Online i curricula delle professioniste che vogliono entrare nei cda

Si tratta di una legge interpretata alla lettera e che ha avuto subito un gran seguito: dal 12 agosto 2012, infatti, è previsto che un quinto dei partecipanti ai cda delle società quotate in borsa debba essere costituito da donne, quota rosa che, a partire dal 2015, salirà ad un terzo.

Da quando, dunque, il decreto è diventato ufficiale, le commercialiste desiderose di entrare nelle “stanze dei bottoni” hanno inviato i propri curricula in massa e, finora, ne sono stati contati oltre 1300.

Per non arrivare impreparati alle scadenze previste dalla legge, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha deciso di istituire un elenco sul sito dedicato all’ordine con nomi e curricula delle interessate, dotate, ovviamente, delle competenze professionali richieste.

L’elenco è consultabile dalle imprese interessate dal rinnovo delle cariche dei consigli di amministrazione e la ricerca può essere effettuata per cognome o per ordine professionale di appartenenza, per una consultazione veloce ma efficace.

Vera MORETTI

Gea porta le donne nei CdA

Gea, società di consulenza che si occupa della diffusione del Made in Italy, ha messo a punto un programma executive dedicato alle donne imprenditrici e alle loro possibilità di carriera.

Si chiama “Donne nei CdA: rafforzare le competenze per ruoli di governance” e si rivolge alle donne che si distinguono per le loro innate doti di leadership, grazie alle quali hanno raggiunto posizioni senior e di responsabilità nelle aziende per le quali lavorano, indipendentemente dai settori di appartenenza.

Che si tratti di imprese commerciali, industriali, di servizi, o che siano società pubbliche, enti o organizzazioni, infatti, poco importa: le donne che si sono fatte strada utilizzando al meglio i loro talenti sono invitate, dopo il successo della prima edizione lo scorso maggio, alla sessione autunnale di questo programma, che prevede 6 giornate formative il venerdì e il sabato per tre settimane consecutive nei giorni 12, 13, 19, 20, 26 e 27 ottobre 2012.

La partecipazione è limitata, per permettere un interscambio il più diretto possibile tra docenti e partecipanti, ma anche per poter approfondire al meglio i temi affrontati.
A questo proposito, si parlerà di: Il consigliere non esecutivo, Corporate governance, Strategia, Organizzazione, Negoziazione, Investor relations, Performance management, Compensation, Finanza, Risk management, Legale, I cambiamenti del board e due moduli opzionali dedicati a Fare lobby e a Parlare in pubblico.

Ricordando l’entrata in vigore della legge che prevede per le società quotate in borsa una quota di genere di almeno il 20% negli organi di amministrazione e di controllo, destinata a salire al 30% nel 2015, l’appuntamento organizzato da Gea assume un’importanza ancora più rilevante.
E la terza edizione, prevista per maggio 2013, sarà rivolta anche agli uomini.

Enzo Losito Bellavigna, partner di Gea e responsabile del programma executive, ha dichiarato: “La formazione di persone senior e con posizioni executive è un tabù da sfatare anche in Italia. Il successo della prima edizione del nostro corso testimonia l’esistenza di un numero consistente di manager, imprenditrici e professioniste che hanno la consapevolezza di dover trovare occasioni adeguate di sviluppo professionale. Non è un tema solo al femminile, vale altrettanto, se non di più, anche per gli uomini. E’ il mutato contesto dei mercati che lo richiede. Chi non si adegua, si assume dei rischi”.

La sede degli incontri sarà, ancora una volta, la sede di Gea, in Corso Italia 47 a Milano, e sarà articolata in dodici moduli, strutturati come workshop interattivi che prevedono sia una componente teorica che un’esercitazione pratica su casi concreti, fornendo gli strumenti necessari da poter utilizzare nella realtà quotidiana.

Per maggiori informazioni sul corso, sui costi e i dettagli per l’iscrizione, consultare il sito Gea.it all’interno della sezione news/eventi oppure inviare un’email a: donnecda@gea.it.

Vera MORETTI

Donne nelle pmi: non più una sorpresa, ma una realtà?

di Vera MORETTI

La Commissione Ue ha approvato, e presentato ieri nel corso di un seminario promosso dalle Commissioni Pari Opportunita’ di Agci, Confcooperative e Legacoop, un importante progetto europeo dal titolo: “Donne attive nelle pmi: pratiche innovative di promozione della donna co-imprenditrice nelle pmi europee e nelle relazioni industriali”.

Di cosa si tratta? L’iniziativa è ambiziosa, e si occupa di rafforzare la capacità imprenditoriale, di assunzione delle decisioni e di iniziativa privata delle donne attraverso l’analisi delle situazioni nazionali sui modelli esistenti e in via di sperimentazione in materia di pari opportunità ed eguaglianza di genere.
Ma non solo: l’attenzione sarà rivolta anche a percorsi innovativi riguardanti la negoziazione collettiva sui meccanismi che possono favorire il processo di leadership e di partecipazione delle donne nei Cda, oltre che approfondire le misure di negoziazione collettiva tese a conciliare vita privata e professionale.

La carriera delle donne, dunque, non sarà più vincolata dalla vita personale? Così sembra, ma certo significherebbe un bel passo avanti per l’affermazione delle imprese femminili e della loro professionalità.

GEA insegna alle donne ad entrare nei CdA

di Vera MORETTI

Donne nei CdA: è sicuramente un argomento attuale, se consideriamo l’entrata in vigore della legge che prevede una “quota di genere”, una sorta di quota rosa, di almeno il 20% negli organi di amministrazione e di controllo, che tenderà a salire a 30% nel 2015.

Per questo, il programma executive messo a punto da GEA, società di consulenza strategica presente sul mercato del lavoro da 46 anni, dal titolo “Donne nei CdA: rafforzare le competenze per ruoli di governance”, è quanto mai interessante e fondamentale.
Si tratta di un corso professionale che rappresenta una grande opportunità per le donne executive che intendono rafforzare le proprie capacità ed entrare con pieno merito nei Consigli di Amministrazione, anche di società non quotate, familiari ed a proprietà privata o pubblica.

L’esperienza di GEA è di lunga durata e assolutamente riconosciuta e viene messa completamente a disposizione di quelle donne che, alla luce della loro carriera lavorativa e della loro leadership innata, abbiano voglia di partecipare a sei giornate, durante il mese di maggio, durante le quali verranno organizzati workshop mirati.

, partner di GEA e responsabile del programma executive, ha dichiarato: “Con questo corso vogliamo fornire un supporto concreto a tutte le donne che già ricoprono posizioni di leadership e aspirano a sedere in Consigli di Amministrazione di aziende quotate e non. Noi di GEA crediamo che una maggiore presenza femminile all’interno delle imprese italiane possa tradursi in un miglioramento gestionale oltre che in una positiva evoluzione sociale.”.

Gli incontri prevedono una parte teorica e un’esercitazione pratica su casi concreti, in modo da offrire alle partecipanti di imparare un ruolo manageriale con gli strumenti adatti per intraprenderlo e mantenerlo.
I giorni stabiliti per queste sedute sono, appunto, in maggio, e precisamente 11-12, 18-19 e 25-26 maggio e saranno caratterizzati anche da testimonianze di donne sui temi del giorno, per dare la possibilità di “toccare con mano” ed imparare attraverso l’esperienza altrui.

Per ricevere ulteriori informazioni su questo cors, è possibile collegarsi al sito di GEA all’interno della sezione news/eventi oppure inviare un’email a: donnecda@gea.it

Più donne nelle posizioni chiave per rilanciare il Paese

Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma il primo Coordinamento dei Comitati Pari opportunità dei commercialisti. Un’occasione, secondo il presidente del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili, Claudio Siciliotti, per “offrire soluzioni, idee e progetti per un Paese migliore con una maggiore presenza di donne non solo nelle società quotate e a controllo pubblico, ma anche al’interno degli organi rappresentativi della categoria“. Ricordiamo che i comitati sorti finora in tutta Italia sono 52 e che le donne commercialiste sono oltre 34mila, pari al 29% degli iscritti.

La componente di genere – ha continuato Siciliottiè fondamentale nella società civile e per questo motivo il nostro Consiglio si è schierato a favore del ddl che norma la presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali. Si tratta di una grande opportunità per il ricambio della classe dirigente del Paese visto che il 90% dei posti è occupato da uomini e neanche tanto giovani. Se il nostro Paese sta crescendo meno, lo si deve anche alla inadeguata presenza femminile nelle posizioni di potere“.

Nel dettaglio del ddl è entrata Giulia Pusterla, consigliere nazionale dei commercialisti con delegata alle Pari opportunità, che ha confermato il sostegno del Cndcec allo spirito del ddl approvato alla Camera e si è espressa in termini piuttosto perentori sull’argomento: “Avremmo preferito che non fosse stata modificata la versione approvata alla Camera, edulcorata al Senato e ora in una fase stagnante. E’ assolutamente necessario vivacizzare il ddl che pone in atto misure volte a ridurre la discriminazione di una componente, quella femminile, maggioritaria nel Paese. Donne che, però, secondo il rapporto annuale dell’Istat presentato lunedì scorso, non se la passano poi tanto bene, costrette da un lato a farsi carico dei compiti di assistenza e solidarietà che lo Stato non riesce ad assolvere, dall’altro restando dodici punti sotto il tasso di occupazione delle loro colleghe europee. Tuttavia, non mi piace parlare di quote, perché evocano scenari in cui a soggetti deboli vengono destinati trattamenti di favore a prescindere dal merito. La discussione sul ddl a livello nazionale, con l’intervento di gruppi imprenditoriali, ha dimostrato la forte presenza di spinte conservatrici, l’arroccamento e la difesa di uno status quo. Il timore è che la competizione che scaturirebbe dall’entrata delle donne nei board delle società genererebbe meritocrazia sostituendo la cooptazione tra simili e spezzando l’attuale potere monolitico“.

Nel corso dell’assise è stato ricordato come il lavoro del Comitato ha già avuto effetti concreti sul Codice deontologico, dove sono state apportate modifiche sul rispetto del principio di parità inclusa quella di genere, e sul Regolamento per la formazione professionale continua che prevede per le commercialiste, nei due anni successivi al parto, di acquisire fino a 30 crediti formativi annuali tramite attività di formazione a distanza al posto dei 15 crediti riservati a tutti gli altri iscritti.