Export boom: il 69% delle pmi italiane sono cresciute dal punto di vista delle esportazioni

Secondo i dati emersi dall’indagine “Ve(n)dere oltre la crisi”,  svolta da Assocamerestero–Unioncamere, e presentata durante la XIX Convention mondiale della Camere di Commercio Italiane all’estero che si è svolta a Parma nelle scorse settimane, il primo semestre 2010 sarebbe all’insegna della fiducia per le 59 Camere di Commercio Estere presenti in 46 Paesi, in rappresentanza di oltre 24mila imprese. All’inasprimento della competizione mondiale e alla crisi che ha attraversato il Pianeta in questi due anni, le imprese italiane hanno dimostrato di aver sostanzialmente retto e di essere ora pronte a un rilancio sui mercati internazionali.

Il 69% degli intervistati ha, infatti, riscontrato nel I semestre 2010 un ripresa dell’attività sull’estero, contro il 54% del II semestre 2009, soprattutto per le piccole e medie imprese (per il 75%), con un incremento del 28% degli ottimisti rispetto al semestre precedente. Solo il 18% degli intervistati rileva invece un ripiegamento sul mercato interno (contro il 26% del secondo semestre 2009), mentre sale al 40% la quota di piccoli e medi imprenditori che hanno incrementato la loro politica di sviluppo nel corso del primo semestre dell’anno (più 33% di incremento rispetto al II semestre 2009).  “Le imprese sono consapevoli che l’apertura all’estero rappresenta un fondamentale fattore di sviluppo per il business aziendale, sia in termini di aumento del giro di affari e dei profitti, che di accesso a nuove idee ed esperienze – afferma Augusto Strianese, Presidente di Assocamerestero. In tal senso, le Camere di Commercio Italiane all’Estero costituiscono una risorsa fondamentale, sia in termini di informazioni strategiche sui nuovi trend internazionali sia per azioni di supporto concreto a modalità di presidio più stabili e strutturate sui mercati. Il nostro vantaggio competitivo è proprio quello di essere una rete di imprenditori al servizio del mercato e delle istituzioni italiane, che parla il linguaggio delle imprese e per questo è in grado di coglierne, e spesso anticiparne, le esigenze”.

Bologna mette la freccia e si prepara a sorpassare la crisi: cresce il Pil e cala la disoccupazione

Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato del formidabile risultato conseguito nel corso dell’anno dalle imprese parmensi per quanto riguarda i dati relativi all’export, specie nel settore agro-alimentare. Oggi, vi proponiamo un altro importante dato sull’economia emiliana. Infatti non è solo Parma a crescere e sorprendere, ma anche Bologna, ce la sta mettendo tutta per lasciarsi alle spalle la crisi degli ultimi tempi. Infatti, secondo le rilevazioni effettuate dalla Camera di Commercio, il PIL del capoluogo emiliano punterebbe a chiudere il 2010 con una crescita del 2,1%: vale a dire il doppio dell’economia nazionale (+1,1%). Questo significa che il sistema produttivo locale ha dimostrato di avere la giusta solidità per fronteggiare la crisi.

La crescita dell’economia bolognese è ancora di più confermata se si va a dare un’occhiata ai dati relativi alle previsioni sul tasso di disoccupazione per il 2010: 4,9% contro il 6,2% della regione e il 9% della media italiana. A Bologna quindi potrebbe finalmente materializzarsi un’inversione di tendenza ed una ripresa del mercato del lavoro.

Tra i settori trainanti per l’economia bolognese un ruolo di primo piano lo ricopre senz’altro il settore manifatturiero, in cui le esportazioni sono cresciute del 4%, mentre produzioni, ordini e fatturato si riportano su valori positivi vicino al 3%.  In recupero anche il settore metalmeccanico che, duramente colpito dalla recessione, da aprile a giugno registra un incremento medio del 4%. Bene anche il comparto carta ed editoria, anche qui è stato fondamentale il peso dell’export. Ad oggi, l’unica nota stonata in questo contesto di ripresa, sembrerebbe essere l’artigianato manifatturiero, ad esclusione delle costruzioni, mentre il commercio al dettaglio risente pesantemente del calo dei consumi, per quanto, dall’inizio dell’anno si intravedano primi segnali di recupero. Ma si sa, se inizia l’economia riprende il ritmo giusto, dopo l’industria la risalita per l’artigianato ed il commercio al dettaglio è d’obbligo. Toccherà quindi solo pazientare ancora per qualche mese e poi tutta l’economia bolognese dovrebbe tornare a sorridere.

Strepitosa crescita per l’export delle piccole-medie imprese parmensi

Con una crescita del 23,6% rispetto allo scorso anno le PMI di Parma e provincia doppiano il risultato di crescita regionale (+11,7%) e quello nazionale (+12,4%) per quanto riguarda le esportazioni. Interessante anche il confronto con i risultati del Nord-Est della Penisola, che nei primi sei mesi del 2010 ha registrato una crescita delle esportazioni pari all’11,2%. E proprio a Parma in questi giorni (oggi, 27 ottobre sarà l’ultimo giorno) si sta tenendo la XIX Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero realizzata dalla Camera di Commercio di Parma, in collaborazione con Assocamerestero e Unioncamere, per incentivare ed accompagnare il processo di internazionalizzazione delle imprese del territorio.

Le aziende parmensi che hanno preso parte ai tavoli di lavoro sono state circa 120, il 39% delle quali appartenenti al settore dell’agro-alimentare. Ma non solo, infatti c’è stata una nutrita rappresentanza imprenditoriale anche per i comparti dell’impiantistica alimentare, della meccanica e dalla cosmesi.

Nelle giornate dedicate agli incontri one-to-one, presso la sede della Camera di Commercio, fra i Paesi più richiesti dalle aziende per gli incontri, ci sono quelli di Regno Unito, Russia ed India. Affollati anche i desk di Vienna, Johannesburg, Zurigo e Sharjah, dove le imprese locali hanno avuto modo di incontrare individualmente, secondo agende personalizzate, i rappresentanti e gli esperti delle Camere di Commercio Italiane all’Estero.

Laura LESEVRE

Imprese italiane all’estero: 100 imprese in Giordania e Libano.

Saranno 103 le aziende, provenienti da 14 regioni ed operanti in 17 settori merceologici che parteciperanno alla missione promossa da Unioncamere, Ice e Promos per promuovere l’imprenditoria italiana in Giordania e Libano, dove margini di crescita sono rilevanti, visto che quest’area rappresenta meno del 10% del volume complessivo dei nostri scambi commerciali.

Tra i settori merceologici, le rappresentanze più numerose saranno quelle nell’arredamento e design (33 imprese), energia e ambiente (19 le presenze), infrastrutture e costruzioni (18) e Servizi (17). Tra le regioni di provenienza, il drappello più numeroso in assoluto è quello del Veneto (27 le imprese partecipanti), seguito da Lazio (18) e Lombardia (16).