Stabili i prezzi della benzina

Il fine settimana, per quanto riguarda i prezzi della benzina, ha confermato il trend che, ormai, interessa il nostro Paese negli ultimi giorni.

Dopo il calo registrato la settimana scorsa, i prezzi dei carburanti si sono assestati, e vanno dall’1,824 euro/litro di Esso all’1,839 di Tamoil, con i no-logo che propongono la benzina a 1,735 euro/litro).
Per il diesel si passa dall’1,726 euro/litro di Eni all’1,737 di Tamoil, e no-logo a 1,611.
Il Gpl infine e’ tra 0,811 euro/litro ancora di Eni e 0,845 di Tamoil, con no-logo a 0,801.

Vera MORETTI

Prezzi della benzina ancora in calo

La benzina continua la sua discesa verso prezzi più bassi.

La situazione è comune per tutte le compagnie e vede una media nazionale della benzina che si assesta, in modalità servito, a 1,822 euro al litro (-0,2 centesimi), mentre il diesel scende a 1,735 euro.

I listini di Esso, Tamoil e TotalErg sono stati ritoccati, al ribasso, anche questa mattina.
Meno 5 millesimi sia per Esso, con benzina a 1,822 euro e diesel a 1,745, ma anche per la compagnia libica, che ha portato il prezzo della benzina verde a 1,830 euro e il gasolio a 1,729.
Per TotalErg, invece, -0,4 centesimi su benzina, a 1,830, e -0,7 su diesel, arrivato a 1,737.

I prezzi più cari sono quelli praticati da Q8: 1,839 la benzina e 1,740 il diesel

Vera MORETTI

Leggero calo della benzina nel week-end

Il fine settimana si è concluso con un lieve calo dei prezzi della benzina, con il diesel, invece, in leggero aumento.

A praticare i prezzi più bassi sia di benzina sia di gasolio è stato Eni, a quota rispettivamente 1,834 e 1741, quest’ultimo in comune con Esso. Si trattava di prezzi raccomandati, variati solo da TotalErg (giù di 0,5 cent euro/litro su benzina e diesel) e Tamoil, che, però, ha fatto diminuire dello 0,5 solo la verde e che, per quanto riguarda la benzina normale, ha praticato il prezzo più caro del week-end: 1,857. Diesel più caro, invece, da Q8: 1,749.

Ovviamente, le stazioni no-logo rimangono le più competitive e propongono benzina a 1,735 euro/litro e gasolio a 1,609, così come le massicce promozioni sul self, davvero vantaggiose rispetto al “servito”.

A livello Paese il prezzo medio praticato della benzina, con servizio, va dall’1,832 euro/litro di Eni all’1,847 di Tamoil. Per il diesel si passa dall’1,735 euro/litro di Esso all’1,742 di Q8. Il Gpl e’ tra 0,819 euro/litro di Eni e 0,860 di TotalErg.

Vera MORETTI

Il week end nero dei carburanti

Benzina alle stelle. Non sarà meglio andare sull’eco e sull’elettrico?

Dopo gli ultimi rialzi di oggi (da parte di Eni, Esso, Ip e Q8) la verde si avvicina alla soglia degli 1,9 euro al litro: in particolare Ip (che ha alzato i listini di un centesimo) e Q8 (+0,5 cent) consigliano un prezzo di 1,896 euro al litro. E’ quanto emerge dalle rilevazioni di Staffetta Quotidiana, secondo le quali non si registrano movimenti sulla rete del diesel.

A causa dell’incremento della tassazione che si è verificato sui carburanti (scattato tra marzo 2011 e marzo 2012) lo Stato incasserà, da oggi in avanti, 9,8 miliardi di euro in termini annui. E’ quanto emerge dalle stime di Federconsumatori e Adusbef, considerando i rialzi di accise e iva su benzina e gasolio.

Il rincaro della benzina, accumulato dal primo marzo 2011 al 23 marzo 2012, quindi in poco più di un anno, è pari a 43 centesimi al litro, corrispondente ad una ricaduta di 516 euro in termini annui per automobilista. Per il gasolio la stangata è di 504 euro annui.

Il peso delle tasse sulla benzina è arrivato al 58%, rappresenta oltre un euro sul un litro di verde. E’ quanto fanno sapere Adusbef e Federconsumatori. Elio Lannutti, presidente di Adusbef, sottolinea che “in Italia abbiamo i costi della benzina più alti d’Europa. Sono una dozzina le tasse una tantum che pesano sui carburanti, dall’Abissinia ai terremoti”. Per Rosario Trefiletti, numero uno di Federconsumatori, “se scatterà un ulteriore aumento dell’iva il problema assumerà una dimensione mostruosa”.

Fonte | Ansa.it

Caro benzina, uccisi dalle accise

di Davide PASSONI

Ci risiamo. Nuovo inizio di settimana e nuovo record per benzina e gasolio. Stavolta il primato (si fa per dire…) spetta a Shell dove, secondo le rilevazioni di Staffetta quotidiana, siamo a arrivati 1,865 euro al litro per la verde e a 1,780 euro per il diesel.

Dove vogliamo arrivare? Secondo qualcuno, a 2 euro al litro per la benzina nelle prossime vacanze di Pasqua. Come sempre, in occasione di ponti, esodi, ferie assortite. Ma non diamo la colpa ai petrolieri e ai gestori delle pompe; le loro responsabilità le hanno eccome, per carità, ma vogliamo parlare di quanto incidono le tasse sul costo di un litro di carburante?

Il 58% del prezzo della benzina e il 52% di quello del gasolio è formato da tasse, un mix mortale di accise e Iva, che, nel caso della verde, su 1,80 euro/litro vale circa 1,10 euro. Tutta ciccia che finisce in tasca al fisco, leggi lo Stato ladro.

E le compagnie? Pagano la materia prima circa 60 centesimi (il 35% del totale) e hanno un margine lordo (MOL, ovvero prezzo di vendita al netto delle tasse meno prezzo della materia prima al porto di destinazione) di circa il 12,5% per il gasolio e del 7,8% per la benzina. Che, in soldini, fanno 21 cent. per il gasolio e 14 per la verde. Peanuts, noccioline come dicono gli americani.

E allora? E allora torniamo al fisco, il vero assetato, il Signore delle accise. Già, le accise… Se non fossero un furto legalizzato ci sarebbe da ridere. 0,001 euro per contribuire alla guerra di Abissinia del 1935 (è un millesimo di euro, nulla, ma c’è, Santo Dio, c’è!), 0,007 per la crisi di Suez (anno di grazia 1956), 0,005 per il disastro del Vajont (1963). Ma pensate all’accisa più grande di 0,106 euro per la missione in Libano dell’83 (finita!!), a quella di 0,051 per il terremoto del Friuli del ’76 (ricostruito tutto, e meglio di prima), agli 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia dell’80 (e ancora c’è gente che sta nelle baracche) e agli 0,040 euro per gli immigrati della crisi libica del 2011… Vien quasi da dire che la botta di 0,082 euro infilata nel decreto Salva Italia di Monti sono soldi ben spesi. Quasi… Perché quello che invece diciamo è: Stato ladro, ladro, ladro!

Benzina alle stelle: quasi 2 euro al litro

di Vera MORETTI

La quota dei due euro sta per essere raggiunta: con un picco di 1,861 euro, presso i distributori IP, la benzina ha raggiunto un nuovo record, che certo non piace a nessuno. Il rialzo è notevole, di ben 4 centesimi, e la verde è sotto 1,8 euro soltanto in Veneto e Lombardia.
La media nazionale è salita a 1,826 euro/litro per la benzina (+0,8 centesimi) e a 1,761 euro/litro per il diesel (+0,2 centesimi).

La rilevazione, di Staffetta Quotidiana, informa inoltre che il market leader Eni stamattina ha effettuato il diciassettesimo rialzo dell’anno: +0,7 centesimi sulla benzina e +0,4 centesimi sul diesel (media a 1,766 euro/litro).
Rialzi anche da Esso, con prezzi che sono comunque al di sotto della media di mercato, ma che fa registrare +0,6 centesimi sulla benzina a 1,813 euro/litro.

Per quanto riguarda IP viene messo in evidenza che la compagnia del gruppo Apié in questo momento la più esposta agli umori dei prezzi e dei mercati internazionali, priva, fra l’altro, di attività di estrazione di idrocarburi“.

Benzina sempre più su. E io pago…

Avreste mai pensato di pagare un litro di benzina di più che un chilo di broccoli? Eppure con gli ultimi rincari del prezzo dei carburanti è così. E basta! Perché i cittadini italiani devono essere sempre i più fessi d’Europa quando vanno alla pompa a fare il pieno? Il prezzo della benzina, infatti, non si ferma più e ha raggiunto un nuovo record. Eni ha ritoccato i prezzi con una media ponderata salita nel servito a 1,801 euro/litro (+0,6 centesimi), con punte sul territorio che – per via delle accise regionali – sfondano quota 1,9 euro/litro. Naturalmente sale anche il prezzo del diesel, giusto per non farsi mancare niente, con una media attorno a 1,74 euro/litro, con picchi al Sud oltre 1,77.

Furibonde le associazioni di consumatori, oltre che la gente in fila al distributore… La soglia di 1,90 euro al litro, sottolinea il Codacons, rappresenta “una stangata che per un pieno di benzina si traduce in 19,50 euro a pieno, considerato che il 20 febbraio 2011 si pagava mediamente, con servizio, 1,510 euro al litro. Un incremento del 25,8%“. Sempre secondo il Codaconsil ministro Corrado Passera deve convocare immediatamente, ad un unico tavolo di confronto, le associazioni di rappresentanza delle compagnie petrolifere, quelle dei gestori degli impianti e le associazioni di consumatori per stabilire regole ben più efficaci” sui carburanti rispetto a quelle previste nel decreto sulle liberalizzazioni.

Ci vanno giù ancora più pesanti Adusbef e Federconsumatori: “La situazione è gravissima, è urgente sterilizzare la tassazione applicando l’accisa mobile“. E l’Adoc si mette a far classifiche; con un costo medio di 1,80 euro al litro l’Italia è diventato il Paese più caro d’Europa dove fare il pieno, per il quale si spende in media il 12% in più che nel resto d’Europa, con una differenza di 350 euro. “Un anno di rifornimenti costa in media 3.240 euro a un italiano, il 12% in più della media europea, con un aggravio di spesa pari a circa 350 euro annui – dice Carlo Pileri, presidente dell’Adoc -. L’Italia è il Paese europeo con i costi più alti dei carburanti, si spende il 10% in più che in Francia, il 7% in più che in Germania, il 20% in più della Svizzera e poco meno del 30% in più che in Spagna. Un pieno oggi costa 90 euro, in Europa mediamente si spendono 80 euro, in Svizzera si spendono circa 15 euro in meno ad ogni rifornimento“.

Si diceva dei broccoli, all’inizio… Non ci siamo inventati il paragone, lo ha cavato dalle statistiche Coldiretti, che ha rilevato come il prezzo della benzina alla pompa ha raggiunto quello di un chilo di lattuga (1,90 euro al chilo) e superato quello di broccoli, appunto, (1,75 euro al chilo), dei finocchi (1,65 euro al chilo) e delle arance tarocco (1,60 euro al chilo) tartassate dagli effetti del maltempo delle ultime settimane. Secondo Coldiretti è l’effetto più evidente dei cambiamenti in atto nella distribuzione della spesa degli italiani, per i quali la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica ha sorpassato quella per gli alimentari e le bevande. Potessimo far camminare le auto con il succo d’arancia… metterebbero le accise anche su quello.

Benzina e diesel, prezzi alle stelle

Ecco i primi effetti della manovra “salva-Italia” varata dal governo Monti. Tutti sulle tasche dei cittadini, o meglio, sui serbatoi delle loro auto. Dopo il super aumento delle accise, i prezzi di benzina e gasolio salgono entrambi sopra gli 1,7 euro al litro, secondo quanto riporta Staffetta Quotidiana. Su base nazionale la verde sale a 1,708 euro (+9,9 cent) e il gasolio a 1,702 euro (+13,5 cent).

I prezzi di tutte le compagnie sono aumentati in media di 9,9 cent a botta sulla benzina, di 13,6 sul gasolio e di 2,6 centesimi sul Gpl. Sulla benzina Eni, Tamoil e TotalErg hanno aumentato i prezzi di 10 cent, sul gasolio, Eni, Shell e Tamoil hanno rialzato di 13,6 cent. I prezzi medi nazionali della benzina vanno ora da 1,709 euro (Tamoil) a 1,716 euro (TotalErg), quelli del gasolio da 1,7 euro (IP, Q8 e Tamoil) a 1,715 euro (Shell).

Al Sud si arriva a sfiorare gli 1,8 euro al litro per la verde. Secondo Quotidiano Energia, che conferma il balzo in avanti dei carburanti, solo la benzina sale sopra gli 1,7 euro al litro, con un massimo per Tamoil a 1,709 euro e un minimo per Esso a 1,697 euro, mentre il diesel rimane ancora sotto tale livello di qualche centesimo, con il massimo di TotalErg a 1,691 euro ed il minimo di IP a 1,677 euro. Il Gpl, infine, è venduto tra lo 0,735 euro di Eni e lo 0,750 di Shell.

Da domani sciopero dei benzinai

E’ iniziata una settimana difficile per gli automobilisti italiani, soprattutto per quelli che viaggiano, dal momento che lo sciopero dei benzinai, tanto temuto quanto annunciato, è stato confermato.

I distributori, dunque, saranno chiusi dalle 19.30 di martedì sera alle 7 di venerdì mattina. Neppure in autostrada sarà possibile fare rifornimento, dal momento che l’adesione sarà pressoché totale dovunque. Cambiano solo gli orari, dal momento che sulle strade a pedaggio sarà possibile fare carburante fino alle 22 di martedì sera e a partire dalle 8 di venerdì mattina.

Una speranza che questo sciopero sia revocato c’è ancora, dal momento che domani pomeriggio, a poche ore dalla chiusura delle pompe di benzina, si riunirà ancora il tavolo al Ministero dello Sviluppo con le associazioni dei gestori di impianti di distribuzione dei carburanti per cercare una intesa in extremis.

Tutto dipende dal destino del bonus fiscale in vigore da diciassette anni e in scadenza a fine anno. Per questo, il Ministero invierà ai gestori una proposta, firmata dal ministro Paolo Romani e dal sottosegretario Stefano Saglia, che individuerà il percorso legislativo per rendere il bonus strutturale.

Le associazioni di categoria, quindi, hanno di che riflettere e domani, a poche ore dall’inizio dello sciopero, daranno una risposta definitiva.

Luca Squeri, presidente della Figisc-Confcommercio, difende il valore del bonus, anche se non è solo questo che preoccupa il settore, poiché ci sarebbe “il rischio di una decurtazione retroattiva dello stesso bonus: come dire, oltre al danno la beffa di una richiesta ai gestori di rimborsare dei soldi, una cosa preoccupante“.

A questo sciopero sono state escluse Liguria e Toscana, dal momento che, dopo l’alluvione dei giorni scorsi, sarebbe impensabile ostacolare gli interventi di soccorso.

Vera Moretti