Grandi manovre in Edison

Edison arriverà a Natale con un vestito nuovo. Al vertice della società controllata dal colosso francese Edf arriva infatti Marc Benayoun, direttore commerciale di Edf per la vendita di energia elettrica e gas a imprese e professionisti, al posto dell’ad Bruno Lescoeur.

Il passaggio di testimone a capo di Edison sarà operativo dall’1 gennaio 2016 e si accompagna a una pulizia del bilancio che dovrebbe portare anche a svalutazioni importanti – si parla di 1,5 miliardi di euro – principalmente nel settore delle centrali termoelettriche e degli asset di esplorazione e produzione di idrocarburi.

La manovra di Edison sul proprio bilancio per abbattere il valore degli attivi è stata dettata principalmente dalla crisi del mercato termoelettrico, ma dovrebbe avere comunque un impatto meno significativo del previsto, soprattutto a fronte delle stime sul margine operativo lordo 2015, che sono state rivista a 1,3 miliardi contro la precedente previsione di 1 miliardo.

Con una nota, il cda di Edison sottolinea che “con una posizione finanziaria netta che dovrebbe essere vicina a un miliardo di euro nei primi mesi del 2016, Edison è pronta a una nuova fase di sviluppo in cui potrà avere un ruolo da protagonista nel presumibile consolidamento del mercato energetico italiano”.

Il cane a sei zampe a caccia di petrolio in Congo

E’ stato annunciato dalla stessa Eni la scoperta di un miliardo e duecento milioni di barili di petrolio e 30 miliardi di metri cubi di metano in una concessione a una quindicina di chilometri dalla costa del Congo.

Per ora si tratta solo di pozzi esplorativi ma i tecnici dell’Eni pensano che il complesso delle trivellazioni in quella zona di mare potrà portare il totale delle riserve in loco a 2,5 miliardi di barili di “olio equivalente”, ovvero l’unità di misura che omogeneizza petrolio e gas.

La produzione partirà nel 2016. L’Eni è in Congo dal 1968 e attualmente produce nel Paese circa 105.000 barili di olio equivalente al giorno.

Oggi il gruppo ha annunciato i dati di bilancio del 2013 con un aumento dell’utile a 5,2 miliardi (+24% rispetto al 2012, quando i prezzi del petrolio furono particolarmente bassi). Il dividendo proposto è di 1,1 euro per azione (contro i precedenti 1,08).

Paolo Scaroni, l’amministratore delegato, ha presentato il Piano Strategico che prevede una crescita della produzione di circa il 3% all’anno nel quadriennio 2014-2017 e del 4% all’anno dal 2017 al 2023. Dal 2008 la società ha scoperto 9,5 miliardi di barili di olio equivalente.
Le principali zone di esplorazione sono e saranno Mozambico e Kenya in Africa orientale, Congo, Angola e Gabon in Africa occidentale, il bacino del Pacifico, il Mare di Barents e Cipro. Nel gas è prevista la rinegoziazione di tutti i contratti di approvvigionamento.

Vera MORETTI

E’ nata Res4Med, associazione No profit dall’animo green

E’ nata una nuova associazione No Profit dal nome Res4Med, Renewable energy solutions for the Mediterranean, da un’iniziativa in comune tra Enel Green Power, Edison, Cesi, Gse, Pwc e il Politecnico di Milano, con il patrocinio dei ministeri dello Sviluppo, Ambiente, Esteri e Ricerca, e della Camera di Commercio di Milano.

Si tratta di un’iniziativa di gruppo per promuovere le energie rinnovabili nel Mediterraneo e le infrastrutture elettriche necessarie al loro trasporto, poiché questa regione si trova, oggi più che mai, al centro dell’attenzione.
In un periodo di crisi profonda come quella che stiamo vivendo, infatti, occorre garantire a tutta l’area mediterranea non solo sviluppo e stabilità, ma anche la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, la crescita della domanda di energia, l’ottimizzazione dei rapporti commerciali tra paesi produttori e paesi consumatori e la garanzia di un futuro energetico sostenibile per l’intera regione.

Come fare per trasformare in realtà questi concetti?
Paolo Andrea Colombo, presidente Enel, sottolinea che “la domanda di energia complessiva del bacino del Mediterraneo è destinata a crescere di circa il 1,5 % all’anno in media entro il 2030. In particolare la domanda di elettricità a sud del Mediterraneo aumenterà ad un tasso di crescita medio di circa il 5% all’anno e si prevede un aumento di 370 Gw della capacità installata”.

E le fonti rinnovabili potrebbero, a questo punto, entrare in gioco ed essere utilizzate per produrre una buona parte di questa energia, non solo per il fabbisogno dei Paesi che si affacciano sul mediterraneo, ma anche per accontentare il resto d’Europa.
Le stime che il Mediterranean Energy Perspectives 2011 dell’Ome ha stilato per il prossimo futuro prevedono investimenti entro il 2030 per le sole centrali solari ed eoliche per 120-160 miliardi di euro, lo stesso ordine di grandezza di quelli per le centrali tradizionali.

In questo quadro, Res4Med mira a creare le necessarie condizioni normative, infrastrutturali e finanziarie per la diffusione su larga scala di impianti e di sistemi di energia rinnovabile e per l’integrazione del mercato dell’energia elettrica nell’area del Mediterraneo.

Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, ha commentato: “L’iniziativa mette in evidenzia quello che dovrebbe essere naturale. L’Italia è il paese che ha le maggiori possibilità di costruire e rappresentare una piattaforma di riferimento per il supporto alla creazione dei paesi del nord Africa e nell’area balcanica della rete dell’offerta di energia che utilizza le migliori tecnologie, le più efficienti e possibilmente italiane”.

Si tratta, dunque, di una grossa opportunità, considerando anche che il mercato della sponda sud del Mediterraneo e dei Balcani è in continua crescita, e che la regione intorno al Mare Nostrum è un importante snodo di relazioni tra Europa e est Europa e tra Europa e Africa.

L’associazione appena fondata, dunque, ha, tra le sue missioni, quella fondamentale di instaurare un dialogo con gli organi politici e le istituzioni per fungere da network di network con le iniziative internazionali in atto, sia istituzionali come Med Solar Plan e Medreg, sia industriali come Desertec Dii, MedGrid, Ome, Med-Tso e i Piani nazionali solari, oltre che di aiutare i principali player energetici a proporre piani di intervento condivisi per l’area del Mediterraneo, dal Nord Africa ai Balcani.

Vera MORETTI