Bonus bollette, come richiedere lo sconto per le spese di energia elettrica e gas?

Come richiedere il bonus bollette per ottenere gli sconti sulle spese di energia elettrica e gas? Con l’ultimo provvedimento approvato dal governo, il cosiddetto decreto “Aiuti”, cambiano le regole alla base del bonus sociale. In particolare, è necessario prestare attenzione all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), alla Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) e alla retroattività degli aiuti alle famiglie. Gli sconti sono stati estesi ai nuclei familiari disagiati anche al terzo trimestre del 2022. Ma entro il 30 giugno 2022 l’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, dovrà ridefinire gli aiuti sulla base dei prezzi correnti.

Bonus sociale, quali aiuti per i pagamenti delle bollette di luce e gas delle famiglie?

Con il decreto “Aiuti” il governo ha provveduto a un restyling del bonus sociale per la copertura di parte delle spese delle bollette dell’energia elettrica e del gas delle famiglie. In attesa della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”, si può confermare che il contributo statale andrà alle famiglie economicamente svantaggiate e ai cittadini che versino in gravi condizioni di salute. In particolare, il pacchetto di aiuti andrà a coprire il terzo trimestre (per i mesi di luglio, agosto e settembre) dell’anno. Risultano coperti i trimestri precedenti dai passati decreti.

Bonus bollette energia elettrica e gas, come ottenere gli aiuti?

Per il riconoscimento dei beneficiari del bonus bollette energia elettrica e gas vige il sostegno automatico. Infatti, il bonus è stato disposto già a partire dal 1° gennaio 2021 per i consumi di gas, acqua ed energia elettrica in via automatica ai nuclei familiari e ai cittadini rientranti nei requisiti richiesti. Per ottenere il bonus bollette è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) anno per anno e possedere un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) al di sotto del limite stabilito. Fino a tutto il 2022, varranno le Dsu presentate dal 1° gennaio scorso al 31 dicembre prossimo. Hanno diritto al bonus anche i percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza.

Chi può accedere al bonus bollette per gas ed energia elettrica?

L’accesso al bonus per le bollette del gas e dell’energia elettrica, per ciascun anno, è riconosciuto per un unico aiuto. Nello scorso anno, ciascuna famiglia o cittadino o percettore di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza aveva diritto a un unico bonus per ciascuna delle bollette:

  • del gas;
  • dell’energia elettrica;
  • dell’acqua.

L’accesso ai bonus è riconosciuto anche ai cittadini e alle famiglie (in condizioni di disagio economico) che vivano in condomini e che beneficino di forniture centralizzate.

Entro il 30 giugno 2022 l’Arera ridefinirà gli aiuti spettanti alle famiglie e ai cittadini sulle bollette

Tra le novità dei bonus per le bollette di gas ed elettricità in arrivo, c’è quella della ridefinizione degli aiuti da parte dell’Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente. La revisione degli aiuti per l’anno 2022 dovrà essere stabilita in un decreto che dovrà essere approvato entro il 30 giugno prossimo.

Bonus bollette, quale Isee è necessario?

Ulteriore novità in arrivo è quella dell’aumento del tetto Isee per la richiesta del bonus bollette. Infatti, è previsto l’innalzamento dell’Isee fino a 12 mila euro. Finora il limite dell’Isee è stato di 8.265 euro. Per le famiglie con quattro figli o più l’Isee massimo sarà di 20 mila euro. Il nuovo tetto dell’Isee sarà valido nel periodo dal 1° aprile al 31 dicembre 2022. A stabilirlo è stato il decreto legge numero 21 del 2022 (il cosiddetto decreto “Ucraina 2”). L’aumento dell’Isee ha consentito di aumentare i cittadini e le famiglie beneficiarie del bonus bollette: infatti, si calcola che i cittadini che riceveranno l’agevolazione saranno circa 5,2 milioni per un totale di 1,2 famiglie. Il bonus bollette permette di compensare l’importo spettante detraendolo dalle bollette successive.

Isee corrente, quando si usa?

Sono quattro le situazioni nelle quali si può utilizzare l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) corrente. Rispetto all’Isee ordinario, quello corrente consente di ottenere una situazione dei redditi e del patrimonio più aggiornata.

A quali redditi e patrimonio si riferisce l’Isee corrente e differenza con quello ordinario

L’indicatore corrente è richiesto in situazioni dove è necessario fornire la situazione familiare più recente rispetto all’Isee ordinario. Quest’ultimo, infatti, calcola la situazione dei redditi e del patrimonio risalente al secondo anno prima di presentare una domanda. Nell’istanza può essere richiesto di indicare la situazione economica e patrimoniale come avviene, ad esempio, per il Reddito di cittadinanza o per il rinnovo dello stesso.

Isee corrente quando cambia la situazione lavorativa

La prima necessità per la quale può essere necessario avvalersi dell’Isee corrente è quella relativa alla variazione della situazione lavorativa. Più nel dettaglio i casi nei quali è necessaria la presentazione dell’Isee corrente sono i seguenti:

  • per un lavoratore a tempo indeterminato la risoluzione del rapporto di lavoro;
  • la sospensione oppure la riduzione dell’attività lavorativa.

Lavoratori autonomi o a tempo determinato o con contratto flessibile: quando l’Isee corrente?

L’Isee corrente può essere necessario anche per chi proviene da un lavoro autonomo o con scadenza. Nel dettaglio:

  • per un lavoratore con contratto a tempo determinato oppure con un contratto flessibile, nel momento in cui non risulti più occupato e presenti una dichiarazione sostitutiva unica (Dsu, necessaria soprattutto per il Reddito di cittadinanza). È necessario, in ogni modo, aver lavorato per almeno 120 giorni nei 12 mesi che precedono l’ultimo lavoro svolto;
  • per un lavoratore autonomo che non risulta occupato alla data nella quale presenta la Dichiarazione sostitutiva unica. Anche in questo caso, è necessario che il lavoratore autonomo abbia cessato la propria attività che, in ogni modo, ha svolto in maniera continuativa per almeno 12 mesi.

Isee corrente per interruzione di trattamenti assistenziali, previdenziali o indennità

La seconda situazione nella quale può essere richiesto l’Indicatore della situazione economica equivalente è quella dell’interruzione dei trattamenti previdenziali, o assistenziali o le indennità esenti dall’Irpef. Rientrano in queste casistiche, il Reddito di cittadinanza, la carta acquisti, gli assegni per il nucleo familiare, gli assegni per le famiglie che hanno almeno tre figli minorenni, gli assegni di maternità assegnati dai Comuni, gli assegni di natalità, l’indennità Covid.

Isee corrente per redditi cambiati di oltre il 25%

La terza situazione nella quale può essere necessario l’Isee corrente è quella di una variazione netta dei redditi. Nel dettaglio, l’indicatore del reddito calcolato sui dati dell’anno prima che si presenta la Dichiarazione sostitutiva unica risulta differente di oltre un quarto (il 25%) rispetto alla situazione calcolata utilizzando i dati dei 2 anni prima.

Isee corrente e situazione patrimoniale

Analogamente, ed è l’ultima situazione di utilizzo dell’Isee corrente, può variare di molto la situazione patrimoniale. Più nel dettaglio si usa l’Isee corrente per situazioni patrimoniali riferite all’anno prima della presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica differente, di almeno il 20%, rispetto ai valori ottenuti con i dati dei 2 anni prima. Quest’ultimo utilizzo dell’Isee corrente è stato introdotto il 10 settembre 2021.

Tempistiche nella richiesta dell’Isee corrente

Risulta necessario conoscere quando può essere richiesto l’Isee corrente. Nei primi tre mesi di ogni anno (gennaio, febbraio e marzo), l’Isee corrente può essere richiesto, infatti, solo nel caso in cui siano intervenute variazioni della situazione del reddito. A partire dal 1° aprile, la richiesta può essere fatta per variazioni del reddito, del patrimonio, o per entrambi.

Per quanto tempo è valido l’Isee corrente?

Anche la validità dell’Isee corrente è diversa a seconda dei casi. Se l’Isee corrente è stato richiesto per una variazione del patrimonio, o del patrimonio e del reddito, la validità è fissata fino al 31 dicembre dell’anno in cui è stato presentato il modello. Per l’Isee richiesto solo in seguito alla variazione del reddito, la validità è fissata in 6 mesi. In ogni caso, per ulteriori variazioni della situazione lavorativa oppure per i trattamenti di varia natura, l’aggiornamento dei dati deve avvenire nel termine di 2 mesi.

Quali controlli sono previsti per l’Isee ordinario e corrente?

Sia l’Isee ordinario che quello corrente sono soggetti a dei controlli. In particolare, le verifiche vengono svolte dall’Inps e dall’Agenzia delle entrate. Inoltre, il controllo può avvenire sia alla presentazione di una domanda che in un momento successivo. Se dovessero mancare dei dati oppure se i dati sono diversi da quelli riscontrati, si può procedere con una nuova richiesta di Isee. Diversamente si può confermare la domanda già presentata, presentando anche gli opportuni documenti aggiuntivi.

Quando l’Isee corrente viene bloccato per due anni?

Se l’Isee corrente dovesse essere utilizzato per ottenere prestazioni agevolate ma le informazioni riportate sono mendaci, non si potrà richiedere la situazione temporanea per i successivi due anni.

Nuovo modello Isee al via

È stato approvato il nuovo modello di Dichiarazione sostitutiva unica per calcolare l’ Isee. Fra le novità introdotte c’è la possibilità di presentare la dichiarazione semplificata utilizzando il modello mini per la maggior parte delle situazioni ordinarie.

Con il nuovo corso dell’ Isee sarà possibile, come disse il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Poletti, “identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione, consentendo, al tempo stesso, di contrastare le tante pratiche elusive ed evasive purtroppo ancora diffuse nel nostro Paese”. La riforma sarà operativa dall’1 gennaio 2015.

L’ Isee, o indicatore della situazione economica equivalente, è utilizzato per fissare i parametri economici della famiglia che danno accesso a prestazioni sociali agevolate. Per calcolare l’ Isee e ottenere queste prestazioni è necessario presentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), ma nella maggior parte dei casi è sufficiente la compilazione del “modello mini”. Informazioni aggiuntive, e quindi la compilazione del modello ordinario, sono necessarie in caso di presenza nel nucleo familiare di figli i cui genitori non siano coniugati tra loro né conviventi; di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi o sospensione degli adempimenti tributari; di presenza nel nucleo di persone con disabilità e/o non autosufficienti; di richiesta di prestazioni per il diritto allo studio universitario.

Fra le novità del prossimo anno vi è anche la possibilità di presentare una richiesta di Isee corrente qualora si perda il lavoro o il reddito vari in misura superiore al 25% dell’attuale. In questo caso, non si farà riferimento alla sola situazione dell’anno precedente la dichiarazione, ma si terrà conto anche di ciò che è intervenuto nel frattempo. Prima di fare richiesta dell’ Isee corrente deve essere stata presentata la Dichiarazione sostitutiva unica e deve essere stata ricevuta l’attestazione con l’indicatore della situazione reddituale.

ISE 2012: ecco le novità

L’Inps, attraverso il messaggio 1485/2012, fornisce alcuni chiarimenti in merito alla valutazione del patrimonio immobiliare ai fini della definizione degli indicatori ISE o ISEE per le richieste di accesso alle prestazioni sociali ed ai servizi di pubblica utilità. In base alle indicazioni contenute nel messaggio l’Inps conferma che restano applicabili anche per il 2012 la disciplina ICI. Infatti, le innovazioni apportate alla materia hanno sollevato diversi dubbi interpretativi da più parti tanto che il nostro maggiore istituto previdenziale ha deciso di chiedere alcuni chiarimenti. La conferma arriva da una apposita interrogazione parlamentare presentata dall’Inps stesso trovando il parere condiviso anche dal Ministero delle Finanze.

L’Inps aveva sollevato un problema del coordinamento tra la modifica normativa dell’ICI e quella prevista così come disciplinato dell’ISE/ISEE. In effetti, per le disposizioni inerenti i criteri unificati di valutazione della situazione reddituale (articolo 4 e tabella 1, parte II, lett. a), del decreto legislativo n. 109/98) ai fini dell’indicazione del patrimonio immobiliare per il calcolo dell’ISE/ISEE occorre prendere a riferimento il valore degli immobili definito ai fini ICI al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica (DSU).

Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze ai fini della determinazione dell’indicatore del patrimonio immobiliare occorre fare riferimento al valore degli immobili determinato secondo i criteri di calcolo utilizzati ai fini ICI.

Non solo, dello stesso parere è anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che, in particolare, ha evidenziato che la norma ISE/ISEE richiede che l’indicatore del patrimonio immobiliare sia determinato considerando il valore dell’immobile al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della domanda.

Per l’anno 2011 la disciplina ICI risulta sempre in vigore, essendo sostituita dall’IMU soltanto a partire dal 1° gennaio 2012 e per questa ragione non sussistono incongruenze tra, almeno per il 2012, tra la disciplina ISE/ISEE e la modifica normativa che previsto l’introduzione dell’IMU.

Infine, si è anche chiarito che verrà presentato un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri entro il prossimo 31 maggio 2012 volto a risolvere preventivamente alcune incongruenze che si potrebbero presentare nel corso del 2013 su questa delicata materia.

Fonte: gazzettadellavoro.com