Evasione fiscale all’Autodromo di Monza

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Il Gran Premio di Monza si è ormai concluso ma i riflettori sull’Autodromo più celebre d’Italia sono ancora accesi, anche se, questa volta, automobili e motori non c’entrano nulla.

La Guardia di Finanza, infatti, dopo aver trovato illeciti riguardanti il business dei biglietti omaggio all’Autodromo in occasione della gara, si è recata a Londra per ottenere l’esito della rogatoria internazionale sulle presunte fatture sospette per 1 milione e 600 mila euro tra la Sias, la società pubblica per azioni che gestisce l’Autodromo, e alcune società inglesi, tra cui anche alcune del magnate inglese Bernie Ecclestone.

Nel frattempo, la Guardia di Finanza di Monza, su richiesta della Procura monzese, ha sequestrato beni per il valore di 400mila euro a scopo preventivo.
I pm Walter Mapelli e Caterina Trentini hanno ritenuto opportuno procedere in questo modo poiché sostengono che i soldi, i titoli e l’immobile sequestrati ad Americo Martino sono equivalenti al provento della corruzione e sono stati pagati dal 2007 dalla Sias, la società pubblica per azioni che gestisce l’Autodromo, attraverso false fatturazioni emesse da alcune società per operazioni inesistenti. In cambio Americo Martino avrebbe chiuso un occhio sui controlli in merito all’emissione dei biglietti, soprattutto quelli omaggio.

Il sospetto che dietro i movimenti di denaro tra la Sias e le società inglesi si celi una maxi evasione fiscale è forte e per questo verranno effettuati controlli alle fatture emesse tra il 2007 e il 2011, l’ultimo anno utile prima dello scoppio dell’inchiesta scattata il 22 maggio 2012 con le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici della Sias. Al centro di questo filone delle indagini c’è Enrico Ferrari, mentre Bernie Ecclestone non risulta indagato.

Vera MORETTI