Oltre 1000 distributori spazzati via dalla crisi

Tra i tanti settori messi in ginocchio dalla crisi c’è sicuramente quello dei gestori di impianti di distribuzione di carburanti, che, da gennaio ad oggi, sono diminuiti, su territorio nazionale, di 1.009 unità.

Per questo motivo, la Presidenza Nazionale Faib ha voluto lanciare l’allarme, sottolineando come l’aumento del peso del fisco sui carburanti e sulle imprese di distribuzione abbiano controbuito a contrarre i consumi e ad annullare i margini, spingendo così molti impianti storici alla chiusura e aumentando l’esposizione debitoria del 50% della categoria.

Martino Landi, presidente di Faib, ha voluto precisare: “Ci sono 11mila gestori che hanno accumulato debiti per mezzo miliardo di euro, rischiando di giocarsi casa. Il fisco tartassa il settore a partire dagli incrementi record della accise: in nemmeno tre anni l’accisa è stata rialzata già 5 volte, arrivando ad aumentare di quasi il 46% sul gasolio, del 29% sulla benzina e del 17% sul gpl. Oltretutto, pesa sulla categoria la spada di Damocle della clausola di salvaguardia: se non si dovessero trovare risorse per la copertura della prima rata dell’Imu – saltate per la mancata sanatoria sui giochi – si aumenteranno di nuovo le accise.
Il risultato è tragico: vendite in picchiata (-20% su 2012) e azzeramento dei margini di guadagno (sotto il 2% del prezzo finale). Abbiamo sempre chiesto una razionalizzazione ‘governata’ della rete di distribuzione: così, però, la razionalizzazione la sta facendo la crisi, in modo selvaggio e senza una logica di governo della rete, mentre le compagnie petrolifere si sottraggono da anni all’obbligo di rinnovare i contratti di gestione. Ancora più drammatica la situazione in autostrada, dove le perdite di venduto sono del 50% negli ultimi tre anni. Oltre la metà delle aree è in dissesto economico e a breve potrebbe non garantire più il servizio. E le prospettive sono nere, considerando il disimpegno delle compagnie e la rendita di posizione dei concessionari autostradali
”.

Vera MORETTI

Da dicembre, campagne di controllo dei prezzi della benzina

Dal prossimo mese di dicembre, il Governo avvierà una serie di campagne sistematiche per controllare i prezzi della benzina.

L’annuncio è stato dato a seguito dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico che aveva come argomento proprio la questione dei prezzi dei carburanti, ai quali era presente il sottosegretario Simona Vicari e i presidenti di Faib, Fegica e Figisc.

Le associazioni di categoria, a questo proposito hanno ribadito la perplessità circa l’obbligo di comunicare i prezzi della benzina, ma si sono dichiarati disponibili e collaborativi nei confronti di questo decreto.
Hanno però voluto anche rimarcare “la necessità di tolleranza di un adempimento graduale rispetto alla registrazione degli impianti nell’osservatorio ministeriale e alla comunicazione dei prezzi”.

Il Ministero, dal canto suo ha “valutato con soddisfazione il lavoro fin qui svolto e il risultato comunque ottenuto, ha sollecitato le associazioni ad adoperarsi per garantire la completa adesione dei gestori alla registrazione ed alla comunicazione dei prezzi nel più breve tempo possibile, chiarendo che il suo obiettivo non è quello di applicare sanzioni e che intende avviare campagne sistematiche di controlli a partire dall’inizio del prossimo mese di dicembre”.

Per quanto riguarda i prezzi dei carburanti di oggi, le medie nazionali sono a 1,789 e a 1,717 cent/litro, rispettivamente per benzina e diesel.

A livello Paese, invece, la benzina va da 1,795 cent/litro di IP e TotalErg a 1,780 di Esso, mentre il diesel oscilla tra 1,720 cent/litro di Tamoil e TotalErg e 1,713 di Eni.

Vera MORETTI

Niente di fatto dopo lo sciopero: le trattative riprendono

Nonostante lo sciopero sia stato molto meno lungo rispetto a quanto annunciato in precedenza, non c’è stato un accordo in grado di accontentare le parti e, per questo, Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di Garanzia per gli scioperi, ha dichiarato la necessità di riprendere le trattative tra Compagnie petrolifere e Associazioni dei gestori dei carburanti.

A questo proposito, infatti, Alesse ha scritto al presidente del consiglio Enrico Letta per illustrare gli esiti delle audizioni svolte la scorsa settimana con il concessionario del servizio Autostrade per l’Italia, le Compagnie e le sigle di categoria.
Faib, Fegica e Anisa hanno nel frattempo ripreso il pressing istituzionale per la convocazione del Tavolo negoziale con tutti gli attori del segmento autostrade.

Nella sua missiva, Alesse ha scritto: “Il riavvio della negoziazione con l’intervento attivo del Governo, incentrato su specifici punti, pur nella prospettiva, ormai condivisa di una discussione generale sulla riorganizzazione strutturale dell’intero sistema appare l’unica soluzione necessaria per scongiurare una degenerazione del conflitto che, altrimenti, potrebbe seriamente compromettere il sereno svolgimento degli esodi e dei controesodi estivi, nella verosimile ipotesi che, in assenza di accordo, le Associazioni di categoria procederanno alla proclamazione di nuove astensioni collettive”.

Per quanto riguarda la situazione di oggi, i prezzi sono sostanzialmente stabili, anche se potrebbero verificarsi diminuzioni, soprattutto per la verde, già nel fine settimana.
Le medie nazionali della benzina e del diesel intanto sono rispettivamente a 1,839 e 1,741 euro/litro (Gpl a 0,798).
Le “punte” in alcune aree sono, per la “verde” fino a 1,879 euro/litro, il diesel a 1,759 e il Gpl a 0,825.

Nel dettaglio, a livello Paese, il prezzo medio praticato della benzina va oggi dall’1,820 euro/litro di Eni all’1,839 di Tamoil (no-logo a 1,712).
Per il diesel si passa dall’1,721 euro/litro sempre di Eni all’1,741 di Tamoil (no-logo a 1,607). Il gpl infine è tra 0,781 euro/litro di Shell e 0,798 ancora di Tamoil (no-logo a 0,741).

Vera MORETTI

Una petizione per “liberare la benzina”

Adiconsum, l’associazione italiana difesa consumatori e ambiente, ha aderito all’iniziativa popolare Libera la benzina promossa da Fegica Cisl, Faib e Confesercenti, per denunciare le accise sui carburanti che in Italia sono vecchie di 90 anni e sono causa di prezzi sempre troppo elevati.

Per ora, le firme raccolte dalla petizione sono 500.000, provenienti da ogni colore politico e settore imprenditoriale, nonché da privati cittadini.

Per l’Italia il prezzo dei carburanti ha un peso probabilmente maggiore rispetto ad altri Paesi, perché la maggior parte dei prodotti e dei beni, all’interno dei confini nazionali, si spostano su camion, che, ovviamente, necessitano di continui rifornimenti.
Ciò significa che il continuo aumento dei listini provoca una reazione a catena che va ad influire sul potere d’acquisto delle famiglie, sempre più basso.

Insomma, sembra di trovarsi in un vicolo cieco, nel quale risulta difficile trovare una via d’uscita. La petizione “Libera la benzina” è nata proprio per far conoscere a tutti questa pericolosa situazione.

Vera MORETTI

Contro i rincari dei carburanti alle 12 suona il clacson

E’ indetta per oggi la manifestazione nazionale contro il “caro carburanti”. A far sentire la loro voce, o meglio i loro clacson nella capitale sarà tutto il popolo della strada, lavoratori e autotrasportatori in prima linea. Si tratta di una vera e propria emergenza: la mobilità come diritto rischia di essere seriamente compromessa, questo l’allarme che lanciano i promotori (CNA-Fita a cui hanno aderito Federconsumatori, Adiconsum, Fit-Cisl, Filt-Cgil, UilTrasporti, Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl, Transfrigoroute Italia Assotir, Anitrav, Cna Servizi alla Comunità-Autoriparazione, LegaCoop Servizi e il ‘Corriere dei Trasporti).

Le accise su ogni litro di benzina sono aumentate da 0,56400 a 0,57130 euro, mentre sul diesel sono passate da 0,42300 a 0,47220 euro. In un anno il prezzo della benzina è passato da 1,37176 euro/litro a 1,62300 euro/litro. Il diesel è passato da 1,21531 euro/litro a 1,50600 euro/litro. La nuova manovra proposta dal governo rischia di non risolvere il problema riguardante la distribuzione: ad oggi ancora il 90% delle pompe è controllato da grandi gruppi petroliferi.

Oggi ad ogni rifornimento si continuano a pagare accise che dovrebbero essere “progressive” ed essere eliminate una volta superata “l’emergenza” da sanare per le quali sono state introdotte (vedi ad esempio la guerra d’Abissinia). Ma così non è ed ogni anno si pagano 19 miliardi di euro per finalità non ben specificate in violazione della Costituzione (ex art. 53).

L’aumento della tassazione indiretta dal 2005 ad oggi è stato di 2 miliardi di euro l’anno. recentemente è stato prorogato al 2015 l’accisa “extra” per fronteggiare l’emergenza degli sbarchi dal nord Africa che teoricamente doveva perdurare solo fino a quest’anno (per un valore annuo di 8 miliardi di euro). Forte di tutte queste ragioni, gli italiani che ogni giorno devono fare i conti con una tassazione esagerata sui carburanti chiederanno al governo di rimediare quanto prima e in modo efficace.

 

 

Benzina troppo cara? Domani c’è “il Libera la benzina! day”

Faib (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) e Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini) , di concerto con le rispettive confederazioni (Confesercenti e Cisl) e con la collaborazione delle organizzazioni dei consumatori Adiconsum, Adoc, Adusbef e Federconsumatori, hanno indetto per domani, 7 giugno 2011, il Libera la benzina! day.

La manifestazione prevede la presenza nelle piazza delle maggiori città italiane di punti raccolta di firme a sostegno del progetto di legge per la riforma della distribuzione carburanti.

A Roma, inoltre, si terrà una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, con la partecipazione di alcuni degli oltre 60 Parlamentari che hanno depositato il ddl.

Con la manifestazione del 7 giugno, i promotori del Libera la benzina! day prevedono che sia raggiunta e ampiamente superato l’obiettivo delle 500.000 firme di semplici cittadini che chiedono l’approvazione della riforma per un mercato dei carburanti davvero concorrenziale e prezzi più bassi.

Questi i numeri dell’iniziativa  a tre mesi dal suo avvio ed alla vigilia della manifestazione:

  • 450.000 firme di semplici cittadini a sostegno del ddl di riforma
  • il progetto di legge depositato in entrambi i rami del Parlamento da oltre 60 tra senatori e deputati appartenenti a tutti i gruppi rappresentati: PdL, PD, Lega Nord, IdV, UDC, FLI, Responsabili, Misto.

Ma quali sono gli obiettivi dell’iniziativa?

  1. realizzare un mercato all’ingrosso dei carburanti equo e trasparente per impedire la doppia velocità di adeguamenti dei prezzi;
  2. estendere ai carburanti le competenze del gestore del mercato elettrico e dell’acquirente unico per condizioni più competitive;
  3. separare il ruolo di produttore e distributore e vietare l’obbligatorietà del regime di fornitura in esclusiva a favore dei petrolieri;
  4. portare i prezzi dei “no logo” su tutti i 25.000 impianti della rete ottenere un prezzo diffusamente inferiore di 6/8 cent al litro.

Tutto chiaro? allora Save the date! Domani c’è il Libera la benzina! day.