Estate positiva per gli italiani

Nonostante la crisi, l’estate targata 2015 ha segnato un’inversione di tendenza nella propensione alle vacanze degli italiani.
Se, infatti, fino all’anno scorso la maggior parte aveva dovuto ridurre i giorni di ferie, o comunque optare per mete più vicine e dimenticare, almeno temporaneamente, quelle più esotiche, quest’anno, nel mese di luglio, l’indice di propensione al viaggio del viaggiatore italiano ha toccato quota 66, ovvero il suo massimo storico, tre punti in più rispetto al mese precedente, un risultato che porta a 11 punti l’aumento realizzato da ottobre in poi.

Questo dato, senza dubbio incoraggiante, è stato reso noto da un’indagine condotta da ConfturismoConfcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli.
Ovviamente, l’aumento dell’indice è dovuto ad una migliore situazione economica, che ha quindi modificato il comportamento dei turisti italiani, più invogliati a partire e staccare dalla routine.

Il motivo principale è un maggiore ottimismo relativo all’uscita dalla situazione di recessione, e la maggior parte di chi è partito ha dimostrato di preferire di gran lunga l’Italia, con Trentino Alto Adige, Puglia e Toscana in testa alle preferenze.
Chi invece ha preferito varcare i confini del Belpaese ha scelto Croazia e Grecia, mentre fuori dall’Europa hanno stravinto gli Stati Uniti e il Nord Africa.

Altro dato importante è che non solo ad agosto sono avvenute le partenze e, complice il caldo che ancora è ben presente sullo Stivale, sono più di 4 milioni gli italiani che sono ancora in vacanza e che, anzi, hanno scelto proprio settembre per concedersi il meritato riposo, un milione in più rispetto all’anno scorso.

Si tratta di un dato considerevole, che porterà una scossa, positiva, sull’economia nazionale, come ha confermato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: “I cambiamenti culturali ed economici hanno modificato il modo di far vacanza anche per gli italiani. La durata della vacanza principale si accorcia e ad essa si aggiungono vacanze più brevi e week end nel corso dell’anno; inoltre, anche se agosto rimane il mese preferito dagli italiani, si registra una crescita dell’attenzione verso altri periodi dell’anno“.

Vera MORETTI

Confcommercio fa le pulci alla spesa pubblica

Non passa giorno che non vengano prodotte prove a sostegno del fatto che la cosiddetta spending review sia stata una operazione di facciata. Sprechi e risorse mal spese continuano a esserci, tanto a livello centrale quanto locale e periferico. Lo testimonia il Rapporto dell’Ufficio Studi Confcommercio “La spesa pubblica locale”, presentato nell’ambito del convegno “Meno tasse meno spesa, binomio della ripresa” svoltosi nei giorni scorsi a Roma nella sede nazionale della Confederazione.

Secondo il rapporto di Confcommercio, “la riduzione delle inefficienze e degli sprechi nelle Amministrazioni pubbliche è la condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per intraprendere un percorso di graduale, sicura e generalizzata riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese“.

Dallo studio di Confcommercio quella che dovrebbe essere la centralità della spending review per riportare la spesa pubblica sotto controllo. Con dati in chiaroscuro. Per esempio, la spesa per i consumi finali, tra il 2012 e il 2014 è calata di quasi 1,4 miliardi e dello 0,1% (dal 19,6% al 19,5%) in rapporto al Pil. Contemporaneamente, però, nello stesso periodo le uscite complessive delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate di poco più di 6 miliardi, passando dal 50,8% al 51,1% in rapporto al Pil.

Ma i dati più interessanti, Confcommercio li ha rilevati a livello regionale, dove ha scoperto che la regione con la spesa pro capite più bassa è la Puglia (2.963 euro), seguita dalla Lombardia (2.579 euro) e dalla Campania (2.676 euro). La spesa massima è della Val d’Aosta (6.943 euro), che precede Trentino Alto Adige e Sardegna.

Dal quadro tracciato da Confcommercio emerge che le Regioni a statuto speciale spendono più delle altre, in media 3.814 euro, contro i 2.812 euro di quelle a statuto ordinario. Ma la conclusione più interessante cui è giunto l’Ufficio Studi di Confcommercio è che la spesa pubblica gestita localmente è pari a 176,4 miliardi di euro, dai quali si potrebbero risparmiare più di 74 miliardi di euro, ossia il 42% del totale nazionale.

Se si prendono come base di confronti i prezzi della Lombardia – la Regione campione per calcolare gli sprechi, dal momento che ha livelli di servizio superiori a tutte le altre – i servizi pubblici locali in Italia potrebbero costare 102,3 miliardi di euro, ossia i 74 miliardi in meno di cui sopra. Tolto il 70%, reinvestito nel miglioramento dell’output pubblico, rimarrebbero quasi 23 miliardi di euro di risparmi netti. Quasi la metà di questi risparmi proverrebbe dalle Regioni a statuto speciale, dove risiede solo il 15,2% dei cittadini. Nelle regioni più grandi il risparmio potrebbe arrivare a 4,2 miliardi di euro.

Esercizi commerciali: servono orari più stabili

Confcommercio ha espresso la sua opinione circa la regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali dando il suo parere positivo affinché ciò avvenga.
Si tratterebbe, fanno sapere da Confcommercio,”di una regolamentazione minima e ragionevole in materia di orari dei negozi, peraltro assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza”.

Obiettivo di questo provvedimento è quello di arrivare ad avere deroghe certe all’interno di un chiaro quadro normativo, per consolidare, così, il modelli distributivo italiano e le sue imprese, piccole, medie o grandi che siano, arrivando così a valorizzare la vocazione turistica delle diverse e sfaccettate territorialità. Ma non è tutto, perché con questa modalità si arriverebbe a rispettare anche il valore sociale di queste imprese, mantenendo un adeguato livello nell’offerta dei servizi ai consumatori.

Nella nota divulgata da Confcommercio si legge inoltre: “Vale la pena come la totale liberalizzazione del commercio avviata all’inizio del 2012 non abbia prodotto né maggiore concorrenza, obiettivo impossibile da raggiungere visto il già elevato grado di liberalizzazione del settore, né particolari stimoli ai consumi o all’occupazione. E anche i dati più recenti indicano che le imprese del commercio al dettaglio continuano a chiudere – poco meno di 23mila nei primi tre mesi di quest’anno con un saldo negativo per oltre 10mila unità rispetto alle nuove aperture – e i consumi continuano a mostrare ritmi di ripresa ancora inadeguati a recuperare quanto perso dal 2007 ad oggi (-7,6%) e comunque insufficienti a dare qualche beneficio ai negozi di vicinato“.

Vera MORETTI

Carlo Sangalli al timone di RTI

Rete Imprese Italia ha un nuovo presidente: dall’1 luglio, infatti, alla guida di RTI c’è Carlo Sangalli, presidente nazionale della Confcommercio.

L’Associazione unitaria delle cinque principali organizzazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese e dell’impresa diffusa, ovvero Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, che raccolgono insieme oltre 2,5 milioni di imprese, saluta Daniele Vaccarino, presidente di Cna che ha ricoperto la carica per il primo semestre del 2015, e dà il suo saluto, nonché in bocca al lupo, al suo successore.

Il passaggio di consegne è avvenuto durante l’assemblea dell’associazione.

Vera MORETTI

A Bologna la decima Conferenza del Franchising

Si è tenuta a Bologna il 24 giugno la decima Conferenza Nazionale del Franchising, organizzata da Assofranchising in partecipazione con BolognaFiere ed in collaborazione con Confcommercio e Indis-Unioncamere.

A tener banco, in questo importante incontro fatto di bilanci e considerazioni per il futuro, è stata la crisi, che ha messo a dura prova il settore, senza però scalfirlo.

A dimostrazione di ciò, sono i dati, che segnano una percentuale in aumento del giro d’affari del 4,2%, mentre le insegne operative sono cresciute del +14,5% a partire dal 2008 ad oggi.
In flessione, invece, il numero di punti vendita, diminuiti del 3,5% negli ultimi sette anni.
Cresce poi il numero degli addetti occupati con un confortante +4,1%.

Questi numeri testimoniano come la crisi abbia inciso solo in modo marginale sul settore, e solo nell’ultimo anno, poiché, nel confronto 2014 rispetto al 2013, il giro d’affari ha chiuso con -1,2%, con un saldo positivo dei Franchisor (+0,2%) mentre in leggera flessione è il numero dei punti vendita in Franchising con un -2,6%. Sostanziale stabilità infine per gli addetti occupati del settore (-0,5%).

La flessione, seppur leggera, del 2014 è stata causata soprattutto da alcuni settori, come quello immobiliare, che solo negli ultimi mesi dell’anno ha dimostrato di essere in recupero.

I lavori sono stati coordinati da Armando Garosci, giornalista di Largo Consumo, e vi sono intervenuti in apertura il Presidente di Assofranchising e Vice Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Graziano Fiorelli ed il Presidente di Confcommercio Ascom Bologna Enrico Postacchini.

Graziano Fiorelli ha dichiarato in proposito: “Il mondo del retail e della distribuzione sta subendo ormai da 6 lunghi anni, i colpi di una grave crisi economica che ha, tra gli effetti più gravi, colpito fortemente i consumi. Malgrado ciò, il Franchising, anche se faticosamente, ha “tenuto”. Diversi indicatori segnalano la fine del lungo periodo di recessione e l’inizio di una sia pur ancora timida fase di sviluppo che, perché si consolidi, dovrà portare con sé, finalmente, una ripresa dei consumi. Se ciò ,come tutti auspichiamo, si realizzerà, il Franchising vedrà realizzarsi le condizioni per riprendere un percorso di crescita, viste le sue grandi potenzialità in termini di possibile maggiore penetrazione nell’apparato distributivo italiano, penetrazione oggi a poco meno del 7%, ancora sensibilmente ridotta rispetto ad altri grandi mercati europei come la Germania dove è al 14% o la Francia dove è al 14,5%, per non parlare degli U.S.A. dove supera il 38%. Assofranchising ha stretto un’alleanza forte con Confcommercio-Imprese per l’Italia per il sostegno e la diffusione del Franchising, che è espressione virtuosa del Commercio Moderno Organizzato. La partnership ha visto innanzitutto l’apertura su tutto il territorio italiano di 50 Sportelli Franchising presso altrettante Organizzazioni Provinciali di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Si tratta di veri e propri centri d’informazione e consulenza gratuita sul Franchising per commercianti in attività che vogliono riposizionarsi in modo più competitivo sul mercato e per giovani e donne che vogliono avviare una attività in proprio in condizioni di minor rischio rispetto a farlo da soli. Assofranchising ha erogato la formazione necessaria ai Responsabili degli Sportelli Franchising, perché possano supportare efficacemente gli interessati nel loro percorso di avvicinamento al franchising“.

Enrico Pistacchini ha poi aggiunto: “L’Assemblea odierna rappresenta un momento importante e propedeutico rispetto a una kermesse – Franchising&Retail Expo a BolognaFiere dal 28 al 30 aprile 2016 – vitale, strategica per il territorio, una scelta lungimirante da parte di BolognaFiere e una sfida per Confcommercio che da qui al prossimo anno deve fare un grande lavoro di conversione culturale nei confronti di tante piccole imprese che devono poter vedere in questo strumento una possibilità anche di permanenza sul mercato. Il nostro ruolo deve essere anche di garanzia per i nuovi investitori ed è perciò vitale il rapporto con l’ente locale come lo sono le politiche di riqualificazione e di progettazione urbana e commerciale“.

Italo Bussoli, Vice Presidente e Segretario Generale Assofranchising, è intervenuto per presentare Franchising&Retail Expo, la fiera internazionale del Franchising, che si svolgerà, per la sua prima edizione, a Bologna dal 28 al 30 aprile 2016, organizzata da BolognaFiere in partnership con Assofranchising, e che coinvolgerà grandi brand in Franchising, ma anche investitori e marchi internazionali grazie alla partecipazione del World Franchise Council.

Vera MORETTI

Saldi, salvagente per le imprese?

Anche oggi come ogni volta, l’apertura dei saldi, siano essi estivi o invernali, porta con sé l’auspicio che le vendite scontate siano il volano per una ripresa, anche mini, dei consumi. Quest’anno ancora di più, visti gli indicatori economici che segnalano una timida ripartenza della domanda interna. Ma saranno davvero la svolta, questi saldi estivi?

Da una parte ci sono i dati diffusi da Coldiretti sui consumi alimentari, cresciuti di quasi il 2% (1,9%) anno su anno; un aumento non irrilevante, dal momento che una delle conseguenza della crisi è stata anche il taglio degli acquisti sul cibo, almeno su quello di qualità. È pure vero però che, nonostante sia il primo segno più dopo 7 anni di cali, i saldi non sono propriamente l’occasione per fare incetta di salami e sughi.

È però un dato di fatto che, nel primo trimestre 2015, si è assistito a una crescita del potere d’acquisto delle famiglie rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+0,8%) che fa ben sperare in vista dei saldi. A meno che i maggior introiti non spingano la propensione alla spesa verso altri settori.

Se, sempre in base a dati Istat, la spesa delle famiglie italiane è calata dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, è però cresciuta dello 0,1% su base annua. Una andamento ondivago che rende difficili le previsioni di spesa per i saldi.

Una mano in questo senso, nella lettura delle previsione dei saldi, potrebbe venire dai dati di Fismo – Confesercenti, secondo i quali il settore moda, cui fanno riferimento le imprese aderenti, non è ancora del tutto in salute. In questo 2015, quasi la metà degli imprenditori (il 49%) non ha registrato miglioramenti rispetto all’anno scorso, mentre solo il 26% sostiene di avere riscontrato segnali di ripresa e il 24% di avere il fatturato ulteriormente in calo.

Ecco perché qualcuno ha ipotizzato che i saldi estivi 2015 potranno portare risultati migliori di quelli dello scorso anno, anche in virtù del fatto che sono previsti sconti più alti. È il caso di dell’Ufficio Studi di Confcommercio Roma, secondo il quale le famiglie della Capitale spenderanno ciascuna tra i 210 e i 250 euro (+5% sui ai saldi estivi 2014).

Fismo – Confcommercio ha anche provato a spacchettare le previsioni di spesa per i diversi settori merceologici, partendo dai dati del 2014 e comparandoli con quelli del primo trimestre 2015. Dati che raccontano come la spesa per abbigliamento e calzature è stata di circa 100 euro al mese nel 2014 e sostanzialmente stabile all’inizio del 2015: +0,3% per il comparto moda, -0,6% per il calzaturiero. Vedremo come questi saldi si inseriranno nel trend.

Ad Expo gli Stati Generali dei Giovani Imprenditori

Expo Milano 2015 ha ospitato per due giorni gli Stati generali dei Giovani imprenditori Confcommercio con ShareIt3, un format creato per favorire l’incontro, lo scambio di know how e idee ed alimentare nuove occasioni di networking fra l’imprenditorialità emergente nel terziario.

A partecipare sono stati oltre cento imprenditori appartenenti al settore terziario italiano ed europeo, che hanno affrontato alcuni temi “caldi2 ed attuali quali: Commercio food, Commercio non food, Horeca, Servizi, SMEs Branding e Naming, Esperienzialità in Store, Reti d’impresa e costruzioni di filiera.

Le argomentazioni che ne sono scaturite fuori saranno racchiuse in un documento programmatico che sintetizzerà buone pratiche, linee guida imprenditoriali, percorsi per il futuro dei mercati di riferimento.

Alessandro Micheli, presidente del Gruppo nazionale dei Giovani Imprenditori, ha dichiarato: “ShareIt3 è una nuova piattaforma di incontro, confronto e condivisione di idee, progetti ed esperienze, professionali e personali immaginata e realizzata dai Giovani Imprenditori di Confcommercio, e destinata a sostenere e stimolare la creatività dei giovani imprenditori e a promuovere le loro innovazioni. Abbiamo brevettato questo format – ha detto Micheli – non a caso nell’anno di Expo Milano 2015 e abbiamo poi realizzato l’edizione zero all’interno del sito espositivo. L’innovazione è energia per la vita delle nostre imprese, ma per tante imprese medie e piccole fare innovazione passa anche attraverso la capacità di collaborare,confrontarsi, insomma: passa dalla capacità di condividere“.

Vera MORETTI

Firmato accordo tra Casa.it e Fimaa-Confcommercio

Lo scorso 26 maggio è stato siglato, a Roma, un accordo tra Casa.it e Fimaa-Confcommercio, che prevede la collaborazione a livello nazionale tra due realtà leader del Real Estate italiano.

Obiettivi di questa importante intesa sono, tra gli altri, la possibilità di estendere le innovazioni tecnologiche di sharing economy applicate al mondo immobiliare di Casa.it agli oltre 12mila associati FIMAA presenti sull’intero territorio nazionale.

Questo significa che l’accordo porterà vantaggi a tutti gli aderenti all’associazione, a cominciare dalla creazione del gestionale FIMAA MLS, che verrà offerto gratuitamente a tutti coloro che aderiranno all‘associazione.

FIMAA MLS sarà il primo gestionale di una associazione di categoria ad essere inserito nel progetto MLS AGGREGATOR che integra la condivisione fra vari MLS.
Si tratta di una piattaforma aperta, multilivello, collaborativa e multicanale che fornirà agli associati il massimo controllo sulla condivisione di informazioni e sul livello di interazione con i colleghi. All’interno del sistema, inoltre, sarà possibile scegliere chi seguire, esprimere giudizi e dare feedback secondo le regole tipiche dei social network, ampliando considerevolmente la visibilità degli immobili in vendita e favorendo l’incontro tra domanda e offerta.

Tutte le Associazioni Provinciali del network FIMAA, pertanto, potranno contare su FIMAA MLS che fornirà agli associati il massimo controllo sulla condivisione delle informazioni e sull’interazione con i colleghi agenti immobiliari.
Inoltre, tutto il portafoglio di Casa.it e Attico.it entrerà a far parte del kit di comunicazione di FIMAA; gli associati potranno beneficiare di agevolazioni economiche per usufruire dei servizi e dei prodotti messi a disposizione dal portale immobiliare, così come della sua tecnologia ed esperienza nel mondo digitale.

FIMAA e Casa.it saranno anche i promotori di una serie di eventi formativi in diverse città italiane, con l’obiettivo di mettere a disposizione degli associati tutta la competenza e la conoscenza internazionale del mercato immobiliare di Casa.it, nonché quella nel marketing digitale, la cultura MLS e gli altri prodotti del portfolio aziendale.

Ma non è tutto perché verrà creato anche un LAB, Laboratorio di Idee, che si occuperà di esplorare, discutere e testare nuovi prodotti a sostegno dell’attività degli agenti immobiliari.

Daniele Mancini, General Manager Europa di REA Group e AD di Casa.it, ha dichiarato in proposito: “Questo accordo rappresenta per noi un traguardo molto importante, anche perché ci permetterà di diffondere la nostra cultura e la nostra competenza fra gli associati di una grande ed importante Associazione di Categoria Italiana. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso la piena collaborazione fra gli agenti immobiliari, come già avviene in altri Paesi Industrializzati, che può dare una spinta certa all’economia del settore e non solo a quella. Inoltre questo accordo rappresenta un ulteriore step di Casa.it nella strategia di supporto a fianco degli agenti immobiliari. FIMAA ha ben compreso che per i suoi associati stringere una collaborazione con un partner digitale specializzato e appartenente ad un gruppo internazionale significa abbracciare e non contrastare la sharing economy evitando così di trovarsi impreparati come già avvenuto in altri settori”.

Ha poi aggiunto Valerio Angeletti, Presidente Nazionale Fimaa-Confcommercio: “Lo sviluppo del settore immobiliare in Italia passa indubbiamente da Internet, dall’integrazione delle nuove tecnologie e dalla condivisione di contenuti. Grazie alla partnership con Casa.it gli agenti immobiliari associati alle Fimaa-Confcommercio territoriali potranno veicolare i propri annunci immobiliari e usufruire dei servizi aggiuntivi del più importante portale italiano del settore per dare maggiore slancio al proprio business e ampliare la visibilità delle agenzie. Attraverso il gestionale FIMAA MLS inserito nel più ampio progetto MLS AGGREGATOR, gli agenti immobiliari Fimaa-Confcommercio avranno, inoltre, l’opportunità di allargare la rete della collaborazione tra agenzie e incrementare l’offerta di immobili per i clienti-consumatori, accelerando così le compravendite”.

Vera MORETTI

Uno sportello franchising anche a Novara

Inaugurato un nuovo sportello franchising gestito da Ascom e Assofranchising. Questa volta tocca a Novara dove, nella sede cittadina di Ascom gli aspiranti franchisor potranno avere le informazioni che cercano, dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30, al venerdì dalle 9 alle 13.30.

Lo sportello franchising di Novara si aggiunge agli altri 41 presenti nelle sedi Ascom italiane e offre assistenza gratuita agli aspiranti imprenditori che vogliono presentarsi a un primo incontro con il franchisor scelto con un’idea ben chiara.

Disponibile su richiesta anche un supporto per gli ambiti contrattuale e legale, per redigere un business plan, per credito e finanziamenti, oltre che per assistenza fiscale, gestione contabile e tenuta libri paga. Un bouquet di servizi che fanno dello sportello franchising di Novara un punto di riferimento sul territorio per quanto intendono sposare il business del franchising.

Del resto, i numeri del franchising in Italia sono di tutto rispetto, come ha ricordato il vicepresidente di Assofranchising Italo Bussoli in sede di presentazione dello sportello franchising: “In Italia questo settore è cresciuto anche nei duri anni della crisi, facendo segnare il +14,2% di insegne operative tra il 2008 e il 2013 e il +5,5% in termini di giro d’affari nello stesso quinquennio, quando il numero dei punti vendita è rimasto invariato e gli addetti occupati sono saliti del 4,6%. Nel nostro Paese c’è ancora spazio, il franchising rappresenta il 7% di tutto il settore commercio: nel 2013 le insegne operative in Italia erano 939, i punti vendita 51.110, gli occupati 187.384 e il giro d’affari pari 23.505 milioni di euro. Nel Novarese oggi si contano 70 punti vendita in franchising specialmente nei settori agenzie immobiliari, intimo, food e servizi. Poco meno del 10% è iscritto ad un’associazione di categoria del commercio“.

Lo sportello franchising di Novara è contattabile anche telefonicamente e via mail tramite l’Ascom Novara: tel.: 0321-614411; e-mail: info@ascomnovara.it.

Expo 2015, entro l’anno indotto per le imprese da 6 miliardi

Expo 2015, lo dicono tutti, sarà un volano importante per l’economia italiana e lombarda. Lo pensano anche la Camera di Commercio di Milano e la Società Expo 2015, che hanno affidato una ricerca sulla ricaduta di Expo 2015 sull’economia milanese a un team di analisti economici coordinati da Alberto Dell’Acqua, professore SDA Bocconi.

Ebbene, secondo quanto risulta dalla ricerca, una stima sulle previsioni che si stanno rispettando sostiene che dal 2012 alla fine del 2015 Expo 2015 avrà portato un indotto da 6 miliardi, alle imprese del territorio.

Secondo un’indagine della Camera di commercio del capoluogo lombardo, infatti, Expo 2015 porterà a un miglioramento di immagine e attrattività del territorio del 20% e per sei imprese su dieci potrà far riprendere il fatturato intorno al 10% in più.

Così ha commentato i risultati della ricerca Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano: “Expo 2015 ha già prodotto risultati positivi evidenti. Il salto infrastrutturale della città si è già verificato, tra mobilità, arredo urbano, riapertura della Darsena e miglioramento dei servizi. La crescente globalizzazione e la spinta al turismo sono già visibili. Questo significa per le imprese la possibilità di un rilancio economico, grazie alla domanda interna e internazionale. Expo 2015 sarà la scintilla per la ripresa del nostro Paese”.