Export lombardo riparte con una crescita del 14%

L’export della Lombardia sembra aver ritrovato slancio, con una nuova crescita del 14%. Sarebbe questa la percentuale registrata nel 2010 per un valore di 94 miliardi di euro. Milano registra 34 miliardi inclusa Monza ovvero il 36,5% regionale per valore di export. A seguire si trovano Brescia (12,3%) e Bergamo (12,2%) con oltre 11 miliardi di euro. Anche Cremona e Mantova registrano ottimi risultati.

Oltre la metà (55,8%) dell’export lombardo va verso i Paesi dell’Unione Europea, seguono altri Paesi europei (12,8%), Asia Orientale (8,1%), America settentrionale (6,1%), Medio Oriente (5,6%). Si esportano di più prodotti delle attività manifatturiere (97,5%) e in particolare macchinari (20,6% del manifatturiero), prodotti in metallo (17,3%), prodotti chimici (10,1%), prodotti tessili (10,1%).

L’8 luglio in Sala Parlamentino presso il Palazzo Affari ai Giureconsulti di Milano si è parlato di sostegno alle esportazioni, lo scenario delle variabili micro e macro economiche e sarà approfondito il ruolo delle società specializzate nel sostegno al redito all’esportazione, alle garanzie assicurative ed alla generale promozione delle imprese italiane all’estero.

Mirko Zago

Positivi i dati sull’export del made in Italy

A maggio la crescita delle esportazioni coinvolge tutti i principali comparti, con particolare intensità per i prodotti energetici (+35,3%) e tassi più contenuti per i beni strumentali (+21,8%), i beni di consumo (+19,8%) ed i prodotti intermedi (+17,9%).

Crescono anche le importazioni di beni di consumo non durevoli (+24,3%) e, con un tasso inferiore alla media, quelle di energia (+13,2%). Questi prodotti contribuiscono in misura pressoché simile alla crescita complessiva delle importazioni.

I mercati più dinamici all’export sono: Svizzera (+43,4%), paesi Mercosur (+39,6%), Russia (+27,3%), Turchia (+22,5%) e Cina (+21,4%).
L’andamento delle esportazioni è inferiore alla media verso i paesi OPEC (+6,2%), il Giappone (+8,8%) e l’India (+16,5%).

La crescita delle importazioni è sostenuta dai paesi ASEAN (+42,9%), dalla Russia (+36,9%), dall’India (+35,5%), dalla Turchia e dai paesi Mercosur (entrambi +26%).
In forte diminuzione sono, invece, le importazioni dai paesi OPEC (-19,1%) e dal Giappone (-11,4%).

Complessivamente, a maggio si amplia il disavanzo commerciale con i paesi extra Ue, che raggiunge -1,8 miliardi, rispetto a -1,5 miliardi di maggio 2010.

Link doc Istat.

Import di giocattoli dalla Cina, un business da sensibilizzare

L’import di giocattoli provenienti da mercati esteri in particolare Cina ha toccato + 23,2 per quanto riguarda l’import tra 2009 e 2010. Sono cinesi circa due giochi importati su tre. E’ Milano la regina dell’interscambio con Bergamo e Varese prime nell’export.

La Camera di Commercio di Milano per sensibilizzare sulla sicurezza dei giocattoli destinati ai bambini, dai giocattoli alle luci di Natale, ai seggiolini per le auto, alle attrezzature sportive per la neve, all’abbigliamento ha voluto elaborare una guida con consigli per gli acquisti di Natale più adatti secondo le fasce di età e sui requisiti cui prestare attenzione al momento della scelta del prodotto. La guida è disponibile su http://www.mi.camcom.it/. La Camera di commercio ha, inoltre, realizzato un misuratore di pericolosità del giocattolo contro il rischio di soffocamento.

Il controvalore stimato totale dell’import di giocattoli è di 277 milioni di euro. Pesa soprattutto l’import, oltre 276 milioni di euro, +23,2% (contro il +21,8% del dato italiano). Questi risultati valgono al colosso asiatico una fetta pari al 59% dei giochi e giocattoli che la regione importa da oltre confine.

 

Pronti 5ml pro internazionalizzazione

Finanziamenti agevolati fino a 5 milioni sono disponibili per realizzare progetti di internazionalizzazione, da parte di imprese italiane.
I finanziamenti sono assistiti da garanzie sui crediti derivanti dall’export.

Sono finanziabili:
– acquisto, riqualificazione o rinnovo degli impianti e dei macchinari,
– attrezzature industriali e commerciali;
– acquisizione di partecipazioni non finanziarie all’estero;
– acquisto di terreni e loro riqualificazione, immobili e loro ristrutturazioni;
– accordi di cooperazione e di joint venture con imprese estere,
– promozione, pubblicità, tutela di marchi e brevetti, ricerca, sviluppo e partecipazione a fiere internazionali.

Rinnovato l’accordo del 2010 tra BNL e SACE per finanziare l’internazionalizzazione di imprese con fatturato inferiore a 250 milioni, di cui almeno il 10% già realizzato all’estero.

I finanziamenti, la cui durata è tra 3 e 8 anni, verranno erogati da BNL con garanzia da Sace, per un importo massimo del 70% del totale, che dovrà andare da un minimo di 100mila euro ad un massimo di 5 milioni di euro.

Sono ritenute spese ammissibili quelle per acquisto, riqualificazione o rinnovo degli impianti e dei macchinari, nonché delle attrezzature industriali e commerciali; promozione, pubblicità, tutela di marchi e brevetti, ricerca, sviluppo e partecipazione a fiere internazionali; acquisizione di partecipazioni non finanziarie all’estero; acquisto di terreni e loro riqualificazione, immobili e loro ristrutturazioni; accordi di cooperazione e di joint venture con imprese estere.

 

Voglia di export? Arrivano le agevolazioni

Aperto il bando che agevola la realizzazione di progetti di internazionalizzazione ed export, sia da realizzare che già avviati.

La misura è promossa dalla Cciaa di Pisa, ed è volta ad agevolare la realizzazione di progetti di internazionalizzazione, anche avviati a far data dal 14 Febbraio 2011, che constino di almeno due azioni strategiche finalizzate alla penetrazione commerciale in un Paese estero o in due Paesi esteri confinanti.
Il bando è aperto a imprese, loro cooperative e consorzi aventi sede o unità locale nella Provincia di Pisa.

Vantaggi: riconoscimento di un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese effettivamente sostenute e documentabili fino ad un massimo di 5.000 euro.
I costi ammissibili devono essere pari ad almeno 6.000 euro (al netto dell’ IVA e delle analoghe imposte estere).

Rif.: Cciaa Pisa

Economia in crescita: Export + 6,5% e Pil +1,1%

Il Rapporto Unioncamere 2011 evidenzia che la spesa delle famiglie e gli investimenti mostreranno segni di ripresa seppur blandi, mentre una nota positiva va a favore del Pil che secondo le stime, crescerà del 1,1% grazie in particolare alle regioni Veneto e Lombardia che faranno da traino grazie soprattutto all’export.

Secondo le stime: ”Mentre la spesa delle famiglie, frenata da timori di ulteriori rialzi nei prezzi e da un recupero ancora modesto del reddito disponibile, dovrebbe crescere dell’1,0% (come nel 2010) e gli investimenti rallentare di circa 0,3 punti percentuali rispetto all’anno scorso, portandosi al +2,2%, l’export dovrebbe aumentare del 6,5%, consentendo così al nostro Paese di chiudere il 2011 con una crescita del Pil dell’1,1%”, in linea con le stime del Documento di economia e finanza del Governo“.

La crescita dovrebbe registrare una variazione consistente  specie al Nord-Est e al Nord-Ovest e decisamente meno significativa al Centro (+0,9%) e soprattutto al Mezzogiorno (+0,6%), con la Sardegna che dovrebbe chiudere l’anno con un modesto +0,3%. Lombardia e Veneto apporteranno invece un+1,6%, seguite nelle stime da Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna (1,3%), Trentino Alto Adige (1,2%), che dovrebbero registrare nel 2011 uno sviluppo del Pil superiore alla media nazionale (+1,1%). Le regioni che vedranno una crescita inferiore sono: Sardegna (0,3%), Campania e Molise (0,5% entrambe).

Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello’ sottolinea: “Sono 13mila le Pmi manifatturiere che stanno scommettendo sulle opportunità del gioco di squadra e fanno già parte o hanno intenzione di inserirsi all’interno di una rete‘; ma perchè le reti possano svilupparsi e raggiungere i mercati globali, c’è bisogno di favorire il loro raccordo con i centri di ricerca e con le università. Anche attraverso le reti si può disegnare un percorso di uscita del Mezzogiorno da quell’isolamento in cui continua, in gran parte, a restare ancora prigioniero. Un lavoro di raccordo, di supporto e di promozione che le Camere di commercio possono svolgere meglio di chiunque altro, perchè su questo ruolo si costruisce la loro identità”.

Mirko Zago

Recessione? Per sconfiggerla la parola d’ordine è “export”

La recessione particolarmente negativa è stata superata da diversi distretti produttivi italiani nel 2010 grazie a ridimensionamenti strutturali, che hanno coinvolto l’occupazione e il fatturato. E’ in particolare l’export a far segnare una forte ripresa e lasciare sperare positivamente per il futuro. Recuperare effettivamente la posizione pre crisi appare difficile, ma i presupposti per il successo ci sono. La fotografia della situazione economica è stata scattata dall’ Osservatorio nazionale Distretti italiani che ha presentato ad Unioncamere un nuovo rapporto.

Gli aumenti previsti per quest’anno coinvolgono le vendite, ma sono previsti anche importanti investimenti. Difficile rimane la situazione invece per l’occupazione. Molti settori dimostrano vitalità, come ad esempio l’agroalimentare di San Daniele del Friuli, delle macchine tessili di Biella, dell’alimentare di Parma, dell’oreficeria di Arezzo, dell’abbigliamento di Rimini, della concia di Solofra ma molti altri soffrono molto come il distretto delle macchine utensili di Piacenza, l’abbigliamento Sud abruzzese, le cappe aspiranti e gli elettrodomestici di Fabriano, il tessile-abbigliamento di Treviso. Secondo il rapporto per il 2011 un quarto delle imprese (24%) prevede un incremento del fatturato, il 69% indica una tenuta dei livelli 2010 ma solo il 5,8% prevede un incremento del personale contro un 13,4% che ha intenzione di effettuare tagli.

Mirko Zago

L’Italia che cresce: le piccole imprese manifatturiere rialzano la china grazie all’export (+2,8%)

Il 2011 apre nel segno del Made in Italy che cresce continuando a conquistare clienti all’estero. È infatti grazie alle esportazioni che le imprese manifatturiere italiane stanno avviandosi ad un recupero di posizioni. A confermarlo sono i dati dell’indagine congiunturale del Centro studi di Unioncamere sulle Pmi manifatturiere fino a 500 dipendenti relativa al IV trimestre 2010. A livello territoriale, la ripresa sembra interessare prevalentemente il Settentrione, con il Nord-Ovest che mette a segno un +4,1% per la produzione e +4,3% per il fatturato, ed il Nord-Est che registra un incremento del +4,4% per entrambi gli indicatori. Una ripresa decisamente meno sostenuta interessa le regioni del Centro, che chiudono l’ultimo trimestre 2010 con un aumento della produzione dell’1,9% e dell’1,4% del fatturato. Negativo, invece, l’andamento del Mezzogiorno (-0,6% la produzione e -1,3% il fatturato). Tra i settori, “brillano” soprattutto le Industrie dei metalli, le Industrie chimiche e delle materie plastiche, quelle elettriche ed elettroniche e le meccaniche e dei mezzi di trasporto, che registrano incrementi di produzione e fatturato prossimi o superiori alla media. In ripresa anche il sistema moda (+3,0% la produzione e +2,0% il fatturato), mentre l’alimentare e l’industria del legno e del mobile chiudono l’anno con aumenti intorno all’1%. Le ‘altre industrie’ (carta, articoli sportivi, giocattoli e gioielli) sono l’unico settore che sembra ancora sperimentare delle difficoltà, tanto che entrambi gli indicatori sono negativi (rispettivamente -1,9% la produzione e -1,7% il fatturato). Nel complesso, la ripresa delle vendite dovrebbe consolidarsi nel primo trimestre 2011: la quota di imprese manifatturiere che prevedono una crescita di produzione e fatturato è di poco superiore rispetto a quelle che si attendono invece un decremento (rispettivamente, +1 e +4 il saldo). Un atteggiamento un poco più ottimista sembra accompagnare le previsioni delle imprese del Nord-Est (+5 il saldo tra attese di crescita e di diminuzione per la produzione e +9 il fatturato), mentre lievemente negative sembrano le aspettative del Centro e del Mezzogiorno, dove meno consistente è la fascia di industrie in grado di agganciare la ripresa della domanda internazionale. Nel complesso, risultano più favorevoli le attese di incremento degli ordinativi esteri (+11, trainate dalla filiera metalmeccanica) rispetto a quelli sul mercato italiano (+4, ma con saldi ancora negativi per alimentare, moda e arredamento).

L’Associazione Artigiani di Bergamo seleziona 20 imprese export da finanziare

L’Associazione Artigiani di Bergamo tra qualche giorno selezionerà 20 tra le aziende artigiane locali per la partecipazione al bando di concorso che intende premiare le migliori imprese impegnate in contesti internazionali. Il progetto sarà presentato attorno alla metà di febbraio e verrà “ricamato” sui bisogni espressi dalle imprese presentate, considerando i mercati di riferimento e le necessità contingenti. Il cotributo che la Regione Lombardia erogherà sarà del 70% dei costi sostenuti permettendo un abbattimento dei costi di internazionalizzazione“.

Tra i vantaggi principali per chi parteciperà si trovano agevolazioni economiche su strumenti di promozione, studi di mercato, incontri d’affari all’estero, incontri internazionali in Italia, organizzazione della rete distributiva e realizzazione delle strategia di vendita. Aspetto cui si punterà molto sarà infine la consulenza. Essa sarà compiuta da manager esperti per un periodo di 6 mesi rinnovabili.

Per partecipare si può contattare l’ufficio Internazionalizzazione entro il 15 febbraio. I requisiti per partecipare sono: dichiarazione de minimis (contributi non superiori ai 200.000 euro negli ultimi 3 anni), dichiarazione Deggendorf (non aver ricevuto contributi incompatibili con gli aiuti di Stato), essere in regola con i versamenti dei contributi (Durc).

Mirko Zago

Crescono le esportazioni per le imprese italiane

A settembre le esportazioni italiane sono cresciute del 3% rispetto ad agosto e del 16,4% su base annua.

Secondo i dati Istat le importazioni sono rimaste pressoché invariate (+0,1%) su base mensile, mentre sono cresciute del 23,9% su base annua.

Il disavanzo commerciale risulta pari a 3,2 miliardi di euro, un valore più che triplo (meno 1 mld di euro) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Inoltre il deficit commerciale nei primi nove mesi dell’anno (-19,2 mld di euro) è quasi quintuplicato rispetto al 2009 (-4,1 mld di euro), mentre al netto di petrolio greggio e gas naturale si registra un avanzo di 19,3 mld di euro contro quello di 26,5 mld di euro dei primi nove mesi del 2009.

fonte: Ansa