Agricoltura, disponibili contributi a fondo perduto con il Fondo per l’innovazione

Sta per partire il Fondo per l’innovazione in agricoltura di Ismea, l’obiettivo è finanziare l’acquisto macchine e attrezzature innovative per l’agricoltura e la pesca nel settore primario. Il fondo prevede lo stanziamento di 75 milioni di euro per l’anno 2023, 2024 e 2025.

Chi può accedere al Fondo per l’innovazione in agricoltura

Il fondo per l’innovazione in agricoltura è rivolto a imprese:

  • agricole;
  • ittiche;
  • agromeccaniche.

Per le imprese ittiche è possibile ottenere l’accesso al Fondo per l’innovazione in agricoltura per investimenti di valore minimo di 10.000 euro, negli altri casi l’investimento minimo previsto è di 70.000 euro, mentre l’investimento massimo che può essere agevolato è di 500.000 euro.

Il bando prevede la possibilità di ottenere un contributo da un minimo del 22,5% fino al 95% dell’importo ammissibile in base all’entità dell’investimento e e la tipologia di impresa.

Fondo per l’innovazione in agricoltura, come funziona

Per ottenere l’agevolazione è necessario che l’investimento sia stato effettuato successivamente alla presentazione della domanda di accesso al Fondo, inoltre il macchinario acquistato deve essere nuovo, non si ottengono i benefici nel caso di leasing. Il bando stabilisce anche che le Pmi agricole e della pesca potranno usufruire di una garanzia Ismea per i finanziamenti che può arrivare fino all’80% del valore nominale del finanziamento bancario.

Per un’impresa agricola operante nel settore della produzione primaria, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli la percentuale di beneficio è così ripartita:

PMI AGRICOLE

  • fino a 100.000 75%
  • da 100.001 a 200.000 65%
  • investimenti da 200.001 a 300.000 55%
  • da 300.001 a 500.000 45%

Deve essere sottolineato che è prevista una quota dei fondi in favore delle zone alluvionate nel mese di maggio 2023, la stessa è di 10 milioni di euro per il 2023, 30 milioni di euro per il 2024 e 35 milioni di euro per il 2025.

Come presentare la domanda per accedere al Fondo

Per poter accedere al fondo è necessario presentare la domanda sul sito Ismea. La piattaforma sarà accessibile a partire dal 15 novembre 2023. Lo sportello telematico rimane aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00 ad eccezione del primo giorno di apertura (dalle ore 12.00 alle ore 18.00).

Gli investimenti dovranno essere finalizzati ad ammodernare la produzione attraverso l’uso di tecnologie 4.0 per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché per l’utilizzo di sottoprodotti.

L’accesso al Fondo per l’innovazione in agricoltura è compatibile anche con altri aiuti di Stato, ma occorre prestare attenzione a non incorrere in doppio finanziamento per lo stesso investimento.

Le domande per l’accesso alle agevolazioni devono essere presentate presso il portale dedicato ISMEA all’indirizzo https://strumenti.ismea.it.

Per accedere al portale dedicato l’utente deve registrarsi; la procedura di accreditamento ha luogo esclusivamente tramite PEC.

Dopo la registrazione la piattaforma sarà accessibile.

Contributi a fondo perduto, sono partite le domande

Contributi a fondo perduto, al via le domande per richiederli. Ecco tutto quello che c’è da sapere e come procedere alla richiesta sulla piattaforma dedicata.

Contributi a fondo perduto, la piattaforma dedicata

Lo sport fa bene alla salute e dovrebbero farlo un pò tutti. A partire dalle 12 del 19 giugno le ASD e SSD che risultano iscritte al Registro Nazionale delle attività sportive dilettantistiche, possono fare richiesta di accesso ai contributi a fondo perduto per:

• gestori di impianti sportivi (risorse a disposizione 58 milioni di euro);
• gestori di impianti natatori (risorse a disposizione 67 milioni di euro)

Alla luce delle difficoltà che le ASD e le SSD hanno vissuto e stanno vivendo in questo lungo periodo di crisi, della Pandemia da Covid-19 al caro energia, caro prezzi, dall’aumento dei prezzi delle materie prime alla crescita dell’inflazione, abbiamo stanziato, con il Dipartimento per lo Sport, nuove risorse finanziarie a fondo perduto: 58 milioni di euro in favore di Associazioni Sportive Dilettantistiche e Società Sportive Dilettantistiche che gestiscono impianti sportivi e 67 milioni di euro per i gestori di impianti natatori. Da oggi, infatti, sarà possibile farne richiesta sul sito del Dipartimento fino al 19 luglio, confidando che queste nuove misure contribuiscano ad alleviare le difficoltà quotidiane e forniscano nuova energia.

Le parole del Ministro per lo sport

Il Ministro per lo sport e i Giovani, Andrea Abodi ha dichiarato che: “Lo sport di base e i suoi valori sono, nella loro stretta relazione, un fattore fondamentale per la promozione del benessere e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e della comunità nazionale, svolgendo  un ruolo centrale nella tutela della salute, fisica e mentale, delle persone che lo praticano, offrendo fondamentali opportunità di educazione e socialità, inclusione e coesione, di contrasto attivo alle disuguaglianze, a partire da quelle che si trovano nelle periferie urbane e sociali. Anche per queste ragioni, dobbiamo usare bene e tempestivamente tutte le risorse finanziarie pubbliche disponibili, incluse quelle che arrivano dall’Europa. Perché producano sempre più impatto sociale, sostenendo progetti che facciano crescere il valore dello Sport in tutte le sue forme e certificandone l’utilità per il bene comune“.

Contributi a fondo perduto, come presentare la richiesta

Per facilitare le domande e velocizzare i processi di pagamento le richieste dovranno essere presentate unicamente tramite la nuova piattaforma, raggiungibile all’indirizzo https://avvisibandi.sport.governo.it/ .Eventuali istanze presentate con altre modalità non saranno prese in considerazione. I contributi a fondo perduto riguardano principalmente:

  • impianti sportivi (fondo di 58 milioni di euro a disposizione);
  • impianti natatori (fondo di 67 milioni di euro a disposizione).

I criteri per l’assegnazione dei contributi saranno indicati negli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 marzo 2023, in accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Contributi a fondo perduto per imprese, la lista

Per chi vuole fare impresa ci sono diversi bandi che consentono di avere contributi a fondo perduto, si tratta di opportunità da sfruttare al meglio per dare il giusto input alla propria attività di impresa. Vediamo ora quali sono i bandi principali per ottenere contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto, arriva On Oltre Nuove Imprese

I contributi a fondo perduto sono particolarmente apprezzati in quanto consentono di ricevere a fronte di investimenti del denaro senza che ci sia l’obbligo di restituirlo. Non sono l’unica forma di incentivo previsto, infatti vi possono essere anche finanziamenti a tasso agevolato o garantiti dallo Stato, ma di fatto i contributi a fondo perduto sono i più interessanti per i beneficiari.

Il primo contributo a fondo perduto di cui parlare è On- Oltre nuove imprese a tasso zero, si tratta di una misura mista, infatti prevede la possibilità di accesso a contributi a fondo perduto, nel complesso l’aiuto può comprendere agevolazioni a copertura fino al 90% delle spese fino a un massimo di 3 milioni di euro. La procedura è gestita tramite Invitalia.

Un altro contributo riconosciuto a livello nazionale è il Fondo Impresa Donna, si tratta di un contributo rivolto alle imprese femminili, anche in questo caso la procedura è gestita da Invitalia.

Contributi per il Sud Italia

I contributi mirati ad aiutare il Sud sono numerosi. Particolarmente importante è Resto al Sud che mira a sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese nel Sud Italia e nel cratere sismico del Centro Italia. In questo caso i contributi sono in forma mista con copertura al 50% come contributo a fondo perduto e al 50% sotto forma di tasso agevolato. La misura è destinata a imprenditori di età compresa tra 18 e 55 anni di età.

Sempre per le regioni del Sud e per il cratere sismico del centro Italia è disponibile anche il bando Smart & Start Italia che finanzia progetti con contributi a fondo perduto progetti di valore compreso tra 100.000 euro e 1,5 milioni di euro.

Cultura Crea 2.0 è invece un aiuto mirato alle attività imprenditoriali concentrate su industria culturale, creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Anche in questo caso la struttura dell’aiuto è mista, cioè in parte contributo a fondo perduto e in parte investimenti a tasso agevolato.

Infine il fondo PMI Mezzogiorno è rivolto a investimenti imprenditoriali innovativi realizzati da imprese del Centro Sud Italia con copertura con contributi a fondo perduto a copertura fino al 75% delle spese.

Altri contributi a fondo perduto

Particolare attenzione viene posta anche alla internazionalizzazione delle imprese italiane e considerando che le imprese di piccole dimensioni possono andare incontro a maggiori difficoltà, nasce il contributo Bonus extra digitale. Si tratta di un progetto del Ministero degli Esteri e dell’Agenzia ICE che prevede un contributo a fondo perduto per le microimprese manifatturiere nelle attività di internazionalizzazione, attraverso soluzioni digitali. Anche in questo caso il contributo è gestito tramite Invitalia.

Per sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie con batterie al litio vi sono i fondi Ipcei mirati a attività di ricerca, sviluppo e innovazione introducono tecnologie altamente innovative e sostenibili lungo l’intera catena del valore delle batterie agli ioni di litio con lo scopo di migliorarne la resa, la durata, la sicurezza e ridurne i tempi di caricamento.

Per alberghi e ristoranti sono invece previsti contributi per l’acquisto di strumenti e accessori green.

Occorre sottolineare che i bandi visti non sono tutti aperti attualmente, ma è bene prestare attenzione le varie finestre cercando la soluzione migliore.

Bando Cultura Crea Plus: domande dal 7 novembre. Le imprese che possono accedere

Novità per le imprese del settore culturale, ricreativo e turistico, dal 7 novembre 2022 è possibile presentare istanza per accedere alle risorse del bando Cultura Crea Plus con fondo di 10 milioni di euro. Ecco chi può partecipare.

Quali imprese possono accedere al bando Cultura Crea Plus?

Il bando Cultura Crea Plus è rivolto a piccole, micro e medie imprese, che operano nel settore turistico, creativo e culturale, si rivolge inoltre ai soggetti del Terzo Settore (onlus, imprese sociali, associazioni di promozione sociale ). Mira ad agevolare le imprese che hanno avuto perdite a causa della pandemia Covid, infatti questo settore è stato tra quelli più colpiti e che ha subito gli stop più lunghi. La misura utilizza i fondi del PON FESR “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 (Asse Prioritario II).

Per poter accedere ai fondi è necessario che i destinatari alla data del 1° gennaio 2022 siano già costituiti e che abbiano esercitato almeno fino al 31 dicembre 2020.

Per conoscere i codici Ateco ammessi al beneficio è necessario prendere visione allegati 1, 2 e 3 alla Direttiva Operativa n. 238 del 29 marzo 2021 le attività ammissibili sono davvero numerose e comprendono anche le sale video-giochi, noleggio, bici, ristorazione, tessile e tante altre, quindi i concetti di turismo, cultura e creatività sono intesi in senso ampio. Tutti gli allegati possono essere scaricati seguendo il link del bando Cultura Crea Plus che si trova in fondo all’articolo.

Limiti geografici: ubicazioni delle imprese che possono accedere

Vi sono però dei limiti dal punto di vista geografico, infatti i soggetti rientranti nei settori visti, se costituiti da oltre 36 mesi per accedere ai fondi devono essere ubicate in uno dei Comuni ricadenti nelle “aree di attrazione”, così come identificate dall’ Allegato 4 alla Direttiva operativa n. 238 del 29 marzo 2021. I soggetti costituiti da meno di 36 mesi devono invece essere ubicati in una di queste regioni: Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata.

Come presentare la domanda per accedere ai fondi Cultura Crea Plus

La domanda per accedere ai contributi del Bando Cultura Crea Plus devono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma di Invitalia. Le domande potranno essere presentate dalle ore 10:00 del 7 novembre. Invitiamo però tutti gli interessati a collegarsi prima in modo da scaricare tutta la modulistica. Per poter presentare la domanda è necessario avere un codice di identità digitale (SPID, CIE o CNS), occorre inoltre indicare nella domanda un indirizzo PEC.

Le domande saranno vagliate in ordine cronologico entro 60 giorni.

Il bando Cultura Crea Plus consente di ricevere fino a 25.000 euro con contributo a fondo perduto, quindi le somme non devono essere restituite, naturalmente i contributi vengono erogati a fronte di spese effettivamente sostenute.

Si possono trovare tutte le informazioni seguendo il link https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/cultura-crea-2-0/cultura-crea-plus

Bando Regione Lombardia: contributi a fondo perduto efficienza energetica fino a 30mila euro

La Regione Lombardia ha emanato un bando per l’assegnazione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese che ha per oggetto il risparmio sul caro bollette e l’efficienza energetica. Il finanziamento consente la copertura degli investimenti di efficientamento energetico fino al 50% delle spese sostenute. Varie sono le tipologie di imprese che possono presentare richiesta ed è necessario verificare il Codice Ateco della propria attività.

Bando efficienza energetica Lombardia: che cos’è?

Il bando della Regione Lombardia ammette agli incentivi per l’efficientamento energetico progetti di spesa per un costo minimo di 4 mila euro e un massimo di 30 mila euro. La sede degli interventi è quella situata nel territorio regionale.

Quali sono le spese ammissibili dal bando efficienza energetica?

Sono ammissibili le spese per:

  • comprare e installare i collettori solari termici;
  • per gli impianti di microgenerazione o fotovoltaici;
  • l’acquisto di attrezzature e di macchinari per sostituire quelli già presenti nell’impresa;
  • per le caldaie ad alta efficienza di biomassa o di codensazione;
  • gli strumenti led, i raffrescatori, i sistemi di domotica, i raffredatori a basso consumo.

Inoltre, tra le spese ammissibili nel tetto del 20%, rientrano le opere murarie. Le spese generali, invece, devono avere il limite del 7%, del 10% quelle per le consulenze relative agli investimenti da eseguire.

Quali imprese possono far richiesta dei contributi a fondo perduto per l’efficienza energetica in Lombardia?

Il bando della Regione Lombardia sull’efficienza energetica ammette ai contributi a fondo perduto le piccole e medie imprese dei seguenti settori:

  • comercio;
  • pubblici esercizi;
  • servizi.

I Codici Ateco che devono essere posseduti dalle piccole e medie imprese al momento della presentazione della domanda possono essere verificati sul bando regionale. Ad esempio, rientrano le attività di ristorazione (I 56); il commercio al dettaglio (G 47); le attività di istruzione (P 85); i servizi alle persone (S 96); le attività sportive, di intrattenimento e di divertimento (R 93).

Contributi a fondo perduto efficientamento Pmi: come ottenere il 50% di incentivo?

I contributi a fondo perduto del bando regionale possono essere richiesti nel limite del 50% delle spese ammissibili per l’efficientamento energetico. Il tetto massimo del contributo che la Regione Lombardia assegna a ciascuna impresa è pari a 30 mila euro. Ciascuna Pmi può presentare domanda per un unico incentivo. La Regione ha stanziato per questa misura circa 11 milioni di euro.

Bando Lombardia efficientamento energetico piccole e medie imprese: come presentare domanda?

Le imprese interessate al fondo perduto sull’efficientamento energetico della Lombardia hanno tempo per presentare la domanda fino al 15 dicembre 2022. La procedura della pratica è quella a sportello. Tra i documenti necessari ai fini della domanda è necessario che un tecnico abilitato dall’ordine professionale per materia stili una relazione degli interventi che si faranno all’interno dell’impresa. Il relativo modello è presente sul sito della Regione Lombardia. La relazione dovrà descrivere anche il risparmio energetico previsto dall’impresa una volta completati gli interventi di efficientamento.

Contributi a fondo perduto turismo, si può rivedere il progetto per arrivare al 100% dei finanziamenti

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo rafforzate mediante la revisione del progetto già approvato e destinato a essere finanziato. È quanto si ravvisa dal decreto del ministero del Turismo in merito al mix di incentivi destinato alle imprese del settore mediante la rimodulazione degli investimenti e la possibilità di arrivare al 100% di finanziamento. Gli incentivi sono destinati a finanziare la realizzazione di investimenti di spesa relativi:

  • all’efficienza energetica;
  • alla riqualificazione per ridurre il rischio sismico;
  • a digitalizzare l’impresa.

Inoltre, i progetti devono rientrare nella misura prevista dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali sono le imprese del settore turistico che possono beneficiare fino al 100% del mix di finanziamenti?

In particolare, il decreto del ministero del Turismo mira a incrementare gli incentivi delle imprese del settore che hanno già visto riconosciute le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamento. Si tratta, nel dettaglio, degli alberghi, degli agriturismi, delle aziende ricreative, congressuali e fieristiche, degli stabilimenti balneari, dei parchi a tema e porti turistici. Tutte hanno già presentato domanda per finanziare progetti a decorrere dal 28 febbraio 2022 per investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La misura di riferimento è la M1 C1 – 4.2.1.

Come procedere con la rimodulazione delle linee di investimento per arrivare al 100% di incentivo?

Il provvedimento mira, dunque, ad incrementare la percentuale di finanziamento alle imprese del turismo che hanno ottenuto meno del 100% di incentivo. Per aumentare il beneficio, le imprese turistiche che hanno già presentato richiesta di incentivo dovranno procedere con la rettifica della scheda del progetto già presentata. In tal modo si possono ricalcolare gli ammontare degli investimenti e si può ridefinire ed eliminare anche una o più linee di investimento.

Come rimodulare gli investimenti per ottenere il mix fino al 100% di incentivo nel turismo?

Nel dettaglio, le imprese del turismo beneficiare già del mix di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, dovranno procedere nella rimodulazione delle linee di intervento rispettando i seguenti passaggi:

  • trasmettere di nuovo la scheda del progetto rimodulato, rispettando i tetti di spesa già concessi;
  • attenersi alle regole fissate dall’avviso del decreto del ministero del Turismo del 23 dicembre 2021.

Quali sono gli investimenti del settore del turismo che possono beneficiare degli incentivi?

Gli incentivi alle imprese turistiche prevedono un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati che possono coprire fino all’80% dell’investimento complessivo. Tali incentivi rimangono in vigore per investimenti effettuati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024. Per interventi avviati a decorrere dal 1° febbraio 2020 e non ancora giunti a conclusione, la misura prevista è quella del contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili. Il tetto di spesa è fissato in 40 mila euro, ma si può arrivare fino a 100 mila euro.

 

Turismo di montagna: arrivano i contributi a fondo perduto. Ecco come averli

Il Ministero del Turismo con avviso del 18 luglio ha reso noto che sono disponibili agevolazioni per lo sviluppo del turismo di montagna rivolti a soggetti privati del settore profit e no profit e in particolare alle zone del Mezzogiorno. Il progetto viene denominato “Montagna Italia”.

Contributi a fondo perduto per il turismo di montagna: caratteristiche generali

I finanziamenti per il turismo di montagna prevedono lo stanziamento di 26.700.000,00 a valere sulla misura Montagna Italia. L’80% dei fondi è destinato alle realtà collocate in 8 regioni e in particolare: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Italia insulare: Sicilia e Sardegna. L’ammontare dei contributi per il turismo di montagna destinato a queste regioni è di 21.360.000,00 la rimanente parte cioè 5 milioni e 340 mila euro, sono invece destinati alle rimanenti regioni.

L’obiettivo è favorire lo sviluppo sostenibile del turismo montano, specie in zone che manifestano una maggiore difficoltà. Ciò anche attraverso il presidio dell’economia montana delle vallate e dell’assetto idro-geologico, infine la misura è volta ad evitare lo spopolamento delle zone montane favorendo la fruizione della montagna durante tutto l’arco dell’anno.

A differenza della maggior parte dei contributi rivolti alle aziende, i finanziamenti per il turismo di montagna coprono il 100% dei costi ammissibili, comprensivi di Iva nel caso in cui la stessa non sia in alcun modo recuperabile. Inoltre il finanziamento ha la forma del contributo a fondo perduto, questo implica che i soldi non devono essere restituiti.

Progetti ammissibili al finanziamento a fondo perduto per il turismo di montagna

I progetti ammessi sono:

  • qualificazione e potenziamento dei servizi esistenti ed eventualmente delle infrastrutture;
  • implementazione di forme di turismo volte alla conservazione e alla cura dell’ambiente. I progetti in questo caso possono essere realizzati anche in collaborazione con associazioni;
  • promozione dei prodotti tipici e del turismo esperenziale, tra cui turismo enogastronomico e religioso;
  • ricorso a innovazione e nuove tecnologie attraverso interoperabilità e trasformazione digitale, Tourism Digital Hub (TDH) ;
  • utilizzo di nuone tecnologie per marketing e partnerariato sul territorio.

Le domande per accedere ai finanziamenti turismo di montagna possono essere presentate da soggetti profit e non profit, in forma singola o aggregata con un favore di premialità per i progetti presentati in forma aggregata. Ad esempio il progetto può essere presentato da una struttura turistica, ma anche da una pro loco o un qualunque soggetto che opera sul territorio nel settore turistico.

Come presentare la domanda e termini

La domanda deve essere presentata tramite la piattaforma messa a disposizione dal Ministero del Turismo, attualmente la stessa non è ancora disponibile, sarà resa accessibile dal mese di agosto, non è ancora conosciuta la data specifica. La domanda potrà essere inoltrata fino al 30 settembre 2022. La piattaforma sarà accessibile con uso di SPID e sarà essenziale indicare un indirizzo di posta elettronica certificata.

La domanda dovrà avere ad oggetto la presentazione di “manifestazione di interesse alla presentazione di proposte di intervento per il rilancio del turismo montano italiano, attraverso adeguamenti infrastrutturali, pianificazione e promozione dei prodotti turistici in ottica di sostenibilità, a valere sulla misura “Montagna Italiadel Piano Sviluppo e Coesione del Ministero del Turismo, di cui alla delibera CIPESS n. 58/2021”. Ogni contributo concesso potrà avere un ammontare massimo di 2 milioni di euro.

La presentazione della domanda prevede che sia allegato il progetto da realizzare, naturalmente se questo è ben presentato ci sono maggiori opportunità. Il progetto deve includere l’indicazione quantitative del presunto aumento di pernottamento in seguito alla realizzazione del progetto.

Il progetto deve contenere un cronoprogramma per la realizzazione. Al termine della presentazione della domanda viene rilasciato un codice identificativo della domanda, si legge nell’avviso che fino alla scadenza dei termini per la presentazione possono essere apportate delle modifiche.

Priorità per i contributi a fondo perduto per lo sviluppo del turismo di montagna

In base a quanto stabilito nell’avviso del Ministero del Turismo sarà data la priorità ai progetti che sono in grado di:

  • assicurare “contenuto di esperienza vera, unica ed irripetibile” tra cui apprendimento di usanze locali;
  • attivare il turismo in stagioni non canoniche;
  • attrarre mercati diversi da quelli di prossimità;
  • favorire la costituzione di reti anche interregionali;
  • migliorare le condizioni di accessibilità delle persone con bisogni speciali ;
  • favorire la transizione al turismo green.

Naturalmente non saranno ammesse le spese:

  • non effettuate con strumenti tracciabili;
  • spese per le quali il beneficiario abbia già fruito di sostegno finanziario;
  • interessi passivi, commissioni e altri oneri finanziari;
  • ammende e penali;
  • spese derivanti dalla variazione del progetto inizialmente ammesso.

Per conoscere tutto il contenuto dell’avviso, scaricalo seguendo il link sottostante

PSC-Turismo_Avviso-Pubblico-Montagna-Italia_signed_904922

Bonus 10mila euro per partecipare alle fiere: ci sarà un click day

È in arrivo il bonus per la partecipazione delle piccole e medie imprese a fiere internazionali svolte in Italia. I fondi per la misura ammontano a 34 milioni di euro e verranno assegnanti, presumibilmente, in un click day di presentazione delle domande. Il bonus si concretizza nell’assegnazione di un credito di imposta sulle spese ammissibili. Il voucher sarà valido fino al 30 novembre 2022 e potrà essere erogato entro il 31 dicembre prossimo. Ciascuna impresa potrà richiedere il bonus una sola volta.

Bonus 10mila euro alle Pmi per la partecipazione alle fiere in Italia

Il bonus ha un importo massimo di 10 mila euro ed è assegnato per partecipare  alle fiere internazionali organizzate in Italia. A prevedere il nuovo credito di imposta è l’articolo 25 bis del decreto legge numero 50 del 17 maggio 2022 (Dl “Aiuti”), atteso alla conversione in legge. Il provvedimento stanzia fondi per le imprese fino a 34 milioni di euro. Il bonus è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. Il credito di imposta andrà a favore in primis delle piccole e medie imprese (Pmi). La misura rientra negli incentivi volti a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi.

Credito di imposta fiere, in arrivo il sostegno alle Pmi italiane per l’export

Il bonus di 10 mila euro per ciascuna Pmi rappresenta un credito di imposta diverso rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese. Quest’ultimo, infatti, eroga risorse alle imprese per partecipare alle fiere e ai congressi internazionali, svolti anche in Italia. L’incentivo del provvedimento “Aiuti” sostiene unicamente la partecipazione alle fiere e alle mostre internazionali che si terranno nel territorio italiano. Il credito di imposta si concretizza, dunque, come un sostegno al settore delle fiere italiane dopo i mesi di chiusura e di penalizzazioni per l’emergenza Covid. L’incentivo permette tuttavia anche di favorire l’internazionalizzazione delle Pmi italiane che, da sole, generano il 50% circa dell’export, secondo quanto calcolato dall’Associazione delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese fino al 30 novembre 2022?

La novità del decreto “Aiuti” sul bonus per la partecipazione alle fiere internazionali, prevede un incentivo a ciascuna piccola e media impresa per un importo corrispondente a 10 mila euro. Il credito di imposta mira a sostenere proprio i costi sostenuti dalle imprese a tale obiettivo. E pertanto, tra i costi ammissibili, rientreranno quelli direttamente imputabili alla presenza in fiera. Il limite percentuale di sostegno alle imprese è fissato nel 50% delle spese sostenute. Il credito di imposta avrà validità fino al 30 novembre 2022 a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, pertanto, maggiori dettagli dell’incentivo con la conversione in legge del provvedimento, prevista entro il 16 luglio prossimo. prossimo.

Partecipazione alle fiere, alle imprese crediti di imposta in regime de minimis e presentazione domanda

Gli aiuti per la partecipazione delle imprese alle fiere internazionali svolte in Italia rientrano nel regime de minimis. Ciò significa che le imprese possono accedere agli incentivi nei limiti del plafond degli aiuti pari a 200 mila euro su base triennale. Per la presentazione della domanda ciascuna impresa dovrà possedere:

  • un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). È a questo indirizzo che il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) rilascia il bonus;
  • le coordinate di un conto corrente bancario intestato all’impresa;
  • ulteriori requisiti come la sede operativa in Italia; l’iscrizione nel Registro delle imprese; l’autorizzazione a partecipare a fiere internazionali del settore; l’aver sostenuto o sostenere spese per le fiere internazionali; non aver già ottenuto contributi per la stessa finalità.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi a fondo perduto elargiti da Simest, si possono presentare da ieri, 12 luglio 2022, le domande per gli incentivi e i finanziamenti agevolati rientranti nel Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per le esportazioni. I contributi a fondo perduto rientrano nelle missioni di investimento del Programma Next Generation EU, con attuazione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione dei bonus è affidata a Simest secondo i requisiti e nelle modalità delineate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio 2022. Si possono incentivare le spese digitali per una quota del 50% e oltre dei contributi richiedibili; più i costi sostenuti per la promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Incentivi mobilità sostenibile e diffusione autobus elettrici

Il Mise mette a disposizione il fondo per la mobilità sostenibile finalizzato alla filiera di autobus elettrici. Le domande potranno essere presentate dal 25 luglio 2022 . Ecco i dettagli.

Chi può ottenere gli incentivi per la mobilità sostenibile e la diffusione di autobus elettrici?

L’incentivo è rivolto a imprese dei settori Metallurgia, Elettronica, Meccanica, Autoveicoli e altri mezzi di trasporto con codici Ateco:

  • 24.25;
  • 26.27;
  • 28.33;
  •  29.30.

È rivolto a piccole, medie e grandi imprese che effettuano investimenti al fine di promuovere la mobilità sostenibile attraverso la produzione di veicoli elettrici e connessi. Sono esclusi dall’agevolazione i veicoli ibridi.

Questo particolare incentivo prevede la possibilità di ottenere contributi a fondo perduto, agevolazioni nell’accesso al credito e una combinazione tra queste due tipologie di aiuto. Si è detto che la piattaforma per poter accedere agli incentivi per la mobilità sostenibile e per la diffusione di autobus elettrici sarà aperta dal 25 luglio, la stessa prevede la chiusura a esaurimento dei fondi, proprio per questo motivo è importante presentare l’istanza il prima possibile.

Quali opere possono godere degli incentivi?

Il fondo è diretto a finanziare attraverso contributi a fondo perduto :

  • ottimizzazione produzione di sistemi di trazione elettrica;
  • produzione di nuove architetture di autobus finalizzate al passaggio verso sistemi di alimentazione elettrici, alleggerimento dei veicoli, digitalizzazione dei veicoli e dei loro componenti;
  • produzione di componentistica per autoveicoli per il trasporto pubblico e nuove tecnologie IoT;
  • standardizzazione e industrializzazione di sistemi di ricarica e di rifornimento, sviluppo di tecnologie finalizzate alla produzione di sistemi di smart charging per autobus elettrici;
  • produzione di sensori e sistemi digitali per la guida assistita, per la gestione delle flotte, per la sicurezza, monitoraggio continuo e manutenzione predittiva.

Quali interventi possono ottenere le agevolazioni per mobilità sostenibili e autobus elettrici?

Il finanziamento può riguardare:

  • la creazione di una nuova unità produttiva;
  • ampliamento della capacità di un’unità produttiva precedentemente esistente;
  • riconversione di un’unità produttiva al fine di ottenere prodotti precedentemente non fabbricati;
  • la ristrutturazione di un’unità produttiva intesa come cambiamento fondamentale del processo produttivo esistente.

Limiti agli incentivi

L’investimento ammissibile ha un ammontare massimo di 20 milioni di euro e minimo di un milione di euro e prevede l’agevolazione per:

  • acquisto suolo e sue sistemazioni nel limite del 10% del totale della spesa;
  • opere murarie e assimilate nel limite del 50% della spesa;
  • infrastrutture specifiche aziendali;
  • acquisto macchinari, impianti, attrezzature nuovi di fabbrica;
  • programmi informatici, brevetti, licenze, Know how. In questo caso per le imprese di grandi dimensioni l’investimento in questa categoria non può superare il 50% delle spese ammissibili.

I piani di investimento devono essere realizzati successivamente alla presentazione della domanda per ottenere le agevolazioni previste per la mobilità sostenibile e la filiera autobus elettrici e devono essere conclusi entro 36 mesi dalla data del provvedimento di concessione dell’aiuto e comunque entro i termini previsti dal PNRR e con tempistiche tali da garantire l’attivazione della produzione di autobus entro il 30 giugno 2026.

L’articolo 5 del decreto ministeriale sottolinea anche che le imprese beneficiarie nel caso in cui la realizzazione del piano di investimento comporti un incremento occupazionale, si impegnino all’assunzione di percettori di interventi di sostegno al reddito o che comunque risultino disoccupati, naturalmente avendo come riferimento sempre la tipologia di fabbisogno dell’impresa.

Se sei un’impresa interessata agli incentivi per la mobilità sostenibile e la diffusione di autobus elettrici, puoi scaricare il decreto completo, seguendo il link: Decreto ministeriale incentivi mobilità sostenibile e diffusione autobus elettrici

Leggi anche: Reddito di cittadinanza: gli sgravi contributivi per le assunzioni: novità

Per una scheda sintetica vai al sito incentivi.gov

 

Bar e ristoranti, contributi fino a 30mila euro per macchinari professionali

A favore del settore della ristorazione sono in arrivo i contributi a fondo perduto fino a 30 mila euro per comprare macchinari professionali. Bar e ristoranti hanno la possibilità di coprire fino al 70% del prezzo di acquisto dei macchinari senza incidere sulle imposte. Le risorse stanziate dal governo ammontano a 56 milioni di euro. I fondi sono distribuiti in 25 milioni di euro per l’anno in corso e 31 milioni per il prossimo anno.  In particolare, gli incentivi sono stati predisposti dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali a sostegno delle aziende che operano nella ristorazione.

Beni durevoli e innovativi a bar e ristorante: c’è l’incentivo del 70% entro il limite di 30mila euro

I 56 milioni di euro saranno assegnati a bar e ristoranti come copertura delle spese effettuate, fino al 70% del costo, per un tetto massimo dei macchinari acquistati di 30 mila euro per ciascuna azienda. Le spese ammissibili riguardano la fornitura di macchinari professionali e di altri beni strumentali. Si tratta di beni che dovranno possedere due caratteristiche: essere innovativi e durevoli. I riferimenti normativi della misura sono contenuti nella Gazzetta ufficiale numero 155 del 5 luglio scorso. La misura di riferimento è il decreto del ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali del 29 aprile scorso.

Chi può beneficiare degli incentivi per l’acquisto di beni durevoli riservati a bar e ristoranti?

Ammessi al finanziamento per l’acquisto di macchinari e beni durevoli sono le aziende che svolgono, in maniera prevalente, le attività indicate dai codici Ateco:

  • 56. 10, relativa ai servizi di ristorazione mobile;
  • 56.21, inerente la fornitura di pasti preparati e catering per gli eventi;
  • 56. 30, attività dei bar e gli altri servizi inerenti che non abbiano la cucina.

I dettagli delle imprese che possono presentare domanda per gli incentivi sui macchinari sono relative alle comunicazioni inviate all’Agenzia delle entrate con il modello AA7 e AA9. Inoltre, le aziende che presentano domanda devono essere iscritte al Registro delle imprese da non meno di 10 anni.

Richiesta di incentivi per l’acquisto di macchinari: cosa fare se non si hanno i 10 anni di iscrizione al Registro delle imprese?

Se non si hanno i 10 anni di iscrizione al Registro delle imprese, per la richiesta degli incentivi le imprese devono aver comprato prodotti con certificazione:

  • Igp;
  • Dop;
  • Sqnz;
  • Sqnpi;
  • prodotti biologici nell’anno che precede la pubblicazione del decreto dello scorso aprile.

Contributi a fondo perduto sui macchinari bar e ristoranti: non incidono sulla base imponibile imposte e valore produzione

L’incentivo fino al 70% del costo dei macchinari sono erogati sotto forma di contributi a fondo perduto. Gli incentivi rientrano nella disciplina comunitaria, in materia di aiuti di Stato alle imprese, relativi alla sezione 3.1 del Temporary Framework. L’ottenimento del contributo fino al 70% entro il limite di costi di 30 mila euro, inoltre, non concorre a formare la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi. Infine, l’ottenimento dei contributi non incide nemmeno sulla formazione del valore netto della produzione.