Disoccupazione agricola: pubblicato l’elenco dei lavoratori agricoli

È disponibile sul sito Inps l’elenco dei lavoratori agricoli a tempo determinato che possono accedere al sussidio di disoccupazione agricola 2023.

A cosa serve l’elenco dei lavoratori agricoli?

Dal primo gennaio 2023 fino al 31 marzo 2023 i lavoratori agricoli con contratto a tempo determinato, i coloni, compartecipanti familiari, piccoli coltivatori diretti che nel 2022 hanno lavorato in agricoltura dovevano presentare domanda per accedere alla disoccupazione agricola.

Ora sul sito dell’Inps sono disponibili gli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli delineati in base alle comunicazioni all’Inps fatte dai datori di lavoro. Nel caso di mancata comunicazione, il lavoratore pur avendo presentato regolare domanda non potrà accedere alla prestazione, proprio per questo è bene controllare, in questo modo non trovando il proprio nominativo sarà possibile presentare ricorso.

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Come controllare l’elenco dei lavoratori agricoli?

Per controllare l’elenco nominativo dei lavoratori agricoli 2022 è necessario andare sul sito dell’Inps e accedere con le proprie credenziali (Spid, Cie, Cns). Una volta effettuato l’accesso occorre andare alla voce “Prestazioni e Servizi” da qui, è necessario selezionare la voce “Elenco dei lavoratori agricoli subordinati”.

A questo punto si è pronti a vedere l’elenco, ma è necessario selezionare la provincia di riferimento, il Comune di residenza e infine cliccare su “visualizza elenco”.

Si aprirà un documento PDF con i nominativi per i quali risultano pagati i contributi agricoli e che quindi potranno accedere alla prestazione.

Ricordiamo che i documenti restano online solo per pochi giorni, dovrebbero essere accessibile fino al giorno 15 aprile 2023. Il consiglio è di affrettarsi a controllare se il proprio nome è inserito per evitare ritardi.
La prestazione viene invece erogata nei mesi estivi generalmente tra giugno ed agosto.

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Disoccupazione agricola: ecco chi la perderà con l’introduzione dei voucher lavoro

Disoccupazione agricola: ecco chi la perderà con l’introduzione dei voucher lavoro

La disoccupazione agricola secondo molti potrebbe essere a rischio con la reintroduzione dei voucher lavoro. Chi sono i lavoratori che potrebbero perdere il sussidio della disoccupazione agricola?

Voucher lavoro applicati in agricoltura mettono a rischio la disoccupazione agricola

Il Governo nella legge di bilancio 2023 ha reintrodotto i voucher lavoro estendendo la loro applicazione anche al settore dell’agricoltura. Questa possibilità ha ricevuto il plauso di Coldiretti e dei datori di lavoro.  I sindacati, invece, nutrono molte perplessità infatti il rischio è che si perda il diritto alla percezione del sussidio di disoccupazione agricola che rappresenta una forma di continuità reddituale per i lavoratori occupati soprattutto in alcuni periodi dell’anno.

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A chi spetta la disoccupazione agricola e perché i voucher lavoro la mettono a rischio?

La disoccupazione agricola spetta ai braccianti che raggiungono nell’arco di un biennio le 102 giornate lavorative, in pratica se nel 2022 ho maturato 40 giornate di lavoro e nel 2021 82 giornate di lavoro, ho diritto a percepire l’assegno generalmente erogato tra il mese di giugno-luglio di ogni anno.

La nuova disciplina dei voucher utilizzabili in agricoltura prevede la possibilità per i datori di lavoro che impiegano fino a 10 lavoratori ( prima erano 5) la possibilità di utilizzare lavoratori stagionali da pagare con i voucher lavoro, per un massimo di 45 giornate lavorative l’anno. Ogni giornata di lavoro deve essere pagata con almeno 3 voucher lavoro.

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Lavoro occasionale e voucher potenziati con la legge di bilancio 2023

Il voucher lavoro in agricoltura, non è una novità infatti era presente nell’ordinamento anche in passato. La norma fu poi abrogata nel 2017 con il Governo Gentiloni. Nella disciplina previgente vi erano dei limiti: il voucher non poteva essere utilizzato in favore di lavoratori iscritti negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli nell’anno precedente.

Con l’attuale versione dei voucher lavoro è sparita anche questa tutela. Di conseguenza un bracciante che nel 2022 ha lavorato ed è stato iscritto nell’elenco citato, considerato quindi un lavoratore agricolo stabilmente, con l’introduzione dei voucher potrà perdere anche questa caratteristica. Siccome le giornate lavorative pagate con i voucher non rientrano nel conteggio delle giornate necessarie per la percezione dell’assegno di disoccupazione agricola, quello stesso lavoratore, pur sempre precario ma con un minimo di stabilità, diventerà sempre più precario e di fatto avrà meno diritti. Naturalmente anche i nuovi lavoratori dell’agricolatura pagati con voucher non potranno maturare il diritto alla percezione della disoccupazione agricola.

Disoccupazione agricola 2022: quando viene pagata?

La disoccupazione agricola è un sussidio riconosciuto ai lavoratori del settore agricolo e viene generalmente corrisposta nei mesi estivi. Vediamo ora quando dovrebbero partire i pagamenti per la disoccupazione agricola 2022.

Disoccupazione agricola 2022: adempimenti preliminari

Ricordiamo che la disoccupazione agricola viene versata al lavoratori del settore agricolo che nel biennio precedente abbiano maturato almeno 102 giornate di lavoro.

Per avere un dettaglio sui lavoratori che possono percepirla leggi l’articolo: Disoccupazione agricola: cos’è, chi può percepirla e a quanto ammonta.

Al fine di poter ottenere la disoccupazione agricola è però necessario procedere ad alcuni adempimenti. In primo luogo, il lavoratore deve presentare la domanda di disoccupazione agricola. Tale adempimento doveva essere portato a termine entro il 31 marzo 2022. Per conoscere la procedura e i termini previsti per il 2022, leggi l’articolo: Disoccupazione agricola 2022: termini per la domanda e procedura

In secondo luogo il datore di lavoro deve correttamente inviare il modello DMAG.
Il lavoratore può controllare che il datore di lavoro abbia correttamente adempiuto ai suoi oneri andando a controllare l’elenco nominativo dei lavoratori agricoli, lo stesso purtroppo resta online solo per 15 giorni e il lavoratore dopo aver controllato può presentare ricorso.

Per approfondimenti su questo tema, leggi l’articolo: Disoccupazione agricola: pubblicato l’elenco nominativo dei lavoratori agricoli 2021.

Quando viene pagata la disoccupazione agricola 2022?

Dalla data di pubblicazione degli elenchi dei lavoratori agricoli l’INPS, in base al suo stesso regolamento, ha 115 giorni di tempo per terminare le procedure. Questo implica che massimo entro i primi giorni di luglio tutto dovrà essere concluso. In effetti i primi assegni inizieranno ad arrivare nel mese di giugno e poi man mano le domande saranno in lavorazione.

Accedendo al sito INPS con le proprie credenziali, CIE, SPID o CNS, è possibile andare alla sezione “fascicolo previdenziale del cittadino” da questa sezione nel menù a sinistra sarà possibile notare la voce “Prestazioni”. Accedendo a questa sezione sarà possibile controllare la disoccupazione agricola e di conseguenza il numero di giornate per la quale viene pagata, gli importi maturati e il pagamento degli assegni familiari nel caso in cui gli stessi siano dovuti. Ricordiamo che nel 2022 si procede al pagamento della disoccupazione agricola relativa al 2021 e quindi prima dell’entrata in vigore dell’assegno unico, ecco perché si possono ancora percepire gli assegni familiari che invece non saranno disponibili dal prossimo anno.

Nel caso in cui si ritiene che vi siano errori nel proprio “cedolino” della disoccupazione agricola, è possibile chiedere il riesame con istanza presentata direttamente online.

Elenchi nominativi lavoratori agricoli: aggiornamenti normativi

I lavoratori agricoli sono soggetti a una disciplina previdenziale e assistenziale diversa rispetto a quella comunemente applicata ai lavoratori dipendenti. Per questa particolare categoria di lavoratori esistono gli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli, ma di cosa si tratta e come funzionano?

Cosa sono gli elenchi nominativi lavoratori agricoli

Si è visto in precedenti articoli, ad esempio quando abbiamo parlato della disoccupazione agricola, che per accedere ad alcune prestazioni previdenziali e assistenziali è necessario essere iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli. In realtà si tratta di due elenchi: uno definitivo e uno inerente le variazioni, il secondo è soggetto a pubblicazione trimestrale, o meglio era soggetto a tale disciplina. L’elenco in oggetto è compilato annualmente dell’INPS in base alle comunicazioni delle aziende agricole, inoltre il datore di lavoro deve comunicare trimestralmente le variazioni tramite il modello DMAG (Denuncia di Manodopera Agricola). La necessità delle comunicazioni trimestrali è dovuta al fatto che i lavori in agricoltura sono stagionali, di conseguenza gli addetti spesso accumulano nell’anno più rapporti lavorativi con diversi datori di lavoro, inoltre le condizioni meteorologiche possono determinare variazioni che fanno venir meno il diritto alle prestazioni previdenziali e assistenziali o che ne possono comportare variazioni.

Modello Uniemens/Posagri

Da aprile 2020 L’INPS ha sostituito il modello DMAG con il modello Flusso Uniemens mensile, in esso si dichiarano i dati retributivi e contributivi della manodopera agricola. Per poter utilizzare questa funzione è necessario essere registrati sul sito INPS con le credenziali dell’azienda agricola.

La denuncia Uniemens/Posagri si divide in due parti. La prima comprende i dati aziendali e in base a questi l’INPS determina l’importo dovuto dalle aziende e il dettaglio della contribuzione da versare.

La seconda parte comprende i dati occupazionali dei lavoratori con indicazione del numero degli occupati, giornate lavorate, dati anagrafici dei lavoratori, una sorta di fotografia aziendale.

In base ai dati raccolti dall’INPS, si determinano i flussi principali e i flussi di variazione. I flussi principali vengono usati per dichiarare la prima volta i dati mensili. I flussi di variazione sono utilizzati per dichiarare le variazioni, possono essere usati sia per le denunce tardive dei rapporti di lavoro ( in questo caso con applicazione di sanzioni), sia per indicare la variazione in aumento delle giornate lavorative effettivamente prestate. Per le variazioni in diminuzione deve invece essere utilizzata una procedura diversa e cioè il modello “Rettifica” in “Comunicazione Bidirezionale”, che si trova nella sezione del cassetto fiscale della pagina INPS dedicata all’azienda. Naturalmente il datore di lavoro accede alla propria pagina con le credenziali INPS tenendo in considerazione che dal primo ottobre 2021 sono stati dismessi tutti i codici PIN ed è necessario utilizzare lo SPID, la Carta di Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale Servizi (CNS).

Soppressione obbligo di pubblicazione degli elenchi nominativi lavoratori agricoli

Sulla disciplina degli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli è intervenuta infine la circolare 71 dell’INPS dell’11 gennaio 2021 che ha previsto la soppressione dell’obbligo di pubblicazione degli elenchi nominativi dei braccianti con contratto di lavoro a tempo determinato. Questo non implica che tali elenchi siano soppressi ma che semplicemente viene meno la pubblicazione degli stessi, infatti abbiamo visto in precedenza che sussiste per il datore di lavoro l’obbligo di presentare il modelllo Uniemens/Posagri. Il motivo di tale soppressione è dovuto principalmente al fatto che molte sentenze nel tempo hanno sottolineato profili di dubbia regolarità. Attualmente quindi i lavoratori sono avvisati delle variazioni agli elenchi nominativi lavoratori agricoli tramite raccomandata o PEC e da questo momento, cioè dalla notifica, hanno la possibilità di proporre ricorso in caso di cancellazione dagli elenchi nonostante abbiano prestato lavoro in agricoltura.

La disciplina prevede comunque che sia il lavoratore cancellato dagli elenchi e che propone ricorso a dover provare che ha effettivamente prestato attività in aziende agricole, sentenza 7845 del 2003 della Corte di Cassazione Sezione Lavoro, in cui si sottolinea che se in seguito a controlli l’INPS provvede alla cancellazione dagli elenchi nominativi, spetta al lavoratore l’onere di provare esistenza, durata e natura del rapporto di lavoro.