Arrestato imprenditore monzese per frode fiscale

Con l’accusa di frode fiscale per un importo di 50 milioni di euro, un imprenditore di Monza è stato arrestato dalla Guardia di Finanza.

Inoltre, le Fiamme Gialle hanno sequestrato un vero e proprio patrimonio immobiliare, compresa la villa con piscina, sauna e bagno turco dove l’uomo vive con la famiglia, e frutto di un’attività del valore di 82 milioni di euro che si avvaleva di 2200 collaboratori in tutta Italia.

In tutto ciò, l’evasore non ha versato un soldo ma, anzi, azzerava tutti i conti per evitare di pagare l’Ova su ciò che fatturava.

Si tratta del Gruppo Viesse international holding, leader nella fornitura dei servizi alle aziende, composto da dieci società con quartier generale a Usmate Velate (MB), a capo del quale c’è il suo fondatore, un quarantaquattrenne monzese ora in un mare di guai.

Le indagini sono partite a seguito di alcune segnalazioni trasmesse dall’Inps e dall’Agenzia delle Entrate di Monza alla locale Procura della Repubblica, per irregolarità rilevate nel pagamento di debiti previdenziali.
I pm Manuela Massenz e Giulia Rizzo, per far luce sulla vicenda, hanno deciso di raccogliere le diverse segnalazioni in un unico fascicolo ed affidare le indagini ai militari del Gruppo Guardia di Finanza Monza.

I primi avvisi di garanzia sono fioccati agli inizi del 2013 e sono stati fatti pervenire a sette tra amministratori e rappresentanti legali della società. A seguire sono cominciate le perquisizioni presso le sedi delle aziende e presso le abitazioni degli indagati, ma le procedure hanno richiesto qualche mese di tempo.

L’imprenditore che era a capo del Gruppo è attualmente detenuto nel carcere di Monza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, per rispondere delle accuse di evasione fiscale, indebite compensazioni d’imposta, omessi versamenti di ritenute fiscali operate nei confronti dei propri dipendenti.

Nel frattempo i militari della Guardia di Finanza monzese, per garantire le casse dell’Erario in caso di condanna dell’indagato, hanno sequestrato su ordine del GIP e della Procura della Repubblica di Monza una serie di immobili: un attico con super attico in Sardegna, ad Alghero, 6 villette realizzate a Villasanta (MB), 13 appartamenti, 43 capannoni industriali e 40 terreni distribuiti tra le provincie di Milano, Monza, Bergamo, Lecco e Sassari.
Inoltre sono state poste sotto sequestro anche disponibilità liquide su conti correnti per circa 100 mila euro.

Vera MORETTI

Evasione fiscale all’Autodromo di Monza

Il Gran Premio di Monza si è ormai concluso ma i riflettori sull’Autodromo più celebre d’Italia sono ancora accesi, anche se, questa volta, automobili e motori non c’entrano nulla.

La Guardia di Finanza, infatti, dopo aver trovato illeciti riguardanti il business dei biglietti omaggio all’Autodromo in occasione della gara, si è recata a Londra per ottenere l’esito della rogatoria internazionale sulle presunte fatture sospette per 1 milione e 600 mila euro tra la Sias, la società pubblica per azioni che gestisce l’Autodromo, e alcune società inglesi, tra cui anche alcune del magnate inglese Bernie Ecclestone.

Nel frattempo, la Guardia di Finanza di Monza, su richiesta della Procura monzese, ha sequestrato beni per il valore di 400mila euro a scopo preventivo.
I pm Walter Mapelli e Caterina Trentini hanno ritenuto opportuno procedere in questo modo poiché sostengono che i soldi, i titoli e l’immobile sequestrati ad Americo Martino sono equivalenti al provento della corruzione e sono stati pagati dal 2007 dalla Sias, la società pubblica per azioni che gestisce l’Autodromo, attraverso false fatturazioni emesse da alcune società per operazioni inesistenti. In cambio Americo Martino avrebbe chiuso un occhio sui controlli in merito all’emissione dei biglietti, soprattutto quelli omaggio.

Il sospetto che dietro i movimenti di denaro tra la Sias e le società inglesi si celi una maxi evasione fiscale è forte e per questo verranno effettuati controlli alle fatture emesse tra il 2007 e il 2011, l’ultimo anno utile prima dello scoppio dell’inchiesta scattata il 22 maggio 2012 con le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici della Sias. Al centro di questo filone delle indagini c’è Enrico Ferrari, mentre Bernie Ecclestone non risulta indagato.

Vera MORETTI