Calano le imprese, ma è boom di imprenditori under 35

Il saldo tra aperture e chiusure di imprese nel terzo trimestre è stato sì positivo per quasi 13mila unità, ma anche il più basso degli ultimi dieci anni e delle quasi 300mila imprese nate tra inizio anno e la fine di settembre, più di un terzo hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni. A dispetto della crisi, la voglia di mettersi in gioco per i giovani connazionali non manca nemmeno in un periodo storico economicamente drammatico come questo.

Come dimostra un’indagine di Unioncamere, presentata in occasione della 138/a assemblea delle Camere di Commercio, contro ogni previsione la culla di questa rinnovata vitalità è il Sud Italia, dove ha sede il 38,5% delle nuove piccole o micro imprese giovanili. I settori maggiormente in voga tra gli imprenditori under 35 sono il commercio (20,5%), l’edilizia (9,4%) e la ristorazione (5,6%). «C’è una generazione di giovani che non si rassegna a lasciare l’Italia, né si arrende al vento della protesta ma si rimbocca le maniche – ha affermato il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanelloe guarda con coraggio al domani. Sono giovani che escono dal mondo della scuola ma anche, spesso per colpa della crisi, dal mondo del lavoro e che hanno trovato la forza di puntare su un’idea e sulle proprie competenze. A questi italiani dobbiamo intanto dire grazie ma soprattutto creare le condizioni per aiutarli a realizzare il loro progetto di vita. Abbiamo il dovere di dare loro un paese più moderno, più efficiente e più credibile. Senza dimenticare però le difficoltà in cui versano le famiglie e le aziende che si vedono ridurre ulteriormente gli impieghi da parte delle banche. L’Italia ha bisogno di energie e talenti».

Segnali di ripresa? Ecco cosa ne pensa l’Europa

La nostra settimana dedicata all’approfondimento dei, seppur timidi e contenuti, segnali di ripresa economica che hanno fatto “gridare al miracolo” il governatore di Bankitalia Ignazio Visco nei giorni scorsi, dopo aver interpretato con cura i numeri di tali crescita e aver ascoltato le voci delle principali associazioni di categoria, continua attraverso i commenti che arrivano direttamente da Bruxelles

“Nonostante qualche piccolo segnale di crescita in Italia l’economia mostra ancora segni di debolezza e l’incertezza politica frena gli investimenti e di conseguenza una ripresa più decisa e risolutiva”, dichiara il commissario Ue agli Affari economici e vicepresidente della Commissione Europea Olli Rehn. Per descrivere la delicata situazone italiana, il politico finlandese si è lanciato in una metafora sportiva sempre attuale nel nostro Paese: “l’Italia è come la Ferrari, ci vuole un motore più competitivo ed essere pronti a cambiare e ad adeguarsi”.

Scontata invece la paternale sull’abolizione dell’Imu, provvedimento mai digerito a Bruxelles, perché “ha suscitato e scuscita preoccupazioni, rispetto allo spostamento degli oneri fiscali dai fattori produttivi verso altri cespiti” e aggiungendo che “sarà doveroso verificare la nuova service tax”. 

Jacopo MARCHESANO