari o superiore ai 3mila euro (3.600 per i privati). A stabilirlo è l’articolo 21 del decreto legge 78/2010 provvedimento del 22 dicembre 2010 che impone di identificare il cliente, oltre una certa soglia di acquisto, richiedendo dati tra cui il codice fiscale. La misura è giustificata dalla necessità di migliorare i controlli anti frode, rendendo così più tracciabili le trattative d’acquisto e impedire evasioni.

I commercianti sembrano però non aver accolto di buon occhio la novità, per loro infatti si prospettano costi aggiuntivi necessari per aggiornare i sistemi di gestione informatica. Questi ultimi dovranno essere abilitati alla memorizzazione dei nuovi dati richiesti e come se non bastasse ci si esporrebbe ad altri maggiori rischi tra cui figura la mancanza di privacy negli acquisti e un conseguente allontantamento dal mercato italiano. A temere la diaspora di acquirenti sono soprattutto quanti operano nel settore del lusso. Giuseppe Aquilino, presidente nazionale della Federdettaglianti Orafi ha espresso le sue perplessità:  “Chi fa acquisti importanti spesso desidera la massima riservatezza, un desiderio che non ha motivazioni di carattere fiscale. Se non la trova da noi, questa riservatezza, andrà a cercarla altrove. Basta analizzare le dinamiche commerciali del nostro settore per scoprire che la clientela, per acquisti di elevato valore, è disponibile a una grande mobilità. E’ dunque probabile, per esempio, che a fronte delle nuove regole molti clienti si orientino verso commercianti ‘disinvolti’ o verso Paesi che prevedono condizioni più semplificate delle nostre“.

Si teme in sostanza che per favorire il rispetto delle norme italiane in tema fiscale si finisca per penalizzare le stesse imprese nostrane regolari, incentivando il consumatore finale a rifornirsi da mercati esteri magari andando incontro anche ad illeciti. Un ulteriore rischio è la ridondanza delle informazioni richieste al cliente, qualora questo paghi con assegno o carta di credito. Queste forme di pagamento infatti già prevedono un trasferimento di dati di identificazione e chiederli due volte non avrebbe giustificanti. Nel frattempo Federdettaglianti, per permettere una maggior riflessione sulle conseguenze che la nuova normativa apporterebbe, auspica un rinvio dell’entrata in vigore almeno per la parte relativa al business to consumer.

Mirko Zago

La Regione Abruzzo incentiva l’assunzione di lavoratori svantaggiati

Si chiama “Welfare to Work” (Determinazione dirigenziale N. DL 23/41) il progetto che mira ad incentivare l’assunzione di lavoratori svantaggiati promosso dalla Regione Abruzzo. Il progetto prevede l’erogazione da parte dell’assessorato regionale alle Politiche Attive del Lavoro di 1,5 milioni di euro provenienti da fondi nazionali oltre che bonus assunzionali da destinari ai datori di lavoro stanziati nel territoro regionale e la cui impresa conti un numero inferiore ai 50 dipendenti intenzionati ad assumere sia a tempo determinato che indeterminato persone svantaggiate.

I casi contemplati al fine di accedere alle risorse sono nello specifico l’assunzione con contratto di lavoro a tempo pieno (almeno 30 ore settimanali) ed indeterminato; assunzione con contratto di apprendistato; pasaggio da contratto a tempo determinato (inferiore a 12 mesi)  a tempo indeterminato; assunzione con contratto di lavoro a tempo pieno (pari a superiore a 30 ore settimanali) e determinato di almeno 12 mesi.

I lavoratori che possono rientrare nel programma del bando Welfare to Work devono essere residenti in un comune della Regione Abruzzo, oppure iscritti all’A.I.R.E. tenuta da un Comune della Regione Abruzzo, oppure iscritti presso un centro per l’impiego della Regione Abruzzo. Devono inoltre rientrare nelle seguenti categorie:

a) lavoratori in cassa integrazione o in mobilità con legislazione in deroga, purchè si tratti di altra azienda rispetto a quella di provenienza del lavoratore;

b) lavoratori disoccupati e/o inoccupati da più di 12 mesi, non percettori di ammortizzatori sociali o altri sostegni al reddito.

I bonus previsti sono di 2.000 euro per ogni soggetto assunto con contratto a tempo determinato della durata di almeno 12 mesi. In tutti gli altri casi il bonus previsto è pari a 5.000 euro. Per le richieste è possibile presentarsi agli sportelli della Regione Abruzzo e inviare la modulistica per mezzo raccomandata A/R a partire dalle ore 8.00 del 20 gennaio 2011 e fino alle ore 24.00 del successivo 31 marzo. Modulistica e recapiti sono presenti nel sito della Regione Abruzzo.

Mirko Zago

Alleggerimento burocratico e nuove facilitazioni per le Pmi

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, è sempre più convinto che la semplificazione normativa sia la strada giusta per agevolare le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. Sarà in particolare la riforma degli incentivi, prevista per gennaio 2012, ad alleggerire il carico burocratico che attualmente grava  sulle spalle degli imprenditori. Per agevolare le Pmi si ricorrerà ad uno sfoltimento di 30 delle attuali 100 leggi nazionali che regolamentano l’attività imprenditoriale e  sarà previsto un nuovo raggruppamento degli incentivi in tre categorie: automatici (detrazioni e bonus fiscali); bandi di finanziamento per programmi organici e complessi e infine finanziamenti per grandi progetti oltre i 20 milioni di euro. Grazie al risparmio permesso dalla riforma si conta di istituire anche un Fondo Unico per la “flessibilità nell’uso dei finanziamenti necessaria all’attuazione della programmazione” e si auspica di riservare  il 50% delle risorse per favorire il sostentamento delle piccole e medie imprese.

Tra le agevolazioni più attese ci sono i cosiddetti “voucher” destinati a quanti vorranno aggregarsi in consorzi e cooperative o sfruttare il contratto di rete. Il ministro ha assicurato che il passaggio da vecchio a nuovo ordinamento sarà graduale per permettere una facile integrazione e un buon funzionamento del sistema. Il governo dal canto suo sta cercando di potenziare concretamente la crescita industriale, puntando sul “made in Italy” e sull’ innovazione tecnologica. A favore di quest’ultimo punto sono stati stanziati 770 milioni per 220 progetti, coinvolgendo oltre 1550 imprese e 600 enti di ricerca, con investimenti per 2 miliardi di euro con l’intento di raggiungere l’obiettivo annuale di crescita dell’1% del Pil.

Intervistato da Il Sole 24 Ore, il ministro Romani ha commentato: “Siamo stati i primi in Europa a recepire la direttiva Small business act e la maggioranza è ora impegnata a rispettare i tempi previsti per la legge annuale sulle Pmi. Le previsioni di crescita annunciate dal rapporto non saranno compromesse in quanto gli interventi previsti dalla legge possono essere attuati a prescindere dalla forma giuridica adottata e, in ogni caso, essa rappresenta solo una parte, anche se importante, di una strategia più complessiva che il ministero ha concepito a favore delle piccole e medie imprese“.

Mirko Zago

Dal 2 gennaio i Saldi Invernali: tutti i dati e le date da Confcommercio

Terminato il tempo delle feste con i regali di Natale e tutto il cucuzzaro, il prossimo appuntamento per acquirenti avveduti e fashionisti instancabili è con i ribassi della stagione invernale dei saldi ed in molti, terminato lo spacchettamento dei cadeaux sotto l’abero, si stanno chiedendo: “quando cominciano i saldi invernali“?!

La risposta arriva, come di consueto, da Confcommercio che promette ribassi e supersconti a partire dal 2 gennaio 2011. Ma non dappertutto!

E’ dal Sud Italia che è partita la corsa ai saldi. Centro e Nord dovranno invece aspettare l’arrivo della Befana, quindi il prossimo 6 gennaio 2011.

Il calendario dei saldi lanciato da Confcommercio l’ ha annunciato: se infatti dal 2 gennaio i consumatori di Napoli, Palermo, Potenza, Catanzaro possono già acquistare in saldo, quelli di Roma, Milano, Venezia, Firenze, Torino e Genova dovranno attendere il 6 gennaio mentre ad Aosta, che come da tradizione inizierà per ultima, si dovrà attendere il 10 gennaio.

Le date, come è noto, sono diverse da regione a regione, e ogni anno non mancano puntuali le polemiche sull’inizio dei saldi (possiamo trovarle correttamente elencate e pubblicate su questo interessante sito che ne ha dato notizia per primo). Ma perché ogni città fa per sè? E’ davvero così redditizia come scelta quella dei “saldi scaglionati nei giorni e nelle settimane”!?

Secondo un sondaggio Confcommercio-Format, infatti, già oltre l’80% di commercianti e consumatori sono favorevoli ad una data unica di avvio dei saldi, sia per quelli estivi che invernali (primo sabato di luglio e 6 gennaio), condividendo la proposta lanciata lo scorso ottobre da Federmoda e Federdistribuzione che avevano scritto ai presidenti delle Regioni per chiedere, appunto, di uniformare a livello nazionale la data di avvio dei saldi.

Quanto alle previsioni, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia quest’anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,2 miliardi di euro che va ad incidere per il 18% sul fatturato del settore.

Anche quest’anno – ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Federmoda-Confcommercio – la coda della crisi si è resa evidente per il settore della moda con un andamento della stagione autunno-inverno certamente non brillante. Di conseguenza, gli stock di invenduto dei negozi sono alti e l’offerta per i “saldisti” molto ampia, sia per varietà che per qualità dei prodotti. Prevediamo sconti medi elevati oltre il 40%. Quest’anno, quindi, l’offerta ampia e gli sconti interessanti ci fanno ben sperare per una positiva stagione dei saldi che potrebbe anche rappresentare il tanto atteso segnale di inversione di tendenza”.

SALDI INVERNO STIMA 2011. Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

  • VALORE SALDI INVERNALI (miliardi di euro) –  6,2
  • PESO % SALDI INV SU TOT. SPESA ABBIGLIAMENTO E CALZATURE  – 18,0
  • FAMIGLIE E CONVIV. ITALIANE (milioni) – 25.1
  • NUMERO FAMIGLIE CHE ACQUISTATO NEI SALDI (milioni) – 15,0
  • ACQUISTO MEDIO IN SALDI INVERNALI PER FAMIGLIA (euro) – 415
  • NUMERO MEDIO COMPONENTI FAMIGLIA – 2,4
  • ACQUISTO MEDIO IN SALDI INVERNALI PER PERSONA (euro) – 173

Paola Perfetti

Giorgio Guerrini Presidente Rete Imprese Italia

Passaggio di testimone ai vertici di Rete Imprese Italia: dal 1 gennaio 2011, l’attuale presidente dell’organizzazione interassociativa nonché presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, lascerà il vertice a Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, che siederà alla presidenza di Rete Imprese Italia per i successivi sei mesi.

L’annuncio é stato dato in questi giorni, durante un incontro con i giornalisti dello stesso Sangalli, che si é definito, “già in prorogatio”, e Giuseppe De Rita, presidente della fondazione di Rete Imprese.

Sangalli era stato nominato giusto lo scorso maggio 2010 in occasione della costituzione dell’organizzazione interassociativa composta da Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Casartigiani.

In quest’ultimo incontro, Sangalli ha voluto ribadire la sua posizione rispetto alle scelte del governo, ovvero

“con forza la richiesta di una riforma fiscale che, incrociandosi con il federalismo, punti a due obiettivi: la semplificazione e la riduzione del pressione fiscale”.

Paolo Romani incontra la Confcommercio: per andare avanti occorre senso di responsabilità da parte di tutti

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, è intervenuto al Consiglio Generale di Confcommercio che si è tenuto giovedì pomeriggio presso la sede nazionale di Piazza Belli a Roma. Il ministro parlando della situazione politica, ha detto di augurarsi “senso di responsabilità da parte di tutti”. “Noi stiamo lavorando come se nulla fosse, vedremo nel prosieguo parlamentare se saràcosì. Da parte nostra – ha proseguito Romani – non vi è disponibilità a soluzioni diverse o alternative che siano in totale difformità a quella che è stata la volontà politica espressa”. Il ministro ha poi parlato del Ddl concorrenza: ” ci stiamo lavorando alacremente, spero sia pronto in un mesetto”. Il disegno di legge, che tra l’altro dovrebbe intervenire anche sulla riforma dei carburanti, terrà conto di alcune delle indicazioni avanzate dalla Autorità Antitrust: “Stiamo analizzando le proposte dell’Antitrust, in parte le recepiremo e in parte no. C’e discussione, la materia è complessa”. Il presidente Sangalli (leggi intervento integrale allegato N.d.R.) , nel corso del suo intervento ha analizzato l’attuale scenario economico. “Ci stiamo confrontando – ha detto Sangalli – su scala globale, con un processo di ritorno alla crescita ancora lento, incerto, fragile, e soprattutto con una crescita che stenta a riassorbire disoccupazione ed a costruire nuova occupazione. Così è su scala globale e ancora di più lo è per il nostro Paese dove gravano, sul  processo di uscita dalla recessione, tutti i problemi, noti e di lungo corso, che siamo soliti richiamare sotto i titoli sintetici della crescita lenta, della produttività stagnante, della competitività difficile. Si ripropongono cosi gli ormai tradizionali differenziali tra la crescita prevedibile per il nostro Paese e la media della crescita dell’eurozona”. “Sta dunque a noi – ha aggiunto il presidente di Confcommercio – condividere una piattaforma di regole compitamente collaborative che sul versante delle relazioni sindacali e dell’architettura contrattuale, sospingano processi concreti di rafforzamento della produttività nei luoghi di lavoro”. “Occorre poi chiedere alla politica – ha osservato Sangalli – di fare la propria parte fino in fondo mettendo al centro dell’impegno politico e dell’azione di governo un’agenda di lavoro economico e sociale concreta, fondata sul fatto che la stabilità finanziaria è assolutamente necessaria, ma da sola non è sufficiente”.

fonte: Confcommercio

Rete Imprese Italia ha una nuova sede

Da lunedì 8 novembre 2010 Rete Imprese Italia ha aperto una nuova sede operativa a Roma.

Gli uffici si trovano nel centralissimo Palazzo Sforza Cesarini, sito in Corso Vittorio Emanuele II 282-284.

Una testimonianza in più del percorso di crescita e di consolidamento sostenuto da R.ETE. Imprese Italia che ha designato per sé una sede prestigiosa nel cuore della Capitale, quale punto di riferimento per gli attori istituzionali e sociali, nonché – dicono dal quartier generale – “un luogo di lavoro, di condivisione e di scambio per le proprie organizzazioni fondatrici (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti)”.

La nuova sede romana è attrezzata per ospitare le riunioni delle Assemblee e degli Organi collegiali, i tavoli di lavoro interistituzionali, le conferenze stampa, i convegni e le presentazioni di R.ETE. Imprese Italia.

Nuovo indirizzo Rete Imprese Italia

Corso Vittorio Emanuele II, 282-284 00186 Roma
Centralino: 06-98378014
Fax: 06-68806761
E-mail
Sito internet

Paola Perfetti

Moratoria dei debiti: le piccole imprese hanno ancora due mesi per chiederla.

Dallo scorso mese di  settembre sembrerebbe che le piccole e medie imprese abbiano potuto contare su circa 13 miliardi in più di liquidità. Questo dato emerge dall’ultimo aggiornamento del monitoraggio, che fotografa l’utilizzo dell’Avviso comune, l’accordo siglato il 3 agosto 2009 dall’Abi e dalle altre rappresentanze dell’Osservatorio permanente sui rapporti banche-imprese. Le imprese hanno ancora poco più di 2 mesi per chiedere la sospensione. È stata infatti prorogata dal 30 giugno 2010 al 31 gennaio 2011 la possibilità di presentare le domande per la moratoria dei debiti da parte delle piccole e medie imprese.
Nella undicesima rilevazione, ad agosto 2010, le domande erano state 225.000, per un controvalore complessivo di finanziamenti di 66 miliardi di euro. I dati ufficiali del monitoraggio segnalano che al 30 settembre 2010 sono state 230.000 le domande delle imprese, per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 67 miliardi di euro. Il sistema bancario ha analizzato 219.000 domande (64 miliardi di euro) con i seguenti risultati: è stato già accolto il 77,7%delle domande (179.000 pari a 54 miliardi), ancora in corso di esame 25.000 unità (7 miliardi), mentre solo il 2,9% non eè stato accolto (6.500 per 1,5 miliardi di valore).
Rispetto alle domande riferite alle singole branche di attività spiccano in particolare industria, commercio/alberghiero e altri servizi. L’analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell’impresa richiedente, evidenzia che il 53,8% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia, il 30,9% ad imprese del Centro e il 15,3 ad imprese del Sud e Isole.

fonte: Confcommercio.it

Online il sito internet di Rete Imprese Italia

Da ieri (lunedì 11 ottobre 2010) è online il sito di R.E.T.E. Imprese Italia. Semplice ed intuitivo nella navigazione, il nuovo sito internet è stato pensato per offrire ai visitatori una serie d’informazioni utili su iniziative e attività che coinvolgono Rete Imprese Italia e le cinque organizzazioni fondatrici: Confcommercio, Casartigiani, Cna, Confesercenti e Confartigianato.