Detrazioni familiari a carico 2021: a quanto ammontano e come si calcolano

Il legislatore italiano ha sempre riconosciuto particolare rilevanza sociale alla famiglia e per questo sono previste delle misure volte ad agevolare coloro che hanno un carico familiare. Tra le “agevolazioni” più conosciute vi sono le detrazioni per familiari a carico: ecco a quanto ammontano per il 2021.

Cosa sono le detrazioni familiari a carico

La prima cosa da capire è cosa sono le detrazioni e come funzionano: si tratta di importi che vengono sottratti alle imposte da versare. Per quanto riguarda le detrazioni familiari a carico, si tratta di somme sottratte dall’IRPEF, Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, quindi contribuiscono a ridurre le somme dovute all’erario e, per coloro che hanno il sostituto d’imposta, cioè quando l’IRPEF viene versata dal datore di lavoro, si materializzano attraverso delle restituzioni successive alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Le detrazioni familiari a carico dipendono dalla misura stabilita per legge, questa varia di anno in anno e dipende anche dall’inflazione,  dal reddito prodotto, inoltre dipende dalla situazione concreta del singolo nucleo familiare.

Deve essere inoltre sottolineato che non spettano detrazioni per familiari a carico nel caso in cui il reddito annuale percepito superi i 95.000 euro.  Vedremo ora le diverse ipotesi che possono verificarsi e gli importi delle detrazioni familiari a carico 2021. Sottolineiamo fin da ora che le detrazioni per familiari a carico sono previste anche nel caso in cui i soggetti a carico siano maggiorenni, l’importante è che siano fiscalmente a carico, cioè non superino determinate soglie di reddito percepito. Occorre ricordare anche che nel prosieguo si parlerà di importi teorici, infatti gli stessi possono variare in funzione del reddito e comunque la copertura massima sono le imposte effettivamente dovute.

Detrazioni figli a carico minori di 3 anni

Le normative sulle detrazioni familiari a carico 2021 in linea teorica prevedono che per i figli legittimi, naturali, adottivi, affidatari, di età inferiore ai 3 anni l’importo massimo riconosciuto sia di 1.220 euro.

Detrazioni figli a carico maggiori di 3 anni

Nel caso in cui i figli abbiano un’età superiore a 3 anni, l’ammontare della detrazioni è di 950 euro. In questa sede è opportuno ricordare che, come già anticipato, anche i figli maggiorenni concorrono al maturare del diritto alle detrazioni, in questo caso però vi sono dei limiti. Per ottenere le detrazioni per familiari a carico in presenza di figli maggiori di età questi devono essere fiscalmente a carico del beneficiario (cioè il soggetto che ha un reddito soggetto a tassazione IRPEF e che si occupa di mantenere figli, coniuge e altri familiari)  e per rientrare in questa categoria vi sono dei limiti reddituali.

Il figlio maggiorenne, ma di età inferiore a 24 anni deve avere un reddito personale inferiore a 4.000 euro, mentre per i figli di età superiore a 24 anni, il limite di reddito è di 2.840,51 euro. Nel computo del reddito devono essere inseriti tutti i proventi delle varie attività condotte, ad esempio reddito da lavoro dipendente, collaborazioni, redditi agrari, d’impresa, da lavoro autonomo, reddito da fabbricati derivante da canone di locazione.

 Detrazioni familiari a carico disabile

Gli importi ora visti cambiano nel caso in cui il figlio sia disabile. In questo caso per ogni figlio disabile di età inferiore a 3 anni, le detrazioni familiari a carico 2021 ammontano a 1.620 euro, mentre per disabili di età pari o superiore a 3 anni 1.350 euro.

Detrazioni famiglie numerose

Le detrazioni ora viste sono aumentate di 200 euro per ogni figlio a carico nel caso in cui essi siano più di 3. Si faccia il caso di una famiglia con 4 figli di età superiore a 3 anni e non disabili, per ogni figlio riceverà 1.150 euro.

Detrazioni familiari a carico 2021: coniuge e unioni civili

Si possono ottenere le detrazioni anche per il coniuge fiscalmente a carico, anche in questo caso è previsto lo stesso limite reddituale, cioè il coniuge non deve avere un reddito superiore a 2.840,51 euro. In questo caso gli importi sono diversi rispetto a quelli visti finora. In particolare se il soggetto beneficiario:

  • ha un reddito inferiore a 15.000 euro spetta una detrazione di 800 euro;
  • se il reddito è compreso tra 15.000 euro e 80.000 euro l’importo è di 690 euro.

Quando si parla di detrazione per coniuge fiscalmente a carico deve comunque intendersi esteso anche alle parti dell’unione civile come disciplinata dal nostro ordinamento. Mentre l’estensione non è prevista per le unioni di fatto definite dalla legge Cirinnà “la condizione di due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile” . Le detrazioni comunque spettano per il coniuge non legalmente separato. Nel caso in cui il provvedimento di separazione avvenga nel corso dell’anno, ad esempio nel mese di giugno, comunque si può beneficiare della detrazione per familiari a carico per il periodo intercorrente tra l’inizio dell’anno e il momento della separazione.

Deve infine essere sottolineato che la normativa riconosce la possibilità di avere anche altri soggetti a carico fiscalmente, si tratta di genitori, nonni, fratelli e sorelle, nuore, generi, nipoti che però devono convivere con il soggetto che beneficia delle detrazioni, si deve quindi trattare di una situazione di fatto dove il soggetto che non ha redditi propri effettivamente è a carico del beneficiario.

Il calcolo delle detrazioni

Calcolare gli effettivi importi a cui si ha diritto è molto semplice, si può trovare la formula sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

La formula è: detrazione teorica  X  (95.000 – reddito complessivo /95.000 euro).

Ad esempio se la detrazione teoria è 1.220 euro e il reddito 30.000 euro, occorre in primo luogo sottrarre 30.000 alla base di 95.000 euro. L’ammontare deve essere diviso per 95.000 e moltiplicato per 1.220. In questo caso l’importo effettivo è di 834,37 euro.

Le detrazioni per figli a carico possono essere usufruite da entrambi i genitori, in misura del 50% ciascuno. In alternativa, e su accordo delle parti, possono essere usufruite da uno solo al 100%.

Cosa succede se l’ammontare dell’IRPEF dovuta è inferiore rispetto alle detrazioni a cui si avrebbe diritto? Semplicemente nulla, le detrazioni sono calcolate sugli importi “maturati”, la parte rimanente è persa. Si faccia il caso di un lavoratore che paga 500 euro di IRPEF e avrebbe diritto a una detrazione di 950 euro, in questo caso otterrà il beneficio della detrazione di 500 euro, restituita nel caso le quote siano già versate dal sostituto d’imposta, mentre le restanti 450 euro restano “scoperte”.

Familiari a carico: chi sono e i limiti di reddito per le detrazioni

Quando il contribuente compila, per poi presentare la dichiarazione dei redditi entrano in gioco i familiari a suo carico (figli, coniuge e altri congiunti). Ovviamente, ci sono dei limiti da rispettare che riguardano il grado di parentela e il reddito, ed è proprio di questo che vogliamo parlare in questo articolo.

Familiari a carico: i figli

I figli a carico del contribuente (naturali, riconosciuti, adottivi o affidati) per cui è possibile ottenere delle detrazioni nel modello 730, sono quelli dichiarati tali anche se non conviventi e anche se non residenti del territorio italiano. La detrazione viene riconosciuta qualsiasi sia l’età del figlio e a prescindere dal fatto che sia o meno ancora studente.

Il figlio di età inferiore ai 24 anni è considerato a carico, anche nel caso in cui percepisca un reddito pari o inferiore a 4.000 euro lordi annui. Oltre questo limite anagrafico, per essere considerato comunque a carico, deve conseguire un reddito massimo di 2.840,51 euro.

Detrazione: cosa succede in caso di separazione dei genitori?

Il Fisco impone ai genitori separati (ma non legalmente) di ripartire a metà la detrazione per ogni figlio a carico. Tuttavia, consente anche che codesta detrazione venga attribuita a un solo genitore, magari a quello che consegue un reddito complessivo più alto, ma solo nel caso in cui i genitori trovino un accordo. Poiché, la detrazione diminuisce all’aumentare del reddito, è giusto fare due calcoli per ottenere il massimo possibile dal beneficio fiscale.

Qualora i genitori fossero separati legalmente, ma anche in caso di annullamento, scioglimento o cessazione del matrimonio, la detrazione totale spetterebbe esclusivamente al genitore affidatario. Con l’affidamento congiunto, la detrazione è divisa al 50% per ciascun genitore, ma come nel caso precedente, un accordo tra i genitori permette di assegnare l’intera detrazione al genitore con il reddito più elevato, a condizione che quello beneficiario restituisca il 50% all’altro genitore.

Quando spetta a un solo genitore la detrazione al 100%

In determinati casi, l’intera detrazione spetta a un solo genitore, ecco quali:

  • L’altro genitore è fiscalmente a suo carico;
  • Uno dei genitori resta vedovo/a con figli e si risposa;
  • Figli affidati o adottivi del solo contribuente, anche se sposato;
  • l’altro genitore è morto o non ha riconosciuto il figlio, motivo per cui la detrazione per il primo figlio potrebbe essere sostituita da quella per il coniuge, se più conveniente. In caso di presentazione del 730 mediante CAF o professionista abilitato, l’assegnazione della detrazione più conveniente dovrebbe avvenire automaticamente sulla base della situazione del genitore.

Oneri detraibili e deducibili variabili

Le spese che si possono detrarre e dedurre sono variabili a seconda di chi dichiara di avere il figlio a suo carico, ecco come:

  • nel caso entrambi i genitori dichiarino di avere fiscalmente a carico il proprio figlio al 50%, non ricorre l’obbligo della divisione al 50% delle detrazioni legate ai costi per lui sostenuti;
  • qualora un solo genitore abbia dichiarato fiscalmente a carico il figlio, sarà tenuto all’attribuzione di tutte le spese a lui inerenti.

In presenza di una franchigia, risulta conveniente effettuare qualche calcolo per valutare la soluzione migliore. Ad esempio, se una tipologia di spesa non è detraibile per un importo di 100 euro e la madre ha sostenuto per tale spesa 400 euro, mentre il padre ne ha speso 40, è conveniente attribuire tutti i costi alla madre. Infatti, la spesa del padre è sotto la franchigia e non potrebbe recuperare le proprie spese e attribuendogli quelle del figlio perderebbe la parte di essere fino al raggiungimento della franchigia.

In caso di costo deducibile, è conveniente attribuirlo al genitore che consegue il reddito più elevato, in quanto con una maggiore capienza fiscale può recuperare una percentuale di imposte più alta.

Gli altri familiari a carico: le detrazioni

Poc’anzi, abbiamo parlato di figli a carico del contribuente, ma quali sono gli altri familiari a carico?

Per beneficiare delle detrazioni, i familiari diversi dai figli da considerare a carico di chi presenta la dichiarazione dei redditi attraverso il modello 730, sono i seguenti:

  • Il coniuge, se il matrimonio è riconosciuto a livello legale, quindi non sussiste una separazione effettiva;
  • Genitori, fratelli e sorelle, generi, nuore o suoceri a patto che siano conviventi o che ricevano un assegno alimentare non risultante da provvedimenti giudiziari.

Poi, esiste la condizione che riguarda il reddito.

I familiari fiscalmente a carico sono quelli che per la dichiarazione dei redditi dell’anno in corso, quindi, con riferimento all’anno precedente come periodo d’imposta, hanno percepito un reddito fino a 2.840,51 euro, inclusi i costi deducibili.

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