L’evasore italiano? Giovane, maschio, autonomo

Esiste una fotografia dell’evasore medio italiano? Sì, l’ha scattata il rapporto della Commissione sulla riforma fiscale, voluto dal Ministero dell’Economia: giovane, autonomo, proprietario di case. Un dato, quest’ultimo, che deriva dalla percentuale di evasione sui redditi da immobili, che tocca l’83,7%. In totale, l’evasione media annua per ogni italiano è pari a 2.093 euro.

Il rapporto, che ha il pregio di mettere insieme numeri e dati ma che, nel complesso, si configura come la scoperta dell’acqua calda, afferma che l’evasione fiscale è concentrata soprattutto su lavoratori autonomi, imprenditori e proprietari di immobili dati in affitto, e che i contribuenti più virtuosi sono pensionati e lavoratori dipendenti. Rispetto a un tasso medio di evasione del 13,5%, gli autonomi e gli imprenditori dichiarano il 56,3% in meno e chi affitta immobili, appunto, l’83,7% Un 44,6% di lavoratori autonomi ha anche un lavoro dipendente o una pensione e il tasso d’evasione maschile è al 17,3%, quasi il doppio di quello femminile (9,9%) delle donne. I figli sono meno virtuosi dei padri: sotto ai 44 anni l’evasione è infatti del 19,9%, del 10,6% tra 44 e 64 anni e del 2,7% per gli over 64.

Assemblea 2011 dei Commercialisti, Siciliotti fa il punto della situazione

In occasione dell’Assemblea 2011 dei Commercialisti, il presidente della categoria Claudio Siciliotti ha presentato una relazione a tutto campo. Alla conferenza hanno partecipato anche i ministri della Gioventù, Giorgia Meloni, quello della Giustizia, Angelino Alfano e quello del Lavoro, Maurizio Sacconi. Oltre a loro, sono intervenuti anche il sottosegretario all’economia, Luigi Casero, il responsabile economico del Partito democratico, Stefano Fassina, il presidente dell’API, Francesco Rutelli e il presidente del Consiglio della Giustizia Tributaria, Daniela Gobbi.

Siciliotti a favore della lotta all’evasione, ha presentato un pacchetto di proposte che va dalla richiesta di un riequilibrio della tassazione tra redditi patrimoniali e da lavoro a quella di rimodulare, ad invarianza di gettito, gli effetti distorsivi per le imprese prodotti dall’Irap; da una richiesta di drastica riduzione delle detrazioni, deduzioni, regimi impositivi speciali e sostitutivi a una di utilizzo di redditometro e spesometro che preveda però un mediatore terzo nel contraddittorio tra Entrate e contribuente al fine di porre ordine.  E’ stata inoltre proposta l’istituzione di una piattaforma informatica che agevoli i contribuenti e che permetta il tracciamento dei pagamenti. Proposte, secondo Siciliotti “utili per poter impostare una lotta all’evasione che sia davvero efficace ed equilibrata, senza oscillare perennemente tra ricette repressive e ricette permissive, a seconda della vicinanza o lontananza alle scadenze elettorali e agli elettorati di riferimento della maggioranza politica di turno“.

Per quanto riguarda la giustizia tributaria, secondo Siciliotti “Nel bilancio previsionale dello Stato per il 2010 le somme stanziate per fare accertamento, ossia per far fronte agli oneri di gestione dell’Agenzia delle entrate, ammontano a circa 2.865 milioni di euro e quelle per fare riscossione, ossia per compensi ad Equitalia, ammontano a circa 325 milioni di euro. Le somme stanziate invece per la giustizia, ossia per compensi ai giudici tributari e per il funzionamento delle commissioni, ammontano solo a circa 70 milioni di euro. Una sproporzione clamorosa che impedisce in partenza alla Giustizia tributaria di lavorare al meglio“. Serve una riforma che non può più essere procrastinata nel tempo, visti i problemi urgenti da risolvere.

La proposta di riforma dei commercialisti punta molto sulla formazione di una magistratura tributaria più professionale e competente. I commercialisti propongono quindi l’apertura ai giudici non togati dei percorsi di carriera specifici in materia tributaria, attribuendo, sia per i giudici togati che non, valore abilitante ai soli titoli comprovanti una competenza specifica nella materia tributaria, anziché, come accade attualmente, nelle materie giuridiche in generale.

Secondo Siciliotti, il prezioso lavoro di front office telematico svolto dagli studi professionali è di estrema importanza per la pubblica amministrazione. Questo lavoro si traduce in costi diretti di strumentazione e indiretti di tempo. Un lavoro remunerato in maniera irrisoria dallo Stato che dovrebbe essere rivalutato. E’ stato toccato in seguito il problema dei ritardi dei pagamenti della PA: lo scorso anno il ritardo dei pagamenti del settore pubblico italiano, rispetto ai tempi previsti da contratto, è stato in media di 86 giorni, quasi il triplo dei 30 registrati nel settore privato. Una situazione che danneggia le imprese italiane e che aggrava il lavoro dei commercialisti che merita di essere risolto al più presto.

A conclusione dell’intervento si è parlato di conti pubblici. Per il raggiungimento del pareggio di bilancio alla fine del 2014, ha sostenuto, ci vorrà una manovra di oltre 40 miliardi. “Tra le righe del Documento Economico Finanziario si legge che la correzione dei conti pubblici per il biennio 2013 – 2014 dovrà essere all’incirca di mezzo punto di PIL per ciascuno dei due anni. Tradotto in numeri, questo significherebbe una manovra su base biennale da circa 17 – 18 miliardi di euro, o “forse qualcosa di più”, come ha detto a voce il Ministro Tremonti in sede di presentazione del Documento Economico Finanziario alla Commissione Finanze della Camera. In verità, i numeri che emergono dallo stesso Documento Economico Finanziario lasciano trasparire che quel “qualcosa di più” dovrà essere “qualcosa più del doppio”, perché appare ineludibile, per raggiungere un simile obiettivo, una manovra biennale di oltre 40 miliardi di euro”.

Aumentano le entrate tributarie del 4,6%

Aumentano secondo i dati dichiarati dal fisco le entrate tributarie. Nel primo trimestre del 2011, secondo il Bollettino del Dipartimento delle Entrate del Ministero dell’Economia, sono salite  infatti del 4,6%. Analizzando i dati totali vediamo che il gettito è stato pari a 87.401 milioni di euro, +3.858 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con una tendenza alla ripresa delle entrate ormai confermata.

Queste ultime sono tornate a livelli di crescita prossimi a quelli registrati nel periodo 2007-2008 (+5,6%) prima della crisi. Ottimi in particolare, gli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo con un incremento del 30,4% (+359 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La lotta all’evasione sta quindi funzionando bene.

Mirko Zago

Automobilisti: oltre un miliardo di evasione

Con il federalismo fiscale i conti possono migliorare ma è certo che qualche riflesso negativo c’è. E’ per questo che il ministero dell’Economia ha ad esempio affidato all’Unrae, l’associazione che rappresenta le case automobilistiche estere operanti in Italia, l’approfondimento delle soluzioni che permettano la migliore applicazione possibile della norma in riferimento in particolare all’Ipt, l’Imposta provinciale di trascrizione delle auto nuove e usate, destinata ad aumentare anche sensibilmente per effetto del passaggio a un nuovo sistema di calcolo che al di sopra di una soglia minima (53 kW) proporziona l’importo alla potenza.

Sirio Tardella, direttore del Centro Studi Unrae, sottolinea il peso dell’evasione su bollo, contributo al Servizio sanitario nazionale compreso nelle polizze assicurative e altre forme di tassazione dell’auto: “Oltre 1,1 miliardi l’anno, più del gettito complessivo dell’Ipt. Stimiamo, per esempio, che su 72mila commercianti di vetture usate registrati in Italia, meno della metà esercitino effettivamente l’attività. E c’è da chiedersi quanti sfuggono alla fatturazione“. In sostanza cercando di limitare questa evasione le casse degli organismo locali e nazionali potrebbero essere più “gonfie”.

Unrae collaborando a stretto contatto con costruttori e operatori del settore si è impegnata a fornire un rapporto con cadenza trimestrale fornendo previsioni sull’andamento del mercato italiano dell’auto per i sei mesi successivi e proiezioni sull’anno seguente. Le prime stime di «Previsioni & Mercato» rivedono al ribasso, a 1,81 milioni di unità, con un calo del 7,7% rispetto al 2010, le immatricolazioni di auto nuove nel 2011. Secondo il rapporto, il secondo semestre dovrebbe chiudersi con 480mila immatricolazioni, in flessione del 3,6% sullo stesso periodo del 2010, e solo nel terzo si registrerà un primo arresto della caduta della domanda, con 386mila immatricolazioni che dovrebbero valere un recupero del 2,1%.

Il presidente  di Anfia (filiera automotive italia) Eugenio Razelli, auspica “che il governo possa convocare le associazioni di settore, in modo da individuare misure di correzione all’attuale decreto al fine di tutelare l’utente finale“.

M. Z.

Economia sommersa. Sotto i riflettori albergatori e ristoratori

Stando ad un’elaborazione dell’Istat basata su dati del 2005 l’economia sommersa si attesterebbe tra il 16,1 e il 17,8 per cento. Le punte più negative sarebbero del 56,8 interessando il settore alberghi e ristorazione. L’elaborazione è stata resa nota al gruppo di lavoro ‘Economia non osservata e flussi finanziari‘ guidato dal presidente dell’Istituto di statistica, Enrico Giovannini, nell’ambito dei lavori della Commissione per la riforma fiscale.

Il sommerso dell’industria sarebbe pari all’11,7%, l’agricoltura, silvicoltura e pesca pari al 31,1% e i servizi pari al 21,7%. Sarebbero in particolare le costruzioni a rappresentare la percentuale più elevata dell’industria con il 28,4% a cui seguono tessile, abbigliamento, pelli e calzature” con il 13,7%, “altri prodotti industriali” con l’11%, “alimentari, bevande e tabacco” con il 10,7%. All’estremo opposto troviamo “elettricità, gas e acqua”  con un sommerso dell’1,8%. Molto elevata la percentuale di sommerso invece di “istruzione, sanità e altri servizi sociali” con il 36,8%, “trasporti e comunicazioni” con il 33,9%, “commercio” con il 32,1% e “servizi alle imprese” con il 21,5%. Meglio per le “assicurazioni” con il 6,4%  mentre nella “pubblica amministrazione” il sommerso sarebbe assente.

Mirko Zago

Italia al primo posto in Europa per l’evasione fiscale, ma i piccoli imprenditori ed i professionisti sono quelli che evadono di meno

Secondo una recente ricerca commissionata a Krls Network of Business Ethics dal sito internet Contribuenti.it, spetterebbe all’Italia la maglia nera per l’evasione fiscale. Sembrerebbe infatti che il fenomeno cresca del 10,1%, nei primi 11 mesi del 2010 in Italia, che si conferma prima in Europa per imponibile evaso (54,5%). Le imposte sottratte all’erario sono sarebbero circa 159 miliardi di euro l’anno. Ad  evadere di più pare siano gli industriali (32,8%), seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%), dipendenti (7,4%).

La Toscana rincorre gli evasori fiscali e ottiene ottimi risultati: recuperati già 78 milioni

La Toscana dall’inizio dell’anno fino a settembre la ha riscosso 78 milioni e 206 mila euro di tributi regionali non regolarmente pagati nei tempi dovuti.

Tra i tributi dimenticati: bollo auto, addizionale Irpef e Irap in testa. Si tratta di un risultato straordinario, infatti rispetto agli stessi nove mesi dell’anno precedente è il 54,10 per cento in più. “La lotta all’evasione fiscale e più in generale all’illegalità economica è una priorità per l’attuale giunta. E con gli strumenti che abbiamo messo a punto in questi mesi, in futuro ci attendiamo ancora maggiori ri sultati – commenta l’assessore alle riforme e al bilancio della Toscana, on. Riccardo Nencini -. È una priorità per una questione di equità anzitutto, ma anche perchè il recupero dell’evasione fiscale è anche l’unica vera nuova fonte di entrata per un sistema pubblico che deve fare conti con tagli pesanti”. “Più risorse riusciremo a recuperare – spiega Nencini – e maggiori potranno essere i servizi e le politiche di sostegno per imprese e cittadini”. “Più crescerà il recupero dell’evasione fiscale – aggiunge – e con più forza riusciremo a riaffermare un principio di legalità troppe volte violato”. Come a Prato e nel suo distretto cinese parallelo, dove i numeri elaborati dagli uffici della Regione dicono che c’è un trend di recupero altrettanto in crescita (+46% sul solo coattivo, fino ad agosto) e per cui, il 27 settembre, è stato creato un gruppo di lavoro ad hoc.

fonte: AGI