Agricoltura, contributi a fondo perduto per il recupero del patrimonio rurale

Ammontano a 590 milioni di euro le risorse dei bandi regionali per il recupero degli immobili e degli edifici rurali. Si tratta di incentivi per restaurare e valorizzare il patrimonio paesaggistico e architettonico degli edifici e dei casali rurali. L’obiettivo di spesa dei fondi è quello di preservare gli immobili rurali al fine di valorizzarne il patrimonio materiale, immateriale e culturale. Ma anche di promuovere le attività del turismo sostenibile, legate alle tradizioni e alle culture locali.

Contributi a fondo perduto per il recupero rurale, quali opere sono finanziate?

Il bando da 590 milioni di euro di contributi a favore del recupero rurale ammette vari interventi. Nel dettaglio:

  • il recupero di edifici e degli immobili rurali che, in origine, erano destinati a utilizzi abitativi, come le masserie e i casali;
  • edifici rurali per attività produttive, come frantoi, mulini, stalli e case coloniche;
  • il patrimonio religioso, come chiese rurali ed edicole votive;
  • le scuole e le masserie didattiche;
  • le strutture rurali che con il tempo sono state abbandonate.

Chi può presentare domanda per i contributi a fondo perduto del recupero degli edifici rurali?

Il bando dei contributi a fondo perduto per il recupero degli edifici rurali è regionale. Ciò significa che ciascuna regione emette il proprio bando, con le proprie tempistiche di presentazione delle domande. Le istanze dei soggetti interessati andranno a sostenere le iniziative di recupero e di restauro del proprio territorio. I requisiti per la presentazione delle domande sono uniformi su tutto il territorio nazionale. In particolare, possono partecipare al bando:

  • le persone fisiche;
  • gli enti non profit e profit privati, inclusi gli enti ecclesiastici e quelli del terzo settore;
  • le cooperative, le associazioni e le fondazioni;
  • le imprese, sia a carattere individuale che societaria.

Bando recupero immobili rurali, quali sono i requisiti richiesti per presentare la domanda?

Inoltre, chi presenta domanda per i contributi a fondo perduto per il recupero rurale deve essere, a sua volta, proprietario o detentore di immobili rientranti nel patrimonio culturale rurale alla data del 31 dicembre 2020. Si può essere possessore dell’immobile a qualsiasi titolo. I vincitori del bando dovranno portare a termine le attività di recupero e culturali previste dal bando per un periodo non inferiore a cinque anni.

Quali attività sono previsti dal bando recupero immobili rurali delle regioni?

Le attività ammissibili dal bando di recupero degli immobili rurali, al fine di ottenere i contributi a fondo perduto, sono le più svariate. Oltre al recupero dal punto di vista edilizio e architettonico e della valorizzazione paesaggistica, il bando ammette anche attività di tipo sociale e culturale. Ad esempio, possono essere realizzati spazi da destinare a servizi di tipo sociale, turistico e ricettivi, all’educazione ambientale, alla conoscenza del territorio e al funzionamento delle imprese agricole.

Contributi e finanziamento per il recupero edifici rurali, ammissibili le spese degli impianti termici

I progetti che otterranno maggiore considerazione in termini di punteggio saranno quelli che presenteranno obiettivi e soluzioni compatibili con la transizione ecologica e con il ricorso a fonti energetiche alternative. A tal proposito, oltre ai lavori edilizi, negli interventi dovranno rientrare anche l’acquisto e l’installazione di impianti termici, comprendendo nei contributi anche le spese per le attrezzature, gli impianti e i vari pareri, nulla osta e consulenze dei tecnici.

Quando dovranno essere avviati i lavori di risanamento e di recupero degli immobili rurali?

I lavori di risanamento e di recupero edilizio, paesaggistico e architettonico per i vincitori dei bandi regionali ai fini dell’ottenimento dei contributi a fondo perduto dovranno essere iniziati entro il 30 giugno del 2023 e conclusi non oltre il 31 dicembre 2025. Il mancato rispetto delle date comporta la revoca dei contributi ottenuti.

Quali contributi e finanziamenti si possono ottenere con i bandi regionali di risanamento conservativo degli edifici rurali?

I contributi che si possono ottenere con i bandi emanati dalle regioni per il recupero e il restauro degli immobili rurali consistono:

  • in un contributo fino al limite di 150 mila euro come forma di cofinanziamento entro l’80% dei progetti di investimento;
  • il contributo può salire fino al 100% se l’immobile oggetto di lavori risulti dichiarato di interesse culturale. Rimane il limite dei 150 mila euro per intervento;
  • modifiche alle risorse disponibili variano a seconda delle regioni.

Come presentare domanda per i bandi regionali di recupero del patrimonio rurale?

Ogni Regione emette il proprio bando per i contributi finalizzati al recupero del patrimonio rurale e fissa le date per la presentazione delle domande. Alcune regioni hanno già fissato i termini delle istanze. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia e la Campania aprono le pratiche il 26 aprile 2022 e la scadenza delle domande è fissata al 20 maggio 2022. Da domani, 22 aprile, si potranno presentare le domande per la Regione Sardegna. Tuttavia, la piattaforma per la presentazione delle domande è unica per tutte le Regioni. È necessario collegarsi al Portale Paesaggi Rurali gestito dalla Cassa depositi e prestiti e autenticarsi con l’indirizzo di posta elettronica e la password.

Agricoltura: le aliquote contributive per i lavoratori agricoli 2022

L’INPS ha fissato le aliquote contributive previste per le aziende agricole per il 2022, ecco nel dettaglio quanto sarà necessario pagare e gli importi a carico delle aziende e dei lavoratori.

Aliquote contributive per i lavoratori agricoli 2022

L’INPS con la circolare 31 del 25 febbraio 2022 ha provveduto a determinare le aliquote contributive per le aziende agricole per il 2022 per dipendenti a tempo determinato e indeterminato.

Il decreto legislativo 146 del 1997 stabilisce che, l’aliquota contributiva dovuta al Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD) a carico del datore di lavoro nel settore dell’agricoltura ogni anno debba essere aumentata di 0,20 punti percentuali fino al raggiungimento dell’aliquota del 32%. Resta invece invariata, in quanto ha già raggiunto il massimo, l’aliquota a carico del lavoratore.

In applicazione di questa normativa l’INPS sottolinea che per il 2022 l’aliquota contributiva a carico del datore di lavoro sarà del 29,70% complessivamente, di questa la quota a carico del lavoratore resta ferma all’8,84%.

Resta invece invariata l’aliquota contributiva prevista per le aziende agricole che si occupano di trasformazione, manipolazione di prodotti agricoli zootecnici e di lavorazione di prodotti alimentari con processi produttivi di tipo industriale. Questa infatti ha raggiunto il 32% già nel 2011. E’ stata inoltre aggiunta l’aliquota dello 0,30% , corrispondente all’ “aliquota contributiva di finanziamento per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria ed alle forme sostitutive ed esclusive della medesima” prevista dall’articolo 1 comma 769 della legge 296 del 2006.

Ricordiamo che questo comma prevede anche che l’aliquota massima non può superare il 33%. Sintetizzando per questa tipologia di azienda agricola l’aliquota contributiva complessiva è del 32,30%.

L’ aliquota a carico del lavoratore è dell’8,84%. La stessa viene trattenuta dal datore di lavoro e versata in conto del lavoratore. Di conseguenza non sono richiesti adempimenti da parte del lavoratore.

Aliquote contributive 2022 cooperative e consorzi agricoli

La legge 30 dicembre 2021 n° 34 ha esteso l’accesso alla NASpI ai lavoratori di consorzi e cooperative agricole che si occupano di trasformazione, manipolazione e commercializzazione di prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci. Potranno accedere a tale sostegno

  • operai agricoli a tempo indeterminato;
  • apprendisti;
  • soci lavoratori.

Visto tale importante cambiamento, dal 1° gennaio 2022 tali cooperative e consorzi saranno tenuti a versare il contributo al finanziamento della NASpI.

Non sono più assoggettati all’aliquota contributiva del 2,75% per la disoccupazione agricola .

Aliquote contributive INAIL

Nella circolare viene sottolineato che non cambiano le aliquote contributive INAIL che restano:

  • 10,1250% Assistenza Infortuni sul Lavoro;
  • 3,1185% Addizionale Infortuni sul Lavoro.

Agevolazioni contributive aziende agricole 2022

La circolare 31 dell’INPS sottolinea che anche per il 2022 sono previste agevolazioni contributive per le aziende localizzate in zone particolarmente svantaggiate. Si riduce del 75% l’aliquota applicata nelle zone particolarmente svantaggiate (ex zone montane) e del 78% quella prevista per territori svantaggiati.