Autonomi, artigiani e commercianti, professionisti: come si determinano i contributi previdenziali?

I lavoratori autonomi sono chiamati a versare entro il 30 giugno il conguaglio contributivo. Oltre a mettersi in regola con il Fisco, infatti, in questo mese i titolari di partita Iva, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti e, in generale, i lavoratori autonomi hanno l’onere di versare all’Inps il conguaglio dei contributi. Che si concretizza nel versamento del saldo dei contributi dallo scorso anno e nel 1° acconto per l’anno 2022.

Lavoratori autonomi, entro il 30 giugno 2022 il versamento del saldo contributi del 2021 e l’acconto del 2022

L’onere riguarda i cosiddetti “free lance”, iscritti alla gestione separata dell’Inps. La scadenza per il versamento del conguaglio contributivo è fissata al 30 giugno 2022. Si può, in ogni modo, pagare entro il 22 agosto prossimo, ma con la maggiorazione dello 0,40%. Lo stesso Istituto previdenziale è intervenuto nei giorni scorsi per ricordare agli iscritti alle Gestioni speciali artigiani e commercianti e agli iscritti alla Gestione separata il dovere di compilare il quadro RR del modello “Redditi 2022 Pf” (persone fisiche) e la riscossione dei contributi dovuti a saldo per il 2021 e l’acconto del 2022.

Da chi deve essere compilato il Quadro RR?

In particolare, il Quadro RR del modello “Redditi 2022 PF deve essere compilato “dagli iscritti alle Gestioni dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali e del terziario, nonché dai lavoratori autonomi che determinano il reddito di arte e professione così come disciplinato dall’articolo 53, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, numero 917 (Testo unico delle imposte sui redditi – Tuir), e sono iscritti alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, numero 335, per la determinazione dei contributi dovuti all’Inps”.

Artigiani e commercianti, come funziona il versamento dei contributi Inps?

Per gli artigiani e i commercianti il saldo dei contributi previdenziali deve essere calcolato sul complessivo dei redditi di impresa denunciati per il calcolo dell’Irpef. I redditi devono essere stati prodotti nello stesso anno al quale gli stessi contributi fanno riferimento. Sui contributi dovuti per l’anno 2021, i titolari delle imprese commerciali ed artigiane, nonché i soci titolari di una propria posizione assicurativa, sono chiamati ai versamenti contributivi sia per sé che per le persone che svolgono la propria attività lavorativa nell’impresa. Si tratta, dunque, dei collaboratori e dei familiari che devono completare la sezione I del Quadro RR.

Come si determina il reddito imponibile?

Per la determinazione del reddito imponibile da assoggettare al calcolo dei contributi previdenziali, gli iscritti alle gestioni Inps devono prendere in considerazione il totale dei redditi di impresa ottenuti nel 2021, sottraendo eventuali perdite dei periodi di imposta. Pertanto, la formula per il calcolo della base imponibile è la seguente:

RF63 – (RF 98 + RF 100, col. 1 + col. 2) + [RG 31 – (RG 33 + RG 35, col. 1 + col. 2)] + [somma algebrica (colonne 4 da RH 1 a RH 4 con codice 1 e 5 indicato in colonna 2 e colonne 4 da RH 5 a RH 6) – RH 12 col. 1- RH 12 col. 2] + RS 37 colonna 15.

Quali sono le aliquote da applicare per i commercianti e gli artigiani?

Le aliquote che agli artigiani e i commercianti devono applicare alla base imponibile per la determinazione dei contributi previdenziali sono:

  • il 24% per gli artigiani e il 24,09% per i commercianti sulla parte di reddito annuale che eccede i 15.593 euro e fino al limite di 47.379 euro;
  • il 24,55% gli artigiani, ovvero il 24,64% per i commercianti, tra 47.379 e 78.965 euro. Il limite sale a 103.055 euro per i contribuenti che non hanno contributi versati alla data del 31 dicembre 1995.

Commercianti e artigiani, cosa deve fare chi ha già versato un acconto nello scorso anno?

I commercianti e gli artigiani che lo scorso anno avessero versato l’acconto percentuale del reddito di impresa dichiarato per il 2020 in misura maggiore rispetto al minimale di 15.593 euro, devono versare il conguaglio. Tale somma va calcolata sui redditi conseguiti in maniera effettiva nel corso del 2021.

Versamento del primo acconto del 2022 dei commercianti e degli artigiani

Il versamento del primo acconto per il 2022 da parte dei commercianti e degli artigiani deve essere calcolato considerando l’aumento definitivo dell’aliquota contributiva al 24% (per i commercianti il 24,48%). Il minimale di reddito per il 2022 corrisponde, invece, a 15.710 euro, il massimale a 80.465 euro. Pertanto, le due categorie di lavoratori autonomi devono versare rispettivamente per il primo acconto dei contributi previdenziali:

  • il 24% gli artigiani sul reddito di impresa fino a 48.279 euro e il 25% sulla quota eventualmente eccedente fino al limite di 80.465 euro;
  • il 24,48% i commercianti sul reddito di impresa fino a 48.279 euro e il 25,48% sulla quota eventualmente eccedente fino al limite di 80.465 euro.

Per i collaboratori giovani è previsto uno sconto purché l’età non ecceda i 21 anni.

Commercianti e artigiani che nel 2021 avevano dichiarato un reddito d’impresa eccedente i 15.593 euro: cosa fare?

Pertanto, gli artigiani e i commercianti con un reddito di impresa riferito all’anno 2021 eccedente i 15.593 euro (il tetto del minimale) devono versare adesso:

  • il 22,80% gli artigiani;
  • il 23,28% i commercianti.

Queste percentuali scaturiscono dalla differenza tra il reddito di impresa risultante dall’Unico 2022 e il limite stabilito dal minimale di 15.710 euro.  Inoltre, le percentuali aumentano a:

  • 23,80% per gli artigiani;
  • 24,28% per i commercianti;

per la parte di reddito di impresa del 2021 tra i limiti di 48.279 euro e 80.546 euro. Infine, entro il 30 novembre 2022 bisogna pagare le quote del secondo acconto, applicando le medesime percentuali.

Liberi professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps, come si calcola il saldo?

I liberi professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps devono calcolare il saldo risultante dal reddito del 2021. Al limite di 103.055 euro deve essere applicata la percentuale del 25,98%. In alternativa si paga il 24% se si è già pensionati o assicurati. Al risultato vanno detratti gli acconti di giugno e di novembre già pagati nel 2021.

Professionisti, come calcolare gli acconti?

Ai fini del calcolo degli acconti nella percentuale del 40% è necessario considerare:

il reddito del professionista, maturato nell’anno 2021 ai fini dell’Irpef risultante dall’Unico 2022, nel tetto di 103.055 euro. Questo limite è riferito al reddito imponibile del 2021;

  • applicare la percentuale del 10,392%, pari al 40% dei contributi dovuti calcolati sul 25,98%;
  • oppure applicare la percentuale del 9,6%, pari al 40% dei contributi dovuti, calcolati sul 24% (pensionati o già assicurati).

Entro quanto è necessario procedere con i versamenti?

I commercianti e gli artigiani devono versare i contributi dovuti sulla quota di reddito eccedente il minimale e gli iscritti alla Gestione separata dell’Inps la contribuzione dovuta entro le scadenze fissate per il versamento delle imposte sui redditi. Per il 2022, tali scadenze sono fissate al:

  • 30 giugno (o 22 agosto 2022 per chi si avvale della rateizzazione) per il saldo 2021 e il 1° acconto 2022;  e
  • 30 novembre 2022 per il 2° acconto.

Maggiorazione dovuta dello 0,40% per chi paga dopo la scadenza del 30 giugno

Commercianti, artigiani, professionisti e partite Iva che pagano i contributi del saldo 2021 e del 1° acconto del 2022 dopo il 30 giugno 2022 devono calcolare la maggiorazione dello 0,40%. I contribuenti versano questa maggiorazione a titolo di interessi per evitare eventuali sanzioni per il ritardato pagamento. La quota della maggiorazione deve essere versata in via separata rispetto ai contributi. Si utilizzano le seguenti causali:

  • Api, per gli artigiani e codeline Inps usata per versare il corrispondente contributo;
  • Cpi, per i commercianti e codeline Inps usata per versare il corrispondente contributo;
  • Dppi per il libero professionista.

Come si effettua la rateizzazione? 

Per artigiani e commercianti la rateizzazione si può fare solo per i contributi dovuti sulla parte di reddito oltre il minimale imponibile a saldo per il 2021 e per il 1° acconto del 2022. Vanno escluse, dunque, le quote contributive entro il minimale. I professionisti, invece, possono procedere con la rateizzazione sia sul saldo del 2021 che sul 1° acconto del 2022. La prima rata deve essere versata entro la data di scadenza del saldo o dell’acconto differito. Le restanti rate, invece, hanno la scadenza indicata nel modello “Redditi 2022 Pf”. In ogni modo, il versamenti delle rate devono terminare entro il 30 novembre 2022. Per stabilire l’importo delle rate è necessario far riferimento alle modalità inserite nelle istruzioni al modello “Redditi 2022 Pf”, nella sezione relativa alle Modalità e termini di versamento – Rateazione.

Aumentano i contributi per gli infermieri liberi professionisti

 

Tempi duri anche per gli infermieri liberi professionisti che, già stretti nella morsa di una professione gravosa, si trovano alle prese con una riforma della loro cassa di previdenza più pungente di qualsiasi puntura.

Il consiglio di indirizzo generale ha da poco approvato l’aumento della loro contribuzione integrativa: coloro che sono iscritti all’Enpapi dovranno pagare il 4% sull’imponibile conseguito, calcolato nelle parti del 2% quale incremento del montante, e del 2% per il fondo delle spese di gestione e solidarietà.

La riforma non è ancora cosa di legge e verrà trasmessa verso la metà di ottobre ai ministeri vigilanti, “affinché le misure, finalizzate al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni, entrino in vigore dal 1° gennaio 2012” – ha dichiarato ad Ansa il Presidente dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica, Mario Schiavon.

Abbiamo fatto una valutazione sul tasso di sostituzione, perché chi lavora per un’intera vita porti a casa oltre il 60%” – ha proseguito.

Secondo l’esito degli studi tecnici, poi, con l’applicazione del regime ideato si andrebbe dall’attuale 27% a un futuro 62%.

Ineludibile un ritocco al contributo soggettivo, da compiere attraverso un innalzamento progressivo, in cinque anni, dell’aliquota dal 10% fino al 16% del reddito netto; l’incremento percentuale sarà di due punti per il primo anno e di uno per i successivi, con la possibilità di procedere a un riscatto facoltativo, per adeguare alla nuova regolamentazione gli anni versati”.

Per ulteriori informazioni: ENPAPI

Fisco: nuovi software disponibili per gli studi di settore

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, sono disponibili due nuovi software, entrambi destinati all’utilizzo da parte dei contribuenti soggetti agli studi di settore. Si chiama Gerico 2011 il programma principale, corredato da uno ulteriore che consente di spiegare al Fisco come mai la propria situazione reddituale si discosta dalla previsione dello studio.

Gerico 2011 permette ad imprese e lavoratori autonomi di calcolare la congruità dei loro ricavi/compensi, comprensivi della normalità, e della coerenza, ai fini della presentazione della dichiarazione Unico 2011. E’ possibile usare l’applicativo online (versione cloud computing) oppure scaricando il software.

Chi avesse ricevuto comunicazioni relative ad incongruenze per il 2007-2009 è disponibile l’applicativo che permette l’invio telematico della “giustificazione” degli errori e/o delle imprecisioni segnalati nella comunicazione. Indicare, cioè, i motivi che hanno generato il “disallineamento” della propria performance “produttiva”, nei confronti degli studi (disponibile a partire dal 15 giugno). Per utilizzare i software è necessario possedere i codici di accesso ottenibili registrandosi nell’area “servizi telematici” del sito dell’Agenzia delle Entrate.

M. Z.

AssoDeejay chiede un registro dei professionisti regolari

Gli operatori del settore della musica da intrattenimento e DeeJay chiedono un registro che tuteli l’attività svolta da chi versa regolarmente i contributi. Mario Di Gioia presidente di AssoDeejay, Associazione nazionale deejay artisti esecutori spiega che “L’illegalità e il mancato riconoscimento della figura professionale stanno minando il settore che conta un patrimonio di 20mila operatori. Stiamo, infatti, lavorando per ottenere un registro che tuteli l’attività svolta da chi versa regolarmente i contributi“.

“Non dimentichiamo che gli artisti, per le loro prestazioni, sono obbligati, a fini fiscali, a emettere fattura mentre, analogamente ai dipendenti, in materia previdenziale, sono obbligati a pagare i relativi contributi e oneri, senza però avere la possibilità di detrarre i costi legati all’attività (spese di trasporto della strumentazione, di promozione e pubblicità, di abbigliamento, di gestione, di sala prove, di vitto e alloggio e di autostrada) e senza tutele in caso di disoccupazione e di infortuni”.

E grazie alla proposta di legge 1550 ‘Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell’intrattenimento e dello svago’, firmata dai deputati Fiorella Ceccacci Rubino e Giuliano Cazzola, speriamo di risolvere la situazione”. “I deejay – conferma Mario Di Gioia – sono vittime dell’illegalità che continua a minare la concorrenza”. Spesso si tratta di giovani che si improvvisano professionisti ma che non lo sono. Per questo sarebbe giusto creare un registro al fine di tutelare la categoria.

Mirko Zago

Commercialisti: è possibile anticipare contribui anche durante il tirocinio

I commercialisti tirocinanti potranno iniziare a versare i contributi previdenziali anche durante il periodo di “prova” scegliendo tra la cassa dottori commercialisti e la cassa ragionieri. In sostanza anche il periodo precedente all’abilitazione torna utile ai fini previdenziali, che in ogni caso diverrebbe obbligatoria in seguito all’iscrizione all’albo.

Il ministero del lavoro ha approvato le due delibere della Cassa ragionieri del 10 aprile 2008, con le quali l’Ente richiedeva la possibilità della preiscrizione dei tirocinanti e l’estensione della polizza sanitaria integrativa. Le delibere sono state successivamente impugnate dalla Cassa dei dottori commercialisti, ancora in attesa della data dell’udienza di trattazione nel merito.

L’iter è valido anche per gli esperti contabili che faranno appoggio alla Cassa dei ragionieri in quanto attualmente la Cassa dei commercialisti non accetta la loro iscrizione.

M. Z.