Congedo straordinario legge 104: dopo cosa resta per assistere i disabili?

Chi ha un familiare disabile sa quanto possa essere difficile e dispendioso prendersene cura, al punto che in alcuni casi può essere necessario anche lasciare il lavoro per occuparsene. Negli articoli precedenti abbiamo visto che per accudire un parente disabile è possibile avvalersi del congedo straordinario legge 104, che può però essere fruito da un solo parente per ogni disabile, ma una volta terminato il periodo fruibile di congedo straordinario legge 104, cosa resta per assistere i disabili? Cerchiamo di fare luce.

Dopo il congedo straordinario legge 104 c’è l’aspettativa

Il congedo straordinario legge 104 appare molto vantaggioso infatti consente di astenersi dal lavoro per 24 mesi, anche frazionati, e di ottenere comunque la retribuzione, ma due anni non sempre bastano per prendersi cura di un parente non autosufficiente e di conseguenza può essere necessario utilizzare altri permessi. Questa è la situazione in cui purtroppo spesso si trovano i genitori, costretti per tutta la vita ad assistere un figlio nato con disabilità.

La prima possibilità è data dall’aspettativa, questa può essere richiesta per gravi motivi personali tra cui assistenza parenti e affini entro il 3° grado. Anche l’aspettativa ha una durata massima di due anni ma, a differenza del congedo straordinario, non è retribuita. Una volta accettata la richiesta da parte del datore di lavoro, si ha semplicemente il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di due anni con diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Se vuoi saperne di più sull’aspettativa, sui casi in cui è possibile richiederla e quando la stessa viene retribuita, leggi l’approfondimento: Lavoro: quando si può chiedere l’aspettativa retribuita e non retribuita.

Permessi retribuiti Legge 104

Chi deve assistere un parente che ha disabilità che permette di accedere ai benefici della Legge 104 ha inoltre un’altra possibilità. Si tratta dei permessi retribuiti Legge 104. Gli stessi possono essere fruiti per un periodo massimo di 3 giorni mensili.

I permessi retribuiti sono riconosciuti in favore di:

  • genitori, anche adottivi e affidatari;
  • coniuge, convivente, parte dell’unione civile;
  • parenti e affini entro il 2° grado;
  • parenti e affini entro il 3° grado ma solo nel caso in cui il coniuge o convivente del soggetto disabile abbia compiuto 65 anni oppure si trovi in una condizione di salute incompatibile con il prendersi cura di un’altra persona.

Il datore di lavoro non può rifiutare tali permessi, può solamente chiedere al lavoratore di “prenotare” tali giorni, ma solo nel caso in cui la tipologia di disabilità consenta di programmare la fruizione dei permessi retribuiti.

La disciplina è in parte diversa per i genitori che si trovano nella condizione di dover assistere un figlio di età inferiore a 12 anni. In questo caso possono prolungare il congedo parentale fino a 3 anni, in alternativa per i primi tre anni di vita del bambino possono usufruire di due ore di permesso al giorno o 3 giorni al mese continuativi o frazionati.

Per i bambini di età superiore a 3 anni ma inferiore a 12 anni, i genitori possono chiedere il prolungamento del congedo parentale fino a 3 anni o 3 giorni al mese.

Donazione delle ferie e banca delle ore

Un’altra opportunità per assistere un parente disabile nel caso in cui non siano fruibili altre alternative, come il congedo straordinario legge 104 e aspettativa, e non si voglia perdere il lavoro è la donazione delle ferie da parte dei colleghi. Ovviamente siamo in un ambito molto delicato in cui tutto dipende dalla solidarietà dei propri colleghi. In questo caso l’ammontare dei giorni che si riescono a ottenere dipende dalla generosità dei colleghi, dal loro numero, ma anche dalla volontà del datore di lavoro che deve “aderire” a questo progetto di solidarietà.

Un’ulteriore alternativa, sebbene parziale, è accedere alla banca delle ore. La normativa prevede la possibilità per il lavoratore che deve svolgere delle ore di straordinario, di accumulare le stesse e utilizzarle sotto forma di permessi retribuiti. Potrebbe essere un modo per assistere un parente disabile. Ricordiamo che il numero massimo di ore di straordinario che è possibile svolgere in una settimana è 40 e alcuni CCNL possono arrivare a 48. Naturalmente lo straordinario deve essere richiesto dal datore di lavoro, non c’è la possibilità per il lavoratore di protrarre volontariamente la sua permanenza sul luogo di lavoro al fine di accumulare permessi. La banca delle ore è considerata uno strumento di welfare aziendale. Le ore possono essere fruite solitamente dal mese successivo rispetto a quando sono state maturate e deve essere dato al datore di lavoro un congruo preavviso prima di poterle utilizzare.

Per conoscere cosa prevede il congedo straordinario legge 104 leggi l’articolo: Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo

Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo

Il congedo straordinario legge 104 è un particolare periodo di aspettativa retribuita della durata di 24 mesi che può essere richiesto da familiari di persone con disabilità ai sensi della legge 104/92.

Chi può chiedere il congedo straordinario legge 104?

Il congedo straordinario legge 104 è disciplinato da D.lgs. 26.03.2001 n.151, art. 42 come modificato dal D.lgs. 119/2011 ed è riservato a lavoratori del settore privato e del settore pubblico. Affinché sia possibile avvalersene è necessario che nel verbale sia specificato che si tratta di “Persona con handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992)” .

Si è detto che il congedo straordinario legge 104 spetta ai familiari, in realtà non è richiedibile in modo generico da essi, ma secondo in preciso ordine. Ora vedremo qual è.

Possono richiedere questa misura:

  • il coniuge convivente o parte dell’unione civile;
  • il padre o la madre della persona colpita da grave disabilità, naturalmente può trattarsi anche di figli adottivi, affidatari, figli nati in costanza di matrimonio o in assenza di matrimonio, insomma sono parificati tutti i figli. Il padre o la madre possono però richiedere di assistere solo se non ci sia un coniuge, ad esempio perché il soggetto colpito da patologia non sia mai stato sposato, oppure nel caso in cui il coniuge sia impossibilitato ad occuparsene, ad esempio perché gravemente malato;
  • uno dei figli conviventi della persona malata, in questo caso si deve comunque essere in una situazione di assenza di coniuge o parte dell’unione civile o sua impossibilità a occuparsene e in assenza è impossibilità ad occuparsene da parte dei genitori. Nel caso in cui il figlio non sia convivente al momento della richiesta deve comunque instaurare una convivenza con il genitore che ha bisogno di tutela.
  • fratelli e sorelle del soggetto colpito da disabilità, in questo caso l’assenza o impossibilità deve riguardare: coniuge convivente o parte dell’unione civile, genitori del disabile e figli conviventi del disabile;
  • un parente o affine entro in terzo grado, ma solo in assenza o impossibilità per gravi motivi di salute di uno dei soggetti già visti. Parenti e affini entro il terzo grado sono i nipoti, suoceri, generi, nuore, pronipoti, zii, bisnonni.

 

Come presentare la domanda per il congedo straordinario legge 104

Il congedo straordinario legge 104 prevede quindi una scala gerarchica ben precisa di soggetti che possono avvalersene per occuparsi del disabile grave. Non si può ottenere tale congedo nel caso in cui il disabile sia ricoverato presso strutture. Il congedo straordinario è pagato dal datore di lavoro e poi rimborsato a questi dall’INPS. Può essere goduto in maniera frazionata anche a giorni, ma in questo caso i festivi non sono calcolati nel computo.

La domanda per accedere al congedo straordinario legge 104 deve essere presentata telematicamente sul sito INPS attraverso la voce “Invio OnLine di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito” . Può inoltre essere presentata attraverso il CAF o patronati, oppure attraverso il contact center al numero 803164 da telefono fisso (gratuito) e 06164164 (a pagamento secondo il proprio piano tariffario). I tempi per la lavorazione della domanda sono di circa 30 giorni, nel rispetto della legge n. 241/1990.

Una volta approvata l’istanza il lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per 2 anni che possono essere goduti anche in modalità frazionata. Il lavoratore mantiene il diritto alla retribuzione avendo come riferimento lo stipendio dell’ultimo mese antecedente rispetto alla richiesta del congedo straordinario legge 104.

Il periodo di congedo non viene calcolato in riferimento alla maturazione delle ferie, tredicesima e TFR. Sono invece coperti da contributi figurativi e quindi sono validi al fine della maturazione del diritto alla pensione e al calcolo dell’assegno pensionistico. E’ previsto un tetto massimo di retribuzione per il congedo straordinario legge 104, questo viene determinato di anno in anno. Per il 2021 l’importo previsto era di 48.737 euro questa somma deve coprire sia il costo della contribuzione che quello della retribuzione, quindi possono esservi leggere ripercussioni per coloro che dovessero avere un “costo” ulteriore rispetto a tali somme.

Lavoratori che non possono richiedere il congedo straordinario legge 104

L’INPS sottolinea che non possono richiedere il congedo straordinario legge 104 alcune categorie di lavoratori, in particolare si tratta di:

  • lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari;
  • lavoratori a domicilio;
  • addetti ai agricoli giornalieri;
  • i lavoratori autonomi;
  • i lavoratori parasubordinati;
  • dipendenti con contratto di lavoro part-time verticale , durante le pause di sospensione contrattuale.

Il congedo straordinario è solo una delle misure di cui possono avvalersi i lavoratori che si trovano a dover far fronte a periodi “difficili”. Per conoscere gli altri strumenti disponibili si possono leggere gli approfondimenti:

Congedi per padri lavoratori e tutela della paternità: la disciplina

Lavoro: quando si può chiedere l’aspettativa retribuita e non retribuita