Un questionario per controllare dominus e commercialisti tirocinanti

Il Consiglio nazionale dei Commercialisti ha annunciato, tramite la Nota informativa 14/2017 inviata agli Ordini territoriali della categoria, una novità importante che riguarderà in particolare i tirocinanti, ai quali verrà sottoposto un questionario che servirà a rafforzare i controlli sulle attività da loro svolte, che servirà per “verificare con maggiore puntualità il rispetto delle norme deontologiche da parte del dominus”.

Nella Nota si legge: “Nell’ambito dei controlli che il Consiglio dell’Ordine è chiamato ad effettuare il colloquio periodico anche a campione con il tirocinante – pur rappresentando, accanto alla verifica semestrale del libretto del tirocinio – solo una delle modalità attraverso la quale la vigilanza può essere effettuata, appare indubbiamente lo strumento di controllo più efficace”.
Questo significa che il colloquio “non solo permette di accertare in concreto la veridicità delle indicazioni obbligatorie nel libretto ai fini della verifica dell’attività svolta dal tirocinante, ma può essere anche occasione per verificare il rispetto delle norme del Codice deontologico da parte sia dei tirocinanti, ai quali le norme deontologiche si applicano in quanto compatibili, sia dei professionisti che svolgono la funzione di dominus. Il Codice deontologico prevede una serie di doveri ben precisi finalizzati a rendere effettive le potenzialità offerte dall’esperienza di praticantato, in particolare con gli articoli 35 e 37”.

Il questionario prevede anche l’acquisizione di informazioni relative ai comportamenti tenuti dal dominus, sia per ciò che riguarda l’aspetto organizzativo del tirocinio, sia per quel che riguarda il suo trattamento economico.
Si tratta di sette domande, le cui risposte serviranno per capire se i tirocinanti sono ammessi quale uditori alla trattazione delle pratiche con i clienti e con i terzi, se hanno il permesso di svolgere, contestualmente al tirocinio, gli studi universitari specialistici o magistrali conformemente alle indicazioni fornite dal Consiglio Nazionale, se vengono affidati loro solo compiti meramente esecutivi, se è consentito di partecipare a convegni e corsi di formazione professionale, se hanno ricevuto copia del codice deontologico, se è stato loro riservato un idoneo ambiente di lavoro e, infine, se viene riconosciuto un compenso o un rimborso spese.

Nel caso in cui emergessero profili di non conformità alle regole deontologiche, verranno fatti accertamenti tramite riscontro con il dominus, e se la situazione di criticità dovesse permanere anche dopo questo controllo incrociato, il Consiglio dell’Ordine dovrà trasmettere la segnalazione al Consiglio di Disciplina, il quale potrà valutare i comportamenti del dominus anche alla luce del Codice delle sanzioni, le cui norme sono entrate in vigore lo scorso 1° gennaio.

I consiglieri nazionali Giorgio Luchetta e Sandro Santi, delegati alla Deontologia e al Tirocinio, hanno spiegato: “Il rafforzamento dei controlli sulle modalità di svolgimento del tirocinio e sul rispetto da parte del dominus delle norme deontologiche nasce dalla volontà del Consiglio nazionale di verificare la puntuale applicazione del codice deontologico e di quello delle sanzioni, ma anche dalla necessità, da noi fortemente avvertita, di tutelare sempre più i giovani, futuri colleghi, che vanno messi nelle condizioni migliori per conoscere i loro doveri e i loro diritti. Tanto più in una fase in cui proprio presso le nuove generazioni la nostra professione mostra chiari segni di perdita di appeal”.

Vera MORETTI

A Caserta il convegno sulla revisione dei conti

La Reggia di Caserta ospiterà, il 14 e il 15 settembre prossimi, il convegno organizzato dal Consiglio nazionale dei commercialisti, in collaborazione con la Fondazione nazionale di categoria e l’Ordine dei commercialisti di Caserta, che quest’anno avrà come argomento principale la revisione legale dei conti.

Sarà Gerardo Longobardi, leader dei commercialisti italiani, ad aprire i lavori, che si inserirà al termine dei saluti di Pietro Raucci, che, come presidente dell’Ordine di Caserta, farà gli onori di casa.

Alla tavola rotonda sui decreti 118/2011 e 126/2014 parteciperanno anche il vicepresidente nazionale dei commercialisti, Davide Di Russo, ed il consigliere nazionale delegato agli Enti pubblici, Giovanni Gerardo Parente, che analizzeranno le novità sulla contabilità degli enti pubblici e sul ruolo dei revisori.

La seconda giornata sarà aperta da Giorgio Sganga, presidente della Fondazione nazionale dei commercialisti, a cui seguiranno diversi interventi tra cui quello del consigliere nazionale delegato ai Principi di revisione, Raffaele Marcello, che si soffermerà in particolare sul ruolo e le attività del Cndcec nell’implementazione del progetto ISA Italia.

Vera MORETTI

Commercialisti soddisfatti per le due sentenze della Corte d’Appello dell’Aquila

Profonda soddisfazione, da parte del Consiglio Nazionale dei commercialisti, per le sentenze n. 752 e 774 emesse dalla Corte di Appello dell’Aquila, con le quali viene confermato che i soci di S.r.l. sono tenuti a determinare i contributi INPS gestione Commercianti sulla sola quota di partecipazione riferibile al reddito della società a responsabilità limitata per cui i contribuenti hanno richiesto l’iscrizione in quanto soci lavoratori e non sull’insieme di tutte le quote di partecipazioni in S.r.l., in quanto considerate redditi di capitale e non d’impresa.

Vito Jacono, consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’area lavoro ha spiegato: “Queste due sentenze confermano le conclusioni a cui era giunto un studio redatto nei mesi scorsi dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti con il contributo della Fondazione Nazionale dei commercialisti, i cui contenuti avevamo illustrato alla direzione centrale entrate INPS. Ora il nostro auspicio è che l’INPS possa rivedere la propria circolare n. 102 del 2003, in modo tale da evitare dell’inutile contenzioso. Nel frattempo chiediamo che vengano sospese tutte le richieste di pagamento di contributi INPS gestione commercianti riferibili alle sopra descritte posizioni ed emesse a seguito di verifiche fatte dall’Istituto”.

Vera MORETTI

Le scuole di alta formazione dei commercialisti

I commercialisti investono sul proprio futuro e lanciano le scuole di alta formazione (Saf) per i commercialisti italiani. Il Consiglio nazionale dell’Ordine ha infatti approvato un progetto finalizzato alla costituzione delle scuole di alta formazione su tutto il territorio nazionale. Insieme al Consiglio nazionale, saranno interessate dalla realizzazione delle scuole anche gli Ordini territoriali e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Le scuole, costituite su base regionale o interregionale, dovranno ottenere il riconoscimento del Consiglio nazionale e svolgeranno la loro attività in collaborazione con le università per promuovere percorsi formativi altamente qualificati.

Per realizzare le scuole di alta formazione, sono state individuate dal Consiglio nazionale 11 macro-aree territoriali, nel cui ambito nascerà un numero di scuole compreso tra 11 e 14. Per i primi due anni le scuole saranno finanziate dal Consiglio nazionale, con un investimento importante: quasi 2 milioni di euro. Inoltre le attività formative delle scuole di alta formazione saranno finanziate attraverso un contributo di iscrizione ai corsi, destinato solo alla copertura delle spese organizzative, dato il carattere non lucrativo delle scuole stesse.

In fase di avvio, verrà costituito un Coordinamento permanente Saf che si occuperà di promuovere la nascita delle scuole di alta formazione sui territori in sinergia con i consiglieri territoriali di riferimento del Consiglio nazionale e con gli Ordini locali, oltre che di valutare gli stati di avanzamento dei progetti e di sviluppare i rapporti di collaborazione con le università per la stipula delle convenzioni con le scuole.

Dopo la costituzione delle scuole di alta formazione, il Coordinamento si occuperà di redigere un regolamento di funzionamento interno, di predisporre annualmente un progetto formativo dettagliato e di vigilare sull’organizzazione e sul corretto funzionamento delle scuole e sulla qualità dell’offerta formativa. Al Consiglio nazionale spetterà il compito di accreditare i percorsi formativi attuati dalle scuole di alta formazione e rilasciare gli attestati di partecipazione.

730 precompilato, mea culpa del governo

Il governo fa mea culpa sul 730 precompilato e i commercialisti esultano. No, purtroppo l’Esecutivo non ha riconosciuto globalmente le mancanze del 730 precompilato, ha solo definito “un errore” la scelta di addossare ai commercialisti e ai Caf la responsabilità delle maggiori imposte, interessi e sanzioni per il nuovo modello. Ma tanto è bastato.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha infatti espresso il proprio apprezzamento per le dichiarazioni sull’errore, venute dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti. “Finalmente dalla politica arrivano su questo tema parole ragionevoli – ha commentato il presidente nazionale della categoria, Gerardo Longobardi -. Ora il nostro auspicio è che queste dichiarazioni abbiano un seguito e che l’intera normativa sulla responsabilità dei commercialisti e dei Caf legate al 730 possa essere rivista quanto prima”.

Il nostro Consiglio nazionale – ha poi spiegato Longobardinon esitò a definire incostituzionali le norme sanzionatorie già nel corso di un’audizione parlamentare del luglio dello scorso anno, perché in palese contrasto con il principio di capacità contributiva. Un punto di vista a suo tempo fatto proprio dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato e poi, purtroppo, ignorato dall’esecutivo. Le dichiarazioni consapevoli e responsabili del sottosegretario Zanetti sembrano aprire uno spiraglio per la revisione di una norma che, a cascata, ha generato problemi anche in tema di assicurazioni, con potenziali conseguenze per i contribuenti, ai quali, paradossalmente, la precompilata potrebbe costare più del 730 degli scorsi anni”.

Lo stesso premier, Matteo Renzi – ha concluso Longobardiha affermato che per il 2015 il 730 precompilato ha finito per essere una sorta di ‘numero zero’. Bene, almeno al numero uno si arrivi più preparati, per fornire un servizio davvero utile ai contribuenti e per evitare che anche questa incombenza venga utilizzata per riversare sulle sole spalle degli intermediari, in primis i commercialisti, un notevole e neppure riconosciuto aggravio di lavoro”.

Manifestazione a Roma di commercialisti ed esperti contabili

L’appuntamento è stato fissato per il prossimo 19 novembre presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma: in quell’occasione si riuniranno commercialisti ed esperti contabili uniti in difesa dell’equipollenza tra l’esame di Stato per l’accesso alla professione e quello d’idoneità per lo svolgimento della funzione di revisore legale.

La manifestazione è stata convocata da Giancarlo Laurini, commissario straordinario del Consiglio nazionale dei commercialisti, a seguito di sollecitazioni pervenute da numerosi ordini e coordinamenti territoriali, ma anche dai sindacati di categoria.

Alla manifestazione potranno partecipare i presidenti, i vicepresidenti e i consiglieri degli ordini territoriali, le associazioni sindacali di categoria, oltre ad un numero di delegati in ragione del numero degli iscritti a ciascun ordine.

Ha dichiarato Laurini: “La problematica della revisione è arrivata ad un punto di svolta. Il decreto ministeriale che deve stabilire le regole di accesso al Registro pare non prevedere l’equipollenza”.
La manifestazione offrirà l’occasione “per denunciare ai rappresentanti politici ed istituzionali presenti, il tentativo di sottrarre ai commercialisti italiani – con un inutile appesantimento del percorso di accesso al Registro dei revisori legali – un ambito di attività ad essi storicamente attribuito, per farne oggetto di un’autonoma attività professionale che giustifichi la creazione di nuove strutture organizzative e rappresentative, con un estemporaneo appesantimento burocratico e un conseguente cospicuo aggravio di costi per i professionisti che tale attività già svolgono”.

Vera MORETTI

Sciolto il Consiglio nazionale dei commercialisti

Con un decreto ministeriale, Paola Severino, ministro della Giustizia, ha sciolto il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e ha nominato un commissario straordinario, Giampaolo Leccisi.

Suo incarico sarà quello di provvedere all’ordinaria amministrazione e agli adempimenti necessari alla ripetizione delle controverse votazioni svoltesi lo scorso 15 ottobre.

Il motivo che ha portato il ministro a questa decisione è dovuto alla “forte tensione esistente tra le due liste in competizione per il rinnovo del Consiglio nazionale, ben oltre la fisiologica contrapposizione elettorale, sfociata in un esteso, reciproco contenzioso avanti all’autorità giudiziaria amministrativa e ordinaria che ha caratterizzato il procedimento elettorale”.

Utilizzando quindi i poteri di vigilanza che sono di competenza del ministero, Paola Severino è arrivata a questo drastico intervento, poiché il contenzioso esistente tra le parti “appare destinato ad accrescersi per il conflitto di interessi nel quale si trova la maggior parte dei componenti del Consiglio nazionale quali candidati alle elezioni, all’origine di reiterati comportamenti censurabili in fatto e in diritto, con negative implicazioni sul funzionamento dell’organo collegiale”.

L’intento è quello di assicurare il regolare svolgimento della seconda tornata elettorale, che prevede il rinnovo del Consiglio nazionale che dovrà restare in carica nel quadriennio 2013-2016, ma anche di “ripristinare condizioni di serenità ed equilibrio nello svolgimento dei compiti istituzionali dell’ente, così salvaguardando immagine e prestigio dell’intera categoria, come richiesto, sia individualmente che collettivamente, da numerosi appelli ed esposti di appartenenti all’ordine dei commercialisti”.

Vera MORETTI

Niente modifica sulla norma dei revisori ministeriali

E’ stata soppressa la modifica dei criteri di nomina del presidente del consiglio dei revisori dell’ente locale, che invece sembrava inclusa nel testo del decreto legge 174/2012.

Sembrava, infatti, che la designazione spettasse al Prefetto, su scelta effettuata di concerto dai Ministeri dell’interno e dell’economia e finanze, tra i rispettivi dipendenti.

In realtà, nel decreto approvato dalla Camera, è previsto che i presidenti dei collegi dei revisori degli Enti locali con popolazione superiore ai 60mila abitanti non siano selezionati tra i dipendenti ministeriali, ma continueranno ad essere scelti mediante estrazione tra commercialisti e revisori legali.

Ad adoperarsi perché il testo iniziale del ddl venisse modificato erano stati anche i membri del Consiglio Nazionale dei Commercialisti.
Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti, ha voluto esprimere la sua soddisfazione riguardo l’eliminazione di questa modifica: “Una eliminazione che è frutto anche dell’impegno del Consiglio nazionale affinché quel testo fosse emendato in sede parlamentare“.

Ciò che, invece, premeva ai commercialisti, era la meritocrazia, considerata al contrario indispensabile, soprattutto quando si arriva a ricoprire cariche importanti.
Se questo non si fosse avverato, secondo Siciliotti “si sarebbe trattato di un altro caso emblematico di come la semplice appartenenza all’apparato statale possa superare il merito e la competenza dei professionisti quando, invece, se commercialisti e revisori si fossero insediati prima per certificare i conti degli enti locali, tanti esempi recenti di cattiva gestione del denaro pubblico si sarebbero potuti evitare”.

Per non parlare, poi, dell’incompatibilità che ne sarebbe sorta se il presidente del Collegio fosse stato scelto tra i dipendenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dell’Interno, “dal momento che entrambi i Ministeri hanno già potere di controllo e di ispezione nei confronti degli Enti locali. Ne sarebbe derivato che, appartenenti allo stesso Ministero, avrebbero svolto sia l’attività di revisione all’interno dell’Ente che quella ispettiva spettante al Ministero medesimo, che dovrebbe anche verificare se i revisori hanno svolto correttamente la loro attività di controllo”.

Vera MORETTI

Claudio Siciliotti critica la Legge di Stabilità

Le manovre del Governo per recuperare denaro e rimpinguare le casse dello Stato non piacciono a Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti.

In occasione del terzo congresso della categoria, svoltosi a Bari, Siciliotti ha criticato duramente i modi di procedere di Monti & Co, colpevoli di aver posto l’attenzione “unicamente alla leva fiscale, tralasciando il nodo del taglio della spesa pubblica”.

Non piace, ad esempio, la tassa di solidarietà del 3% per chi percepisce oltre 150mila euro, poiché questa soglia è considerata troppo bassa per pensare che sia riservata solo ai ricchi, quando, invece, secondo Siciliotti si tratterebbe di “quelli che in questo Paese producono, creano lavoro e ricchezza, che pagano le tasse e che forse non meritano questo ulteriore aggravio”.

Le misure fiscali contenute nella Legge di Stabilità, che potrebbero spostare il peso delle tasse dalle persone alle cose, piacciono parzialmente al presidente dei commercialisti, perché lo scambio Irpef-Iva non convince del tutto: “non è sufficiente per dire che ne trarrà beneficio la gran parte dei contribuenti“.

La spiegazione è semplice: il Governo avrebbe disatteso le speranze dei contribuenti che non si aspettavano un aumento dell’Iva. Perciò aver deciso di aumentare l’Imposta sul valore aggiunto di un solo punto, e ridurre l’Irpef, ha strappato un mezzo sorriso, e non un’approvazione unanime.
Anche perché questa soluzione, secondo Siciliotti, ha fatto bene principalmente allo Stato “perché le risorse che avrebbe dovuto trasferire ai cittadini per azzerare l’aumento dell’IVA già messo a bilancio sarebbero state pari a sette miliardi, il taglio dell’IRPEF costa 5 miliardi”.

La retroattività è stata del tutto bocciata, poiché avrebbe la colpa di violare lo Statuto del contribuente con inaccettabili norme retroattive, punitive per i cittadini.

La riforma fiscale dovrebbe, in questo particolare momento storico, partire da una vera revisione della spesa: “Tra il 2000 e il 2011 la spesa pubblica italiana è cresciuta in termini reali di 124 miliardi, di cui la metà circa sono puro aumento senza alcun ritorno per i cittadini in termini di servizi. Si tratta di circa 60 miliardi di minori spese che si possono recuperare per tornare ai numeri del 2000. Una cifra con la quale finanziare l’abrogazione integrale dell’IRAP per l’intero settore privato e il dimezzamento dell’IRES per le imprese labour intensive, ossia quelle che presentano una incidenza del costo del lavoro superiore al 50% del fatturato. La priorità è abbassare le tasse su imprese e professionisti che danno a loro volta lavoro, prima ancora che direttamente sui lavoratori”.

Vera MORETTI

Un sondaggio per semplificare il lavoro dei commercialisti

L’Istituto di ricerca dei commercialisti ha inviato a tutti gli Ordini territoriali un sondaggio per capire quali sono le priorità degli iscritti tra i servizi che in futuro saranno prenotabili attraverso il servizio CUP professionisti.

I servizi tra i quali scegliere sono:

  • l’abilitazione ai servizi telematici, le cartelle di pagamento, le comunicazioni di irregolarità o i preavvisi telematici;
  • i chiarimenti su avvisi di accertamento parziale, la compilazione e l’invio delle dichiarazioni;
  • le informazioni sui modelli di dichiarazione e sulle agevolazioni ed esenzioni per i disabili, il regime fiscale semplificato per i contribuenti minimi, la registrazione degli atti privati e di quelli pubblici, le richieste di esibizione delle documentazione indicata in dichiarazione, i rimborsi delle imposte dirette, i rimborsi Iva, le successioni e le donazioni.

Per compilare e inviare il sondaggio c’è tempo fino al 15 giugno.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti e l’Agenzia delle Entrate sta lavorando ad un accordo che dovrebbe portare a promuovere ulteriormente l’utilizzo dei canali telematici o della posta elettronica certificata.

Per questo, il servizio di prenotazione “CUP professionisti” sarà subordinato alla previa utilizzazione, senza esito risolutivo, del canale Civis o della posta elettronica certificata relativamente a quelle pratiche per le quali i due canali sono operativi.

Le misure previste, ma soprattutto la loro attuazione, verranno studiate sia a livello nazionale sia a livello regionale con tavoli bilaterali in continuo confronto.
Si spiega così l’importanza di questo sondaggio, che fornirà al Consiglio nazionale saranno importanti per i prossimi passi da compiere con le Entrate per l’attuazione dell’accordo.

Vera MORETTI