Incoco, il franchising dello smalto innovativo

Con la bella stagione aumenta il desiderio di indossare colori più vivaci, anche quando si tratta di trucco e smalto per unghie.

Per questo, i negozi e centri estetici che offrono questi servizi sono sempre più affollati.
Tra gli esempi più innovativi e dinamici c’è sicuramente Incoco Nail Bar, marchio di fama internazionale che si sta espandendo anche in Italia.

A decretare il successo di questo marchio è un rivoluzionario smalto che si asciuga in fretta, proposto ad un prezzo competitivo e quindi molto apprezzato dalle clienti, sempre in cerca di prodotti innovativi a costi contenuti.

Generalmente, si trovano gli stand Incoco nei corridoi dei principali Centri Commerciali: una location ideale per catturare anche l’acquirente più sfuggente.

I franchisee che vogliono intraprendere questa attività non devono pagare nessun Fee d’ingresso, Royalty o minimo di riordini.
Ecco i passi da seguire per affiliarsi:

  • Firma del contratto e pagamento dell’anticipo.
  • Selezione e Scelta delle varie opzioni di Location
  • I.N.B.I. ricercherà la migliore Location tra le varie opzioni, adoperandosi per ottenere il migliore accordo contrattuale di locazione, verificando che i parametri siano ideali in modo da garantire così il successo per tutte le parti coinvolte.
  • I.N.B.I. affiancherà il Commercialista o Legale di fiducia per tutte le pratiche burocratiche e contrattuali.
  • Il Partner Commerciale riceverà da I.N.B.I tutta la formazione Tecnico – Commerciale che consentirà di poter gestire da subito il punto vendita.
  • I.N.B.I. si occuperà a proprie spese di trasportare, montare ed installare l’ Incoco Nail Bar nella Location stabilita, preparandolo per l’apertura e seguendo durante l’inaugurazione il Partner Commerciale.
  • I.N.B.I. metterà a disposizione del Partner Commerciale i più avanzati strumenti tecnologici per facilitare i riordini, la presentazione delle nuove collezioni stagionali e tematiche Incoco e per poter interagire sulle varie strategie da adottare al fine di potenziare sempre più le vendite ed i relativi fatturati.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile connettersi a Incoco.

VACANZE E BENESSERE SONO LE TUE PASSIONI? VALTUR TI DA’ L’OPPORTUNITA’ DI APRIRE UN NUOVO FRANCHISING!

Cari lettori oggi Infoiva vi presenta un’opportunità di impiego che offre il mondo del franchising in Italia, nel campo del benessere e turismo.

Valtur City Wellness, è un nuovo progetto  di Valtur S.p.A. marchio storico del turismo in Italia. Il brand è nato per creare una forte sinergia tra il mondo dell’estetica e quello delle vacanze. Prima o dopo le ferie i clienti Valtur City Wellness, che desiderano effettuare trattamenti, potranno usufruire di un buono sconto che va dai 100 ai 200 euro. Il marchio ricerca franchisee in tutto il territorio nazionale.

Non avete esperienza e temete di non essere in grado? Tranquilli l’unica dote ricercata è uno spiccato spirito imprenditoriale. Il franchisor provvede a garantire : lo studio di fattibilità e ricerca di mercato, le pratiche amministrative al comune e all’ASL, le ricerca del locale, i finanziamento dell’investimento, progettazione e realizzazione del centro “chiavi in mano”, formazione del personale per la gestione del centro, pubblicità per inaugurazione del centro e post apertura e assistenza continuativa.

Quanto capitale richiede l’investimento? L’investimento minimo è di 20.000 euro. Il ritorno economico è commisurato all’ubicazione del negozio e all’afflusso di clientela previsto.

Per maggiori informazioni  Valtur.it 

Gli estetisti e l’abusivismo: oltre 30.000 professionisti sono senza albo

Se c’è un settore che non conosce la crisi è quello dell’estetica. Ogni anno si arriva a 100 milioni di trattamenti, per un giro di affari che supera i 10 miliardi di euro. Il periodo più caldo, in tutti i sensi, è proprio quello estivo. Gli operatori professionisti sono oltre 30.000, che però non sono regolati da un albo. “Sono grandi i numeri dell’estetica italiana – spiega a Labitalia Angelica Pippo, presidente nazionale Confestetica, Associazione nazionale estetisti, unicamente rappresentativa degli estetisti professionisti certificati – che però soffre di una grave carenza legislativa e del dilagante fenomeno degli abusivi, che operano in nero e con scarse condizioni igieniche”.

Non esiste – denuncia – un albo ufficialmente riconosciuto dallo Stato. La regolamentazione estetica poi è molto vecchia e non tiene conto dei passi fatti a livello tecnico-operativo nella realizzazione dei macchinari. Confestetica è nata proprio per sopperire a queste carenze. Abbiamo riunito i 3.000 iscritti in un albo, che, anche se non riconosciuto, rispetta un codice deontologico che ci siamo dati per la tutela della salute dei clienti”.

“Gli operatori del settore – fa notare Angelica Pippo – non sono artigiani, ma professionisti. Anche se il primo passo da fare per il riconoscimento della categoria è nella direzione di una formazione che alzi l’età per l’accesso ai corsi. Attualmente ci si può iscrivere al corso biennale, tra l’altro estremamente breve, dopo aver terminato la scuola dell’obbligo. A 18 anni non si ha la maturità e la coscienza professionale necessarie per un approccio con il cliente”.

“L’altro problema che mina il settore – continua la presidente nazionale di Confestetica – è l’abusivismo. In migliaia lavorano in casa evadendo le tasse e contravvenendo alle regole igienico-sanitarie richieste, con l’inevitabile conseguenza di una concorrenza sleale che danneggia i professionisti regolari”.

“Certo – osserva – il prezzo di un trattamento è fondamentale per capire la validità del prodotto offerto, ma non è sufficiente. Comunque sul portale (www.confestetica.it) abbiamo aperto la pagina delle segnalazioni, in forma anonima, delle estetiste abusive. Un modo per salvaguardare il lavoro delle professioniste che ogni giorno fanno i conti con le tasse, i contributi dei dipendenti e gli acquisti di prodotti di qualità”.

“L’utente-cliente – rimarca – merita un servizio di qualità che può essere fornito solo da chi può definirsi ‘professionista’. Da qui discende la necessità, non più procrastinabile, di riconoscere giuridicamente la categoria degli estetisti attraverso l’istituzione di un albo super partes, quale garanzia della formazione e della preparazione professionale degli estetisti. Per ora, infatti, sta al cliente considerare bene che risparmiare non ripaga di eventuali calvizie, ustioni, malattie infettive e, spesso, tumorali. Ma è ancora troppo poco”.

Lombardia capitale. Dei parrucchieri

I milanesi non hanno un diavolo per capello, ma hanno grande cura per il loro capelli (e non solo). Sono circa 23mila, infatti, le sedi d’impresa attive nel settore dei servizi estetici in Lombardia al terzo trimestre 2011, in crescita dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese aggiornati al terzo trimestre 2011 e 2010, i settori che registrano una crescita maggiore rispetto al 2010 sono le imprese specializzate in manicure e pedicure (+8,1%) e gli istituti di bellezza (da 5.230 a 5.476, +4,7). Nella cura della persona e nell’estetica, l’impresa lombarda primeggia e pesa circa un sesto del totale nazionale (16,7%). Tra le province, Milano è prima in Lombardia (29,2% del totale regionale), seguita da Brescia (13,8%) e Bergamo (11,8%). Con 48 nuove attività, Monza e Brianza si attesta come la provincia maggiormente cresciuta nel settore (+2,9%), seguita da Lodi (+2,3%).

La spesa annua dei milanesi per i servizi estetici ammonta a 197 milioni di euro. La spesa per servizi estetici nel 2010 è stata di 284 euro annui a famiglia, cifra che sale però a 1.612 considerando solo gli effettivi acquirenti.

Una tendenza che la Camera di commercio di Milano ha colto, aprendo lo sportello dell’Ufficio Artigianato dedicato a parrucchieri ed estetisti tra cui gli aspiranti imprenditori. Lo sportello è attivo nelle giornate di lunedì e mercoledì dalle 9 alle 13 nella sede della Camera di commercio in Via Meravigli 11/a. È inoltre possibile prenotare un appuntamento inviando una mail all’indirizzo artigianato@mi.camcom.it

In Italia, invece, sono quasi 137mila le sedi d’impresa attive nel settore dei servizi estetici al terzo trimestre 2011, in crescita dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori estetici che registrano una crescita maggiore rispetto al 2010 sono le imprese specializzate in manicure e pedicure (+7,8%) e gli istituti di bellezza (+4,4). Un settore quello della cura della persona ed estetica in cui la Lombardia primeggia, pesando circa un sesto del totale nazionale (16,7%). Tra le province, Roma è prima con 8.871 sedi d’impresa attive nel settore (6,5% del totale nazionale), seguita da Milano (6.684, 4,9%) e Torino ( 5.755, 4,2%). Crotone è la provincia maggiormente cresciuta nel settore dei servizi estetici (+5,9%), seguita da Matera (+3,6%) e Trieste (3,4%).

Davide SCHIOPPA

 

Benessere e salute, un mercato conveniente

Il benessere, la salute, la bellezza. Sono questi i tre elementi di cui l’uomo, oggigiorno, è sempre alla ricerca costante. Miglioramento, cura di se stessi, voglia di relax: tutto è compreso e niente ha un prezzo troppo alto se il risultato è quello di sentirsi bene o di sentirsi belli.

Il mercato del benessere è sempre in movimento, e la crisi non lo ferma. Comprende un insieme di settori che più vario non si può: spa, centri benessere, hotel, agriturismi, istituti di bellezza, club d’alto livello, palestre, prodotti e interventi per la cura del corpo.
Si va dalla più classica scuola di danza sotto casa alla spa di lusso di rango elevato:  i dati (forniti dall’Istat) sono chiari: il mercato del benessere ha un valore di circa 20 miliardi di euro: ogni famiglia italiana, almeno una volta, ha effettuato abbonamenti in palestra, è passata da hotel o centri benessere, o ha utilizzato prodotti specifici per la cura del corpo.

I centri del benessere, mirati sia alla salute che alla più superficiale bellezza, sono sempre più richiesti, e centrali sono i consumatori in sovrappeso: secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità)  solo in Italia il 40% della popolazione lo è, ed accoglie ogni possibile metodo di miglioramento a braccia aperte, cosa che porta a muovere un business di oltre 400 milioni di euro l’anno.

Posizione di spicco ha il franchising, il quale quasi da solo cavalca l’onda del settore benessere, grazie agli innumerevoli centri aperti negli ultimi anni.

Solo per quanto riguarda gli istituti di bellezza è stata appurata una crescita esponenziale; per la sola economia italiana, essi rappresentano oltre il 70% del settore del benessere, e nonostante la presenza quasi capillare, sono destinati ad aumentare, così come è destinato ad espandersi il settore wellness (solo nell’ultimo anno vi è stato un aumento del 51,6%).

Con un incremento tanto costante, dunque, il mercato del benessere e della salute pare essere uno dei pochi a non risentire della crisi e ad essere il più raccomandato tra gli investimenti. Non solo in Italia, ma nel mondo.

Caterina Damiano