Imprese editoria, vince la Lombardia

Sono 11mila le imprese lombarde nell’ editoria, su un totale italiano di 61 mila, una su cinque. 42mila gli addetti su 162mila in Italia. Il settore ha meno imprese, ne perde il 2% in un anno. È di 6,3 miliardi il fatturato di Milano sugli 8 lombardi e sui 17 nazionali. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2015, 2014 e 2010.

A Milano sono oltre 5mila le imprese nell’ editoria su un totale nazionale di 61mila. Circa mille le imprese a Brescia, Bergamo, Monza e Varese. Circa cinquecento a Como e Pavia. Gli addetti italiani, 162mila, si concentrano a Milano, 25mila. In Lombardia a Bergamo ci sono circa 5mila addetti, a Brescia circa 3mila, a Varese e Monza circa 2mila.

Per imprese, in Italia, prime le province di Milano e Roma con oltre 5mila imprese: Milano supera la capitale nella produzione editoriale e Roma ha edicole più numerose. A Napoli ci sono oltre 3mila imprese, a Torino oltre 2mila.

Il pozzo senza fondo dell’ editoria italiana

Che l’ editoria italiana non stia passando un gran momento, è cosa ormai nota da anni. Anzi, sono anni che grandi gruppi editoriali italiani, nonostante l’incomprensibile fiume di denaro pubblico che entra nelle loro casse, perdono soldi e cacciano persone.

Secondo un focus elaborato da R&S Mediobanca sul settore dell’ editoria, i grandi gruppi di casa nostra hanno perso in cinque anni un terzo del loro fatturato, dovendo ricorrere al taglio di circa 5mila dipendenti (circa il 27% della forza lavoro) per salvare i loro conti disastrati.

Secondo i dati sono raccolti nel focus di Mediobanca sull’ editoria, nel periodo 2010-2014 i ricavi aggregati degli otto maggiori gruppi editoriali del Paese (Rcs, Mondadori, gruppo Espresso, Il Sole 24 Ore, Monrif, Caltagirone, La Stampa, Class editori) sono calati del 33,2%, da 5,9 miliardi a 4 miliardi.

Quello che ha minato i conti dell’ editoria italiana è stato soprattutto il crollo della raccolta pubblicitaria (-41,2%) mentre la diffusione, calata “solo” del 18,7%, ha fatto sì che sul totale dei ricavi quello derivante dall’edicola sia cresciuto dal 35,9% al 43,6% e quello della pubblicità sia calato dal 35,2% al 30,9%.

Sul fronte occupazionale, il comparto dell’ editoria, rileva Mediobanca, è passato dall’impiegare oltre 18mila persone nel 2010 alle 13.300 del 2014. Gli operai sono stati i più colpiti dai tagli (-34,5), seguiti da dirigenti e impiegati (-32,8%) e dai giornalisti (-12%).

Mediobanca rileva anche che il calo dei fatturati è proseguita nel primo semestre 2015, anche se in maniera minore che negli anni precedenti: -4% l’aggregato, contro il -7% del quinquennio in esame.

Mondadori in crisi, il primo semestre in rosso

La crisi non risparmi davvero nessuno, nemmeno i colossi dell’editoria.

La Mondadori ha infatti chiuso il primo semestre con un rosso di 27,1 milioni di euro e un fatturato a 612,3 milioni di euro (-9,4%) e un margine operativo lordo negativo  per 5,3 milioni di euro.

La difficile situazione spinge  l’azienda berlusconinana  a continuare a ritmi serrati il taglio dei costi , come già aveva annunciato a maggio. L’obiettivo è di risparmare fino a 100 milioni  nel2015- Il taglio coinvolge anche la forza lavoro, al  30 giugno infatti l’azienda conta  3.574 dipendenti, in calo di 129 unità (-3,5%) rispetto alla fine dello scorso anno.

 

Visti i dati di bilancio il  gruppo di Segrate si attende un margine operativo lordo inferiore 2012, anno che si era chiuso con una perdita di 167 milioni, in rapporto all’’utile di 49,6 milioni di euro del 2011, nemmeno il 2012 sembra essere stato un anno fortunato.

Francesca RIGGIO

Infoiva consiglia: “Manuale di sopravvivenza per il popolo delle partite Iva”

C’è un esercito di lavoratori, nel mondo produttivo italiano, che s’ingrossa sempre di più e, dallo Stato, ha sempre di meno. È il cosiddetto “popolo delle partite Iva“, siete voi, cari lettori di Infoiva, che, per vocazione o per necessità, vi siete trovati appiccicato addosso quel codice numerico di 11 cifre e che, ora che ce l’avete, spesso vi dà più grattacapi che soddisfazioni. Siete in tanti – chi dice 3,5 milioni, chi 5, chi 6 – e non di rado vi trovate a dover fare i conti con un fisco o una pubblica amministrazione che vi costringono a cercare soluzioni a problemi o richieste all’apparenza enigmatiche ma che, con uno strumento adeguato, appaiono molto meno ostiche di quanto si possa credere.

Proprio per voi, in particolar modo ai professionisti delle professioni non regolamentate come, a solo titolo di esempio, designer, pedagogisti, fisioterapisti, grafologi, sociologi (ma l’elenco è sterminato) arriva ora questo “strumento adeguato”, un utile volume uscito per i tipi di Mind e scritto dalla commercialista milanese Laura Pesce: il Manuale di sopravvivenza per il popolo delle partite Iva. Il sottotitolo (Tutto quello che avreste voluto sapere dal vostro commercialista ma non avete mai osato chiedere…), introduce alla natura vera di questo libro: un ABC su fisco, previdenza, diritti, amministrazione, burocrazia, pensato per chi è lontano dalle protezioni dello Stato sociale ma ostinatamente continua a fare della propria professione, oltre che una ragione di vita, uno dei tanti rivoli che insieme alimentano la ricchezza nazionale.

Il libro è uscito in libreria a ottobre 2010 e già dalla fine del mese è sbarcato nel circuito Autogrill come “Libro mese” di novembre: 15mila copie con 420 espositori multicopia ad hoc in altrettanti punti vendita. Una bella soddisfazione, dal momento che il canale Autogrill è molto selettivo, e insieme un segnale forte: il “popolo delle partite Iva” fa sempre più massa critica e ha sempre più bisogno di risposte chiare e univoche. Il Manuale di sopravvivenza per il popolo delle partite Iva promette di dare quelle pratiche; da chi detta le linee della politica economica italiana si attendono quelle a più ampio respiro.

Laura Pesce, Manuale di sopravvivenza per il popolo delle partite Iva
Mind Edizioni
Euro 16,00